Recensioni per
This is me in pieces
di Aching heart

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/03/17, ore 16:01
Cap. 6:

Nonono considerato che io arrivo sempre e immancabilmente tardi ai capolavori - e perdipiù qui si tratta di una compatriota INTJ e si sa che noi INTJ siamo troppo rari per non essere attirati l'uno dall'altro nell'inconscia speranza di avere un valido braccio destro durante la costruzione del nostro impero del male - direi che per rispetto della mia tardiness cronica questa raccolta dovrà continuare per il resto dell'eternità, passata di generazione in generazione alla tua famiglia ;) Seriamente: una più bella dell'altra. Non mi sforzo neanche di convincerti che la tua "speranza" nel trasmettere le emozioni impallidisce al confronto con la realtà: comunichi molto più di quello che pensi di comunicare, and I fucking love it. Ergo, mi metto pazientemente in coda per la prossima straziante poesia che fingerò non abbia assolutamente alcun legame con me. Complimenty&cheers ;)

Nuovo recensore
04/07/16, ore 00:36

Allora, torno a questa storia, che è diventata una raccolta, e sono davvero felice di averlo fatto. Bizzarra coincidenza, ho appena finito di leggere 'La Tempesta', che ho amato alla follia (come più o meno tutto Shakespeare, ma ok) e il solo fatto che tu l'abbia citata ha dato punti al componimento.
Amo la musicalità che c'è in questa poesia, molto diversa dalla prima, che era più... 'accademica'? Passami il termine, non so bene come esprimerlo. Qui il ritmo c'è, ma è molto diverso: la prima strofa l'ho letta (mentalmente) tutta d'un fiato, ed era quasi silenziosa, in termini di suoni, mentre nella seconda c'è come una sospensione di qullo, e l'ultimo verso è quello più rumoroso, e di certo quello che ho amato di più.
Spero che tu comprenda il mio delirio sinestetico di cui sopra (le mie recensioni di poesie hanno sempre questa sfumatura allucinata), e ti assicuro che consiste in un complimento, nel caso non fosse chiaro.
Devo dire che hai espresso l'idea molto efficacemente, in modo quasi pulito, dritto al dunque per tutta la durata della prima strofa; poi nella seconda non solo cambia tono dal punto di vista del significante, ma anche per quanto riguarda il significato, e si scivola dall'elemento dell'esperienza personale a qualcosa di diverso, di più... elevato?, universale?, filosofico? Come se si avesse un'elevazione del tema, del messaggio che si pensava volessi mandare nella prima parte, e l'avessi portato a un piano superiore, un personale assoluto e non più, non solo, un'emozione.
Sentiti libera di contraddirmi.
Quindi, fino alla prima strofa mi era piaciuta, ma con la seconda l'ho amata (e non è per le citazioni, ci tengo a precisarlo, che la parte migliore dell'intera poesia è 'carne e ferro', nel punto in cui tu li hai messi; non voglio creare paranoie). Complimenti, quindi.
Bellissima poesia.
Fra parentesi, sono lenta e scostante nel recensire. Ma alla fine recensisco sempre. Tutto. E finirò anche questa raccolta.

LackadaisicalEnnui

P.S. La poesia ermetica non può avere una brutta influenza. Semplicemente, è impossibile.

Recensore Junior
21/06/16, ore 10:04

Ciao! Ho letto il tuo poker (per adesso) di poesie e le ho trovate liberatorie, viscerali, sofferte e zuppe di emozione. Questa è la Poesia che amo di più, la ricerca della forma e le rime per me perdono di importanza davanti a un' emozione espressa in modo così onesto e reale. Il componimento che mi ha colpito di più è quest'ultimo: una fluida e rotta preghiera alle Parole. Mi rivedo molto nel "mutismo sociale" e nell'incapacità di formulare una risposta davanti a una situazione che ti spiazza, che ti ferisce o che ti sfida. Complimenti davvero, spero continuerai questa raccolta. A presto e in bocca al lupo per gli esami :)
Tota

Recensore Master
18/06/16, ore 08:51
Cap. 3:

Accidenti, di una crudeltà quasi ipnotica. Piccola, dura, imponente nel suo motivo di esprimere un disagio, molto forte. Dà l'idea di esser più una condanna verso chi legge e non una condanna verso se stessi (cioè della protagonista della poesia). E' un avvertimento? No, una minaccia verso la vita stessa. Toccante.

