Ciao, continuo nell'esplorazione del tuo profilo e pesco questa, che mi ha attratta fin da subito già soltanto per il titolo. Come ho già avuto modo di dirti non seguo un ordine preciso, ma vado a istinto e questa mi diceva che era un qualcosa di particolare, e infatti avevo ragione nel crederlo.
Anzitutto lasciami fare una breve premessa: sono felice che le recensioni ti ho lasciato ti abbiano fatto piacere. Come ho già detto non so come sia possibile che le tue storie mi siano sfuggite, ho una teoria però. Ho notato che moltissime, compresa questa, le hai pubblicate nel 2017, io all'epoca leggevo pochissimo nella sezione perché stavo portando avanti una long molto impegnativa. Credo sia per questo motivo che mi sono sfuggite, magari mi son detta di leggerle in futuro e poi me ne sono dimenticata (possibilissimo purtroppo), ma comunque, meglio tardi che mai giusto?
Anche questa storia mi è piaciuta moltissimo, come le altre che ho letto finora. La scelta musicale questa volta la conoscevo, è una canzone piuttosto famosa e poi gli Imagine Dragons li conosco piuttosto bene, anche se non bene quanto vorrei. Ma questa comunque è forse una delle più celebri loro, accostarla a una storia di questo tipo è stata una scelta... direi insolita. Mi ha stupita tantissimo devo ammetterlo. Al di là del testo che è ovviamente a tema con il contenuto della storia, il ritmo è in realtà molto veloce. Non darebbe l'idea di aver ispirato una storia di questo genere ovvero molto drammatica e sentita da un punto di vista emozionale. L'accostamento è stato senz'altro particolare, e mi ha sorpresa. Ecco, mi spiace perché non sono riuscita a leggere la storia ascoltando la canzone contemporaneamente (cosa che, shame on me, dovrei fare dato che anche a me in passato è capitato di inserire note come le tue), ma prometto di farlo appena mi sarà possibile. Intanto voglio dirti che le song-fic ti vengono particolarmente bene, a mio modo di vedere le scrivi benissimo. Questa poi viene costruita attorno al concetto di morte, descrivendo una scena drammatica e forse una tra le più toccanti di tutta la quarta stagione. Vedere Sherlock che muore mi ha colpita tantissimo in The Lying Detective (specialmente dopo tutto quello che Moffat e Gatiss ci avevano già fatto vedere), ma vederlo in questo modo e sentirlo in questo modo... per come ce lo hai descritto, entrando benissimo dentro ai suoi pensieri, è stato ancora più toccante. Direi quasi sconvolgente. Certo, disturba. Ma è una di quelle sensazioni che è giusto provare, specie quando si legge una storia così sentita e ben impostata come lo è stata questa. Il viaggio dentro la morte che Sherlock fa, questo suo arrendersi all'inevitabile e il farlo dopo aver combattuto a lungo, dopo essersi opposto mente e corpo... si arrende perché non riesce più a lottare, anche se non vorrebbe. Dilania questo in effetti. L'impotenza di quella scena è totale, così come la violenza fisica e psicologica che Culverton Smith mette in atto e su soggetti già deboli, questo è uno dei concetti che più mi ha disturbata di quell'episodio. Il suo uccidere persone malate, che vanno in quell'ospedale per avere una speranza, per potersi curare. Sherlock era la preda ideale per Cuvlerton Smith e quasi ci riesce. Sappiamo ciò che succede sul finale della storia, è John che arriva a salvare Sherlock. Lo sguardo qui però è confuso, giustamente non è ben chiaro ciò che succede. Mi piace molto come Sherlock si risveglia. Sulle prime è intontito, non capisce, è stordito dalla mancanza di ossigeno. Ma una cosa la vede e la intuisce nell'immediato: l'azzurro di John. Ho amato tanto l'accostamento di questo colore al suo personaggio. Sherlock lo vede quasi come fosse un'immagine celestiale, come un angelo che corre in suo soccorso e gli salva la vita. In fondo sono un po' questo l'uno per l'altro. Anche se ogni tanto perdono la bussola (specie John), salvarsi è ciò che sanno fare meglio e questa storia lo racconta benissimo.
Complimenti per quest'altra tua bellissima storia, mi ritroverai presto su un'altra fanfiction (che ho già adocchiato). Intanto Buona Pasqua (in ritardo).
Koa |