Recensioni per
Il Tredicesimo Re - Agur, primo del suo nome
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/03/19, ore 16:41

Recensione premio per il contest 'In viaggio'

Rieccomi ancora qui, in questo secondo capitolo.
Ho già detto in altre occasioni che il tuo stile è capace di catturare grazie alle descrizioni accurate.
In questo caso hai avuto molta cura in ogni dettaglio sul luogo in cui Agur si trova. Un particolare che ho notato è l'intrecciare delle descrizioni alle leggende, è bello e affascinante leggere questo mix perché non stanca, non annoia come invece un semplice elenco di parole buttate lì per rendere il testo più corposo. La mente del lettore è come se viaggiasse su due binari, uno che segue la storia principale e l'altro che divaga in eventi ed echi lontani e misteriosi. Insomma, non è facile riuscire a catturare così tanto chi legge, di solito si tende a perdersi un po' durante la lettura mentre qui non accade.
In questo capitolo troviamo una sfumatura del protagonista un po' diversa rispetto al capitolo precendente. Si trova in difficoltà ad affrontare una creatura che non è come le altre e quindi per lui più difficile anche da comprendere.
C'è azione nella seconda parte del capitolo e anche qui i complimenti vanno a come l'hai gestita perché, almeno per ciò che mi riguarda, trovo complesso descrivere in modo coerente e credibile una scena di lotta o una battaglia. Fatto sta che il tutto termina nel mistero e ciò spinge a proseguire la lettura con sempre più curiosità ed entusiamo.
Alla prossima quindi,
Emy
 

Recensore Veterano
11/03/19, ore 16:17
Cap. 1:

Recensione premio per il contest 'In viaggio'

Ciao Nirvana ^^
Tra le proposte che mi avevi lasciato, se non ricordo male, avevi accennato ad una long alla quale tenevi in particolar modo. Ho letto prima le altre storie che mi avevi segnalato, due shot, poi ho deciso di buttarmi a leggere questo racconto ed infine la mia scelta è ricaduta proprio su quest'ultima storia. 
Ho intenzione di leggermela un po' alla volta, al di là dei premi per il contest, perché già dalle prime righe mi ha presa moltissimo e te ne spiego subito le motivazioni.
Primo su tutti: il protagonista. 
Se c'è una cosa che apprezzo molto leggendo le tue storie è il modo in cui riesci a caratterizzare i personaggi. Sono completi, c'è un attento lavoro di fondo e questo lo si capisce dalla cura con cui ne descrivi non solo i tratti fisici ma anche e soprattutto quelli caratteriali, Di lui mi ha attratto subito il fatto che sia un cacciatore e lo è in tutto e per tutto: nel modo di porsi, nel modo di puntare la preda ( e non solo in termini di carne animale), nel modo di parlare e di rivolgersi agli altri. Sa il fatto suo, sa cosa vuole e come ottenerlo. Mi piace che il suo linguaggio sia poco 'regale' e più grezzo, proprio come una persona qualunque quando si ritrova a scherzare con gli amici. Appare baldanzoso, con quella sicurezza di sé e consapevolezza nelle proprie capacità che possono far provare nei suoi confronti o antipatia immediata oppure irrimediabilmente rimanerne affascinanti, come è successo a me.
Seconda cosa: il contesto.
Non so se conosci o meno i racconti di Sapkowski, un autore polacco diventato molto famoso per aver ideato un personaggio da cui poi è stato tratto anche un famoso videogioco. Ecco, in questa tua storia ho respirato un po' di quella stessa atmosfera e per me che adoro alla foliia quel tipo di storia, ritrovarla in questo tuo rcconto mi ha piacevolmente colpita e catturata. Nel lessico, nel modo di far agire i personaggi, tutto mi ricorda quello stile che ripeto, adoro, quindi per me è stata una spinta in più per continuare a leggere questa storia. Ti faccio quindi i complimenti per quell'atmosfera che sei risucita a creare e proseguo con la lettura.
A presto
Emy
 

Recensore Master
26/10/18, ore 16:03

Ciao, e finalmente sono arrivata alla fine di questa storia. Avrei voluto concluderla prima, ma quest'ultimo capitolo era molto lungo e corposo e ho preferito avere il tempo necessario per leggerla. Ma prima di ringraziarti per averla scritta, voglio dire un paio di cosette.