Recensore Master
17/06/16, ore 07:32

Effettivamente si potrebbe dire anche così. Almeno quando una persona cara lascia un vuoto incolmabile nel proprio cuore. Qui, la carne (il petto) viene lacerato da una lama invisibile ma che fa male. Sono i sentimenti infranti e il cuore si spezza. Dimenticare è impossibile ma non vuol dire che un po' si possa rimarginare, portando dietro di se una cicatrice a ricordo che i sentimenti, talvolta, fanno male.
Bella.

Recensore Veterano
14/06/16, ore 10:51
Cap. 3:

Straziata e straziante, una poesia tanto semplice quanto efficace nel mettere a nudo quel preciso, fragile pezzetto di te - stando ai termini della tua raccolta.
Sono versi privi di tecnicismi superflui, hai puntato l'essenziale e sull'essenziale, scelta (forse solo spontanea e non voluta) parallela all'essenzialità di quell'amore, per te così importante. Hai eliminato tutto il resto, estraniando ogni contorno indelicato e ogni variazione sul tema, c'era solo quell'amore e quella persona e la sua assenza e quel pensiero che, forse, solo la tua assenza potesse sopperire a quell'altra assenza. Come lasciare che un vuoto si annulli nel vuoto.
C'è molta rabbia, oltre che tristezza, in quella parola isolata nel primo verso, in quella tua esigenza, in quella disperata richiesta d'una spiegazione; quella parola non accompagnata, quell'imperativo a cui lasci seguire, in maniera così naturale, l'immagine della te - o di un suo pezzetto - che decide di andarsene, di macchiare e condannare l'esistenza di chi ha deciso di ignorarti, o di andarsene, o di assentarsi; vorresti solo che ci si ricordasse di te, della tua presenza, accettandola e amandola, e saresti perfino disposta a rinunciare a quella presenza, a renderti in-esistente, pur di non sentirti più rifiutata. E forse, forse il solo modo sarebbe macchiare in maniera indelebile qualcosa di importante, qualcosa che possa ricondurre a te - è che la delusione sfuma nella rabbia, in un desiderio di vendetta che vorresti annullare, è solo una sfumatura cattiva di quel bisogno di riconoscimento che t'appartiene e che ti urla dentro a gran voce. E forse, dicevo (dicevi), la tua assenza diverrebbe un tormento onnipresente, e forse il pensiero che quell'amore poteva spingersi fino a quel punto, e forse la consapevolezza di esserne causa e punto d'origine, tutto ciò forse avrebbe potuto scatenare quell'amore e invertirne le direzioni, forse avresti finalmente iniziato a far parte di quella sua vita, ma solo dopo aver abbandonato la tua. Se solo ci fossero meno forse.
Sono forti e spontanee le tue parole, emerge benissimo la delusione nei confronti di chi, unilateralmente, ha deciso di escludere la tua vita dalla sua. Quel bisogno d'amore sottinteso ai tuoi versi è commovente.
Un'ultima cosa: mi ha colpito la naturalezza con cui scorrono i versi. Riesci a farli suonare bene.
Brava, brava.

