Chiara, Chiara.
Ti dovrei bacchettare come si deve, ma la verità è che questa tua splendida soulmate mi ha ridato così tanti feels che vorrei solo mettermi in un angolo e morire lentamente.
Sul serio, non credo che tu sia pienamente consapevole di quello che hai scritto. Dell'effetto che ha sulla gente. Dovrebbe esserci un mega segnale di "Maneggiare con cura" in prima pagina!
E maneggiare con cura davvero. Ma okay, okay, ho scritto a malapena qualche riga e già sembra il delirio di un folle. Andiamo con calma - posso farcela!.
Innanzitutto, permettimi di esprimerti la mia somma gioia per aver portato avanti non una, ma ben due linee narrative, che è praticamente come se fosse stato Natale e il mio compleanno nello stesso giorno. Perché non è che hai solo portato avanti due storyline, ma erano le storyline della mie OTP. Non riesco ad immaginare nulla di più soddisfacente per un lettore, te lo giuro.
E poi, bisogna anche parlare del come tu le abbia portate avanti. Jeez, sei stata strepitosa!
È vero che c'è un sacco di angst, moltissimo, e come hai detto tu, gli AsaNoya se lo sono praticamente andato a cercare col lanternino, ma ehi, è stato così ben dosato che il colpo di grazia mi è arrivato dopo la lettura, come è giusto che sia in ogni storia angst coi crismi. Dopo il punto di chiusura, ho sentito il peso dell'hurt e del comfort precipitarmi addosso ed è stato bellissimo (wow, adesso sto suonando veramente come una squilibrata).
Ma adesso permettimi di spendere qualche parola per ciascuna storyline.
Iniziamo con gli AsaNoya. Eh be', la loro è la linea narrativa che più mi ha presa ripetutamente a calci nella pancia, ma credo sia dovuto anche al fatto che, e correggimi se sbaglio, pls!, sono stati un pelo più presenti dei DaiSuga. I mean, c'erano entrambe le ship, ma gli AsaNoya gli ho percepiti più nettamente. Sarà stata anche colpa della tua perfid---- ehm, della trama che hai dato loro. E sai cosa ha fatto male più di tutto il resto? Che erano maledettamente IC. Mentre leggevo l'opera di autodistruzione di Asahi pensavo che, dannazione, anche l'Asahi dell'anime avrebbe sicuramente fatto così. E Noya! Noya non è tipo da arrendersi, verissimo, ma noi l'abbiamo sempre visto in un contesto in cui non era espressamente stato allontanato. Tu ci hai mostrato l'altra faccia della medaglia e, sai cosa? Ha fatto ancora più male, quel Noya così rassegnato, così ombroso, così sconfitto.
Quasi ho urlato di gioia, poi, quando ha scoperto l'inganno (grazie, Suga ♥) e ha tirato fuori le unghie. La sua reazione l'ho trovata azzeccatissima: insomma, si è sentito tradito, ingannato, come avrebbe potuto andare diversamente? Anche io, al posto suo, avrei reagito così! (Forse è per questo che Noya è il mio preferito, perché siamo fondamentalmente simili XD)
E GRAZIE, grazie per il lieto fine. Non ci speravo, sarò onesta. Pensavo - ero certissima - che il legame si sarebbe irrimediabilmente spezzato, perché so quanto ti piaccia fare a pugni con il destino - o con l'idea del destino, meglio. E invece no, e il diotp ti benedica, per questo. Sono un'inguaribilissima romantica, non hai idea di quanto abbia gioito! E ho gioito due volte per la maniera in cui NON hai liquidato tutto a tarallucci e vino, anzi. È una cosa che ho notato di te, questa: l'estremo realismo della tua prosa. Non posso non prenderne atto e apprezzarlo. Mi è piaciuto da matti come tu abbia sottolineato, in ultima battuta, che non sia ancora tutto finito, che i problemi ci sono e resteranno, ma che adesso hanno trovato un percorso comune per affrontarli.
Voto alla AsaNoya: 20/10.
E passiamo quindi alla DaiSuga (a questo punto mi starai odiando per la lunghezza di questa recensione e io ti do assolutamente ragione: nessuno dovrebbe darmi la possibilità di recensire senza limitazioni di caratteri, perché vedi poi cosa succede?).
