Recensioni per
Il tempo perduto
di Flos Ignis

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/08/20, ore 22:03

Recensione premio relativa al contest “Let’s Love Them Together”
A quanto pare cambio fandom ma la disperazione – per quanto minore rispetto alla fic su Elliot e Leo – persiste ancora ç_ç
Questa storia parte subito con un’atmosfera malinconica che mantiene fino alla fine, e in cui i pensieri e le riflessioni di Sherlock sono i protagonisti assoluti.
Credo che il momento descritto – ovvero Sherlock che forse per la prima si sofferma sui propri sentimenti, a seguito della quasi-morte di John – è molto interessante, in quanto consente di vedere uno scorcio rimasto pressoché inedito della situazione. Sappiamo in lungo e in largo tutto ciò che ha provato John prima, durante e dopo il ritorno di Sherlock, ma quest’ultimo rimane sempre un enigma, una mente impenetrabile di cui si conosce solamente una parte.
Ritengo tu ti sia destreggiata egregiamente, dunque, nel seguire il filo logico dei pensieri del personaggio, che riflette sul passato e tutto il tempo che ha perso lontano da Londra, mentre John ha dovuto arrangiarsi e andare avanti un po’ alla cieca.
Ed è struggente vedere come Sherlock sia amareggiato da questo fatto, ma al tempo stesso non è nella posizione di potersi lamentare, perché tutto quello che è successo è stata in parte anche per colpa sua – in maniera minore, certo, di quella di Moriarty e del suo piano, ma Holmes ha comunque preso la decisione di tenere il suo migliore amico all’oscuro di tutto, e ora non può biasimare nessun altro se non se stesso.
L’ho trovata quindi una fic molto ben sviluppata e narrata, che ovviamente sono contenta di aver letto e recensito; bravissima!
Alla prossima,
Federica ♛

Recensore Master
03/09/18, ore 22:28

Recensione premio per il contest "Di Lune, Torri ed Eremiti"

Io... io non so cosa dire.
Avevo lasciato indietro questa storia per leggermela con tutta la calma, e ora... niente, sono quasi in lacrime. Sai benissimo quanto ami questo fandom, mi ricorda così tante cose che non saprei da dove iniziare, tanti volti e serate a parlare di splendidi personaggi, quindi saprai anche come abbia sentito questa storia nel cuore.
La 3x01 è un ritorno con il botto per tante cose: ma sapersi concentrare così a fondo su un personaggio come Sherlock, SHERLOCK, è solo uno dei tanti onore di questa fic; una lucida indagine su una relazione e due anime, su quello che una verità nascosta può e non può fare, su chi va avanti e chi rimane fermo nel tempo, a piangere ogni secondo che il tempo, l'odio, la morte anche presunta non gli hanno concesso; e poi, c'è tutto l'amore per una persona unica, che non potrà mai essere rimpiazzata e anzi, se si perde lei si perde anche sé stessi... perché non possiamo dimenticare che se Sherlock perdesse John, sarebbe la sua fine reale. Niente ritorno, niente perdono, niente risalita.
E tutto questo traspare molto bene nel dispiacere, nell'empatia, nella solitudine: o con John, e per sempre d'ora in poi, o più nulla.
Naturalmente sappiamo tutti com'è andata - almeno fino a ora, lol -, e possiamo goderci la loro splendida relazione, ogni gag e confessione.
Bellissima storia, davvero.

Manto

Recensore Master
10/07/18, ore 22:31

Contest: Scegli il tuo premio! di Setsy
Flos Ignis/Fiore di Cenere con: Il tempo perduto
Grammatica: 4.30/5

