Recensioni per
The Angel and the Sinner: the miracle of Forgiveness
di Flos Ignis

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Grammatica: 9.5/10. La storia è stata scorrevolissima da leggere. Adoro il tuo stile, è un misto di ricercatezza e semplicità. Ma ho trovato un piccolo errore di battitura, che di deve essere sfuggito: “una delle poche certezza” qui volevi dire “certezze”.

Trama e caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10. La storia è narrata dal punto di vista di Vincent. Lui che in una normale notte si ritrova a riflettere sul rapporto con sua moglie – Ada – su come sia nato, su tutti i suoi dubbi, su come esso si sia sviluppato e su come Ada è stata, è e sarà sempre al suo fianco. I due personaggi sono ben caratterizzati: Vincent è pieno di dubbi, è insicuro, ma che prova dell'affetto verso Ada, che vuole proteggere. Ada, invece, lo ama per come è, nonostante tutti i suoi peccati. Lo sostiene sempre e sta al suo fianco.

Originalità: 8.5/10. Mi piace. Adoro l'idea di soffermarti su un personaggio così complesso e particolare come Vincent. Ho adorato che il tutto sia stato dai loro discorsi, così dolci.

Gradimento personale: 10/10. Oh dio... c'è qualcuno che adora come me questa coppia! Tu mi hai dato una gioia con questa storia, sappilo. Anch'io come te ci sono rimasta male quando loro non si sono messi insieme, quindi vedendo che qui sono sposati e lei aspetta un bimbo... sappi solo che hai realizzato un mio sogno. Ho apprezzato veramente tanto, le due citazioni del manga, le mie due parti preferite. Che altro dire? Bravissima!

Recensore Junior

Recensione/giudizio contest "Seconda chance ~ perché tutti ne meritano una"

Grammatica e stile:
7/10
La grammatica non è male, tuttavia ho riscontrato la presenza di alcune imprecisioni che, francamente, mi hanno fatto un po’ storcere il naso.
 
“ma era stato suo fratello, la persona più importante della sua vita, ad essere stato a rischio”: due ripetizioni, una di “suo/sua” e l’altra di “stato”. Potresti risolvere mettendo “ma era stato il fratello, la persona più importante della sua vita, ad essere a rischio”. La d eufonica in questo caso non dovrebbe essere presente, perché la “e” è seguita da vocale differente (la “a”), tuttavia davanti al verbo essere lo tollero, per cui te l’ho lasciata passare.
 
“Era stata quella volta, per la prima volta”: ripetizione di “volta”. Qui va “Era stato in quel momento, per la prima volta”
 
“un sentiero intriso di sangue, dal quale non si può tornare indietro”: questo non è propriamente un errore, soprattutto dato quello che dovevi dire, tuttavia, dato che il tempo con cui hai deciso di narrare la storia è il passato, credo che sarebbe più corretto mettere “poteva”.
 
“Non ti ho trovato al mio risveglio, e mi sono preoccupata”: la “e” dopo la virgola non ci va; “Non ti ho trovato al mio risveglio, mi sono preoccupata”.
 
“Torna a dormire ora”: qui manca la virgola; “Torna a dormire, ora”.
 
“Perciò si limitò a fare come sempre”: questo non sono sicura se sia un errore o meno, tuttavia io personalmente avrei messo una virgola tra “Perciò” e “si”; sarebbe per cui venuta una cosa come “Perciò, si limitò a fare come sempre”.
 
“lo incoraggiava a camminare con sè”: si scrive “sé”, non “sè”.
 
“che lui vedeva incarnato nelle chiome dorate della sua giovane sposa”: un singolo individuo ha una sola chioma; “che lui vedeva incarnato nella chioma dorata della sua giovane sposa”.
 
“per tanti anni era stata la sua unica opzione, o almeno l’unica”: ripetizione dell’aggettivo “unica”; risolvi mettendo “per tanti anni era stata la sua unica opzione, o almeno la sola”.
 
“che ritenesse valida”: per un testo al passato, il congiuntivo imperfetto non è corretto. Qui andrebbe infatti quello trapassato, poiché ti riferisci ad un’azione ancor più passata (avvenuta cioè “tanti anni prima” rispetto alla vicenda che stai narrando, che è pur sempre al passato remoto);  per cui la frase corretta sarebbe “che avesse ritenuto valida”.
 
