Recensioni per
I am calling you
di Hotaru_Tomoe

Questa storia ha ottenuto 49 recensioni.
Positive : 48
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
08/06/20, ore 02:01
Cap. 15:

È una bellissima storia, molto ben scritta.
Il crossover con DW e Sense8 (in una singola scena) mi è piaciuto davvero tanto. Considera che Sherlock, Doctor Who e Sense8 sono tra le mie serie preferite. Il fatto che John e Sherlock abbiano un lieto fine pur venendo da universi diversi è davvero bellissimo e commovente. Grazie davvero per questa storia meravigliosa.

Nuovo recensore
21/01/20, ore 20:23
Cap. 1:

Più’ leggo le ff sul sito inglese AO3 e più mi viene voglia di rileggere le più belle che ho trovato su efp. E ovviamente la maggior parte sono tue. C’è sempre qualcosa che stona in quelle inglesi, i casi sono per la maggior parte sciocchi, o John e Sherlock sono troppo OOC. Insomma rileggerò o questa o “into another world” perché sono tra le più belle e mi piace pensare che quei due idioti da qualche parte sono felici. Grazie per la tue storie
(Recensione modificata il 21/01/2020 - 08:24 pm)

Recensore Veterano
03/05/18, ore 18:04
Cap. 15:

Mi spiace un sacco che sia finita, mi piacciono sempre le tue storie, ma questa aveva qualcosa di più, forse perchè sono ancora amareggiata per la quarta stagione e quindi è stato bello leggere qualcosa che si discosta completamente.
Questo ultimo capitolo, anche se è di raccordo, ha dei momenti molto belli, quello che mi ha commosso di più è quando tornano per la prima volta a Baker Street e John vede il fantasma di Sherlock e lo lascia andare.
Poi anche la conclusione, è divertente l'idea che in questo universo, John scriva libri su Doctor Who.

Recensore Master
01/05/18, ore 22:40
Cap. 15:

Si arriva sempre alla fine con crescente malinconia perché una "cosa" bella si è conclusa. E, come ogni volta, si dà uno sguardo globale a ciò che ci hai regalato. Si, perché questa tua long è stata proprio un bel regalo, per vari motivi. Prima di tutto, per l'ardito crossover tra i due mondi di Sh e del Dottore, sicuramente tra le Serie che più hanno segnato, e stanno segnando ancora, il percorso di noi accaniti consumatori di sogni e di avvincenti storie.
Anche se io non ho molta propensione per le avventure riguardanti il Tardis e chi lo occupa, ne riconosco il meritato successo; in quanto a Sh ti risparmio una valanga di sbavanti osservazioni. Comunque sia, hai gettato un ponte tra i due contesti assolutamente diversi, ed il risultato è stato veramente di qualità, come se un sapiente artigiano avesse assemblato un gioiello nuovo, con pezzi provenienti da altre manifatture.
Uno dei punti vincenti di questo ardito esperimento, peraltro ben riuscito, è l’aver saputo trovare una concreta possibilità di interazione tra i due “giganti” delle Serie, cioè Sh ed il Dottore, supportati dai loro personaggi satellite che, comunque, danno un significato a tutto ciò che succede, anche perché loro presenza è indispensabile, e cioè John e Donna.
Non era certamente semplice far interagire delle figure complesse come, appunto, Holmes ed il Dottore ma tu ci sei riuscita, proprio perché hai saputo anche “frugare” nelle personalità particolari dei due, trovando degli agganci caratteriali che mi hanno davvero sorpreso, pur non essendo un’assidua frequentatrice delle vicende del Tardis. Hai insinuato l’idea di un loro essere simili, che trovo davvero interessante. Sicuramente sia Sh che D.W sono imprevedibili, liberi da qualsiasi forma di pregiudizio nei confronti di ciò che li circonda, appaiono diversi da chi li circonda, a volte addirittura clowneschi. Però, al tempo stesso, tra le diverse sfaccettature della loro personalità, campeggiano una formidabile intelligenza e degli aspetti oscuri, cupi, difficili da interpretare, quasi sicuramente delle fragilità messe al sicuro in qualche anfratto del loro animo.
Come ho già osservato in una precedente recensione, Sh ha il suo Mind Palace, con tutte le sue stanze ed i suoi mille contenuti e, parallelamente, il Dottore ha il suo Tardis, che "è più grande all'interno", luogo altrettanto importante e simbolico.
Un altro, e non ultimo, motivo di gradimento da parte mia, che mi ha particolarmente coinvolto ed emozionato, è stata quell’invenzione narrativa strepitosa di pensare a due Sh e a due John, dei quali uno e un altro sono perfettamente complementari e corrispondono a quello che manca all’altro. Uno Sh, in un Universo è morto davvero ed a lui sta sopravvivendo un John che non riesce a trovare più un motivo per vivere; nell’altro Universo Sh è vivo ma ha a che fare, dolorosamente, con la deformata figura di Watson, simile a quella che ha campeggiato nella S4.
Dunque, grazie al Tardis, hai messo in comunicazione le due abissali sofferenze che finiscono per incontrarsi e spegnersi l’una nell’altra.
Nell’ultimo capitolo questo appare chiaro, senza più dubbi e la certezza di una nuova vita ce l’ha persino Mycroft (“…Come vuoi, fratello…”) che, così, chiamando “fratello” quell’estraneo, dimostra di concedersi un’altra occasione per fugare i suoi sensi di colpa nei confronti di chi, tutto sommato, è morto anche a causa sua.
Sh e John sono diventati inseparabili, John ha scoperto di essere innamorato di questo “nuovo” Holmes (“…;gli mancava l’uomo così folle da essere giunto fino a lui da un altro mondo… che gli aveva teso la mano su quella passerella arrugginita, salvandolo da se stesso e
dai suoi errori…”). Adesso sarà sempre e solo 221b.
Altre motivazioni che mi hanno fatto apprezzare la tua storia riguardano il tuo modo di scrivere, che si adegua al contenuto e procede con agilità senza “impigliarsi” in banalità o cose trite e ritrite.
E poi c’è il tuo grande impegno che ci ha permesso di leggere una storia davvero articolata, originale e sorprendente. Complimenti e grazie, sinceramente.