trovato l’ispirazione giusto = giusta. Errore di battitura, ma che cambia il genere
una cascina di legno = una fascina, essendo la cascina un tipo di abitazione rurale
troppo ance per lui. = anche per lui
Sviste per le quali non sottraggo punteggio:
-Sono tornato- = è bene usare sempre il trattino dei caratteri speciali ―
Stile: 14/15
Il tempo perduto = Il titolo non ha ragione di essere sottolineato, perché, appunto essendo tale, è già una frase molto in risalto. Tolta questa piccola pecca, devo dire che lo stile di questa fiction è davvero accattivante, fresco e che attrae il lettore intrappolandolo nel racconto. Non ci sono elementi di particolare spicco estetico o lessicale, però questa è una pura introspettiva e si basa più sull’IC che sull’esposizione molto articolata dei fatti.
Infatti parlando di personaggi moderni, raramente un dialogo interiore si traduce in una forma molto arzigogolata. La narrazione è fluida, le frasi non molto lunghe, di nuovo, sono indicate per un flusso di pensieri come questo. Danno alla storia una scorrevolezza e leggerezza che si sposa bene con la mente sfavillante del detective, che passa da un argomento all’altro senza il tempo di un respiro! Anche le domande ipotetiche rivolte a John e poi ugualmente a se stesso suggeriscono in modo riuscito il dinamismo dei ragionamenti di Sherlock. Pensa che sono una grande Johnlocker, e che la tua versione amichevole mi convince pienamente… ho ritrovato lo stile della sceneggiatura, malgrado non ci siano i dialoghi, quindi il lavoro è davvero ben fatto.
L’affetto che lega i personaggi è chiaro, perché anche se il narratore interiore è Sherlock non abbiamo “solo” la descrizione di come lui vede John, ma, in automatico, anche la possibilità di vedere il suo animo privo di maschere, visto che non si sta nascondendo a se stesso. Questo ha reso lo stile, malgrado sia molto lineare, piuttosto multiforme e interessante per il lettore. Ottima anche l'idea di mettere i passaggi più importanti della fiction in corsivo, in modo da far catalizzare su di esse l'attenzione, senza esagerare con l’espediente. Tutto molto gradevole.
IC: 19.50/20
Accidenti, qui c’è una cosa… “le iridi avevano lo stesso colore di sempre, nocciola con pagliuzze dorate”. Gli occhioni di John sono innegabilmente del blu degli oceani (*-*) e che siano rimaste dello stesso colore di sempre è ovvio. Forse volevi dire, ad esempio, che erano come le ricordava?
Devo proprio farti un complimento immenso: anche se il voto non è pieno, se ci fosse stato un premio IC sarebbe stato tuo. Mi hai presentato John e Sherlock amici e io ti credo al 100%. Tipo miracolo! Questo è ciò che si chiama una bromance, l’amore platonico, l’amicizia che è l’affetto più disinteressato, puro e splendente che esista tra esseri umani. E Sherlock è un umanissimo gomitolo di dolore, rimpianto e timori, qui. Senza il perdono di John la vita non avrebbe senso per lui, è di un IC che fa spavento. Ripensa a quello che ha perduto con il suo consueto bisogno di catalogare e misurare —mesi, giorni, ore — non si piange addosso malgrado non riesca ad uscire da questo circolo vizioso di pensieri, eppure già sa che visto che la motivazione è salvare il suo amico da un pericolo, in un batter d’occhio rialzerà la testa e tornerà in azione. Aimè, anche John ricordato per la testata con cui gli ha spaccato il naso al suo ritorno è davvero IC. Certo ha sofferto moltissimo, la scena della tomba, che hai riportato alla luce, era straziante. Meraviglioso.
Trama: originalità e/o aderenza al canone: 14/15
Questa trama, che è piuttosto un flusso di pensieri, è assolutamente aderente al canone, senza nessun dettaglio che sia proprio tuo originale, ma va bene così, è un contest di edite. La psicologia di Sherlock è perfetta e la fiction è frammentata in modo molto sottile tra parti di pura introspezione e altre che richiamano un bel preciso momento, la 3x1, con tutto quello che ha significato, per Sherlock, tornare e trovare che la vita di John era andata avanti. La frammentazione infatti è solo apparente, perché ogni frase gira intorno ad un leitmotiv, cioè il magnifico e complesso rapporto tra Holmes e Watson. C’è tocco in più, rispetto all’episodio: quella mezza idea di Sherlock di replicare il momento del finto suicidio, che per fortuna hai bloccato sul nascere dell’idea, non influendo quindi sull’andamento delle azioni.
Titolo: 4.50/5
Questo titolo non è certo ambiguo: è chiaro a chi conosce la serie quale ― e quanto, purtroppo ― sia stato il tempo perso da Sherlock. Due anni di vita, in tutti i sensi nei quali si può declinare questa parola. Ciò che è perduto non può tornare, quindi non avresti potuto essere più esplicativa di così. Forse poteva essere più innovativo o particolare, ma nella sua trasparenza l’ho trovato comunque molto buono.
Gradimento generale: 4.50/5
Sono mancate un po’ di originalità e di cura nel rileggere il testo, ma l’argomento è valido, lo stile era descrittivo senza essere freddo, e il lessico si adattava perfettamente al genere di racconto che hai scelto, con i pensieri del protagonista che la fanno da padrone. È più difficile mantenere alto l’interesse di chi legge senza un dialogo, e ne ho tenuto conto. Il finale è molto sentimentale, e parlando qui di amicizia è stata una scelta forte e molto emozionante.
Totale: 60.80/65

