Recensioni per
Scegliere di dimenticare
di Mary Black

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/12/22, ore 02:51

Ciao! Non potevo non passare a leggere e recensire anche questa os, visto che tratta degli stessi personaggi le cui caratterizzazioni da te scelte mi avevano così convinto nell’altra storia! Scusa ancora per i casini che ho fatto con la recensione all’altra storia. Questa fic è decisamente più breve, eppure i due maghi oscuri, simili nel desiderio di dominio del mondo quanto diversi nel carattere, sono sempre caratterizzati magnificamente. Ancora una volta mi piace come hai evidenziato le loro differenze/somiglianze. Se nell’altra storia era Tom che si auto-illudeva di essere simile a Grindewald, per poi rendersi conto solo alla fine di essere fondamentalmente diverso da lui, a causa del fatto che Gellert non avrebbe mai rinunciato a tutti i sentimenti terreni per raggiungere l’immortalità, qui è Gellert che inizialmente considera Tom diverso da se stesso, meno pericoloso a al tempo stesso più moralmente disgustoso, fino ad arrivare al momento clou in cui si accorge che 1) Tom, nella sua battaglia contro la Morte, si è spinto moralmente più in là di quanto Gellert avesse mai osato fare, quindi non è da sottovalutare 2) Tom sarà pure un mostro, ma è l’unico che capisce le parti di psiche più contorte e la sete di potere di Gellert, perchè almeno da questo punto di vista sono uguali, il che non rende Gellert privo di ogni diritto di giudicare Tom?
Mi è piaciuto come hai evidenziato la fame di crudeltà morbosa del giovane Voldemort, il suo fascino verso la guerra, quell’eccessivo e quasi infantile senso di gioia che prova osservando la distruzione che diventa un piacere nuovo e sconosciuto, oserei dire quasi erotico, che lo coglie guardando Grindewald affermare il proprio potere su coloro che Tom considera *deboli*.
Mi è piaciuto il contrasto con Gellert che invece è sempre più gobbo e stanco sotto il peso della stanchezza e dei dilemmi di coscienza per la distruzione da lui stesso causato, la distruzione che sta continuando causare non più soltanto per il Bene Superiore, ma anche perchè il piacere egomaniaci di venir adorato e riverito come un dio pagano è troppo dolce per potervisi rinunciare per semplici scrupoli morali, dopo averlo assaggiato e gustato così a lungo.
Incollo le frasi che mi sono piaciute di più: “lo stupisce sempre vedere il peso delle sue azioni incurvargli le spalle, Gellert si detesta e Tom non se ne capacita“ e “Tom pregusta quei momenti con calma surreale, come quand’era un bambino dal fascino incantato che osservava un coniglio candido penzolare impiccato.” Penso che non potessi caratterizzare meglio il futuro Voldemort di come hai fatto con queste due frasi- così brevi e in apparenza semplici, eppure così efficaci nel descrivere la placida e proprio per questo spaventosa psicopatia del personaggio.

“c’è qualcosa di morboso nel modo in cui Tom lo attende al ritorno da ogni massacro, c’è qualcosa d’osceno nell’espressione che gli sfigura il viso quando le sue mani imbrattate di sangue gli si serrano addosso.“ sul serio, quanto devi essere inquietante per apparire come una lunga lista di red flags al Mago Oscuro che sta rappresentando una minaccia per mezza Europa?

“ma, a volte, l’assenza d’umanità di Tom lo riempie di disgusto e, quando bacia le sue labbra d’alabastro, Gellert non può fare a meno di ricordare e rimpiangere.” Momento di malinconia dopo l'accenno Grindeldore, che in una fanfiction su Gellert Grindewald non può mai mancare (per fortuna).
“Qualche volta, Gellert riesce a scorgere la belva negli occhi di Tom.
Qualche volta, passando la bocca sulla sua pelle fredda come il ghiaccio, ha l’impressione che a Tom manchi qualcosa – Gellert matura le intuizioni giuste, quando vede Tom combattere senza mai temere di morire, Gellert capisce e sono crampi e spasmi di disgusto, ma Tom è anche il ragazzo che si morde le labbra nel guardarlo distruggere ogni cosa, che dopo ogni massacro gli si stringe addosso facendolo sentire un dio pagano.
Tom è un mostro, ma Tom capisce, e Gellert sceglie di dimenticare“ tutto l’ultimo paragrafo, ma in particolare la frase finale. Il leift-motif di Gellert che ha capito chi è Tom e quanto sia pericoloso, più pericoloso e spietato di quanto Gellert fosse alla sua età, e non può fare a meno di esserne segretamente disgustato, nonostante tutto quello che ha fatto e i crimini da lui stesso commessi; eppure non può neanche fare a meno di ignorare questi pensieri e sospetti su Tom, lo stesso senso di disgusto e di allarme che prova verso di lui, perchè Tom è tutto ciò che gli rimane a parte la guerra e i rimpianti. Perchè è l’unico che capisce, ed è questa la cosa più tragica e spaventosa, per Gellert e per il lettore: perchè solo un mostro, alla fin fine, può capire un altro mostro.
(Recensione modificata il 10/10/2023 - 11:11 pm)