“e gli venne spontaneo tornare con la mente a quando tutto era iniziato mentre la abbracciava”: qui ci va decisamente una virgola tra “iniziato” e “mentre”.
 
“[...] avanzare imperterrita verso di lui, con nello sguardo una decisione ferrea”: il “con” stona terribilmente con (perdona la ripetizione/il gioco di parole) il resto della frase; a mio avviso, avresti potuto tranquillamente ometterlo, il senso del periodo non sarebbe variato e anzi, forse quest’ultimo ne avrebbe perfino giovato, guadagnando in linearità e comprensibilità; per cui, ti consiglierei di mettere “[…] avanzare imperterrita verso di lui, nello sguardo una decisione ferrea”.
 
“Quelle parole gli erano entrate in circolo insieme al sangue, filtrando fino alle ossa, tanto in profondità che aveva provato un paura indicibile. Quanto potere aveva, quella ragazzina, su di lui?”: qui prendo in considerazione un pezzo più lungo perché c’è una successione di errori a breve distanza l’uno dall’altro. Anzitutto qualcosa può filtrare “fin nelle ossa”, non “alle” (in pratica, hai sbagliato preposizione articolata), inoltre nella frase successiva separi il verbo dal suo soggetto per mezzo di una virgola – e questo è un errore gravissimo! Indipendentemente dal fatto che ci si trovi o meno in presenza di un inciso, quelle virgole non dovrebbero trovarsi lì, affatto – per cui dovresti mettere un più corretto “Quanto potere aveva quella ragazzina su di lui?”.
 
“la luce quasi sacra che aveva emanato aveva dissolto”: qui, personalmente, non trovo armoniosa la ripetizione di “aveva” a così breve distanza; in alternativa, ti suggerisco di mettere “la luce quasi sacra emanata (o “che era stata emanata”) aveva dissolto”.
 
Ma da qualche parte dentro di lui, aveva sempre desiderato”: è “dentro di sé”. Inoltre, nella frase appena precedente hai scritto “non aveva mai desiderato vivere”, per cui qui ci troviamo in luogo di una ripetizione. Io ti suggerirei di rimediare mettendo si era sempre augurato/aveva sempre auspicato/etc. Insomma, ce ne sono di sinonimi!
 
“Immerso com’era nei ricordi, non si era accorto che lei si era nuovamente destata”: a parte che l’intero periodo mi suona in maniera un po’ strana, hai ripetuto per ben tre volte consecutive “era”, il che risulta abbastanza pesante leggendo. Al massimo, per non stravolgere completamente il periodo, nonostante rimanga la ridondante presenza di “era”, potresti mettere “Immerso com’era, non aveva notato che lei si era nuovamente destata”.
 
“ma lei era sempre accanto a lui per riportarlo al presente con tutta la gentilezza che la caratterizzava”: qui il periodo mi sembra troppo lungo; se posso, metterei una virgola dopo “lui”.
 
“-Ben svegliata. Ripensavo a quando mi hai gentilmente imposto di donarti la mia vita- e l’espressione imbarazzata”: qui la “e” dopo la battuta del discorso diretto, secondo me, stona davvero tantissimo. Tra l’altro, ne approfitto per farti notare una cosa che forse riprenderò in seguito: nel tuo testo ho notato la quasi totale assenza dei verba dicendi prima e/o dopo le battute del discorso diretto. Francamente, a me sa una cosa abbastanza brutta, per cui per il futuro ti consiglierei di metterli.
 
“Hai trovato le parole giuste per farti ascoltare. Ma spesso”: non avrei messo il “ma” dopo il punto; comunque, se proprio devi lasciarlo, separalo almeno da “spesso” con una virgola.
 
“Era così raro vederlo entusiasta per qualcosa, che ogni volta vederlo”: ripetizione di vederlo; “Era così raro vederlo entusiasta per qualcosa, che ogni volta scoprirlo
 
“Lo fece riposare sul suo cuore”: qui c’è un cambio improvviso di soggetto, sarebbe il caso di specificare che è Ada che fa riposare Vincent sul suo cuore.
 