Una delle cose che mi domandavo fin dal primo capitolo è dove sarebbe effettivamente andata a parare questa storia. Non mi era del tutto chiaro, almeno fino a più o meno la seconda parte di questo capitolo. Qui mi sono resa conto di cosa effettivamente volevi parlarci ovvero di Agur e della sua "nascita" come primo Re di Venasta. In un primo momento io pensavo un po' a tutt'altro, non so mi aspettavo che avresti raccontato della sua fine, forse perché in uno degli ultimi capitoli de Il Tredicesimo Re (ora non ricordo più quale) in un dialogo con Dareg viene detto un qualcosa a proposito del primo re e io mi ero convinta, ma non so davvero spiegarti le ragioni, che avresti parlato della sua fine. E invece ci hai raccontato di come è nato lui come re. La sua nascita è stata lunga e tortuosa, è durata ben sei capitoli durante i quali è avvenuto di tutto, dove lui ha avuto modo di crescere come uomo e come sovrano. Sembra un'altra persona rispetto a quella che in quel primo capitolo si ubriacava dentro la taverna. Di quell'Agur qui se ne riconosce la passione con cui fa le cose, la sua maniera di reagire a tutto ciò che gli sta intorno, come si infuria per esempio. I sentimenti che prova e che vanno dalla pietà, alla fierezza, fino ad arrivare alla paura... Agur è un uomo molto appassionato e che prova emozioni profonde, sei stata capace di renderlo benissimo in questo capitolo in cui lui si trova per la prima volta a dover agire e pensare come fosse un re. Tutti dipendono da lui ora, dalle sue decisioni, dalle scelte che fa... e se ne rende conto man a mano che la storia procede. Come dicevo, la sua è una crescita lenta che ci conduce fino a questo finale in cui si ha quasi la sensazione di vederlo camminare verso il proprio futuro. La sua caratterizzazione mi è piaciuta moltissimo.

Naturalmente, come al solito, il capitolo è godibile sotto diversi punti di vista. Dalle parti più descrittive, fino a quelle di pura azione e il tutto arricchito con dialoghi mai banali e sempre molto significativi. E soprattutto per la storia principale. Come dicevi in queste note finali, i riferimenti sono tanti e per chi ha letto Il Tredicesimo Re è difficile non notarli. Anzi, tutto quello che si è letto qui sarà d'aiuto per comprendere meglio anche l'altra storia.

Anche quella la recupererò a breve, intanto grazie per aver portato avanti un universo così ampio e complesso.
Koa

Recensore Master
21/10/18, ore 09:17
Cap. 6:

Ciao, sono in un ritardo astronomico, lo so. Avevo detto che l'avrei finita il prima possibile, ma poi mi sono accorta che il capitolo era davvero lungo e corposo e volevo ritagliarmi un attimo di tranquillità per poterlo leggere. Ora però l'ho letto e una volta finita questa storia, ormai in dirittura d'arrivo, mi metterò in pari anche con la storia principale.

Devo dire che, come sempre, resto impressionata ogni volta che ti leggo e sempre per motivazioni differenti. Da un certo punto di vista questo è un capitolo più statico, non c'è azione, non è di passaggio, ma di approfondimento. E l'ho trovato molto interessante, specialmente tenendo in considerazione la storia principale. Ma andiamo con ordine. Mi è piaciuto tantissimo come hai descritto questa città, e non soltanto per certe frasi enfatiche o per le descrizioni accurate, ma proprio per quest'aura che le hai dato, direi che è proprio magica. Quasi mistica ecco. Il lettore si immedesima ovviamente in Agur, il quale cammina per le strade e si guarda attorno vedendo tutto questo per la prima volta e interrogandosi su quello che si trova ad avere davanti. Ogni angolo è una sorpresa, ma devo ammettere che la parte più interessante è stata quella che riguarda Hyria e non soltanto perché ciò che ha detto, e spiegato circa la magia, sarà poi utile anche nel Tredicesimo Re, ma perché approfondisce di molto la caratterizzazione di Agur, mettendoci davanti a una sorta di dilemma (non so nemmeno se è la parola più adatta per descrivere ciò che ho pensato, ma ora proverò a spiegarlo). Il confronto con Hyria mette in luce l'assoluto ateismo di Agur, il quale si ritrova a sottolineare e anche con una certa forza, che lui non crede negli Dei, che affidarsi completamente a loro significherebbe condannarsi a morte, perché le preghiere non portano a niente. E, ora, tralasciamo un istante il concetto di "preghiera" che poi viene completamente ribaltato. Ma mi concentro un istante su Agur, perché mi sono resa conto che il suo ateismo, il suo non credere in nulla è sia un vantaggio che allo stesso tempo un limite, perché ciò non gli permette (non ancora almeno), di credere nella magia. Eppure ce l'ha davanti agli occhi, l'intera città trasuda e respira magia in ogni istante. Diciamo che c'è un rovescio della medaglia, perché da una parte il suo non credere alla cariatide, gli ha permesso non solo di salvarsi ma di salvare anche parte della sua gente, ma dall'altro il non credere a quello che ha davanti, potrebbe far sì che questa fuga risulti del tutto inutile. Molto interessante anche il concetto di "preghiera" che come accennavo viene del tutto ribaltato. Hyria ha un'idea precisa di che cosa sia e sono sicura che non menta ad Agur, semplicemente lei ha una visione completamente diversa dalla sua e qui nasce il fraintendimento. In un certo senso la visione di Agur delle cose è molto più limitata di quanto egli stesso non creda. E capisco proprio per questo la sua rabbia e la sensazione che gli siano state dette delle bugie. Ora spero davvero che riesca a superare i propri limiti. Anche se, da ciò che si vede dalla parte finale, sembra essere davvero così.

