Ok, calcola, tu non puoi farmi una cosa del genere.
Buon pomeriggio, dolcissima Sofi.
Dopo un'oretta passata a sbavare sul mio amato Lancillotto, eccomi qui, finalmente nel pieno delle mie facoltà mentali - cioè, più o meno - dopo un'ora di buio totale.
Così come quando ho letto la scena all'interno del libro, la mia mente è vagata subito alla bambina dal cappottino rosso presente all'inizio del film Schindler's list: un film in bianco e nero dal quale l'unico altro colore distinguibile è proprio il rosso del suo cappotto, prima indosso a lei poi, ahimé, ammassato su tanti e tanti altri vestiti ammassati, privati dei loro proprietari. Se pure non lo avessi visto, non credo ti sarà difficile immaginare in quale periodo storico siamo, e a quale grande orrore questo cappottino rosso vuole alludere.
E questa scena da te descritta mi ha fatto riprovare la stessa stretta al cuore che provai quando, durante la visione di quel film così poco adatto alle persone sensibili come me, versai lacrime amare per quel cappotto colorato, quasi simbolo di una precedente libertà adesso negata, proprio come quella da te descritta in questa Fic.
L'essere capitolino si distingue come sempre, in questa tua Flashfic, unito ad un'ingenuita fanciullesca davvero toccante, emozionante.
Ti porgo i miei più sentiti complimenti, dunque, per questa storia che non esito ad inserire tra le preferite.
Ti abbraccio forte, tesoro mio, augurandomi di poterti presto rivedere su Efp con una nuova e così bella storia tutta per noi.
Alla prossima, dunque.
Bacioni!
Sempre tua,
_Gia (Recensione modificata il 20/06/2016 - 03:45 pm) |