Recensioni per
Born to die
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
21/12/16, ore 11:42
Cap. 1:

Ciao mia carissima Nocturnia come stai? Non mi deludi mai la storia è fantastica *_* scusami per il ritardo T.T sei sempre la migliore continua cosi <3 *offro biscotti natalizi*

Recensore Veterano
16/12/16, ore 19:55
Cap. 1:

L'amore è un mostro impossibile da battere, da soli specialmente.
E' l'unico mostro che riesce ad indebolirti e distruggerti chiunque tu sia e solo sei come una preda fragile.
Bella OS amica, alla prossima opera
Mattalara

Recensore Junior
14/12/16, ore 22:57
Cap. 1:

Ci sono volte in cui si pensa di poter ricominciare a odiare una persona, riavvolgere il nastro al momento in cui si è deciso di salvarla e lasciarla cadere definitivamente nell’abisso da cui, con fatica, la si è risollevata. Ci sono momenti in cui si pensa che sia stato tutto inutile e sprecato per qualcuno di così ostinatamente ingrato, per qualcuno che getta via senza nessun rispetto gli sforzi di una vita, peggio ancora dopo averli compresi, condivisi, vissuti. E’ quel momento in cui ogni altro sentire è brutalmente strappato alla sua sede da un’irrefrenabile desiderio di gridare sull’altro tutto ciò che si è sopportato, di fargli assaggiare un boccone alla volta il dolore che ha segnato pelle e ossa, lacerato spirito e mente, che si pensava disperatamente di poter affrontare, per cui si sperava ingenuamente di poter sopravvivere. Speranze luminose, contorte, accartocciate, sprecate come l’ennesimo esperimento fallito.
Tutto questo si vuole vomitare; un organismo che rifiuta di trattenere un momento di più il veleno che per una vita intera è stato trattenuto e ha corrotto, necrotizzato, fatto marcire ogni cosa.

Albert Wesker, maledetto ingrato. Un uomo che muore per una ridicola utopia, per la tragicomica parodia del sociopatico che vuole liberare il mondo dalla ridondanza umana. Nuova peste, nuovo regno, nuovo dio. Niente di quanto più scontato, un uomo che tenta di imporsi sulla massa di irrecuperabili ignoranti: una sola la corretta soluzione, il resto un insieme di risultanze impossibili - inconcepibili.
Il fatto è che Albert Wesker non ammette errori per sé, ma solo per gli altri: non importa quanti siano contrari, è lui l’uomo della ragione, il mitico oracolo che dispensa morte e saggezza. Come dio, sente di potersi permettere di vivere nella scusa di non rendersi conto di calpestare un’ennesima volta il volere e i sentimenti dell’unica persona al mondo che verso di lui abbia provato fiducia, pietà, pazienza, compassione, amore, che abbia pianto per lui quando la platea rideva, applaudiva, esultava per la sua morte. Una morte alquanto disdicevole per un dio, per colui che nell’Uroboros aveva posto l’origine del nuovo ordine, per colui che aveva tagliato i ponti con ogni possibilità di sopravvivere nel momento stesso in cui aveva rifiutato di ascoltare l’unica donna a cui stava a cuore, l’unica che era stata capace di restituirgli quella parte di umanità che rende gli uomini davvero degni di vivere. Perché Albert Wesker altro non è se non l’ultimo degli uomini, uno che non è stato in grado di comprendere ciò che gli era stato offerto nemmeno dopo la morte, che ha osato disdegnare anche solo per un secondo il dono di colei che ha ucciso se stessa per rappezzare un futuro che nessuno mai per loro si era neanche degnato di considerare.

Lei vuole salvarli, lui distruggerli. Ancora una volta l’onnipotente Albert Wesker fallisce, non comprende la vastità del valore di ciò che Alex Wesker sta offrendo loro; si limita a ponderare con patetica superiorità come tutto ciò semplicemente non sia ciò che spetta a un dio, il dio di un mondo che non chiede imperatori e vassalli ma che vuole solo vivere, vivere libero da ogni schiavitù. Nessun Uroboros, nessuna casta.
La verità è che Albert Wesker è un ottuso reiteratore; fingere di non comprendere i propri sentimenti l’eterna scusa, la via per tornare ad essere il Terrore di un Tempo e riprendere di nuovo il circolo dall’inizio come se niente fosse mai accaduto; come se tutti i morti, gli inganni, le fatiche e le sofferenze non fossero mai valse una mezza moneta. Il tempo guarisce le ferite ma acceca i ricordi, impedisce di godere del valore di ciò che con tanto sangue è stato strappato.