Recensore Junior
13/06/16, ore 22:51

Ciao cara :o,
che dirti...ho cominciato proprio stasera a leggere quello che scrivi...! Perché scrivi che non sei brava? Quello che scrivi è veramente molto bello, sai? :D
Per me è bello perché si capisce che è stato scritto con qualcosa che qualcuno ormai non c'ha più...con QUESTO! <3!!!!
Questa poesia in particolare mi ha ricordato le vicende del mio ultimo fidanzamento che ho fatto proprio durare proprio più di una settimana...un ragazzo che in pochissimo tempo è stato capace solo di farmi soffrire come un cane!! Bastardo!!! :C :C :C
Vabbe non ti rompo più! XD Comunque tornando a te mi piace moltissimo quello che scrivi, mi piacerà vedere quello che sei capace di fare approfondendo quello che scrivi...!
Ti mando un kissino mia cara *smack* ;o ;o a presto!! :D:D

Recensore Veterano
08/06/16, ore 23:30

Oggi pomeriggio, approfittando di qualche momento libero, ho pensato di tornare in questa sezione a fare un giro, una specie di sopralluogo, a cercare qualcosa di nuovo e di fresco da leggere. M'è capitato così d'inciampare sulle tue parole, un po' acerbe se posso permettermi, ma estremamente intense, coinvolte, sentite, trascinanti, sincere; leggerle è come osservarle sgorgare dal profondo della tua anima, senza troppi veli o troppi tecnicismi a ricoprirle. Quelle parole da te messe in fila mi hanno colpito e mi sono ripromesso di tornare e lasciare un commento, perché lo meritavano.
Stasera ho riletto, ancora, quelle parole. Ed essere qua, adesso, a scriverci sopra non è facile: lasciarmi andare, come spesso mi accade quando scrivo intorno ad una poesia di qualcuno, è rischioso, rischioso perché finisco quasi sempre per dire troppo, per essere poco delicato, e l'incipit di questa poesia è invece un incipit che grida delicatezza, vorrebbe un abbraccio (tutto ciò che viene dopo quel primo verso a forma di citazione è, in un certo senso, un grande abbraccio a te stessa; le parole sanno essere confortanti, anche quando dicono soltanto la verità delle cose, o forse proprio per questo) e allora cercherò di rispettare quel grido, quella sensibilità di fondo che aleggia fra le tante domande mai poste e mal poste, alle domande che non hanno un destinatario, è un dialogo senza interlocutori per purificare uno dei tanti "pieces of you" in cui ciò che ti sta dentro si è frammentato e consumato. C'è una gerarchia di pezzi da ricomporre, non è facile. Come faccio a tenerli insieme, quei pezzi? Difficile, impossibile a dirsi; non c'è un libretto delle istruzioni, non c'è una colla particolare da poter usare, non esistono regole ermeneutiche tali da poter rivalutare e ribaltare quella scomposizione che, di fatto, è avvenuta. Non si esce indenni dallo scoprire che il proprio amore non è e non sarà mai corrisposto - non quando c'è un altro essere innamoratissimo diverso che non corrisponde al tuo. È spiazzante e lacerante ritrovarsi nudi di fronte a quelle sensazioni, così belle e avvolgenti, ed essere costretti a soffocarle per cercare di sopravvivere, per non farsi travolgere e farsi sottrarre ogni barlume di fiato composito e appena appena sufficiente. Scrivere diventa, così, una specie di risposta naturale del nostro istinto di sopravvivenza; paradossale è che l'unica soluzione "ufficiale", ossia continuare a fingere, a nascondere il proprio mondo interiore in frantumi, è ciò che dichiari(amo) in poesia, mostrando tutt'altro. Tu, in particolare, racconti di finzioni, e saresti poco credibile se dovessimo basarci solo sull'esperienza di una poesia, se non consocessimo il modus operandi di una poesia: i tuoi versi sono infatti tremendamente sinceri, te l'ho già detto, e le tue finzioni, così indispensabili, improvvisamente crollano e lasciano spazio a mille e mille frammenti che tenevi fra le mani ormai sanguinanti. È ammirevole, davvero, quel coraggio misto all'orgoglio e alla consapevolezza di non poter far altro, di cui ti ammanti e con cui ti difendi.
E poi viene la parte più bella. La tua ammissione, l'ammissione che la natura rivive e che ogni cuore può fare altrettanto, e può rinsavire dalle passioni e poi riuscire a ridare vita a qualcosa di bello e provare qualcosa di estremamente emozionante per qualcosa di nuovo e diverso. Si può amare di nuovo, certo, e sei stata brava a spiegarlo poeticamente, scegliendo parole, espressioni e figure calzanti. Ho apprezzato il tuo pragmatismo, quella consapevolezza che non è la fine di tutto, sebbene adesso sia tutto distorto e offuscato, come se nessuno possa più accedere e farti (ri)provare qualcosa che abbia veramente il sapore dell'amore. Hai visto qualcosa di splendido e ne sei rimasta folgorata, ti sei innamorata e ti sei spezzata. E sì, talvolta si rinasce; spesso, però, è come dici tu:

