Eccomi qui! Evvai sono la prima!
Bene, iniziamo!
Tese la mano, improvvisamente pallida e tremante, e con un sussulto lieve scostò la tenda scoprendo cosa vi era celato all’interno.
Immediatamente, sentì il cuore andare in pezzi, un vuoto primordiale invadergli il petto prosciugandolo di ogni emozione possibile. Solo il dolore, un dolore sordo e implacabile, rimase, a riempire ogni fessura, ogni pensiero. A ricordargli quei momenti che non avrebbero mai vissuto, a rammentargli tutti i progetti e i sogni ormai irraggiungibili, a congelare per sempre quel passato che ormai non era che un ricordo pallido e inutile.
Priscilla, la sua amata, bella e perfetta anche nell’abbraccio gelido della morte, giaceva riversa coi capelli che le avvolgevano il capo. Indossava ancora la vestaglia da notte che lui stesso le aveva donato per il loro matrimonio, mentre il volto era congelato in un’espressione insolitamente serena, per una persona morente.
Osservò le mani della moglie. Le unghie, solitamente curatissime, erano rotte e incrostate di sangue, segno di una lotta fiera e impavida per la vita e propria e di quella del minuscolo fagottino che ancora teneva tra le braccia.
Miracolosamente salva, la piccola Grace si teneva stretta stretta al petto della madre. I grandi occhioni scuri si aprirono appena, osservando in silenzio quell’unico genitore rimastole che, in lacrime, la prese tra le braccia.
La sua Grace, la sua piccola, bellissima bambina … era salva.
Pianse lacrime disperate.
Lacrime di dolore per la morte del suo unico, vero amore. E di sollievo, alla consapevolezze che, almeno, il frutto del loro legame era rimasto intatto. Lacrime di rammarico e pentimento, alla consapevolezza che, se non fosse uscito di casa, forse anche la sua dolce Priscilla sarebbe ancora salva.
Fu proprio la neonata, tuttavia, a mettere a tacere i singhiozzi del padre.
La piccola Grace tese infatti le manine paffute, sfiorando le lacrime del padre e osservandolo in silenzio coi grandi occhi pieni d’intelligenza.
E furono proprio quegli occhi, più di ogni altra cosa al mondo, a dare all’uomo la forza di rialzarsi.
Osservò silenziosamente la donna che amava, mentre un nodo gli bloccava la gola, rendendolo incapace di dire alcunché.
Avrebbe voluto dirle che l’amava, che l’aveva sempre amata. Anche quando, durante il loro primo incontro al mercato, lei gli era venuta addosso versandogli sugli abiti appena comprati un’intera caraffa di latte bollente. Avrebbe voluto dirle che avrebbe protetto la loro bambina, tenendola al sicuro e proteggendola da quella cosa orribile e crudele che era il mondo reale. Avrebbe voluto dirle, infine, che gli dispiaceva, perché era stata colpa sua e di quell’orribile lavoro che eseguiva se era morta in quel modo.
Ma, ormai, a cosa sarebbe servito parlarle?
Lei era andata.
Ci sono persone, al mondo, sulle cui spalle si sono riversate così tali e tante disgrazie che, semplicemente, a un certo punto smettono di piangere.
E il cuore della sovrana, in quel momento, sebbene versasse tante lacrime quant’erano le gocce di pioggia a coprire la città le era impossibile piangere a sua volta. Il cuore, ormai ridotto a una voragine senza fondo, le pareva così pesante da farla sprofondare nel terreno, mentre invano cercava di esternare il proprio dolore.
Eppure, per quanto si sforzasse, consapevole che tenersi quell’uragano di disperazione dentro fosse un errore, proprio non vi riusciva. I suoi occhi, inariditi dal tempo, parevano ormai troppo orgogliosi per versare quelle lacrime che, ormai, aveva esaurito anni e anni prima. Con la morte del suo vero amore.
Era quindi indossando una maschera di gelida perfezione che, apparentemente indifferente, osservava il corpo di Helena.
Della SUA Helena.
La bambina che aveva cresciuto e amato come parte integrante del proprio essere. La luce che aveva illuminato i suoi giorni prima vuoti e privi di significato. La parte ancora umana del suo animo che le aveva sempre impedito di cadere nel baratro dell’oscurità più profonda e terribile.