“Quel bacio sulla fronte era diventato il simbolo di tutto ciò che erano: c’era tutta la loro storia in quel gesto, i loro sentimenti”: due ripetizioni, “loro” e “tutto/a”. Rimedi con “Quel bacio sulla fronte era diventato il simbolo di tutto ciò che erano: in esso si trovava la loro storia, i sentimenti che provavano” (ho dovuto un po’ stravolgere la frase perché mi uscivano ripetizioni da tutte le parti, argh).
 
“Era il bacio che gli aveva donato per confortarlo quando aveva visto la sua città cadere per mano sua”: ripetizione di “sua”; tra l’altro, la frase mi suona poco armoniosa, inserirei una virgola prima di “quando”; corretta, la frase risulterebbe “Era il bacio che gli aveva donato per confortarlo, quando aveva visto la sua città per mano propria” (la virgola può anche essere omessa; è “per mano propria” perché è Vincent che vede la città cadere etc., però volendo potresti togliere anche il “per mano sua (o propria che dir si voglia)”, perché tanto mi pare che il tutto si regga e funzioni perfettamente anche senza di esso).
 
“Il trasporto che sentiva per quella fanciulla era più simile al desiderio di protezione che si prova verso una creatura fragile ed indifesa, alla meraviglia che i bambini provano davanti alla bellezza che il mondo offre, alla devozione che un credente offre alla sua divinità”: d eufonica superflua, va inserita solo quando la vocale che segue è la stessa di quella che la precede (esempio: “ed era”), per cui sarebbe “fragile e indifesa”; inoltre, è presente la ripetizione sia del verbo “provare” sia di “offrire”; potesti sistemare mettendo “Il trasporto per quella fanciulla era più simile al desiderio di protezione che si prova verso una creatura fragile e indifesa, alla meraviglia che i bambini avvertono davanti alla bellezza che il mondo offre, alla devozione che un credente dona alla sua divinità”.
 
“Quando gli aveva confessato di essere in dolce attesa l'aveva fatto con un sorriso brillante come il sole in volto e le lacrime a rigarle le guance”: capisci anche tu che questo è un periodo troppo lungo; ti consiglio di inserire una virgola dopo “attesa”.
 
“Non aveva smesso per molto tempo, sopraffatta dall'emozione, e tra un singhiozzo ed una risata”: io qui, più che “Non aveva smesso per molto tempo”, che mi suona proprio male, metterei “Aveva continuato a lungo”; inoltre, è di nuovo presente una d eufonica – è “tra un singhiozzo e una risata”. Infine, secondo me qui c’è un problema di punteggiatura, perché oltre al fatto che la “e” dopo la virgola non ci va, a meno che non ci si trovi in luogo di un inciso – e non mi pare proprio questo il caso –, io ricostruirei l’itera frase così “Non aveva smesso per molto tempo; sopraffatta dall’emozione, tra un singhiozzo e una risata […]”.
 
“Non aveva saputo cosa risponderle in quel momento, ma come sempre”: credo ci voglia una virgola dopo il “ma”.
 