Sulla parte finale non ho molto da dire, mi è piaciuto come Agur riesca a farsi valere in quanto discendente di sangue reale e di conseguenza a imporsi su tutti quanti, di fatto riuscendo a sedare quello che sarebbe potuto diventare un gigantesco problema. Certo, è ancora molto giovane e forse il suo piano avrà delle conseguenze disastrose. Ma quello che mi sono sempre chiesta, anche ricordando alcuni capitoli del Tredicesimo Re è se ciò che, in quella storia si viene a sapere, corrisponda a quanto è effettivamente successo al Primo Re, oppure se sono stati tramandati fatti che non corrispondono propriamente al vero. Diciamo che me lo sto chiedendo da un po', anche se forse prenderò una cantonata.

Mi manca soltanto un capitolo, ma lo recupererò prestissimo.
Koa

Recensore Master
30/09/18, ore 15:50
Cap. 5:

Ciao, eccomi nuovamente. Non vedevo l'ora di continuare a leggere e infatti noterai che la sto concludendo piuttosto velocemente. Anche questo è stato un altro bel capitolo corposo, in un primo momento sembra quasi essere di passaggio, letteralmente dato che Agur e gli esuli viaggiano, fisicamente, da un luogo a un altro. Pensandoci meglio, però e come spesso succede leggendo anche Il Tredicesimo Re, questo viaggio diventa motivo di crescita per il protagonista che lo compie. Abbiamo visto situazioni similari anche per Dareg. Qui la differenza è che la crescita di Agur è concentrata in capitoli più brevi e in una storia decisamente più corta. Ma è esattamente lo stesso tipo di struttura narrativa. Agur cambia di nuovo, la sua crescita costante per diventare il primo re, non si ferma. Anzi cresce frase dopo frase. L'avevamo lasciato che stava andando via dalla sua città natale e lo ritroviamo qui, con la responsabilità di un gruppo di persone sulle spalle e la realizzazione di che cosa sia, il diventare re. Per certi versi mi ha ricordato le parole del padre, quando parlava di dover tenere il popolo "buono" altrimenti il re non può fare il suo compito di tenerli al sicuro. Agur però ha un altro atteggiamento. Bada quasi troppo ai formalismi, sottolineando che tecnicamente è ancora un principe. Jhann però è colui che gli fa notare che non importa adesso, ora lui è al comando. Lui è responsabile di tutte quelle persone, tutto gli appartiene e lui deve iniziare a comportarsi come un vero re. La crescita avviene man a mano che procede nel viaggio, da quando Jhann gli dice quello che pensa, anche Agur inizia a cambiare atteggiamento. Fa impressione la così rapida crescita, ma perché sono abituata ai ritmi della storia principale che sono molto più lenti. Ma è sempre tutto quanto calibrato e sensato, non ho visto nulla fuori posto. E di questo non mi stupisco.

