Ciao,
prima di dare un giudizio sul contenuto, vorrei concentrarmi sulla forma. Hai saputo utilizzare, nel modo giusto, termini meravigliosi e perfettamente calzanti, avendo un linguaggio assolutamente aulico e di alto livello. Ai tempi di oggi non è facile trovare gente capace di scrivere così bene.
Riguardo il contenuto, anche se non condivido pienamente il tuo pensiero, trovo che sia molto interessante e piacevole da leggere. Per come la vedo io, non c'è una distinzione netta tra "dolore", "felicità", "tristezza", ma forse dovremmo imparare a vederle come qualcosa di integrato. Non si può essere mai pienamente felici o mai pienamente tristi, ma, a mio parere, tutte queste sensazioni si presentano sempre assieme, ma magari in proporzioni diverse, in base alla situazione. In più c'è da dire che non siamo noi a decidere se lasciarci andare al dolore o se essere felici, molte volte certe sensazioni e certe emozioni non dipendono dalla nostra volontà, piuttosto derivano da pulsioni inconsce che riguardano la parte più recondita e sconosciuta della nostra anima. Chiaramente il mio è solo un pensiero, non mi permetto di dire che il tuo sia sbagliato. Si tratta semplicemente di modi diversi di vedere le cose, tutto qua. In ogni caso, complimenti, tema meraviglioso! Concordo con la tua insegnante sul suo apprezzamento di questo tema.
Angelo. |