Recensore Master
29/04/18, ore 10:44
Cap. 15:

Ciao, guarda, leggendo le tue note finali mi sono resa conto che la tua è la prima wolock che finisco, o che comunque leggo per intero. Cosa che non mi era mai successa, anche se ci avevo provato. Non mi stupisce di esserci riuscita con te, perché questa storia è bellissima. Credibile, coerente... Di solito, nelle wolock, trovo sempre qualcosa che non mi piace, ma questa invece aveva delle belle caratterizzazioni (Parlo anche di Donna e del Dottore, non solo dei vari Sherlock e John, eccetera) e questo è un aspetto che mi è piaciuto tantissimo. Specie per un fatto su tutti, universi diversi significa avere anzitutto delle persone diverse. E questo è un aspetto che tu hai giostrato con tanta abilità. Sherlock e John sono sempre loro, anche Mycroft lo è o Lestrade. I contorni fisici e caratteriali delle persone ci sono tutti, tanto che Mycroft quando vede lo Sherlock dell'altro universo si dice immediatamente che quello è senza dubbio Sherlock Holmes. Eppure se si va a guardare più in profondità, si nota senza dubbio tante sfumature differenti. I due John ne sono l'esempio principale. E credo che non sia stato affatto semplice caratterizzare la stessa persona, ma sotto punti di vista diversi. Lo dicevo nel capitolo scorso, il John dell'altro universo è molto simile a quello della serie e vedere un altro John giudicare tanto duramente se stesso... c'è stato tutto un lavoro di punti di vista, di oggettivo e soggettivo, che personalmente ritengo elevino questa storia a una delle migliori che tu abbia scritto. Forse ha una trama meno articolata di altre, ma ha tantissimi punti di forza che hai gestito benissimo e che presumo non fossero facili da tenere in considerazione. Sì, non è una storia facile da leggere. Perché in alcuni passaggi è davvero dura accettare quel che è successo, anche in questo finale. Ero felice per Sherlock e John, perché si affacciano a una nuova vita insieme e questo nonostante le difficoltà, specie per quel che riguarda Sherlock e la finta morte, o Harry per esempio. Ma poi penso a uno Sherlock che è morto e all'altro John che è bloccato in un altro universo, senza più Sherlock, e con Mary! Pensa che sfiga... XD