Vitahj è un luogo interessante. La sua introduzione fisica a metà capitolo, permette di assistere a una svolta. Fino a quel momento era stato tutto più sull'introspettivo, con i pensieri di Agur a prendere la scena. Da quel momento tutto quanto cambia, la sua presentazione è fatta stupendamente come al solito. Ti sei lasciata andare di meno alle descrizioni, mantenendoti più sul pratico. Tanto che il tutto risulta molto più spiccio, dici le cose essenziali ma sempre con belle frasi e concetti ben espressi. In tutto questo, ciò che mi ha colpita è indubbiamente l'Alto Cavaliere. Un personaggio che già dalla descrizione fisica mi sembra uscito dalla spada della verità... o qualcosa del genere! (Ovviamente scherzo). Ne hai dato una descrizione ottima e anche molto interessante. Con tutti i particolari che non trascuri, ma che anche sottolinei come la barba scura che cambia la visione di un volto altrimenti albino. Ma anche la tunica che indossa e la maniera che ha di parlare. Un personaggio misterioso e affascinante, che sembra quasi voler mettere alla prova il principe Agur, offrendogli agi e comodità per la notte. Agur, senza quasi rendersene conto, mette in primo piano il suo popolo e chiede immediatamente di visitare la biblioteca. Qui ci si rende conto che è veramente cambiato, non credo che la sua crescita si arresterà qui, ma di certo questo è uno straordinario punto d'arrivo.

Al prossimo capitolo (ci arriverò prestissimo).
Koa

Recensore Master
30/09/18, ore 11:04
Cap. 4:

Altro capitolo interessantissimo e che racchiude tutto quello che è, a mio modo di vedere, il senso di questa storia. Sono solo al capitolo quarto e quindi non so bene, anche se lo presumo, tutto quello che succederà nei prossimi tre, ma quello che ho capito finora è che i racconti che si fanno su Agur, nella storia principale, sono forse ingiusti verso quella che era la sua figura. Non è per niente insolito, al contrario è molto verosimile. Il tempo e il tramandare le storie di bocca in bocca, muta la verità e la fa diventare leggenda e a quel punto non si sa più che cosa sia accaduto per davvero. Quello che si viene a sapere, leggendo questi capitoli, è che Agur si è ritrovato non soltanto solo contro il re suo padre, ma solo contro una città intera. Viene chiamato "eretico" dalla cariatide, viene avvertito dal suo stesso padre, che Agur accusa d'essere un vigliacco, sul fatto che deve dare al popolo un contentino per tenerli buoni, altrimenti non sarà mai nulla. Il re lo capisco anche, da una parte. Va in direzione contraria al furore di Agur, ha più esperienza e sa che cosa vuole il suo popolo, sa che soltanto con la fede riuscirà a non farli rivoltare contro di lui e contro la corte. Ma allo stesso tempo tutto il suo discorso è impregnato di codardia e di stupidità. Non lo biasimo per questo, è un re che non ha mai conosciuto davvero la guerra, che sa delle cose sul passato ma neanche ci crede. Agur è diverso e lo capisce perfettamente. Come Jhann osserva a un certo punto, in lui non c'è boria o arroganza, ma solo la rabbia. Rabbia verso le creature, ma non soltanto anche verso la stupidità, l'ottusità di una religione che si barrica dietro l'offesa a un Dio e non vede la realtà dei fatti ovvero quella che, se non si decidono a combattere, sono tutti spacciati. Agur si ritrova a voler far valere le proprie idee, ma senza riuscire in molto. Convince Jhann a seguirlo e lo fa quasi a fatica e ci riesce solo, io credo, per la forza delle proprie convinzioni. Insomma, l'immagine che ne stai dando qui, ritrae un Agur a cui forse, in futuro, non è stata fatta sufficiente giustizia.

Oltre a questo torna di nuovo la magia. Nel punto in cui sono arrivata se n'è appena cominciato a parlarne. Qui viene mostrata attraverso un racconto del passato, dal quale Agur capisce che hanno una possibilità. L'uso che viene fatto della magia sembra quasi essere involontario (ma di questo non ne sono molto sicura), di certo è la prova che esiste. Mi chiedo, a questo punto, se Dareg e Vasia riusciranno mai a capire come utilizzarla per davvero e facendo in modo che le pietre funzionino contro le creature. Di certo quello che hai detto qui è molto interessante e utile per capire moltissime cose che, nel Tredicesimo Re, mi erano sfuggite.

Koa

Recensore Master
30/09/18, ore 10:26
Cap. 3:

Ciao, non ho saputo resistere lo ammetto. Dovrei mettermi a scrivere, ma al momento ho soltanto voglia di leggere questa storia. E poi dopo il capitolo precedente, davvero bellissimo, ero anche curiosa di capire come saresti andata avanti.