Avrebbe voluto gridare, distruggere tutto ciò che la circondava, strappare i cuori di tutti i presenti uno dopo l’altro. Avrebbe voluto correre, montare sul proprio stallone per non fare più ritorno, svanendo per sempre dalla faccia di quel mondo corrotto e pieno di dolore. Avrebbe voluto dimenticare tutto, a partire dalla sua storia con Daniel per finire direttamente con quegli ultimi anni con Helena.
Eppure, non poteva farlo.
E non perché non ne avesse voglia.
Semplicemente, non era nella sua indole, né lo sarebbe mai stato, il lasciarsi andare. Gli scatti d’ira non erano il suo forte. Solitamente, prediligeva la vendetta, lenta e inesorabile. Un’intricata sequenza di calcoli perfetti, di progetti che avrebbero impiegato tempo per dare i propri frutti ma che, alla fine, le avrebbero permesso di ottenere quella sensazione di giustizia di cui tanto sentiva il bisogno.
Osservò con la coda dell’occhio Quella Bambina.
Biancaneve singhiozzava, disperata, alle sue spalle osservando con le lacrime agli occhi il corpo cinereo e ormai quasi irriconoscibile della sorella.
Strinse i denti.
Come osava, proprio lei, piangere in quel modo?
Helena la amava, le voleva bene come una sorella e per questo, dopo la nascita della figlia, si era sempre sforzata di tollerare la sua presenza. Eppure, era stata proprio quella mocciosa, ancora una volta, a privarla di tutta la sua gioia.
Insoddisfatta di averle tolto Daniel, ora quella bambina le aveva preso anche la sua unica vera figlia, causandone la morte.
E per questo, a dispetto del legame che prima l’aveva unita a Helena, l’avrebbe distrutta.
Avesse anche dovuto morire nel tentativo, Regina avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di fare a Biancaneve ciò che lei le aveva fatto. Avrebbe distrutto ogni cosa a lei cara, l’avrebbe privata di ogni speranza, di ogni sogno, di ogni futuro, pur di farle assaggiare quel dolore e quella disperazione che lei stessa le aveva causato.
Non le importava delle conseguenze che avrebbe portato quella sua sete di vendetta. Aveva vissuto tutta la propria esistenza in nome dell’amore, e ora che quello le era stato tolto, non le rimaneva che quell’unica ragione di vita.
Per la sua vendetta, avrebbe venduto la propria anima all’oscurità. Avrebbe cancellato per sempre dal proprio cuore ogni traccia di emozione. Avrebbe dimenticato il passato per concentrarsi solo e soltanto sul proprio obiettivo.
Non sarebbe più stata Regina.
Sarebbe stata la Regina Cattiva …
Allora, ho citato la prima parte perché l'introspezione da parte del Cappellaio di fronte al cadavere della moglie e alla piccola Grace ancora viva era a dir poco perfetta, quasi come se potessi toccarla con mano. Temotino è stato un gran bastardo ma in fondo me lo sarei aspettato dato che il Cappellaio non ha ucciso Helena ... ma però mi dispiace davvero un sacco, erano una bella famigliola felice ...
Quando ha pianto con Grace tra le braccia è stato molto toccante, mi sono sciolta come neve al sole e sono contenta che almeno lei si sia salvata dando anche al padre la forza di rialzarsi, sul serio ti sei davvero superata!
L'introspezione di Regina è molto diversa ma perfetta per una donna come lei, si, non la conosco bene, ma grazie ai flashback ho leggermente carpito che tipo di persona sia. Comunque l'odio verso Biancaneve è a dir poco sconfinato e il piano di Tremotino è stato a dir poco sublime per far si che accadesse. Però se devo essere sincera mi sembra un tantino esagerato accusare una bambina di tutte le sue disgrazie. La vede come fonte di tutto il suo dolore quando molto probabilmente le cose sono avvenute per caso, si guardando la serie capirò meglio, ma per il momento suppongo così.
Quando poi l'ha vista piangere per la sorte di Helena l'ha odiata ancora di più e ora come se non bastasse vuole causare a Bianca tutto quello che lei ha subito ... piuttosto crudele ... decidendo di diventare la Regina Cattiva ... ahimè, ho timore che le cose andranno sempre peggio d'ora in poi per la poverina.
Giuro, se prendo Tremotino lo strangolo, ha spezzato due famiglie come se niente fosse ... già mi immagino la vendetta su di lui da parte di Regina se lo scopre uh uh uh.
In conclusione ti faccio i miei più sinceri complimenti e passo al prossimo! Titolo super azzeccato!
Saluti EF! |