La storyline dei DaiSuga è stata... Okay, qui mi serve un paragone. Se la AsaNoya è stata come un'eruzione vulcanica in piena faccia, la DaiSuga è stata una colata di lava: lenta, inarrestabile, che scava e fonde qualsiasi cosa sul suo cammino.
E tra le due, credimi, non ho idea chi abbia fatto più male. È la solita domanda di sempre: meglio tanto dolore tutto in una volta ma che passa subito o in piccole dosi dilatate nel tempo? Non ho idea di quale debba essere la risposta giusta.
I DaiSuga partivano già parecchio svantaggiati: reduci dalla precedente raccolta, avevano già sperimento il dolore di un legame mancato sulla pelle. Quando hai tirato fuori i colori, ho praticamente urlato di gioia. Poco sapendo che nello stesso momento sarebbe quasi finito tutto. L'incidente non me l'aspettavo proprio, ci credi? Sapevo che ci sarebbe stato dell'angst, ma tra tutti i pretesti, questo era proprio l'ultimo a cui avrei pensato. Chapeau!
Ma le cose potevano fermarsi qui? Ovviamente no! Perché - io ammiro la tua vena angst quasi sadica, davvero, dovrai insegnarmi come si fa, perché io provo sempre infinita pietà e finisco per fare le cose a metà o accennarle e basta - hai poi inserito il trauma cranico. Ora, ora. Questo è un mio punto debole, nel senso che adoro le storie in cui i personaggi subiscono traumi o riportano degli handicap fisico/mentali, quindi non avevo davvero idea di cosa dovessi provare: gioire per l'opportunità? Disperarmi per le conseguenze? Una via di mezzo, credo.
Ma, dicevo, hai inserito il trauma cranico. E io qui mi aspettavo delle conseguenze. E sai di cosa ero praticamente certa? Che Daichi, proprio adesso che avrebbe potuto vedere i colori, avesse perso la vista. Ero già pronta a struggermi/sbrodolare, ma ecco che mi hai sorpresa ancora con l'amnesia. Che poi, ripensandoci, non era forse la conseguenza più naturale di una botta alla testa? Probabilmente. Lì per lì ci sono rimasta male, ma solo perché io ho un debole per i personaggi ciechi. Inutile dirti che mi sono ripresa immediatamente. Perché, ehi, l'amnesia è anche peggio. Un conto è non vedere nulla. Ma avere la memoria scombinata? Guardarti intorno e non riconoscere niente e nessuno? Riesco ad immaginare poche cose così terribili, davvero.
E devo dire che sei stata bravissima nel farmi penare fino alla fine, davvero, non avevo idea di dove saresti andata a parare. Come per gli AsaNoya, mi aspettavo un finale di quelli che ti lasciano morta al suolo, ma grazie al cielo non l'hai fatto. Non so se avrei retto, nell'eventualità. D:
Lascia anche che ti dica che la maniera in cui hai gestito il dolore di Suga, la sua frustrazione, la sua disperazione, è stata da brividi. Come se lo avessi sperimentato sulla tua stessa pelle (ma spero vivamente di no!). Come ho detto, delle tue storie, oltre che lo stile retrò, mi piace un sacco il realismo che ci metti. In ogni sua possibile accezione.
Per questo dicevo che i DaiSuga sono stati come una colata lenta: il dolore di Suga è onnipresente e costante, rilasciato in piccole dose, ma che comunque ti scava dentro incessantemente.
La parte che mi ha praticamente ridotta in lacrime (senza esagerazione; ti ho già detto che sono quel tipo di persona con troppi neuroni specchio?) è stata quando Daichi recupera la memoria. Infatti ho dovuto mollare questa recensione e andare a rileggermela perché sì. È bellissima, non ne hai idea.
Finito anche il trattato sui DaiSuga, accenno brevissimamente (giuro!) allo stile, che è sempre il tuo, così pulito, così d'altri tempi; inutile dirti quanto io lo adori.
Insomma, non so più come dirtelo: ESCI LA TERZA PARTE. ♥♥♥
Restando fiduciosamente in attesa,
la tua amichevole Rana di quartiere!
|