Questo spin-off si sta rivelando sempre più interessante. Agur in particolar modo, avevo già intuito fin dalla prima parte, che sarebbe stato un personaggio nelle mie corde (diciamo così), ma non avevo idea di quanto invece mi sarebbe piaciuto. La prospettiva qui cambia tantissimo, Agur non sembra nemmeno più il principe spensierato che era prima di partire per le montagne. Ciò che ha visto, quello che ha capito e che teme per il futuro, lo ha cambiato radicalmente. Gli amici stentano a riconoscerlo e lui stesso forse fatica a capire chi è diventato. Lo vediamo molto pensieroso per tutto il capitolo, di certo preoccupato per un qualcosa che sta per accedere ma di cui lui per primo sa poco. Anzi, impara più in quel dialogo col Felica che per tutto il tempo in cui è rimasto a riflettere. Agur è tornato al castello con la testa della creatura, ha dato prova d'essere un valoroso combattente, ma non ne è soddisfatto. Come si intuisce dalla fine della seconda parte, questo non è più così importante. Teme per il futuro di tutti e più guarda ai suoi (non propriamente suoi ecco) sudditi, più teme per il loro futuro. Vede un popolo pigro, che non ha più idea di che cosa sia la guerra. Tu lo dipingi perfettamente grazie ad alcune immagini che ci regali e che io ho trovato stupende. Significativo il passaggio in cui dici che le lame delle spade non sono più filate e che loro non ci fanno ormai più nulla. Descrivi un popolo dedito ai bagordi e alla festa, con alcuni passaggi anche molto crudi e lo riassumi tutto negli atteggiamenti degli amici di Agur. Coloro ai quali Agur stesso non era molto diverso fino a poco prima. Insomma, la crescita che hai fatto fare al suo personaggio è sbalorditiva. E mi sta piacendo tantissimo perché avviene nell'arco di tre capitoli, ma non è forzata o esagerata. Al contrario è perfettamente coerente con quanto succede e soprattutto ho la sensazione che non sia ancora finita. E che Agur abbia ancora modo di crescere. Di certo quel che sta per succedere gli darà una mano in questo senso. Ora si preparano alla guerra, mi domando in che modo il popolo reagirà e come sarà capace di combattere visto e considerato ciò che sappiamo di loro.

La parte più significativa? Indubbiamente l'indecisione del re prima che dichiari che l'intera città è in guerra. In quel momento si vede come un passaggio di testimone, mostra un'epoca che sta finendo contro un'altra che sta nascendo. Molto significativo e molto ben fatto tra l'altro.
Koa

Recensore Master
30/09/18, ore 10:01

Ciao, dopo più o meno una vita giungo finalmente a continuare la lettura (ho già notato l'aggiornamento alla storia principale, e arriverò anche lì, prima volevo andare avanti con questa). Sono molto contenta di averla recuperata perché ho la sensazione che sarà molto importante per la storia principale. Stai scavando nel passato, in un passato che già da alcuni capitoli de Il Tredicesimo Re, sembra essere ricco di eventi importanti. Di cose da sapere per poter non solo comprendere quella che è la storia, e la mitologia, del tuo racconto ma anche per capire come potrebbe svilupparsi in futuro. Non so cosa ci hai riservato per i capitoli che mi mancano a finire questa, ma per il momento sto leggendo cose davvero molto interessanti. Le osservazioni che Agur fa, le cose che si ritrova a pensare le ho trovate molto affascinanti. Ma procediamo con ordine che già mi sto incasinando... XD

Anzitutto lo stile e la struttura del capitolo. C'è una sostanziale differenza dalla prima parte e questo perché qui Agur è gettato fuori dal contesto nel quale vive solitamente. Come ho imparato, leggendoti, so che tu hai un raggio dentro al quale fai stare tutto il tuo stile e il tuo modo di approcciare i capitoli, e ti sposti da una parte all'altra del "raggio" a seconda di ciò che ti serve. Qui abbiamo una prima parte molto descrittiva, stupenda oltretutto (un passaggio l'ho persino citato su Facebook da quanto mi è piaciuto). In cui Agur si perde nell'osservazione di questa foresta molto strana, di certo misteriosa, e che tu ti prendi cura di descrivere con precisione. Nella seconda invece passi più all'azione, gli eventi gettano Agur in una situazione del tutto imprevista e lui si ritrova armi in pugno a doversi difendere. Lo stile è il tuo solito, passi da momenti di pura descrizione ad altri di azione, con la tua solita cura precisa. Non c'è una sbavatura nei momenti di lotta, non una frase in cui non si capisca che sta succedendo. Al contrario è tutto molto chiaro e preciso.

