Salve! Piacere, Komadori, non credo che ci siamo mai conosciute, ma è senz'altro un piacere farlo adesso. Io sono Giandra (chiamami Ale, o Alex, o Alexa, o Sandra, o San-) e sto cercando di leggere e recensire un bel po' di storie, per conoscere stili diversi dal mio e per provare, nel mio piccolo, con i miei limiti e le mie infinite imperfezioni, ad aiutare qualcuno magari, come io sono stata aiutata tante e tante volte. Quindi, eccomi qui.
Vorrei iniziare con alcune cose che non mi sono piaciute, magari con alcune imperfezioni, se me lo consenti — al solo scopo di risultare costruttiva, ovviamente. Principalmente non ho capito come mai per i dialoghi hai utilizzato due trattini consecutivi anziché uno (già lungo di per sé, trasformandolo in uno spropositatamente lungo(?)), ma immagino siano scelte d'autore, non mi permetterei mai di criticarti; tuttavia, vorrei farti notare che in questo punto ne hai usato uno anche a fine dialogo, nonostante dopo non vi fossero parole (ho visto che è un caso isolato, quindi sai perfettamente di non dovercelo mettere, te lo faccio solo presente): "━━ Non ti ricordi? L'abbiamo scelta insieme, nostro figlio aveva bisogno di un posto in cui giocare senza correre pericoli ━━". Ai primi due righi poi troviamo la ripetizione dell'aggettivo "modesto". Qui "che non gli apparteneva" c'è l'uso del pronome sbagliato (comunissimo nel parlato, ma bisogna starci attenti nello scritto), dovrebbe andare: "che non apparteneva loro". La frase "I due coniugi erano accomodati" ha qualcosa che non va: il verbo "accomodare" in questo caso andrebbe usato come riflessivo credo ("si erano accomodati"), anche se io consiglierei di cambiare proprio il verbo. "avevano allestito un piccolo tavolo da esterno per posare le bibite ghiacciate" in questo caso l'utilizzo del verbo "allestire" è impropria, perché vuol dire "preparare", "organizzare", "mettere a punto", mentre in questo caso suppongo tu stessi solo cercando di dire che avevano sistemato il tavolo in giardino per le bibite (?). "Già, il nostro piccolo è diventato un eroe...Dovresti essere fiero di lui." Qui l'unico errore è la mancanza dello spazio dopo i punti di sospensione.
Per il resto, direi che va tutto bene. Forse avrei preferito che la storia fosse leggermente più incentrata sulla città, che sui personaggi, anche se di base essa è proprio la base del loro discorso: è stata il loro nuovo inizio, da Albanova è partito tutto.
Ho molto apprezzato parecchie descrizioni, mi piace come scrivi: hai uno stile scorrevole e pulito. Inoltre sinceramente dal punto di vista grafico la tua storia è invidiabile: sia l'intro che il testo in sé sono presentati benissimo secondo ogni punto di vista.
La trama poi è bella, innanzitutto perché è originale: se ne trovano poche di storie così. Poi sinceramente la coppia dei genitori di Vera io l'ho sempre adorata, sia nell'anime che nel game (per quei pochi accenni che ci sono), quindi mi conquisti con la loro dolcezza e fluffuosità. Per quanto riguarda il nome del figlio, inizialmente ho pensato a Max, poi dopo ho capito ed è stato anche meglio di quanto mi aspettavo.
Sembra una storia senza un preciso scopo, un po' messa lì così, ma in realtà io ci vedo un grande obiettivo: riflettere l'influenza che una città può avere sulla vita di una persona o di una famiglia. Del resto, in una cittadine piccola seppur bellissima come Albanova, è ancora più facile sentirsi soli.
Quindi, niente, non vorrei diventare logorroica. La storia mi è piaciuta, è grossomodo scritta molto bene e mi piace il fine della Raccolta. Ci sentiremo ancora!
Alexa. |