L'arrivo al finale è stato molto ben gestito, come tutto quanto il resto. John in clinica è un'altalena di pensieri contrastanti, con un'emotività spiccata e che lo rendono molto verosimile. Vorrebbe andarsene in fretta e ritornare a una vita migliore, ma sa che prima ci sono cose che deve affrontare e che è fondamentale affrontare anche per il bene di Sherlock. Quello a cui assistiamo è un percorso che va a scavare molto in profondità nella sua vita e nei suoi sentimenti e questa volta lo fa con onestà (non come quando andava da Ella). Ciò che si nota è l'arco perfetto che fa e che culmina con il ritorno a Baker Street, con il lasciar andare il fantasma del suo Sherlock, accettando in pieno la vita con questo nuovo Sherlock. Sì, non è una storia facile. C'è tanta amarezza, ma allo stesso tempo c'è la consapevolezza di un futuro insieme. Di un qualcosa di buono e bellissimo che entrambi stanno costruendo. Non è facile, e gli intoppi che hai creato come la stampa o Harry o i genitori di Sherlock, sono del tutto credibili. Però si sente sempre che riusciranno a venirne fuori.

Sono davvero contenta che tu abbia deciso di scrivere questa storia e poi di condividerla. Alla prossima.
Koa

Recensore Veterano
23/04/18, ore 15:03
Cap. 14:

Anche questo capitolo mi ha commosso tantissimo, perchè ti trasmette il senso di due persone che si sono ritrovate. Sherlock e John si sono chiamati a loro insaputa, si sono cercati e finalmente sono trovati. Come dice Sherlock è inutile aspettare ancora, perchè quando hanno aspettato non è successo nulla di buono.
Mi piace un sacco il gesto finale di John, così protettivo, è tornato il Capitano Watson :)

Recensore Master
22/04/18, ore 23:13
Cap. 14:

Il Tardis è ripartito, il Dottore e Donna hanno ripreso la loro strada tra i vari Universi. Il grido di dolore, che aveva sconvolto l'equilibrio interdimensionale, ha trovato il modo per solidificarsi in un eccezionale ponte tra due inconsolabili sofferenze che avevano turbato addirittura gli Universi.
John urlava la sua volontà di autodistruzione per l'incapacità di accettare la morte (vera) di Sh; un altro Sh, vivo, non riusciva ad accettare la metamorfosi o meglio l'omologazione a modelli in serie del John del suo Universo che aveva offuscato la luce della sua vitalità e della verità con una copertura di ipocrisia e codarda accettazione della realtà.
Quel John rimasto solo urlava al cielo la richiesta di un miracolo, ed il "miracolo" è arrivato da un'altra dimensione, con un borsone a tracolla e le cicatrici profonde di una tristezza infinita. La sua, tutto sommato, è stata una scelta estrema, come un togliersi una vita che non significava più niente di accettabile per cercarne un'altra in cui sopravvivesse una speranza.
E questo l'hai fatto meravigliosamente accadere, pur in una squallida stanza d'albergo d'infimo ordine.
Sh può ora depositare il suo scarso bagaglio e la sua infinita sofferenza perché ha ritrovato il "suo" John. Questi, dal canto suo, può vedere realizzato e concreto il miracolo impossibile che chiedeva.
Ed è proprio John che, in questo capitolo, tu hai messo in primo piano, che trasforma tutta la spinta autodistruttiva della sua disperazione di un tragico post Reichenbach, in un’incontenibile energia positiva, in una travolgente presa di possesso di quello Sh così fragile ma così deciso a cercare un’altra possibilità, addirittura cambiando Universo.
Watson ha, ora, il suo “miracolo”, vivo e vegeto, forse non ha capito bene, fino in fondo, come diavolo sia potuto succedere, ma adesso non rifarà l’errore di trincerarsi dietro i suoi orientamenti sessuali per mascherare l’unica verità: lui è sempre, da subito, stato innamorato di Sh, però era troppo abbagliante guardare in faccia la reale portata dei suoi sentimenti. Adesso non sbaglierà più.
Ed è con Mycroft che esce tutto questo: a tal proposito, hai confezionato una scena forte e coinvolgente, che vede John addirittura mettere Sh, la “cosa” più preziosa che ha al mondo ora, sotto chiave e puntare, al maggiore degli Holmes, “la pistola in mezzo agli occhi con mano assolutamente ferma”. Non è certamente quel medico allucinato e bipolare che abbiamo visto nella S4. Ci hai restituito il “nostro” “conduttore di luce”, davvero.
Assolutamente travolgente il modo con cui descrivi la loro intimità, del resto so che tu sei capace di rappresentare scene davvero “bollenti” senza scadere nella volgarità ma evidenziandone, come in questo caso, il significato sentimentale ed umano: essersi perduti, essersi ritrovati, fermamente convinti che questa è l’ultima possibilità che si presenta di non lasciarsi più.
“…era avvolto in una veste da camera a scacchi rossa e verde e stava leggendo avidamente…”: mi è piaciuta molto quest’immagine, tenera e disarmante, in cui c’è Sh che davvero ha ricominciato a vivere. Infatti sta febbrilmente cercando aggiornamenti sulla “nuova” Londra che lo accoglierà con il suo “capitano” e questi semplici gesti di digitare “avidamente” sul cellulare per sentirsi di nuovo a casa.
E presumo ci si stia avviando verso la conclusione: peccato.