Recensore Master
29/04/20, ore 17:19

Terza recensione premio del contest "Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)! – II edizione"

Ed eccomi anche qui.
Oggi mi sono dedicata soltanto a te!
Siamo di nuovo io e il tuo Gellert, con questi occhi verdi squarciati e questa stanchezza che si trascina dietro, queste atrocità di cui ne ha abbastanza.
È una visione inedita del personaggio, ma come sempre dico lo conosci così bene, così tanto tuo (come appunto scrivevo nell'altra recensione), da riuscire a renderlo credibile anche in dei panni che visti da fuori, e con uno sguardo superficiale, rischiano di stargli decisamente stretti.
La bellezza di questa storia, dove ancora una volta a essere padrone è un senso di decadimento totale, è il modo in cui si incontrano (e scontrano) i due protagonisti: lo fanno in nome della morte, ed è una cosa assurda, irreale, ma tragicamente adatta alle personalità di Gellert e Tom. Il primo che ormai è morte, ne ha seminata troppa per illudersi di non averne il lezzo addosso, e il secondo che la cerca, la brama e arriva addirittura a sedurla sino a illudersi di sconfiggerla.
Ecco, il fatto che nel tuo racconto Gellert sia personificazione della morte mi ha rimandato all'epilogo canonico di questo personaggio: Gellert, pur rinchiuso in prigione e ormai privo delle ambizioni sfavillanti della gioventù, ride di Voldemort e lo accusa di non aver mai capito niente – di non meritarla affatto, la Bacchetta di Sambuco –; un'immagine, questa, che sposa meravigliosamente con l'altra, quella che vede Voldemort soccombere alla morte, sopravvissuta (giusto per giocare con gli ossimori!) al suo tentativo di vincerla attraverso gli Horcrux.
Insomma, canon e fanon si incontrano e rendono plausibile quest'idea di Gellert che incarna la morte, che l'ha compresa e ne è divenuto pari, e che ricoprendo questo ruolo oggi si lascia sedurre dall'oltre rappresentato da Tom, ma domani schernirà le ambizioni cadute di Voldemort.
Più nel dettaglio della coppia, trovo tu abbia saputo rendere benissimo il senso di sbagliato, sporco, senza futuro che si trascina dietro. È tutto sbagliato: è sbagliato Tom che di Gellert ama il sangue che gli sporca le mani e le macerie che si è lasciato alle spalle, è sbagliato Gellert che di Tom ama questa brama incontrollata di dominare tutto e tutti.
Un Gellert che, in Tom, si illude di ritrovare brandelli della propria cupidigia, dei fasti del passato – di Albus –, ma non è che un'illusione: il ragazzo già corrotto dal potere e dall'oscurità è già al di là di qualsiasi progetto suo e di Albus – bellissimo, a riguardo, lo sdegno con cui Gellert si riferisce all'esistenza degli Horcrux, come se li ritenesse una scappatoia indegna, un'offesa troppo grande a una nemica del calibro della morte. È questo un momento dove lasci emergere tutta la diversità tra questi due maghi oscuri, che pur avendo punti di incontro non sono, e non sono mai stati, la stessa cosa.
Dello stile credo sia anche inutile che parli, sai bene quanto io adori tutto ciò che scrivi, ma questa storia l'ho trovata particolarmente d'impatto e piena di immagini evocative. Anche il titolo mi è piaciuto molto, ritrae alla perfezione il motivo che spinge Gellert ad abbandonarsi a Tom – che è una scelta, e non potrebbe essere altrimenti visto di chi stiamo parlando: Gellert non si piega alla malia di Tom, la capisce e sceglie di cederle.
Ancora una volta concludo con i complimenti di rito, ma tu scrivi sempre storie degne di nota!
Alla prossima!

Recensore Veterano
26/12/17, ore 13:02

Ciao, ti lascio la recensione anche qui!