Agur sta uscendo splendidamente, come persona intendo. Ne stai dando un'immagine piuttosto ampia e sfaccettata. Nel primo capitolo sembra niente di più se non un principe che entra ed esce dalle taverne, senza preoccuparsi del regno. E che si getta in una missione del genere solo per avere la gloria. Forse appare persino come un po' svogliato. Qui invece vediamo un guerriero abile e capace, un uomo che sa quello che vuole. Che ricorda il padre e i suoi regali e si arrabbia nel non poter recuperare un oggetto a lui caro, vediamo un uomo con una morale ben solida e che non vuole che la verginità di giovani fanciulle sia "sprecata" in questo modo. Il pensiero può far sorridere e in effetti far credere che Agur abbia dei doppi fini o che sia un pensiero un po' frivolo, io non lo credo. Ci ho visto una morale solida, dei principi veri e reali e soprattutto un senso pratico che va oltre le credenze popolari. Questa è un po' una costante dei tuoi personaggi principali. Mi ricorda un po' Dareg e il suo "ateismo". Che poi ateismo vero e proprio non è, diciamo che diffidenza verso le antiche leggende, verso il "si fa così perché tutti hanno fatto sempre così". Qui Agur va sulle montagne per diventare qualcuno che ha fatto una cosa straordinaria e che verrà ricordato in futuro. Nel farlo però si rende conto che tutti hanno sempre sbagliato a capire, che hanno interpretato le cose in un modo diverso da come è in realtà. E in lui nasce quasi il desiderio di dire tutto quello che ha imparato, la gloria eterna viene messa da parte per il momento. Sembra non importare più. Ho trovato questa caratterizzazione molto convincente e anche molto buona.

Ora Agur sta tornando a casa, sono proprio curiosa di vedere che succederà.
Koa

Recensore Master
16/09/18, ore 09:42
Cap. 1:

Ciao, come ti avevo anticipato, mi sono messa a leggere questa dedicata ad Agur (nell'attesa che aggiorni me le leggerò un po' tutte), tra l'altro ho notato che i capitoli sono abbastanza brevi, di più che per la long "principale", quindi ci metterò davvero pochissimo.

Detto questo, mi interessava iniziare proprio da lui perché negli ultimi capitoli del Tredicesimo Re, si è accennato molto al suo personaggio e alle scelte che ha fatto. Ciò che si intuisce dai vari racconti che là vengono fatti, va a delineare una figura molto particolare e che, rispetto alle altre della storia, indubbiamente spicca. Le scelte che ha compiuto, ciò che ha fatto e in cui ha creduto, mi sono tornati in mente mentre leggevo questa prima parte. Tentavo anche di riconoscerlo, per quel poco che si sa dai racconti e qualcosina devo dire che si vede. Anche se in piccola parte. Qui ci troviamo davanti un Agur ancora molto giovane, di certo con le sue buone potenzialità, ma che per ora non pensa molto al futuro, né al suo ruolo di Re. Anzi, sembra lasciarsi andare ai gozzovigli tra amici in una taverna. Beve e scherza senza pensare neanche a sua madre, che di certo disapproverebbe. Insomma, un Agur che vive la propria gioventù in una maniera molto spensierata. Sembrerebbe uno senza troppa testa sulle spalle, eppure si intuisce un qualcosa che già lo differenzia dagli altri, questo progetto che sembra avere e che vuole portare avanti nonostante tutto, fanno risaltare uno spiccato spirito decisionale. Le sue "potenzialità" a cui accennavo prima, in realtà sono proprio queste. Nessuno dei suoi amici pensa che sia una buona idea andare [e qui ti cito] verso le Pietre di Shaev, alla caccia del leggendario Caimhal. Anzi, gli amici tentano di dissuaderlo da questa follia. Eppure Agur non dà loro ascolto, credo che il giovane principe abbia già le spiccate qualità di un Re.

