Recensioni per
Non si vede bene che con il cuore
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/09/20, ore 10:18

Recensione Premio Speciale per il contest "3 Drabbla, solo 3 Drabble per parlarti di me (e dirsi addio)"

Ciao.
Finalmente arrivo da te e da questa storia.
Adoro il libro del piccolo principe, l'ho scoperto alle superiori, su insistenza di un mio compagno di classe, e ti dico solo che ci ho costruito sopra la tesina *^*
Quindi puoi immaginare quanto mi abbia attratto questa tua AU.
Mi piace il riferimento diretto subito, sin dal titolo, al libro, partendo dalla sua frase più famosa. E poi ho trovato perfetto Sherlock nelle vesti della volpe diffidente in cerca di affetto anche se nemmeno lui lo sa fino a quando non incontra il Piccolo Principe, e John nel bambino solo, triste, ma con tanta voglia di condividere.
Sono due gli elementi che sopratutto mi hanno colpito di Sherlock-volpe: la sua irrefrenabile curiosità e l'orgoglio con cui parla degli altri e dissimula solitudine. Sì, perché sono entrambi due personaggi soli, due anime rotte, che si incastrano alla perfezione. E mi è piaciuto troppo il fatto che John sia disposto a sopportare i difetti di Sherlock, quegli atteggiamenti che feriscono, lo sappiamo bene, e che avrebbero allontanato chiunque, a momenti anche John. Eppure John il bambino ha un'anima ancora più pura della sua versione originale, e i bambini, si sa, amano incondizionatamente, senza morale e limiti a volte, perché hanno gli occhi ancora limpidi, senza macchie che offuscano ciò che vedono.
A questo proposito, la mia parte preferita è sicuramente questa:

Ti darò da mangiare, ma non mi offenderò se avrai cacciato e non lo vorrai, non desidero che tu dipenda da me. Mi piacerebbe che dormissimo insieme, ma se la notte sarà profumata di mistero e la luna brillerà come una perla nel cielo aprirò la porta per te, la mia amicizia non sarà una prigione”. -> Rispecchia tutta la pazienza che John ha dovuto avere con Sherlock, il suo restare sempre e comunque nonostante il suo carattere diffidente, le sue follie e le volte in cui lo ha messo in posizioni scomode, senza avvertirlo, costringendolo a rincorrerlo a trattenere un'imprecazione. Perché John non riesce ad abbandonarlo nonostante il male provato e le ingiustizie subite.

Insieme a questa parte, l'altra che mi è piaciuta tantissimo è stata quando Sherlock-volpe ha parlato del rumore diverso che distingue John quando cammina, è un bellissimo messaggio, in cui si evidenzia che la volpe ama il bambino per la sua diversità, e che si ama così com'è, non facendolo diventare come lo si vuole.
“Non hai bisogno di correre per cacciare o fuggire degli animali più grandi di te. Puoi vivere bene anche se ti muovi lentamente. Il tuo passo lo riconoscerei sempre, e ti verrei incontro. Perché se mi addomestichi sarà un richiamo, per me. Ascolterò il rumore che sarà solo tuo, e vedrò i tuoi capelli del colore di questo campo di grano. Ma i tuoi non cambiano con le stagioni, così sarai per me l’estate” -> Questo passaggio mi ha commosso tanto e ho trovato che fosse geniale il fatto che ha trasmetterlo sia stato un animale, perché sì, gli animali hanno più cuore e senno degli essere umani. E quindi, niente, la contrapposizione volpe/genitori l'ho semplicemente adorata. E poi, la frase finale, in cui dici che John non cambierà con le stagioni e che per lui sarà sempre l'estate, l'ho trovata di una dolcezza e di uno struggimento senza parole, dove l'amore platonico è esploso, l'amicizia si è colorata di un romanticismo puro, intenso, che non ha nulla a che vedere con sentimenti romantici, ma semplicemente è totalizzante nella sua purezza, nel modo in cui scalda il cuore, nel modo in cui tanto significa per una creatura fragile e sensibile e sola come la volpe. Ho sentito come un balsamo che curava le ferite, il profumo di una speranza e di un desiderio che rimane lì, sulla punta della lingua, che Sherlock accenna ma non ammette, troppo impaurito di essere ferito.