Recensore Master
21/04/18, ore 22:38
Cap. 14:

L'ora è un po' tarda per la sottoscritta (cioè, lo è per lasciare recensioni), ma dato che sono ancora su Efp e che il capitolo l'ho già letto, ho pensato di fermarmi e lasciare la recensione già che c'ero. Spero di riuscire a non dire castronerie...

Siamo in dirittura d'arrivo, e questo è chiaro. Lo sarebbe stato anche senza aver spiato il conteggio dei capitoli che hai messo su AO3, e che ho notato essere quindici totali. Pare evidente perché la situazione si sta risolvendo. Perché il Dottore e Donna se ne sono andati, gli strappi nell'universo si sono chiusi e Sherlock e John sono insieme. Si sono baciati, hanno fatto l'amore tante volte, è chiaro che stanno trovando una loro intimità. Così come lo è il fatto che, nonostante questo, nulla sarà semplice. Occorrerà del tempo e non soltanto per le faccende pratiche come crearsi una storia credibile o dire tutto a mamma e papà Holmes (cosa che presumo dovranno fare), ma anche il dare a Sherlock una casa a far sì che si possa creare un nuovo lavoro, in una Londra che dovrà imparare a conoscere. Certo era quello che voleva, ci pensava anche prima di decidere di seguire il Dottore, ma per farlo occorrerà del tempo. Così come ne servirà a John per tornare a una vita più consona. Quindi sì, c'è stato un avvicinamento pazzesco tra i due, ma i tempi sono anche molto veritieri e coerenti alla realtà delle cose. E soprattutto è verosimile il vederli avere a che fare anche con i fantasmi del passato, anche con tutti i "chissà" a cui John si ritrova a pensare e che hanno sempre a che vedere con Sherlock. Troppe paranoie e troppe paure, ne hanno passate davvero tante. Quindi è credibile lo svegliarsi e l'avere il terrore che fosse stato tutto un sogno o, peggio, un delirio dato da una sbronza. Lo è la paura, che si è sentita tutta, di lasciare Sherlock da solo. Il capitolo è stato molto intenso anche per questo motivo, perché stanno prendendo le misure con quel che è successo e non solo per il dover assimilare alieni e universi paralleli, ma anche perché c'è un altro Sherlock qui che è vivo. Uno Sherlock che lui, ma allo stesso tempo non lo è. Insomma, mi è piaciuta la parte lemon, ma anche tutte le difficoltà che stanno avendo nel confrontarsi con la realtà.