Dunque, ci sono un sacco di errori, spero di averli trovati tutti. In realtà alcuni non sono propriamente errori, più che altro imprecisioni o concetti che, secondo me, sarebbero potuti essere stati resi meglio. Per quanto riguarda lo stile devo dire che non sia propriamente “accio”, l’unico problema è che alcune frasi sono estremamente lunghe, talmente tanto che a volte ho finito per perdere il filo – ma forse è stata solo colpa della mia stanchezza. Secondo me dovresti puntare, di tanto in tanto, su frasi più brevi e concise: rendono molto, i concetti arrivano tutto e soprattutto non fanno deconcentrare durante la lettura. Ho notato inoltre che, talvolta, finisci per lanciarti in frasi eccessivamente auliche, almeno a mio avviso: data l’ambientazione canonica di Pandora Hearts, di per sé non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che, a lungo andare, l’eccedenza finisca inevitabilmente per diventare smisurata; quando si dice che “il troppo stroppia”, forse, non si è del tutto in torto. Vorrei suggerirti di alternare frasi più brevi e concise – e quindi forse anche di più facile e immediata comprensione – a questi periodi lunghi e articolati. Capisco che questo è il tuo stile, infatti non devi sentirti in alcun modo obbligata a farlo: ripeto, il mio è solo un consiglio! Come ti avevo preannunciato, inoltre, vorrei tornare un momento sulla questione delle battute di discorso diretto: la totale assenza di verba dicendi mi ha letteralmente annichilita! È vero, non sempre sono necessario, tuttavia nella tua storia mancano del tutto. Capisco che possa essere anche questa una scelta stilistica, credimi però se ti assicuro che inserirne qualcuno ogni tanto non sarebbe per nulla fastidioso, né appesantirebbe in alcun modo il testo. Ti faccio un esempio: nella frase “-Non temere, quando nascerà ci penseremo noi a proteggerlo da ogni cosa. Ed anche lui proteggerà noi dalla tristezza! Perciò non ti angosciare, te ne prego. Sii felice insieme a noi.-” (che mi sono accorta adesso presentare una ripetizione e una d eufonica, mentre manca invece di una virgola, ora rimedio!) potresti mettere “-Non temere, quando nascerà ci penseremo noi (qui volendo puoi inserire la virgola di cui ti parlavo) a proteggerlo da ogni cosa (altra virgola, che qui è giustificata perché chiude l’inciso) e anche lui ci metterà al riparo dalla tristezza! Perciò non ti angosciare, te ne prego. Sii felice assieme a noi- lo esortò Ada, intenzionata in ogni modo a rassicurarlo”, per dire. E niente, questo è quanto. Ripeto, il tuo stile non è male, tuttavia l’eccessiva ricercatezza e le varie imprecisioni sparse in giro per il testo hanno reso la lettura piuttosto ostica.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
L’ho già detto nel mio precedente contest e ne approfitto per ripeterlo anche qui: non sono una grande esperta di Pandora Hearts. Tuttavia, visto che anche in questo contest sono riuscita a valutare senza ulteriori intoppi questo parametro (perché mi baso, più che sull’IC, sulla caratterizzazione in generale) spero che questo non sia per te un problema insormontabile.
Allora, parto col dire che mi sono piaciute entrambe le caratterizzazioni, sia quella di Ada che quella di Vincent – ahimè, però, proprio per questo mio non essere espertissima non me la sono sentita di darti il punteggio pieno, ti chiedo perdono anche per questo – tuttavia, soprattutto su quest’ultimo, ho qualche perplessità. Amo l’idea che non sia riuscito a liberarsi del tutto dai suoi demoni, tuttavia forse avrei calcato maggiormente la mano proprio su questo dissidio interiore che lo attanaglia. Capisco che il what if? si basi sull’idea di lui che sceglie di resistere, di lottare e infine di restare assieme ad Ada, tuttavia le scene in cui parli di ciò che Vincent prova realmente, dentro di sé, mi sono sembrate quasi accennate, come se non avessero poi molta importanza – mentre trovo che ne avessero eccome, invece! Questo era un ottimo spunto per partire con una digressione più introspettiva, fa nascere mille domande – della serie: “Vincent riuscirà mai a liberarsi da questi suoi demoni?” – tuttavia, ahimè, sono tutti quesiti che rimangono senza risposta, poiché per l’appunto non li hai approfonditi. Anche Ada, che sfida l’abisso pur di salvare Vincent: cos’è stato di così forte a spingerla a tanto? Si tratta del legame intrinseco che si trova dietro le loro casate, certo, tuttavia mai una volta viene esplicitato all’interno del testo. Però di lei devo dire che hai fatto un buon lavoro, sei riuscita a mostrare un lato che forse di solito resta più celato, perciò su questo vorrei farti i miei complimenti.
 