 

Recensore Junior
13/09/17, ore 18:41

Grammatica e stile: 8/10
“non era un’azione razionale e sarebbe stata troppo ance per lui”: errore di battitura – “anche
Fondamentalmente non ho trovato errori, non gravi perlomeno: in alcuni punti avrei avuto da ridire sulla punteggiatura, mi rendo conto tuttavia che sia una cosa talmente soggettiva che segnalartela sarebbe stupido.
Devo dire che sono piacevolmente sorpresa: mi ricordo di aver trovato un sacco di errori, l’ultima volta che ho letto una tua storia. Questa volta, invece, complice forse la brevità generale del racconto, non mi è parso di trovare nulla che non andasse.
Per quanto riguarda lo stile, invece, diciamo che non mi trovi ancora del tutto entusiasta: sicuramente ci sono stati dei miglioramenti, non è elementare ma hai cercato invece di renderlo più “professionale”. Tuttavia, a mio avviso, manca ancora uno step da compiere, ossia quello di rendere il tutto ancora più amalgamato: mi piace che le frasi siano diventate più brevi, rispetto all’altra storia – ho notato ancora la presenza di frasi più lunghe, il che non è un male, assolutamente, visto che sono io stessa la prima ad amarle; il problema nasce nel momento in cui, quando mi sono ritrovata a leggere alcune di queste ultime, ho avuto dei problemi nel raccapezzarmi, nel senso che in alcuni tratti mi sono confusa e ho avuto, perlomeno in un primo momento, difficoltà a comprendere chi fosse il soggetto della frase. Magari è un problema che è capitato solo a me, comunque, quindi può darsi che mi sia sbagliata, non darci troppo peso! – tuttavia secondo me manca ancora qualcosa, l’anello di congiunzione che “leghi” le varie proposizioni. Ad ogni modo, hai comunque fatto dei passi da gigante, perciò continua così!
                       
Caratterizzazione: 8/10
 
Storie che parlano di Sherlock e John ce ne sono a bizzeffe; il rischio di cadere nel banale è sempre alto, inoltre è altrettanto vero che la caratterizzazione – soprattutto di Sherlock – è talmente sfaccettata che perdere qualche frammento per strada è davvero all’ordine del giorno. Ti dico subito quello che mi ha lasciata un po’ perplessa, ossia, se vuoi, un po’ il concept generale della storia. Non che sia malaccio in sé, in fondo è un normalissimo missing moment; il problema nasce nel momento in cui mi vado a domandare la credibilità della situazione. Come hai detto tu stessa, Sherlock è un anaffettivo; dice di non avere un cuore, ma tutti noi sappiamo che non è affatto così. Ora, e qui sta il mio dubbio: è credibile immaginarselo, seduto su quel cornicione, mentre riflette su ciò che John prova? Nel senso, dedicherebbe un momento tanto lungo a questa riflessione? In realtà, per quanto mi riguarda, m’immagino piuttosto che avrebbe potuto farla in un momento di noia, seduto nel suo studio a Baker Street, mentre scaccia quella riflessione passandosi una mano davanti al volto, come a voler allontanare un moscerino fastidioso. Sherlock Holmes è l’uomo dei grandi ragionamenti, ma mai e poi mai in caso di sentimenti. Potrebbe sorgergli un dubbio, certamente, ma da qui a supporre che possa preoccuparsi a mio avviso in maniera fin troppo eccessiva per ciò che John potrebbe aver provato e provare tutt’ora mi pare che stia facendo un passo più lungo della gamba. Non ti contesto il cosa, ma il come, insomma. Per il resto, non mi pare da avere altro da obiettare: mi è piaciuto l’accenno al pragmatismo e alle strutture mentali che hanno fatto di lui il più grande investigatore di tutti i tempi; per il resto, tuttavia, ho trovato la caratterizzazione piuttosto lineare, senza purtroppo grandi note di brio o lampi di genio che potessero risollevare i personaggi, giacché questi ultimi, in effetti, finiscono per risultare, nel momento in cui si tirano le fila della storia, forse, sfortunatamente, anche un po’ piatti, rispetto alla visione piena e tridimensionale che prima Conan Doyle nei libri e poi nei telefilm possiedono. Peccato.    
 