Ora aspetto solo il capitolo finale. Naturalmente la storia continua a essere stupenda.
Koa

Recensore Veterano
16/04/18, ore 14:59
Cap. 13:

Da metà capitolo alla fine è stato un fiume di lacrime.
Mi sembra che molti sottovalutano la sofferenza di Sherlock nelle due ultime stagioni o che, siccome Moffat dice che Mary deve starci simpatica perchè gli ha sparato in modo carino, allora tutti dobbiamo adorarla.
Ma basta spostare il punto di vista, come hai fatto tu, e tutto cambia. Usare questo John per fargli dire che quello che ha vissuto Sherlock è stato un inferno è un colpo di genio, perchè ti fa vedere l'assurdità della cosa.
E finalmente qualcuno apprezza i sacrifici di Sherlock: anche se non sono per questo John, lui riconosce il grande cuore dell'uomo che ha davanti e adesso lo terra tutto per sè.

Recensore Master
15/04/18, ore 23:49
Cap. 13:

Una splendida caduta, questa, in cui hai aggiunto John a Sh, insieme anche nella morte che a loro, viste le circostanze irreparabili, sembra già cosa fatta. Emozionante quel legare gli sguardi, che tu hai pensato, per imprimere nella memoria un’ultima immagine dell’unico amore. Ed è soprattutto Sh che, secondo me, è più drammaticamente coinvolto, gigantesco nel dolore e nella sofferenza che l’ hanno percosso dal suo ritorno alla terribile esperienza con Eurus, dal matrimonio di John alla violenza allucinante con cui, quello che era il suo “conduttore di luce”, l’ha travolto all’obitorio, in TLD.
Qui John appare più svagato e confuso ma, del resto. è logico che tu lo rappresenti così. Infatti, in quest’Universo, Sh è morto davvero e lui ha disceso le scale della disperazione e dell’abbrutimento. Ora si trova di fronte a chi dice di non essere il suo Sh, ma lo sembra in maniera impressionante.
Accettabile, quindi, dal punto di vista narrativo, che Watson si muova con cautela e diffidenza, angosciato dal contrasto tra ciò che gli recita inflessibilmente la ragione, cioè che Holmes è morto e non c’è più possibilità che ritorni, e quello che gli suggerisce il cuore, vale a dire che, quello che ha di fronte, è, invece, proprio colui che credeva di aver perso per sempre. Figuriamoci come si debba sentire nel momento in cui, ormai rassegnato a morire nella caduta, si ritrova, improvvisamente, in un luogo completamente avulso dalla realtà in cui ha sempre vissuto (“…si accasciò per la sorpresa…”).
Ho riso sinceramente quando mi descrivi un John imbarazzato e timoroso di offendere gli alieni vomitando nell’astronave, con il rischio, dunque, di scatenare così “una guerra interplanetaria”: la tua ironia è sempre così inaspettata e davvero piacevole. In questo caso è dalla parte di Watson che ti sei momentaneamente messa per meglio farci entrare nella sua totale confusione e nel suo allucinato sconvolgimento.
“…Puoi prestarmi il tuo cellulare?..”: qui, invece mi hai trasmesso una forte emozione perché ho rivisto gli stessi, ormai mitici, gesti con cui è cominciata la magnifica avventura in cui s’intreccia, indiscutibile, l’energia travolgente della Johnlock. Ed, in questo momento, i due ritrovano un’esperienza vissuta in due distinti Universi, separati non da una distanza misurabile ma, addirittura, appartenenti a dimensioni diverse. Eppure loro due provano lo stesso turbamento, come se, attraverso quel cellulare che viene dato da uno all’altro, passasse una meravigliosa energia che sembrava aspettare questo incontro per liberarsi ed indicare la fatalità del loro trovarsi. Stavolta non è solo casuale evento in una quotidiana contemporaneità ma, addirittura, punto rintracciabile in uno sconvolgimento dalla portata inimmaginabile, mediante un tunnel interdimensionale tra Universi.
Penso che l’aspetto che tu hai voluto dare al legame tra Sh e John evidenzi in un modo così meravigliosamente infinito il grande amore che li rende disperatamente indispensabili l’uno all’altro.
Ovviamente l’happy end non è così banalmente raggiungibile: logicamente hai messo in risalto i problemi che ostacolano il sentirsi veramente a casa, al 221b. Infatti John ha sempre nel cuore l’ “altro” Sh, quello che è morto, e non riesce a superare il fatto che la persona che si sta allontanando tristemente, con il borsone a tracolla, “non era la stessa persona che aveva conosciuto lui in passato”. Mi hai commossa, davvero, nell’immaginare quello Sh così triste e sconfitto, che comprende che, ciò che aveva immaginato e sperato, non era così semplice ed immediato da ottenere. John pensa sempre all’ “altro”, ovvio.
Il colpo di scena, improvviso e provvidenziale, lo carichi tutto nello schiaffo con cui Donna colpisce Watson, scuotendolo dal suo torpore.
La parte che segue è una tua magnifica “risistemazione”, logica e condivisibile senza esitazioni, del caos nel quale i Mofftiss hanno sparpagliato sentimenti, attese, sofferenze e chi più ne ha, più ne metta, dopo la seconda Stagione.
Ho apprezzato davvero il tuo impegno nel dare un quadro accettabile, senza forzature e clamorose sciocchezze (mi trovi perfettamente d’accordo sulla balordaggine dell’ “operazione chirurgica”) dei fatti che hanno portato Sh ad una tristezza così profonda e disperata e John ad un comportamento difficilmente inquadrabile in una semplice rabbia per essere stato “tradito” ed escluso.
La conclusione del capitolo è dolce come una carezza.
Non è che non ho altro di diverso da dirti, alla fine delle mie recensioni: te li meriti tutti i complimenti per quello che hai scritto. Ancora una volta.