Insomma, si preannuncia una storia davvero molto interessante.
Koa



Ps. Sappi che quella cosa dello stivale pieno di birra mi ha fatto abbastanza rabbrividire... ora non mi toglierò l'immagine mai più dalla testa! XD

Recensore Master
03/09/18, ore 22:09

Recensione premio per il contest "Di Lune, Torri ed Eremiti"

"Nessun Dio è solo ira, nessun Re è solo regalità. Tutti hanno un cuore."
Mi sono venuti i brividi in merito a questa frase, davvero.
Ho letto questo capitolo giorni fa, troppo presa dalla curiosità per resistere, ma ho voluto recensire a mente più lucida e meno presa da fangirling eccessivo ^^ quindi eccomi qui per la tua quarta, meritata recensione premio.
Inutile dire, ormai l'avrai capito, che questa storia l'ho davvero amata: da tempo tu sei per me la migliore quando si parla di sogni e avventure, di illusioni, surreale e re; e tra le tue città di pietra e acqua, tra magia e arcano, io so sempre trovare in te un rifugio... come Agur ha trovato in Hyria (EEEE una gioia finalmente, li shippavo dalla prima volta che ho letto le loro parole **).
Certo, avrei un sacco di cose ora da chiedere: le Silenti, mille questioni legate al Perion, la tua visione di queste divinità lontane ma, in qualche modo, presenti nel coraggio e nell'ardore delle preghiere e degli uomini... e mi hai fatto sognare, ancora una volta.
Temevo il peggio per Agur, dato che non è la prima storia tua che affronto SO benissimo che cosa può accadere... ma questa volta il dolore trova una strada per creare qualcosa di buono, di forte e giusto, di riparatore e speranzoso.
Quindi, questo è solo l'inizio: il primo re e il primo cuore a porsi contro i mostri e il pericolo che rappresentano, la luce che si para contro l'abisso per rischiararlo. Di lui ho apprezzato tutto: i suoi dubbi e la sua rabbia, il bisogno e dovere di riscatto, i suoi silenzi, la sua anima.
In questo mondo di meraviglie e orrori, lui raggruppa e prende tutto senza lasciare scampo a nulla; e io mi sono trovata immersa con lui tra battaglie e fuga, sotto il cielo rifulgente e quel destino tanto importante che lo ha atteso.
Non mi dispiacerebbe leggere di nuovo di lui, non lo nego.
Ma per ora... grazie per queste parole!
E alla prossima, cara Nirvana, sempre in alto!

Manto

Recensore Master
27/08/18, ore 10:22
Cap. 6:

Recensione premio per il contest "Di Lune, Torri ed Eremiti"

Uh mamma... che capitolo! Magari meno intenso per azione, ma di certo che lascia il segno; per me, almeno, è stato così.
Allora, questa città di spettri, acqua, pietra e magia mi è entrata subito nella mente: io sono molto legata all'acqua, e poi il senso di antichità, mistero e calma di questo luogo che immagino una perfetta compenetrazione di natura e umana arte, di conoscenza, religione ed elevazione... insomma, credo che sarei una sua abitante; e nonostante la nomea leggermente inquietante e sinistra che si porta dietro, ci vivrei davvero. E' anche a contatto con i boschi! E' casa, basta.
Hyria... è qualcosa di speciale anche lei. Già da come viene descritta appare subito importante: Portatrice dai capelli di corvo ma dalla pelle e dagli occhi nivei, guida e incanta Agur con la sua voce e si scorna con le sue idee, la sua rudezza e le sue preoccupazioni... gli mostra la Magia, ed eccola qui, finalmente! L'arte che fa paura al re di Cahar, che lo adira e lo terrorizza... qualcosa che non sembra fare del male, però, l'esito di una preghiera e delle forze dell'animo.
Sarebbe facile dire che tutti coloro che l'hanno condannata non hanno capito nulla... ma c'è un ma, ed è quella sensazione di non detto che aleggia su tutta la città, i dubbi di Agur e quella leggera tensione e ironia che sente - o crede di sentire - in chi lo circonda; questo mondo non lo comprende del tutto, e anche noi non riusciamo a capire se per colpa dei suoi quesiti andrà a rovinare una situazione vantaggiosa, o se un oscuro piano si prepara alle sue spalle e lui è riuscito a odorarne solo la superficie, senza sapere quanto sia profondo...
Anche la sua stessa gente mi è sembrata così inquietante! Parla di attacchi, ma lo stesso re fa fatica a comprendere le loro parole, anche se riesce a vedere l'orrore. La parte finale è infatti più dinamica e veloce, rende bene il ritmo dell'agitazione e di una finale rivelazione che si sta avvicinando.
Notevole, e qui ritorno un po' sopra, anche la storia degli alberi sanguigni, degli antenati e delle guerre tra dei, nonché questa rivelazione del perion: anche questo ci parla di scontri e credenze diverse e, temo, a volte inconciliabili e tendenti a imporsi le une sulle altre; ma questo lo vedremo presto, nell'ultimo capitolo.
Mi è piaciuto parecchio questo capitolo, sì!