Voto: 7
Commento: la cosa che ho apprezzato maggiormente in questa storia è l’introspezione dei personaggi; interessante è anche il rapporto tra i due, soprattutto dal punto di vista di Grindelwald, anche se avrei preferito più sentimento e meno fisicità. La coppia non è una delle mie preferite, ma ho apprezzato la vena un po’ dark dello stile, nonché l’alternanza dei pov. Scrivi comunque molto bene e fai ottime scelte lessicali.

Recensore Master
25/12/17, ore 18:22

Prima classificata e vincitrice del premio Pathos al contest "Flashiamo! - III edizione"



Grammatica: 10/10 
Perfetta. 



Stile: 10/10 
Stile curato, limpido, incisivo. L'uso abbondante del corsivo si rivela una scelta vincente, ogni frase e parola traboccano di significato e con la loro forza espressiva bombardano letteralmente l'immaginazione. La costruzione lineare dei periodi, frasi brevi e lapidarie spezzate dall'uso dei trattini, donano un ritmo incalzante alla lettura, a tratti rilassante. Il lessico è mirato per descrivere azioni atroci e sensazioni totalizzanti con eleganza, ma al tempo stesso non fa sconti sul piano visivo: si riesce a vedere Gellert con "le mani imbrattate di sangue e gli occhi verdi squarciati", Tom "dal fascino incantato che osservava un coniglio candido penzolare impiccato". Scelte come "squarciati" per descrivere gli occhi, "le labbra si schiantano sul suo collo ", verbi come "trascinare", "crollare", "strappare", "recidere" sono specchio dell'aggressività della relazione di coppia che domina il testo e gli donano una bellezza lacerata. L'assenza di periodi lunghi e ricchi di aggettivi, le pause calibrate e i punti di vista alternati sono perfetti per conferire immediatezza a ogni immagine, che riesce a risultare forte ed evocativa di suo, senza l'uso di inutili fronzoli. Inutile dire che l'ho trovato perfetto, con una presa emotiva pazzesca! 



Titolo e introduzione: 8.5/10 
Al titolo ho assegnato 3.5, all'introduzione 5. Del primo non mi entusiasmano a livello musicale la presenza di "ere" e "are" a distanza ravvicinata e la ripetizione del "di". "Scegliere di dimenticare" è sicuramente un titolo in grado di racchiudere in sé il messaggio della storia stessa, ma non comunica all'immaginazione con la stessa bellezza affilata dello stile e dell'introspezione. Per queste ragioni, invece, l'introduzione risulta perfettamente centrata, ci permette di figurare Tom Riddle - l'essere (non) umano incapace di provare sentimenti - nell'ottica di una relazione di coppia, senza che questa circostanza risulti forzata. Il messaggio dell'introduzione mostra il Tom Riddle ammaliato dalla morte, dal desiderio di schiacciare la vita, di cui Gellert costituisce un intrigante riflesso. Hai scelto dei periodi estrapolati dal testo che mettono in luce la dinamica di coppia in maniera netta e che al contempo invogliano a leggere. 



IC e caratterizzazione: 15/15 
Includo entrambi i parametri perché di Gellert sappiamo poco, perciò di lui valuto la caratterizzazione. Entrambi i personaggi "si sentono" a trecentosessanta gradi, lasciano un pezzo di sé a ogni riga, costruiscono un mondo sia nel momento in cui vengono esaminati singolarmente che quando sono insieme. Il Tom che delinei insegue il potere con una vocazione incondizionata, è il vero Tom Riddle che non si fa scrupoli a piegare vite, ma che addirittura nel vederle stroncarsi prova un piacere "incantato". Tom è privo d'umanità e non teme la morte, gli unici istanti in cui prova emozioni sono quelli in cui vede gli altri soffrire, e tutto questo si percepisce nitidamente nel testo. L'ho trovato convincente, coerente a se stesso anche e soprattutto nel modo in cui si relaziona a Gellert. Quest'ultimo porta su di sé le tracce che la Rowling ha lasciato di lui nel momento in cui lo descrivi con le mani imbrattate di sangue, un uomo temibile, abile e potente. Sei poi andata oltre creando una caratterizzazione ad hoc che lo rende estremamente umano. Ho amato sia questo contrasto fra l'immagine di Gellert che se ne fa Tom e il vero Gellert, che il contrasto più netto fra i due stessi protagonisti. Aldilà della coerenza, mi sembra anche che si possa parlare di verosomiglianza, forse la Rowling ci avrebbe mostrato proprio questa versione del Gellert adulto: un uomo pentito e che di fronte a un ragazzo incapace di aver alcun cedimento alla vista dell'atrocità si sente turbato, ma che in virtù di questa stessa condizione lo sceglie come rifugio. Tom è un rimedio contro i ricordi per Gellert e quest'ultimo non può fare a meno di provare più che semplice orrore per lui, disgustandosi, certo, ma senza riuscire a evitarlo. È possibile comandare un esercito, ma non i propri sentimenti. Non avevi soltanto un personaggio difficile da gestire, ma due, e il risultato è eccellente. 