La battuta più bella però è la prima che la volpe rivolge al piccolo principe:

“Sei un umano, credevo aveste un'intelligenza molto sviluppata; hai detto due ovvietà in una frase sola”. -> Qui c'è tutta la superiorità e il sarcasmo di Sherlock, quel suo modo di parlare schietto, senza filtri, incurante dei sentimenti altrui. Piacevole, invece, è la reazione mitigata di John, il quale, essendo un bambino, ignora il tono e la nota pungente e accetta con innocenza il "rimprovero".

John è sicuramente catturato nel suo lato più ingenuo, sensibile, ma soprattutto innocente. Mi è piaciuta la similitudine tra i suoi capelli e il grano, ancora una volta, al di là del libro di riferimento, perché immagino Sherlock fare una simile associazione, ovvero: John=casa.
Sherlock, al contrario, è catturato in tutta la sua diffidenza e disagio. Sì, perché nonostante lui si nasconda dietro alla sua indole superiore rispetto agli altri, si nota comunque la sua difficoltà a stare con loro, così come mi è piaciuto lo sdegno che dimostra verso chi si è fatto addomesticare... che nella sua ottica presuppone piegarsi a convenevoli e farsi cucire la bocca.
Bello anche la sua difficoltà a capire certi concetti, ma hai saputo esaltare anche la sua mente veloce e astuta.

Detto questo, la parte migliore sono i dialoghi, trovo che quelli che hai creato tu ad hoc si adattano perfettamente a quelli originali della storia. Trovo che hai saputo perfettamente adeguarti al tono e alla "voce" facendola tua e lasciando che questa storia scorresse all'interno della storia originale. Rendendola, nuova, perfetta per loro, la loro caratterizzazione e il loro rapporto. Hai fatto davvero un lavoro molto bello, complimenti.

Ho trovato qualche piccolo refuso. Come sempre, li riporto, sperando di essere d'aiuto:
La Volpe face qualche passetto avanti -> fece
e per le vacanza -> le vacanze
facendo attenzione a non stare spaventando il suo prezioso amico. -> a non spaventare
e saremo in compagnia senza dire niente -> staremo

Spero di aver detto tutto. La storia mi è piaciuta, e tu hai avuto non solo una bellissima idea ma hai dato davvero un'ottima resa. Complimenti.
A presto!

Recensore Junior
24/03/18, ore 21:32

Sto applaudendo davanti al pc! Bella bella bella...e ancora di più! Io sono intollerante ai bambini, ma questo piccolo John è dolcissimo e la sua volpe (in questo caso "sua" ci sta) è da mangiarsela di baci.
Originalissima l'idea di ispirarsi al Piccolo Principe. Insolita, inaspettata e magnifica scelta.
Un abbraccio
SB

Recensore Veterano
02/03/18, ore 15:30

No...cioè...ma wow!!
Adoro il piccolo principe ed adoro questa storia bellissima e dolcissima che ne hai ricavato. e...il fatto che la volpe Sherlock si accoccoli dolcemente proprio sulla gamba malata di John....l'ho adorato, è di una dolcezza che scalda e riempie il cuore. davvero complimenti, ma ormai dovrei saperlo che sei bravissima e scrivi cose bellissime. a presto

Recensore Master
01/03/18, ore 20:20

Sappi che ti amo! Anzi, che maleducata, prima cosa buona sera. Seconda cosa, sappi che ti amo! Hai scelto il Piccolo Principe che é uno dei miei libri preferiti e ne hai fatto una storia sherlockiana di incredibile dolcezza. Due parti in particolare mi hanno sciolto il cuore. La prima è "nessun'altra volpe ha gli occhi azzurri, sono sicuro. Forse – la voce del bambino si fece dolcissima – hai fissato tanto il cielo all’alba che hai assorbito il suo colore” e la seconda "Non hai bisogno di correre per cacciare o fuggire degli animali più grandi di te. Puoi vivere bene anche se ti muovi lentamente. Il tuo passo lo riconoscerei sempre, e ti verrei incontro. Perché se mi addomestichi sarà un richiamo, per me. Ascolterò il rumore che sarà solo tuo, e vedrò i tuoi capelli del colore di questo campo di grano. Ma i tuoi non cambiano con le stagioni, così sarai per me l’estate”. Mi sono commossa veramente. Un'amicizia per sempre. Storia bellissima davvero