Alla prossima

Recensore Veterano
23/08/18, ore 12:46
Cap. 1:

Sono riuscita a passare dalla tua storia, me l’avevi proposta per uno scambio ma purtroppo non avevo il tempo di leggerla (a sapere che si poteva recensire fino al prossimo scambio, avrei accettato immediatamente la proposta). Ho deciso di passare comunque, è da un po’ che cerco una bella storia da seguire costantemente e la tua mi ha incuriosita abbastanza. E non sentirti in obbligo di ricambiare, ho deciso di iniziarla liberamente e fuori dallo scambio.
Questo prologo mi piace molto: è della giusta lunghezza, dai abbastanza elementi per farsi un’idea generale del contesto e del protagonista e lasci intendere alla fine cosa accadrà in seguito. Agur è presentato fin da subito come un principe dalle straordinarie abilità nella caccia e con una vena un po’ ribelle: vuole mettere se stesso alla prova fuori dalla corte e ogni volte vuole cacciare una prede più grossa. Il fatto che voglia andare alla ricerca di una bestia leggendaria la dice lunga sul suo carattere: non è disposto a fermarsi di fronte a niente, non lo ostacolano i suoi doveri e nemmeno l’opinione dei suoi compagni. Allo stesso tempo aggiungi un elemento più umano al suo carattere, quella passione che prova per le due donne che vengono citate. Sembra proprio che Agur creda di poter aver tutto e di poterlo avere subito. Suppongo che sia un aspetto legato al suo essere principe, il pretendere che il mondo si pieghi sempre al suo volere. Immagino che la sua festa di compleanno riserverà qualche sorpresa, e spero di poter continuare presto la lettura.

Ci sono tutti gli elementi che vorrei in una storia fantasy e, da quanto ho letto, questa storia è il prequel di un’altra che hai già scritto. Quindi significa che ha un’idea ben definita di che cosa accadrà e dei personaggi che ci presenti. Nel capitolo non ci sono errori e il testo scorre bene. Ti segnalo solo una frase:
Scrutava con sguardo attento le forme di due corpi acerbi di donne mostrarsi effimeri sotto gli strati delle vesti e desiderava slacciarne i lacci, per scoprire finalmente cosa ci fosse sotto; occhi da cacciatore, se la ridevano i suoi compari.
Invece del punto e virgola userei i due punti, mi sembra più corretto anche se così di per sé non è sbagliata.

Spero di passare a breve, in ogni caso tornerò a farmi sentire. Alla prossima!
endoftheknownworld

Recensore Master
11/08/18, ore 11:05
Cap. 5:

Recensione premio per il contest "Di Lune, Torri ed Eremiti"

Che meraviglia!
Era da davvero tanto tempo che non ritornava qui, e solo ora mi rendo conto di quanto queste parole mi siano mancate.
Quindi, ora siamo a un bivio - o almeno, questo è quello che ho percepito: alle spalle il pericolo rappresentato dai mostri, da una città lasciata a sé stessa e nel mistero, quindi, della sua sorte; dall'altra l'ignoto di un futuro incerto ma che si rincorre a tutti i costi, che sembra approdare in un'altra città... sì, dove la gente, però, come dice Agur, "inquieta".
I pericoli, come è chiaro fin dalle prime righe, non sono ancora cessati; e neppure le prove che questo re e il suo popolo in fuga dovranno superare.
Un misto di disillusione e speranza, di scoramento e luce (o almeno, luce sembra... vedremo poi): ecco cosa vedo e sento, della sensazione di potersi fidare poco ma doverlo comunque fare per sapere dove andare.
Lo stallo fa male, i dubbi tanti; ancora una volta mi ritrovo a chiedere: che cosa accadrà?
Mancano ancora due capitoli, tutto può succedere; anche questo mi preoccupa, non lo nego.

Alla prossima,
Manto

Recensore Master
28/07/18, ore 09:56

Buongiorno.
Davvero un bel capitolo ^^
Mi è piaciuto. Poi ho gradito anche la sua complessità.
Ci vuole molto tempo per scrivere un testo del genere, quindi complimenti per l'impegno e per la tua bravura. E' anche scritto splendidamente.
Complimenti ancora :)
Buon fine settimana :)

Recensore Master
21/05/18, ore 15:59
Cap. 6:

Buon pomeriggio.
Un capitolo enfatico e vivido, molto interessante e piacevole da leggere.
E anche ben scritto, come sempre ^^
Buona giornata e a presto :)

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