Prima Recensione Premio per il contest "Sotto la maschera!"
Questa storia lascia una sensazione macabra che le tue altre non possiedono, non in questo modo. La "tempesta perfetta", a suo modo, era più concreta, il male chiuso nella stanza era una vendetta causata da tutto ciò che gli eventi del tuo racconto avevano disseminato. Ma in questo finale... Inizio che è meglioXD
Ho solo una domanda da farti, in realtà, a livello grammaticale (forse sono io che sbaglio.)
- «Questo è tutto quello ci resta»
Non servirebbe il "che"? Non sei la prima che lo omette in certi tipi di frasi, ma qui mi stona un po'.
Lo stile è il tuo, senz'altro: quei contrasti di frasi, resi da periodi brevi e accostati da un punto-virgola che li rende parallele, mi piacciono molto; qui ho apprezzato le "ripetizioni", seppur con la loro variazione, perché hanno aumentato il senso di angoscia e fatalità che trasuda nel finale, rimarcando su quanto l'evoluzione degli eventi fosse importante per il lettore, al fine di capire l'ironica degradazione dell'ultimo paragrafo. Ottimo l'evoluzione ciclica del nome di "James": è un particolare che mi è saltato all'occhio fin dalla prima lettura e che, anche senza spiegazione, rende perfettamente l'idea di questo "piegarsi su se stessa" della storia.
Ci sono diversi cicli: primo quello generale, ovviamente, dove la crescita fisica dei tuoi protagonisti finisce con il regredire della mente di Rose, in un rapporto inversamente proporzionale che si presenta in un finale drastico e inquietante; e poi quello interno, del loro rapporto, dove James continua con il tornare nella sua vita a più riprese, per poi decidere di rimanervi per sempre, e qui entra in gioco l'ironia in cui - a dispetto del finale che i due si sono scelti - colui che è finalmente diventato il James amato e che ama è buttato fuori dalla vita di lei da un capriccio del destino. Alcune immagini le ho assolutamente adorate e voglio riportarle, perché meritano:
- Con le membra lambite dai fiori di campo, con il sole morente a dipingerli, l’innocenza era morta sulle loro labbra e si era dissolta tra i fremiti.
- Ma era arrivato come il vento, James, improvviso e invisibile, e se l’era portata via, di nuovo; e l’aveva piegata, come le fronde di un albero, e lei gli si era abbandonata, sotto il cielo coperto d’autunno.
- La sua presenza era momentanea, ma le rovine erano eterne.
- «Ho cercato me stesso, alla fine. E ho trovato te».
Ho praticamente riportato mezza storia, ma sono molto significative queste immagini che proponi, oltre a essere emblemi del tuo stile: la prima è una delicata pennellata del loro cambiamento; la seconda racchiude bene non solo l'atmosfera di "sotterfugio" in cui tutti e due si muovono per non essere scoperti, ma rappresenta perfettamente l'indole ribelle e malandrina di James; la terza è un gioco che usi spesso, quello di unire contrasti così belli e pittorici in poche righe ;e infine la quarta mi ha ricordato molto una frase che ho letto da qualche parte(non mi ricordo dove>.<), ma è romantica senza troppo miele, ha forza e irruenza, così come è il personaggio di lui.
Ovviamente i personaggi non hanno IC su cui discutere, quindi le mie impressioni su di loro saranno basate sull'originalità del tuo racconto.
James è forte, pieno di quella voglia di libertà e ricerca tipica della sua età; prende ciò che vuole incurante della tempesta che semina intorno. Il suo personaggio si evolve in poche righe, passando da un bisogno di se stesso a un bisogno di colei che lo ha scoperto e amato per quello che è; la fine rende tutto più malinconico e truce. Rose mi è parsa la tipica ragazza innamorata, che cerca di farsi forza ma è "vittima" del suo stesso amore; ama troppo e questo, alla fine, le sarà fatale in un certo senso, poiché la vita senza James non l'avrebbe probabilmente portata ad ammirare quella collana.
Il finale! (e qui perdo quel poco di raziocinio che ho ostentatoXD)
E' orrendo, angoscioso, macabro, cupo... potrei continuare, sai? Ma mi fermo qui, prima di annoiarti. Rose è una bambola, in un certo senso si rifà molto al suo nome (questo non ha senso, lo so, ma la rosa è delicata, richiama l'infantilità in un certo senso, un colore pastello) ma mi ha dato l'impressione di essere un guscio vuoto che rischia di imprigionare James, che paga la libertà ricercata per tutta la vita e si ritrova schiavo di questa vacuità. Rose diventa il suo peso e il suo senso di colpa, una gabbia che lo maledice con la sua fragile e innocente presenza.
Se ha senso questa recensione, dimmelo; se manca, mi scuso>.< Ma la tua storia mi ha sconvolto, mi ha lasciato un senso inquietante dentro che non so spiegare, temo. Comunque, hai fatto uno splendido lavoro.
A presto! |