Recensore Master
15/04/18, ore 13:45
Cap. 13:

Naturalmente, tra John e Sherlock, le cose non sono così facili. Non come sembravano essere nel capitolo precedente, dove erano riusciti a trovare una sintonia immediata. Qui sembra invece che trovarsi e capirsi, scacciare i fantasmi dell'altro Sherlock/altro John sia molto più complesso di quel che sembrava. Eppure è tutto coerente, lo è l'essersi intesi nell'immediato quando c'era un pericolo (vuoi per merito dell'adrenalina o del fatto che, comunque, sono Sherlock e John, universi paralleli a parte) e lo è anche questo lungo confronto a cui si assiste in questo capitolo. Lo è la reticenza di John, è comprensibile il suo essere stordito e lo è anche l'iniziale entusiasmo di Sherlock che crede quasi di poter prendere il posto di questo Sherlock, senza domandare prima a John che cosa ne pensa. Ci sta tutto perché viene descritto in maniera credibile e sempre procedendo per gradi.

Provvidenziale Donna, che è lei a far smuovere le acque e a far capire a John che quella che gli è successa è una cosa unica. Non tutti hanno una seconda occasione, non come questa almeno. Questo è un miracolo, lo stesso che John voleva per sé. Ed è quello che ha ottenuto, per questo lo schiaffo è stato provvidenziale perché lo scuote e lo sveglia. Gli fa capire che ha già perso uno Sherlock e non può fare la stessa cosa anche con questo. Naturalmente non è facile, e la curiosità lo porta a chiedere cosa ne è stato dell'altro John e cos'è capitato a Sherlock di tanto orribile. La cosa stupefacente è che tutto quello che Sherlock dice che gli è capitato (torture, lo sparo di Mary, il darsi una versione dei fatti per giustificare Mary), John le definisce come un inferno ma è esattamente quel che è successo nell'altra serie. Le sue reazioni al racconto sono quello che ci voleva e non solo rispetto all'altro universo, ma rispetto alla serie. John vede le cose come stanno da un punto di vista oggettivo, perché non è emotivamente coinvolto Mary (che non sa nemmeno che faccia ha), lui vede soltanto Sherlock e il dolore che ha passato, le torture, l'esser stato a un passo dalla morte per colpa di un proiettile nel cuore e l'aver fatto comunque di tutto per tenere John al sicuro con Mary. Credo che John abbia visto, attraverso il racconto delle azioni di Sherlock per il suo John, l'amore che prova e, forse di riflesso, l'amore che il suo Sherlock provava. Insomma, è più facile a capire che a spiegarsi...