Ma questo Albert Wesker non lo concepisce. Lui non sa cosa voglia dire attendere nella torre il principe che non arriverà mai; non sa cosa significhi essere considerati il miserabile 18% di un Progetto degenere di distruzione di massa, non sa cosa comporti crepare come un cane ogni giorno che passa con la gentile possibilità di gustare in tutta calma il disfacimento e la rovina, pensare ai rimpianti, alle delusioni, alle azioni mancate, i momenti perduti, in una parola a tutto ciò che si sarebbe potuto avere se solo qualcuno più in alto –un dio- non avesse deciso il contrario. Ma quanta compassione.
E così è del tutto normale che Albert Wesker decida di diventare anche lui un dio, il dio ignorante e dissennato di una montagna di cartapesta, cieco nella sua superbia che gli permette di arrogarsi ancora un’altra volta il diritto di giocare con la vita della Alex che gli ha dato tutto. E allora vattene, Wesker, tornatene al tuo trono decaduto e rivinci il tuo maledetto vulcano – il male non sarà poi stato così grande se decidi di riassaggiarne di nuovo il calore. Perdi per la seconda volta qualsiasi cosa tu abbia mai avuto e vanifica tutto quanto. Dopotutto, il dolore non sarà così insopportabile. Dopotutto, sarà solo lei a pagarne lo scotto, l’eterna vittima di una storia di sfortune che si accanisce crudelmente sempre su di lei. Povera, piccola Alex Wesker.

Ma non questa volta.
Ha pianto lacrime e sputato sangue, sacrificato un’intera isola al suo folle -geniale- piano di assicurazione sulla vita, ha ascoltato alla sua tempia il rumore del grilletto e del cane che salta per finire supina sul pavimento avido del suo sangue; è rinata come mostro contro ogni previsione, ha ucciso se stessa una seconda volta. E’ vissuta anni nel mondo dei suoi più odiati nemici, sorridendo veleno a coloro che avrebbe voluto dilaniare, costruendosi una vita (un’altra farsa) da zero come preludio di una nuova vera esistenza di madre e amante del figlio e dell’uomo per cui tutto ciò è stato concepito. Lo stesso uomo che ora le volta le spalle, sputando su ogni suo rantolo di agonia e preferendo abbracciare di nuovo la dottrina del mostro che li ha creati e uccisi e da cui lei sola era stata capace di salvarli.
Pillole di felicità meccanica: non è questo che Alex vuole. Questa stessa vita non era quella alla quale la vecchia Alex Wesker anelava, una donna morta ancor prima di nascere, aborto del Progetto, malformata imperfezione senza possibilità di salvezza, non meritevole di aver concessa salvezza. Alex Wesker altro non è che il più grande capriccio di Albert: una bambolina da pettinare, cullare, amare, ricucire e poi fare a pezzi quando ci si è stancati della sua compagnia.
E allora addio Alex, bambolina troppo tagliente perché ti sia permesso di continuare a parlare. Albert Wesker ti abbandona ma ringrazia della focosa compagnia e del biglietto di ritorno dall’inferno; tuttavia non c’è più tempo da perdere e si deve ricominciare la scalata all’Olimpo. E’ finita, Nerone se torna alla sua Roma in fiamme per bruciare definitivamente con essa.

Eppure può capitare che le bambole si ribellino. Che si rifiutino di tornare nell’armadio e si elevino a magnifiche e vendicative amazzoni per esigere ciò che loro spetta, ciò che alle dee di diritto appartiene. Così finalmente Alex Wesker reagisce, per la prima volta nella sua vita, da donna libera contro colui che ama così tanto da poter scegliere di morire per mano sua piuttosto che vivere di nuovo senza di lui.
E’ dunque uno scontro tra entità inesorabilmente diverse quello di cui la notte greca è spettatrice, il conflitto tra una vera dea e un semplice uomo che crede di trovare nell’onnipotenza la ragione della sua esistenza: la verità sarà finalmente chiara allo sfilare della vita dalla dea arresa, che muore per lui e con lui. E’ così che la guerra si conclude, con una carezza al posto di un pugno e un bacio al posto di una spada, le armi ormai conficcate in un terreno fiorito del più antico e semplice dei sentimenti, ciò che ha l’invincibile forza di legare un uomo e una dea che nell’abbraccio dei loro corpi ricordano quello che è davvero essenziale per loro – il “ti amo” più bello che una storia simile possa desiderare.