Utilizzo del What if: 8/10
Buono ma… non mi convince del tutto. Tu hai deciso di dare una seconda chance alla coppia formata da Vincent e Ada, che ovviamente a livello della saga canon non potrebbe mai esserci. Ecco, io credo che tu ti sia concentrata più sul “dopo” che sul “durante”. Mi spiego meglio: ci riporti degli spezzoni della vita quotidiana di Ada e Vincent (missing moments) in uno scenario ipotetico qualora quest’ultimo avesse scelto di restare con lei (what if?). E okay, questo è perfetto, solo che… il what if? dov’è…? Quello vero e proprio, intendo. Nel senso: Ada salva Gilbert, solo che questo noi non abbiamo mai la possibilità di vederlo, all’interno della tua storia, se non tramite dei piccoli spaccati di memoria di Gilbert. Non so, questa non è una cosa completamente sbagliata, tuttavia forse avrei preferito che ci fosse stato un maggiore approfondimento. Un’altra cosa che ho notato è l’acronia: non so, vuoi per lo stile che in alcuni tratti mi ha confusa, tuttavia non riuscivo talvolta a capire quanto tempo intercorresse tra uno spezzone e l’altro: alcuni sono fatti che vengono compiuti nell’arco di pochi minuti, in altri invece intercorrono perfino mesi… sinceramente non è una cosa che ho molto apprezzato, ritengo che in questo modo si vengano a formare dei buchi temporali che tu, ahimè, non sei riuscita in alcun modo a colmare. Peccato, perché l’idea in sé non era malvagia (anche se forse non estremamente originale) solo che non la trovo perfettamente gestita… non saprei dirti con precisione perché, credo si tratti di una concatenazione di vari elementi (stile a volte fin troppo altisonante, punti non chiarissimi della trama, buchi temporali) tuttavia non sono riuscita a farmi andare del tutto giù questo punto della storia, affatto.
 
Gradimento personale: 7,5/10
Mi dispiace ma non riesco ad apprezzare in toto questa storia. Sarà per lo stile che non mi ha convinta del tutto, per i vuoti che ho trovato nella trama o poco approfondimento/introspezione su determinati aspetti dei personaggi (perché Vincent cede alle promesse di Ada? Cosa spinge quest’ultima a porgliele? Come vive – e, in caso, supera – Vincent il proprio dissidio interiore, una volta che Ada l’ha salvato?), per quelli che secondo me sono dei buchi di trama/temporali a causa di informazioni che non vengono riportate da nessuna parte o salti troppo brevi alternati ad altri eccessivamente lunghi, tuttavia fin troppe cose non mi hanno convinta. L’idea di dare una seconda chance a questa coppia l’ho trovata molto tenera, carina a suo modo, tuttavia non la trovo gestita al meglio delle sue possibilità, per tanto mi spiace ma non posso riuscire a farmi piacere questa storia nella sua interezza.
 
Titolo e impaginazione: 3/5
Il titolo, francamente, lo trovo fin troppo lungo, inoltre trovo graficamente sgradevoli i due punti a dividerlo nelle sue due parti; avrei preferito se, a separarlo, avessi inserito un trattino lungo (—), lo trovo decisamente più elegante. L’impaginazione non mi fa affatto impazzire, trovo il Verdana un carattere piuttosto brutto, inoltre la grandezza è, secondo me, spropositata. Un Times New Roman o, in alternativa, un Georgia 12 non sarebbero, secondo me, una prospettiva così orribile.
 
Totale: 33,5/45            

Recensore Veterano

Ciao! Davvero molto, molto bella questa shot, molto dolce e malinconica. Ada e Vincent mi piacciono abbastanza come ship, non li ho mai proprio adorati come faccio con altre coppie ma me li hai fatti shippare a bestia. Magari fosse andata così! Mi è davvero piaciuto quando, nella parte iniziale racconti gli avvenimenti della tragedia di Sablier. E poi mi piace come hai trattato il personaggio di Ada. Io, lo ammetto, leggendo il manga l'ho trovata per lungo tempo un personaggio quasi inutile, frivolo e fastidioso. Poi, dopo una seconda lettura, qualche fanfiction Ada x Vincent e taaanta riflessione mi sono resa conto di quanto avevo sbagliato. Mi sono resa conto che è una ragazza forte. E tu nella tua storia l'hai resa proprio così: dolce, ma determinata e con una forza d'animo eccezionale. Anche Vincent mi sembra molto IC. Poi mi piace come scrivi è non noto errori o ripetizioni. Insomma, complimenti. Davvero molto carina, spero che scriverai altro. (tanto per, quali sono le coppie che preferisci?)