Rebirth racconta la risalita di Alex Wesker dall’abisso che l’ha inghiottita, una donna che ha trovato la forza di ritornare a galla trascinando con se la sua ancora di salvezza, la stessa che in origine l’ha fatta affondare: il piccolo Albert rinato.
Nonostante la giovane età e la nuova vita che viene loro offerta, ancora una volta l’inizio è eco di ciò che è stato: la morte di un innocente la cui unica colpa era di aver aiutato la donna sbagliata, la ricerca dell’ennesimo laboratorio Umbrella, la vita nell’ombra e la fuga da predatori che minacciano fin da subito le fragili fondamenta di qualcosa che con così tanta fatica Alex si appresta a (ri)costruire. Ancora una volta si tratta di una donna sola contro tutti, con il cambio di una piccola variabile essenziale: la battaglia non è più combattuta per se stessa, non si concluderà con l’omicidio-suicidio di un mostro che non ha saputo –e voluto- affrontare le proprie paure; la posta in gioco è troppo alta perché di nuovo si possa fallire e in questo si nasconde la forza che trascina Alex in giro per l’Europa, raminga in un mondo che ne fiuta le tracce per metterla a tacere, questa volta per sempre: perciò lei è sola, non più protetta dall’”affidamento” che poteva fare su di Albert poiché questa volta è lui l’elemento debole della catena. Si tratta del “figlio” e amante di una “madre” e donna che farà (e ha fatto) di tutto per proteggerlo: di questo è consapevole Claire Redfield, la ragazza di Raccoon, che comprende infine come Alex e Albert non siano altro che due facce della stessa medaglia, sempre uniti e sempre capaci di riportarsi indietro.
Così si chiude la battaglia di una vita - per i Redfield, ma non per gli Wesker. Nel corso degli anni è Alex a prendersi cura di Albert, a vederlo crescere e a proteggerlo dagli altri e soprattutto da se stesso: lei riconosce davvero come si possa vivere una vita diversa da quella che Spencer aveva permesso loro, impara ad apprezzarne (quasi) ogni sfumatura e, più importante, impara qualcosa che è solo il cambiamento più evidente che questo personaggio è stato in grado di fare –impara a sorridere. Perché Albert riesca a raggiungere lo stesso traguardo sarà invece necessario molto più tempo: la mente di un bambino fusa a quella di un uomo –il bioterrorista Albert Wesker- che cerca di riprendere il controllo di sé e di una vita che si è sempre fatto scivolare tra le dita [“Amori bruciati nella sua ambizione, possibilità divorate dalla sua arroganza.”], gettando via ogni possibilità e brandello di felicità.
Così giorno dopo giorno, ricordo dopo ricordo, l’Albert Wesker che era torna a risvegliarsi prima nel corpo di un bambino, poi adolescente e uomo che ricorda e accetta la sua esistenza passata: il Progenitor, l’anima che gli aveva permesso di rimanere unito alla donna che lo aveva riportato indietro, è ancora silente eppure vive ed è questo che infine riporta Albert tra le braccia di Alex. Per un’ultima –ennesima- volta lei lo vedrà morire –provando la stessa disperazione di ogni volta- e poi tornare, pieno padrone di se stesso e di un virus che è la loro maledizione e la loro forza: il ciclo si chiude quando i predatori vengono annientati, le due serpi si ricongiungono –per sempre questa volta- e il passato viene definitivamente messo a tacere con la morte di Jake, colui che aveva ereditato ciò che di buono c’era in Wesker e l’aveva usato per costruirsi una sua vita, diversa da quella del padre.
Infine, tutto si chiude come è iniziato. [“un ciclo senza fine, eterno”]
Due anime complete in se stesse, in Giappone, eternamente legate; i petali di un ciliegio nient’altro se non gli eventi che le avevano plasmate e rese ciò che erano: per questo è naturale che, alla conclusione, siano proprio loro a lavar via le loro ombre.
Rebirth, con la sua storia lunga quasi 50 anni, rappresenta allora il fulcro e la fine di una storia iniziata più di 100 anni prima in cui un uomo e una donna, nati per morire, avevano trovato l’uno nell’altra la ragione per sopravvivere. Avevano vinto il tempo, la morte e un destino ingrato, diventando dèi fini a se stessi ed eterni nel legame che li univa. (Recensione modificata il 02/12/2016 - 03:26 pm) |