"Ma so anche che i cuori più fragili, i più amari e solitari
conservano una traccia sempre dell’amore che più ardentemente li ha bruciati: 
un fantasma, uno spettro, un’ingombrante presenza
che finché avran vita li legherà, mesti e struggenti, a quell’amara assenza.
Sarai tu il mio fantasma?
Sarai tu il mio deterrente dalla vita?
Tu l’eterno unico appiglio?"

C'è qualcosa che rimane e permane, c'è un angolo che non può risanare, una frazione di te è come dannata, maledetta a rimpiangere per sempre ciò che ha perduto, ciò che non ha avuto. Un vuoto, un vuoto che potrà perseguitarsi, sempre meno insistente, ma il suo brusio non cesserà mai del tutto. Un fantasma, per usare le tue parole. I cuori non sono tutti gli stessi, hanno i loro gruppi sanguigni, la loro categorizzazione indica il loro destino; esistono certi cuori che non riescono a dis-innamorarsi del tutto.
Questa tua poesia è un po' acerba, dicevo, si capisce dai versi spesso un po' troppo legati ancora alla prosa a cui sei probabilmente più abituata; ma ci sono punti e momenti e versi molto belli, e c'è un modo di esprimere ciò che ti porti dentro che è altrettanto bello. Una poesia così forte non può che essere bellissima. Ti faccio i miei complimenti, sinceri tanto quanto i tuoi versi.

Recensore Master
25/05/16, ore 12:00

Un cuore indurito dal sapere già di esser rifiutati da qualcuno che si ama, ma non ricambiato. Purtroppo succede, e molto più spesso di quanto non si immagini. Una poesia che tocca molte corde, tra cui anche l'orgoglio di donna ferito nel suo sentimento. Non so se sia ispirato ad un amore vero ma bisogna pensare che non esista solo lui. Bella, intensa, piena di risentimento a tratti ma commovente nella sua dolce malinconia.

Nuovo recensore
24/05/16, ore 22:13

Io aborro le poesie in rima, anche se libera o casuale, perché mi risuonano nella testa come filastrocche. Le eccezioni sono poche, e la tua storia rientra fra queste. Non mi è piaciuta, l'ho adorata. Sono su questo sito da molto (come lettrice silenziosa), ma sono lieta di essermi iscritta e di poter mettere questo piccolo capolavoro fra le mie storie Preferite, ché merita davvero.
Davvero bellissima, ma la prima parte... Quelle tre domande retoriche, le ho amate. Nelle poesie sono un'esteta, e significato e significante devono andare a braccetto; la cacofonia non mi piace, così come l'estrema semplicità lessicale. Sviliscono il contenuto, come un bel regalo impacchettato male. Ma tu dal punto di vista formale sei stata impeccabile. Le parole cadevano una dopo l'altra (chiedo scusa se questa mia recensione sembra un delirio folle; in parte, del resto, lo è) ed erano assolutamente perfette, nel posto giusto, in quella giusta sequenza.
Suono blasfema se ti dico che mi hai ricordato la 'Pioggia nel pineto' (per stile ovviamente)?
Il tema è ottimo, e tu l'hai sfruttato meravigliosamente. Con questo non voglio dire che sia bello quello che ti è capitato, e mi dispiace per te (spero che vada meglio, ora), ma la tua resa dell'argomento è stata eccezionale. Complimenti, sinceramente.

LackadaisicalEnnui