Recensore Master
30/08/17, ore 01:09

Con questa storia ci trasporti nella dolce e stupita atmosfera de “Il piccolo principe”, opera unica e che ha parlato al cuore di tante persone. Piace ancora oggi, questo lavoro letterario e, trasportare nella sua rarefatta atmosfera le sfaccettature della Johnlock, la reputo un’operazione impegnativa ma da te senz’altro riuscita. Sinceramente il mio rapporto con il testo di Antoine de Saint Exupery, è sempre stato, fin dall’inizio, un po’ conflittuale. Forse perché l’ho dovuto leggere in francese, forse, ma soprattutto perché mi ha sempre trasmesso un senso di chiusura, di atmosfera distante e rarefatta, come in una camminata in (troppo) alta quota, in cui puoi sì vedere cose belle, ma quasi quasi, ti senti mancare il respiro per l'eccessiva lontananza dalla realtà. Invece, qui da te, ho avuto la piacevole sensazione di venire accompagnata in un mondo sfaccettato di visioni tranquillizzanti, di scene che accarezzano l’animo e rassicurano il cuore. Trovo indovinata l’identificazione tra Sh e la volpe, rappresentata nelle caratteristiche, attribuite ad essa, che più richiamano quelle, tradotte ovviamente nella dimensione umana, di Sh. Mi raccontava un provetto cacciatore che, una delle particolarità più originali di questo animale è il suo procedere nel bosco a testa bassa, con lo sguardo indagatore sul terreno, per scannerizzare tutto ciò che può ostacolare la sua corsa e mettere in pericolo la sua vita. Sh è così, procede per conto suo, analizzando la realtà senza rendersi conto di chi gli sta davanti. Tenerissima l’immagine con cui ci presenti il piccolo John, visto dagli occhi della volpe, con la sua zoppìa e quello sguardo che dava “un’idea di quiete”.
Ho trovato una frase che merita di essere riportata per la limpidezza e la serenità che trasmette, che sono poi le doti di John che attirano l’attenzione dell’animale: “…hai fissato tanto il cielo all’alba che hai assorbito il suo colore”…”. Hai cristallizzato il concetto con parole bellissime, che non stonerebbero in un testo poetico di tutto rispetto. Ed è proprio la stupita e sincera ammirazione del piccolo Watson che ferma la corsa “a testa bassa” della volpe, abituata a fuggire dagli uomini per la loro cattiveria e la loro tendenza ad assoggettare gli animali ai loro capricci. Hai raccontato con sensibilità ed efficacia di come John riesca a superare la diffidenza della bestiola di fronte a quello che è definito “l’addomesticamento” che essa vede come un’odiosa prevaricazione sugli animali. È il nostro consulting che fai parlare con la voce di quell’animale fantastico, per esprimere tutta la sua diffidenza nei confronti dello stabilire relazioni con gli altri che non siano di lavoro o casuali. Via via che i due si parlano e si conoscono, la volpe Sh non si rende conto che non deve temere di venire “addomesticata” perché lo è già (“…ti verrei incontro…”): la magìa dell’affetto del piccolo principe ha agito su di essa, legandola al suo cuore. L’ultima immagine, di quella splendida volpe che si acciambella “elegantemente” (è Sh!) sul letto accanto a John, è di una suggestione veramente grande. Ho letto d’un fiato questa tua piccola meraviglia, dolce e profonda, scritta con la magìa della freschezza con cui si esprimono i bambini. Ed ho ritrovato la fonte abbagliante della Johnlock: due esseri in un unico sogno. Per sempre. Complimenti, davvero.

Recensore Master
28/08/17, ore 09:47

Ciao, ho impiegato davvero tanto tempo per decidermi a leggere questa storia e la ragione è perché non conosco Il piccolo principe. Sì, lo so, "Shame on me"! Non ne conosco le ragioni, ma non l'ho mai letto... forse perché, non essendoci in biblioteca, io ho finito col non leggerlo mai. Di solito evito di leggere storie incentrate su altre che non conosco, perché mi piace assorbire tutto di una storia (o almeno... provare a farlo), cercare di cogliere tutti i riferimenti che certamente sono inseriti anche qui. Quindi ho tentennato e ci ho pensato parecchio prima di leggerla, mi pareva quasi di fare un torto provando a capire cose di un libro che mi è sconosciuto. Già, perché del piccolo principe io non so niente di niente, ma proprio niente. Non sapevo nemmeno che ci fosse una volpe parlante. L'ho scoperto qui.