Per concludere il ragionamento, ho trovato questo capitolo credibile e con passaggi che erano doverosi e che pareva giusto dover affrontare. Poi, ovviamente, finisce con un bacio il che rende tutto meraviglioso. Sarà interessante sapere come faranno per tornare a Baker Street e alla loro vecchia vita e come si muoverà Mycroft per cancellare le prove dell'esistenza di un cadavere che è quello di Sherlock Holmes. Insomma, avranno un bel da fare.
Koa

Recensore Master
10/04/18, ore 14:14
Cap. 12:

Ciao, mi dispiace arrivare sempre un po' in ritardo. Anche se leggo il sabato quando aggiorni sono sempre lenta a lasciare la recensione. Anche se, come qui, il capitolo l'ho adorato. Sarà per questo finale sospeso (e io amo i cliffhanger) o perché il capitolo è quasi completamente incentrato su Sherlock e John, ma fino ad ora è il mio preferito. Mi piace come interagiscono Sherlock e John e come tutti e due si rendano materialmente conto che l'appartenere ad universi differenti in realtà non mina la loro sintonia e il loro stare insieme come facevano un tempo, ognuno col proprio Sherlock/John. Più di tutto è John quello che fatica ad abituarsi, il che è naturale se si considera che non ha visto il TARDIS, non consce il Dottore e quindi non concepisce l'esistenza di universi paralleli. Ha faticato a credere a Sherlock e forse solo l'aver visto effettivamente il cadavere del suo Sherlock, lo ha convinto che fosse tutto reale. Ad ogni modo il suo interagire con quest'altro Sherlock è straordinario. Lo è il pensare che, in fin dei conti, sia sempre la persona che ha conosciuto. Forse con dettagli leggermente diversi, ma è sempre lo Sherlock che nasconde lame nel tacco delle scarpe. John lo sta riconoscendo e, non solo, ma sta cominciando a sovrapporre le cose e ad averci a che fare come se tutto fosse normale. In questo le scene di lotta hanno aiutato, anche se questo li sta quasi ammazzando, il sentirsi vicini come un tempo sta rinfrancando il loro legame.

Un'altra cosa che ho amato è il loro spirito di sacrificio. Prima Sherlock che fa scudo col suo corpo e poi vederli cadere entrambi verso morte certa... Quella scena è stata molto intensa, direi commuovente quasi. Specialmente quando Sherlock confessa a John che senza di lui non vita, quindi tanto vale morire insieme. Naturalmente non succederà... d'altronde, il Dottore è un mago nel prendere al volo le persone mentre cadono dagli edifici! XD

Koa

Nuovo recensore
09/04/18, ore 22:56
Cap. 12:

Ciao! Inizio col dire che ho letto praticamente quasi tutto di tuo e che adoro come scrivi, ma non sono molto brava con le recensioni e ne rilascio veramente poche. Questa storia però é talmente bella e originale che non ce l'ho fatta a non scriverti nulla. L' ho iniziata ieri mattina e mi sono appena finita di leggere l'ultimo capitolo che hai caricato e sono tipo OH SANTO CIELO SPERO CHE ARRIVI IL DOTTORE COL TARDIS 😱😱 Anche perché lo Sherlock e il John che hai fatto incontrare hanno entrambi il cuore spezzato e si meritano un'altra possibilità. 💓 Davvero una storia bellissima, non vedo l'ora di leggere il continuo. Ti saluto, vado a nascondermi in un angolino. 🙈
Baci
_Vane_

Recensore Veterano
09/04/18, ore 16:55
Cap. 12:

Sai, credo proprio sia vietato far finire un capitolo così. Devo controllare in base a quale legge ma ne ho quasi la certezza *annuisce convinta*
All'inizio del capitolo ero ottimista come Sherlock, pensavo si sarebbero sbarazzati in fretta dei due balordi per tornare a parlare, non mi aspettavo proprio una svolta così drammatica.
La scena sul tetto è meravigliosa, c'è John profondamente convinto di dover ripagare un debito e pensa, sbagliando, che la sua morte salderà il prezzo, quando invece farà solo soffrire Sherlock
Dall'altra parte c'è Sherlock, che non può lasciar andare John, appena ritrovato.
Lo stacco sul Dottore, più leggero, mi è piaciuto! Anche la citazione di Rupert Graves. E ho trovato bellissima Donna, "cocciuta e accalorata" come nella serie di Doctor Who. Tutti i personaggi sono molto Ic ma lei in particolare.