Sviluppo della coppia: 15/15 
Se non è facile gestire personaggi come Tom e Gellert, scrivere una flash in cui è addirittura è presente un legame di coppia è ancora più arduo. Tom è privo d'umanità, questo impone grandissimi limiti sia dal punto di vista introspettivo che fisico, ma te la sei cavata alla grande scavalcando ogni ostacolo. Lui è il bambino che osserva un coniglio impiccato e invece di provare disgusto, orrore o pena si gode meravigliato lo spettacolo. Tom è il futuro Lord Voldemort che creerà un esercito di assassini e seminerà devastazione nel mondo, ma in questa flash è ancora l'ibrido a metà strada nel proprio progetto di potere, non è più Tom e non è ancora Voldemort. L'idea che possa lasciarsi andare a slanci fisici con Gellert, quindi, non stride. Tom appare come un re del male in cerca di una guida e di un suo pari, come un ragazzo ambizioso d'imparare da chi ha più esperienza e più morti di lui alle spalle. In Gellert vedo l'unico capace di ricoprire tale ruolo, perciò questi slanci non risultano fini a se stessi, ma reazioni condizionate dall'immagine mentale che Gellert rappresenta per lui. Tom tocca il potere nel momento in cui tocca Gellert, ed è giusto sottolineare che lo faccia con "la passione dei suoi diciott'anni": a quell'età le ambizioni, i sogni e gli ideali sono giovani quanto chi li nutre, Tom ha una dannata fame di conoscere e vivere il proprio sogno e con Gellert ha appena iniziato ad accarezzarlo, in tal senso gli slanci fisici non solo non risultano fuori posto, ma addirittura necessari per rappresentare al meglio la devozione di Tom al male, la sua adorazione incondizionata per il potere. 
Mi sono sentita trascinare assieme a lui verso Gellert, tanto era nitida l'introspezione, e se del primo emergono la meraviglia e il bisogno incondizionato, del secondo spiccano con altrettanta forza il disgusto per se stesso, il tormento, l'inquietudine, il rimorso e il coinvolgimento sentimentale. Gellert sceglie d'abbandonarsi a Tom, un essere che per la sua assenza di umanità gli suscita turbamento, pur di dimenticare l'orrore che ha seminato, perché affrontarlo gli costerebbe troppo. Gellert sceglie di fuggire dalla realtà rifugiandosi, per assurdo, nel contatto con una persona ben peggiore di lui, ben più malvagia. È come dire che X preferisca provare sollievo stando con un (il) mostro, piuttosto che ricordare d'esserlo a sua volta! Tutto questo è paradossale, eppure così realistico, così opportuno nell'ottica di una relazione Tom/Gellert, che può soltanto giovare a livello introspettivo. La relazione tra i due risulta ricca di sottintesi, di contrasti invalicabili, di un mondo che va ben oltre quanto scritto nero su bianco. Il tormento di Gellert, che nel finale appare come congelato nella sua rassegnazione, cozza contro l'estatica e a tratti ceca ammirazione di Tom. Sono due condizioni emotive molto intense, ed entrambe spiccano con forza travolgente grazie allo stile incisivo. 
 Il periodo "a volte, l’assenza d’umanità di Tom lo riempie di disgusto e, quando bacia le sue labbra d’alabastro, Gellert non può fare a meno di ricordare e rimpiangere" con quel rimpiangere in corsivo è uno dei miei preferiti, perché in quel "rimpiangere" ci ho visto anche un riferimento alla Grindeldore che mi ha spezzata. In sintesi, pathos alle stelle. 



Totale: 58.5/60 

Recensore Junior
24/12/17, ore 23:11

Voto: 8/10 
Mi è piaciuto moltissimo la carnalità e la violenza sprigionate dal rappoorto tra Tom e Gellert! Questi due uomini, molto simili tra di loro, due mostri, nonostante tutto il fascino che li circonda e che gli fa avere un folto gruppo di proseliti: il primo nucleo di Mangiamorte ad Hogwarts, giovani soggiogati dal fascino di Riddle e Silente, colpito dal carisma e dalle idee di Grindelwald. Tom è però, l'unico che a tutti gli effetti può comprendere il compagno, una relazione che permette ad uno di "appoggiarsi" all'altro e sostenersi vicendevolmente. Trovo che sia stata la narrazione di una relazione che proietta in modo perfetto anche il loro, soprattutto futuro, agire. 