Ad ogni modo, ho voluto leggera per curiosità più che altro. Mi piace l'assegnazione dei personaggi e l'adattamento. Anche se non conosco l'opera originaria, posso intuire alcune cose. John nella parte del bambino, qui claudicante e zoppo, è perfetto. Mi fa un po' strano saperlo ricco (di solito il "principino" nelle fanfiction è proprio Sherlock), ma personalmente credo ci siano cose più importanti dei soldi e cogliere quella che è la filosofia dei personaggi ritengo che sia più importante. La volpe è saccente e anche un po' presuntuosa. Può risultare ruvida al primo impatto, è anche poco compassionevole verso gli altri animali, non mostra empatia verso di loro e al punto che li ritiene degli idioti solo per essere caduti in una trappola. Sono certa di essermi persa tanto dell'adattamento dei personaggi, ma se guardo solo Sherlock BBC, allora posso dire che sono molto indovinati.

L'amicizia che viene fuori è qualcosa di unico e speciale, molto più orientata verso un futuro che non hanno ancora vissuto e che potrebbe essere anche molto diverso da come sognano John e Sherlock. Ma c'è ed è un qualcosa di forte e speciale. Ci sono anche diversi riferimenti alla vita a Baker Street, come le avventure notturne e cose del genere...

Insomma, hai fatto un lavoro splendido. Una bella favola, sognante, ben scritta... mi spiace solo conoscere metà della vicenda.
Koa

Recensore Veterano
22/08/17, ore 07:53

Wow, ma questa storia è meravigliosa! Allora prima di tutto devo ammettere una cosa: non ho mai letto il piccolo principe, anche se conosco vagamente la storia. Lo so, lo so, shame on me! Ma dopo aver letto questo credo proprio che lo recupererò. Devo assolutamente farlo. Che dire, la tua storia è bellissima e poetica, oltre che dolcissima, mi ha realmente commossa. Non riesco ad aggiungere molto altro, perché mi ha lasciato senza parole, ma credimi quando ti dico che mi è piaciuta un sacco. Continua a regalarci le tue perle, sono sempre felicissima di trovare qualcosa di tuo. Alla prossima!

Recensore Veterano
07/08/17, ore 14:14

Salve, mia cara, bentornata. :) Son stata molto sorpresa nell'aprire la pagina e trovare una tua storia; ancor di più mi ha stupita il tuo ispirarti al Piccolo Principe, e devo ammettere che è stato uno dei libri più dolci che abbia mai letto, ed anche significativi. Quindi mi è proprio piaciuta questa tua idea, e l'ho trovata azzeccata nel fonderla con John e Sherlock. Ovviamente il nostro detective non poteva che essere la Volpe da addomesticare, mentre John il bimbo zoppo e solo. Molto carina questa trasposizione, e mi hanno colpito le frasi che hai rielaborato. Ho rivisto il loro rapporto, la loro amicizia unica e particolare; il donarsi di Sherlock, che diverrà inevitabilmente dipendente del legame con John, proprio come una bestiola che non può più vivere senza il suo "padrone". Perché per quanto il Piccolo Principe possa essere una favola per bambini, in esso ho sempre rivisto delle verità molto profonde e poetiche. Tu l'hai rielaborato bene, e l'hai reso una piccola fiaba dolce e tenera su un'amicizia profonda e speciale come solo quella tra questi due nostri adorati sa essere. Che dire, ancora brava e welcome back! Ciao, un bacio :)

Recensore Veterano
07/08/17, ore 12:35

Ciao meiousetsuna, ben ritrovata!

Che dire: davvero una meravigliosa idea, splendidamente sviluppata in una storia altrettanto bella. I richiami a quel preciso capito del libro di Antoine de Saint-Exupéry sono evidenti (fino a dove, poi, la storia si discosta dall'originale, fino a terminare con quell'immagine dolcissima con la quale hai scelto di chiudere il racconto) e contribuiscono a ricreare la magia che vive tra le pagine di quel romanzo che tanto ho amato da bambina (capendolo del tutto, però, solo in età adulta).

È una favola incantevole, scritta benissimo, che ho avuto la fortuna di leggere cullata dal rumoroso silenzio dello onde che lambiscono una spiaggia deserta.

Grazie, davvero.

L'ho aggiunta alle preferite immediatamente e - cosa che di rado faccio - mi sono permessa di consigliarne caldamente la lettura su Twitter.

Le cose che fanno bene al cuore (e sono già così rare!) devono - quasi per un imperativo morale - essere condivise.

A presto,
B.