Recensore Master
09/04/18, ore 16:36
Cap. 12:

Un inizio angosciante per questo capitolo: la gioia per l'aver ritrovato il vero John e di aver riavuto Sh indietro dall'oblio della morte, l'hai evidentemente rimandata alla soluzione del problema che si è creato in quel vicolo. Sprazzi abbaglianti di IC li ho ritrovati anche nella battuta tagliente che il consulting lancia sprezzante a Werner ("..fa solo aumentare il livello di idiozia..."). Bella quest'immagine di Sh che, vicino a quello che è il suo vero "conduttore di luce", ritrova la genialità della sua intelligenza superiore. E John, nell'ascoltare quelle parole, che evocano un'era che sembrava ormai naufragata, riprende a sperare che possano ritornare i bei tempi in cui loro erano “noi due contro il resto del mondo”: la diffidenza verso quello Sh così vero, ma che racconta una storia impossibile, sta svanendo per lasciare il posto al dilagare progressivo di una certezza abbagliante: lui, chiunque sia e comunque sia arrivato da posti lontani, è sicuramente quello che ha lasciato un terribile ed incolmabile posto vuoto ed ora è tornato.
Dicevo che la meravigliosa scoperta che Sh c’è ed è lì con John (“…Vatican cameos…”), non può trovare il tempo di riempire di felicità ciò che si legge perché hai posto degli ostacoli, comunque prevedibili. Infatti i “conti”, lasciati in sospeso da Watson, ora gli vengono presentati ed il pagamento si configura certamente non tranquillo.
La sequenza concitata di ciò che succede ha un ritmo particolare, attraverso il quale ci trasmetti tutta l’agitazione di quei momenti in cui il pericolo è sì mortale, ma per Sh e John costituisce un ritorno a quello che erano prima, uniti da un legame inscindibile e dalla ricerca del rischio e dell’atmosfera adrenalinica.
Tutti gli altri personaggi, ora, per quanto importanti e decisivi ai fini dello svolgimento della storia, passano in secondo piano, quasi un coro da tragedia greca che mette in risalto i due protagonisti. Quando sulla scena c’è Sh e c’è John, gli altri diventano figure secondarie, fanno un passo indietro per lasciare tutto lo spazio ad una delle coppie più indovinate del mondo letterario, cinematografico e televisivo. Il Mycroft, che hai fatto agire qui, è completamente IC, nella sua apparentemente arrogante sufficienza nei confronti del fratello; “apparente” perché dimostra continuamente il suo affetto protettivo anche nei confronti di quello strano personaggio che dice di essere Sh ma non lo è, o una cosa simile che lo destabilizza. Ed allora lascia lavorare la sua grande intelligenza sulla considerazione, per esempio, di quanto il Tardis potrebbe diventare importante per gli equilibri mondiali o sulle fantastiche potenzialità di quell’aggeggio fantastico che è il cacciavite sonico. Molto piacevole il suo interfacciarsi con il Dottore, in un interessante scontro/incontro di intelligenze non comuni.
La parte del finale lascia in sospeso per la sua drammaticità, evocativa di altre atmosfere simili, dove però a cadere era uno solo.
Coinvolgente, davvero, l’ultimo, concitato e commovente dialogo tra Sh e John, impegnati a salvare la vita l’uno dell’altro, sacrificando la propria.
Emerge prepotentemente la disperazione di Watson, di nuovo di fronte alla morte del suo “amico”; stavolta, però, egli è in grado di fermarlo. Ma ciò che egli legge, in pochi, drammatici attimi, negli occhi di Holmes (“…dolore, sofferenze taciute, un amore profondo e sconfinato…”), gli fa capire che, ora, cadranno insieme.
Hai chiuso questo capitolo con una tra le più commoventi dichiarazioni che abbia mai letto nel fandom, qualitativamente molto pertinente con ciò che abbiamo visto (e sofferto) in TRF. Sei stata in grado di riaccendere quell’emozione e quella struggente certezza che tra John e Sh non si tratti solo di amicizia, ma di un sentimento unico ed irripetibile.
E adesso aspetto la fine di quella caduta… Complimenti.

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