Ciao Mamie!
Sono felicissima che tu sia tornata, mi ha fatto tantissimo piacere rileggerti!
È una storia veramente particolare, questa, mi è piaciuta molto.
Purtroppo sono totalmente ignorante sul Giappone feudale e tutti i suoi protagonisti, anzi approfitto per ringraziarti infinitamente per i link e tutte le note al testo che hai messo, mi sono state davvero utilissime!
E mi hanno incuriosita sull’argomento, anche.
Mi ha colpita davvero tanto questo tuo voler mostrare i due eventi dal punto di vista di queste due presenze che sono silenziose, lì per lì non protagoniste nell’evento in sé, ma che hanno avuto un ruolo importante.
Il gatto vive il suo tempo con la tipica attenzione dei gatti: non c’è niente che gli sfugge, non c’è nulla a cui non impara ad adattarsi e, come non potrei non aspettarmi da un gatto, vede molto di più degli stessi umani in certe piccole dinamiche, cose a cui gli altri non fanno nemmeno caso.
Hai reso benissimo come vede il guerriero moribondo come un suo pari, un predatore malato che non gli contende il territorio, e con cui quindi può convivere, e per cui mi pare nutre anche un po’ di affetto, anche se si vede che è un gatto libero, che non si è legato a nessuno in particolare.
Vive la sua vita di gatto, a metà tra l’esterno che preferisce, che gli offre animali da cacciare, odori e distrazioni, e l’interno con le sue complessità da umani, che va avvicinato con tutta la circospezione necessaria.
Sei stata veramente abilissima nel far passare tutto questo: hai reso lo sguardo del gatto che vive il momento, che si distrae ed è curioso, ma sa anche valutare le situazioni, e considera ogni cosa con il suo metro: le cose che ormai sono diventate abitudini e quelle che sono troppo insolite, e vanno affrontate con cautela, quando non direttamente evitate.
Anche il modo in cui il gatto vede e valuta la morte è un passaggio veramente molto particolare.
La spada poi è stato un POV veramente suggestivo!
Hai usato una possibilità aperta dalla tradizione giapponese per creare un POV davvero particolare, complimenti!
Amo trovare storie che affrontano POV così difficili e insoliti, e ti faccio davvero tantissimi complimenti!
E questa spada ha tutto l’orgoglio che si conviene all’arma che è e al suo proprietario, e ne è ben fiera!
Hai reso perfettamente come detesta essere mandata via prima di una battaglia così importante, come vorrebbe essere ancora veicolo della forza del suo proprietario come è sempre stata.
Non solo sa di essere fatta per questo, ma ha fatto suoi i sogni e le sensazioni del comandante che la brandisce.
Il modo in cui hai scelto i termini e disposto le sue frasi, le sue esclamazioni, rende perfettamente l’idea di questa voglia di combattere, di questa sete di forza e di battaglia.
E quanto le pesi poi ritrovarsi chiusa in una teca, esposta a persone che non possono né potranno mai capire, una vera testimone di cose che altri sanno solo dalle tradizioni.
Dalla rabbia della separazione costretta alla frustrazione che la consuma, che si accumula come la polvere.
È Veramente il POV di una spada, con la giusta voce aguzza e sferzante.
Complimenti davvero, Mamie, per questi due POV così insoliti e particolari!
Due POV non semplici, che vanno scritti con un’attenzione incredibile alle parole, alle pause, a tutto, cosa che tu sei riuscita a fare.
Complimenti davvero!
Una storia stupenda e perfettamente riuscita!
Spero di poterti rileggere presto!
Tyelemmaiwe |