Rimpianto (o rimorso): 8/10
 
Di nuovo, anche qui, non posso darti un punteggio più alto perché, di fatto, il mio dubbio sta nella credibilità con cui viene espresso il rimpianto di Sherlock. Come ho già spiegato all’interno del paragrafo della caratterizzazione, purtroppo dubito che un momento del genere si sarebbe potuto mai verificare nel canon, per cui nel momento in cui si va a mettere nero su bianco la resa di tale momento, più di un’incertezza sorge nel lettore. Sicuramente il rimpianto è presente, ecco perché il punteggio nel complesso è comunque piuttosto alto, purtroppo però se devo andarne a valutare la veridicità allora è ovvio che si abbassi sensibilmente, mi dispiace.
 
Gradimento personale: 8/10
 
Di storie su Sherlock e John ne esistono una marea, per cui è piuttosto facile peccare di originalità. Purtroppo, in un contest le pretese sono molto alte, per cui non sempre è facile accontentarle. In questo caso, per quanto mi riguarda, mi devo dire ahimé piuttosto insoddisfatta di quanto ho letto. Il missing moment non è il massimo della credibilità, così come la resa del personaggio di Sherlock. C’è da dire tuttavia che questa storia ha anche dei lati positivi, ossia una grammatica piuttosto buona e un notabile desiderio da parte dell’autrice di migliorarsi e di mettersi alla prova con qualcosa di nuovo, per cui non me la sento di bocciarla a prescindere.  
 
Titolo e impaginazione: 2/5
 
Devo essere sincera, il titolo non colpisce certo per originalità. Sicuramente riassume bene la storia, così come ci si ricollega direttamente nelle ultime righe del racconto, il titolo tuttavia sa un po’ di “visto e rivisto”, forse avrei preferito qualcosa di un tantino più originale. Per quanto riguarda l’impaginazione, infine, temo di dover ammettere che nemmeno questa mi abbia colpito, e che anzi mi abbia quasi trasmesso un certo senso di trascuratezza.
 
Totale: 34/45

Recensore Master
01/08/17, ore 14:20

Ciao! Molto originale questa tua breve storia. Mi piace sempre sottolineare quando una storia è anche particolare, oltre che carina e piacevole da leggere. Sul post Reichenbach credo d'averne lette di ogni, così come di storie che cercavano di ipotizzare cosa avrebbe fatto John una volta scoperto che Sherlock era vivo, eccetera, eccetera... Ma è comunque raro vedere un autore concentrarsi anche su Sherlock e su come prende il ritorno alla vita. La scoperta che John è andato avanti, la consapevolezza che gli mancherà, ma che ora è al sicuro ed è questo che conta. Mi piace questo tuo Sherlock che respira di nuovo la sua Londra, che cerca di trovare pace e intanto si lascia andare a un momento di debolezza e proprio in quel posto, che popola ormai gli incubi di Sherlock e John. Molto ben collocata la tua storia, in uno specifico momento della serie che meriterebbe forse altre analisi come la tua.

Carina e originale, un ottimo inizio in questo fandom.
Spero di ritrovarti.
Koa