Buone feste^^

Recensore Junior
24/12/17, ore 19:24

Ciriciao! Ti lascio anche qui il mio commento.


8/10


Quello che più mi ha colpita della storia è la caratterizzazione dei personaggi, resi tridimensionali e quasi tangibili: in una sola parola, reali. Riesco ad avvertire perfettamente la stanchezza di Gellert nel proseguire i suoi intenti criminosi (mostratomi dal suo voler dimenticare, dal “peso delle sua azioni incurvargli le spalle”) da un lato, e la sempre più crescente follia omicida del giovane Tom, assetato di potere, dall’altro. 
Mi è sembrato che le personalità dei due tendono a completarsi, ad uniformarsi in una sola e passiamo così dalla scelleratezza della gioventù ai rimorsi della vecchiaia. Questo tratto della storia mi è piaciuto davvero tanto, così come l’aver espresso in maniera implicita i pensieri dei personaggi e la costruzione della storia stessa: due lati diversi e opposti, ma che si trovano nel medesimo spazio. In questo modo l’estetica stessa della storia rappresenta i due personaggi. Mi piace molto anche questo concetto di coppia: lo stare insieme di Gellert e Tom è quasi del tutto egoistico, entrambi ne traggono vantaggi (Gellert dimentica gli orrori attraverso l’amore di Tom, Tom soddisfa la sua sete di potere attraverso le gesta di Gellert). 
Il titolo è, forse, più rivolto alla figura di Gellert, ma lo trovo piacevole e accattivante. 
Una cosa che non ho molto apprezzato, invece, è l’uso del corsivo, forse un po’ esasperato a parer mio. 


Mi scuso per non aver indovinato che fossi autrice di questa storia; in caso avessi qualche dubbio sul mio commento sarei felice di parlarne. 
Un bacione e tantissimi auguri!
M.P.
(Recensione modificata il 24/12/2017 - 07:30 pm)

Recensore Veterano
24/12/17, ore 15:51

Il mio commento (molto scarno, me ne rendo conto, ma ti ho già detto il resto su Facebook *_*):

10/10 
È una storia che mi ha colpito molto, a partire dallo stile e dall’utilizzo di immagini molto forti, le quali trovo che si sposino bene con l’atmosfera e il contesto, nonché con i personaggi e con il rapporto intenso che immagino i due possano aver avuto. La caratterizzazione dei due è meravigliosa e si amalgama benissimo con lo stile e con l’alternarsi dei punti di vista. Credo che il modo in cui sono stati resi Tom e Gellert sia il vero punto di forza della storia: due personalità prorompenti e complesse, che esplodono letteralmente tra le righe della flash, gettando fin da subito il lettore a capofitto in una relazione che di sano non ha nulla, ma che riesce comunque ad affascinare tantissimo. Il loro rapporto è una guerra infinita, la lotta continua tra due individui che vogliono solamente prevalere l’uno sull’altro, ma che, al contempo, in un certo senso, non riescono nemmeno a fare a meno l’uno dell’altro. L’autrice ha fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista, trattando due personaggi pieni di punti in comune, entrambi di notevole spessore, riuscendo comunque a differenziarli e a farli emergere anche individualmente, senza esagerare o rendere ridondanti le descrizioni. In alcuni punti ho notato la presenza di frasi forse un po’ troppo lunghe, che tendono a rendere meno fluida la lettura, ma si tratta davvero di una piccolezza e per lo più soggettiva: il mio parere su questo piccolo capolavoro ne esce quindi praticamente illeso. 


In bocca al lupo per la classifica di Freya!
Un bacio e tanti auguri! :)
(Recensione modificata il 24/12/2017 - 03:52 pm)

Recensore Master
24/12/17, ore 13:20

Ciao ^^

La tua storia mi è piaciuta moltissimo. Ci ho messo un po' a decidere a chi dare il premio pathos, alla fine ho veicolato su un'altra, ma ci sei andata vicina! Bellissime le descrizioni che fai di Gellert e il loro rapporto violento, ma amorevole... Gellert che capisce che Tom ha qualcosa che non va, ma persiste... Anche lo stile e la struttura della storia mi hanno affascinato e coinvolto molto. Gradisco sempre una struttura originale che fa capire entrambi i punti di vista. Se dovessi dire una cosa che non mi è piaciuta moltissimo è il finale aperto... speravo in un bad ending xD ma sono questioni di gusti. Capisco anche che il finale è direttamente collegato sia al titolo che al concetto in sé della storia che volevi trasmettere :). Comunque ripeto una bellissima One shot, come sempre scrivi benissimo!