P.S.: un giudizio diretto sulla storia questa volta è obbligatorio: con “Born To Die” ti sei davvero superata, poiché descrivi magnificamente la fine (finché non pubblicherai un’altra storia s’intende) di una vicenda iniziata nell’abisso e terminata alla luce del sole. Nonostante abbia ampiamente messo Wesker sotto una cattiva luce (ma sempre in buona fede), in realtà è chiaro come lui sia proprio “venuto” fatto così e su questo a quanto pare ci si può fare ben poco; l’importante è che ci sia sempre Alex con lui per riempire dove lui manca e ricostruire un puzzle che Spencer aveva con così tanta premura mandato in frantumi. Con questo capitolo ci mostri proprio come il puzzle alla fine venga ricomposto per rivelare l’immagine più bella che tu potessi evocare. Quindi complimenti, “Born To Die” lascia davvero i lettori senza fiato raccontando la storia di un amore più potente di chiunque e qualunque cosa, perfino del Progenitore e del passato stesso. Continua così.
(Recensione modificata il 14/12/2016 - 11:14 pm)

Recensore Master
14/12/16, ore 00:26
Cap. 1:

Ciao! xD
Albert, cosa ca- hai combinato? O.o
*si ode un'ambulanza a sirene spiegate*
Albert: Ok, chi ca- ha chiamato l'ambulanza? >///<
Io: Sono stata io... per voi due... eccheca- Wes, hai causato un finimondo, acciderba! O.o
*porge una borsa del ghiaccio ad Alex*
Alex: Grazie^^ ma guarda che 'Albertuccio' *Albertuccio?😶 nota di Albert* si è fatto già 'perdonare', eh^^
Io: Sotto le coperte, vero? Amico *rivolta ad Albert* NON E' SUFFICIENTE!!! In base a quello che hai combinato sia qui che nell'altra shot, ti condanno a...
Albert: ... mi condanni a??? °///°
Io: Ti condanno a passare L'INTERA TUA VITA ACCANTO AD ALEX!!!😂
Alex: Sìììììììììì!!!!!! xDDDD
Albert: Ma uffaaaaa😶 *lacrime di coccodrillo* io volevo essere 'un dio'...
Io: Allora comprati i Sims, scusa😂 inizi una nuova partita, ti crei dei personaggi, gli fai vivere la loro vita secondo le tue scelte... direi che si avvicina al tuo 'sogno' xP no?😋
*Albert ci fa un pensierino*
Alex: E no, eh *immagina il fratello creare nel gioco se stesso, lei ed Excella, dando vita ad improbabili triangoli; -Albertuccio!- nota della bruna; -E la mad- anche tu!- nota di un Albert a cui non piace il soprannome affibbiatogli* ci manca solo che diventi un videogiocatore incallito😶 *alza gli occhi al cielo* oppovera me *fa un facepalm di proporzioni epiche*
***
-Resta- mormora Alex
-Non posso- fa Albert
-Come 'Non posso?'- replica la donna
-Ehm... prima devo andare in un posto...- risponde lui *corre in bagno alla velocità di un fulmine* -AHIA CHE MALEEEEEEEE!!!!- lo si sente urlare!!!
Io: Fantastico😋 Wesker Man ha risentito delle botte a scoppio ritardato😋 pensate che si riprenderà prima della prossima storia?😂
Alex: Ghe pensi mi!😂 *prepara un mix di erbe* Questo è per me^^ *Alex è di nuovo in forma* e questo *ne prepara un altro* è per Albert, appena si degna di farsi vivo...
Albert: Guarda che non la voglio l'insalata-AHIA!!!! Ok, ok, hai vinto, la prendo😭 *assume il mix di erbe verdi* madò, che schi-!!!!!😭 *corre a farsi un whiskettino* HIC!!!
Alex: Mi sa che se n'è fatto più di uno -.- guardatelo, è ubriaco...
Albert: Zzzzzzz^^
*Alex saluta i lettori e va a mettere il fratello a letto*
***
O mad-, ti ho sparato siparietti sin troppo assurdi...
Ti dirò, nel leggere della rissa tra i due mi sono piuttosto agitata, ed ora che mi sono calmata ti ho sparato in recensione un mucchio di cre- a dire poco spaventose... A-I-U-T-O...
Anche questa volta mi hai come inchiodata allo schermo, ormai con le tue storie oserei dire che è un must^^
Alla prossima! xD
Saluti da summer_moon


PS: a momenti mi usciva la recensione più lunga della tua oneshot, madò, che situazione assurda...