Recensioni per
Dried up
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/02/18, ore 01:45
Cap. 1:

E c’è poesia nel modo in cui Alex e Albert tornano a scambiarsi i ruoli senza bisogno di dire nulla, fare nulla -c’è poesia nel modo in cui Cappuccetto addomestica il lupo e lo piega al suo volere. Dried Up non ha storia in questo, non ha tempo: non ha una collocazione, un inizio o una fine -esiste, succede, si ripete, un richiamo all’origine e alla fine. Dried Up dice tutto e può voler dire niente, si può leggere dalla A alla Z e dalla Z alla A, ma il significato non muta davvero -sono palindromi in un mondo di maschere e finzioni, due elementi che si riconoscono come parte di uno stesso essere.

Colpevole è stato il collare, ciò che rappresentava. Era sempre stato lì, ma nessuno s’era mai chiesto il motivo, il perché di tale vezzo tanto privo di utilità quanto valore -perché Albert non aveva mai avuto bisogno di confessare nel momento in cui ogni potere era tornato a lui. Ma ci aveva pensato la padrona, povera nessuno, a porre le cose nero su bianco (chiaro su scuro) -a sottolineare, graffiare il suo ruolo oltre quello dell’Innamorata dal ventaglio d’oro e sangue. Aveva chiuso le grinfie e il collare al collo del Diavolo e l’aveva fatto suo.
Se n’era andato così, Albert: altero, potente, autoritario, violento, punto da un veleno fatale, conquistatore, soverchiatore, che esige in tassa voglia (respiro). Era arrivato così, Albert: altero e potente, autoritario, violento -pronto a dare in pegno entrambi. Perché Alex non aveva chiesto ma esatto, non aveva voluto ma preteso: aveva strappato e spinto e leccato, non aveva lasciato niente, preso il potere dal petto di Albert lo aveva stracciato, straziato, fatto suo e rimodellato (a immagine e somiglianza di uno, nessuno. Centomila*). Alex si era fatta Wesker e carne, catene e sangue, perché chiedere e sperare non era mai stato abbastanza, non era mai stato sufficiente e necessario davanti alla volontà di avere, possedere, cavalcare -essere signore di chi si piega e langue, di chi sta sotto e brama. Albert si era straziato ogni giorno in questa sua fame, di questo suo morbo di avidità e controllo -si era sopito, ferito nel bisogno di adattare il Diavolo al proprio profilo (Serpe che cura, Donna che seduce,  Stella che segna e Corna che uccidono), perso nella necessità di dominare gli altri dimenticando se stesso.
E’ per questo che Albert aveva abbandonato il caldo africano -il Carnevale, le maschere, il seno veneziano- per il rifugio tra i ghiacci, per questo aveva accolto i legacci di Alex, il suo regno -sue le regole, sue le leggi, sua la lingua e il ritmo. Per questo si era ritrovato sottomesso, domato, patetico a godere del piacere (della libertà, della nullità, della concessione di essere solo uno straccione) concessogli dalle mani, la bocca, il corpo di Alex -le sue curve, la sua pelle, la sua padrona.
Per liberarsi di un mostro che voleva renderlo schiavo Albert aveva ingoiato il vizio e morso, stretto i denti e accettato i segni di uno stile autolesionista e infame, che pretende e non da mai, che governa e non si piega mai -implacabile, che aveva chiesto ad Alex di srotolare il guinzaglio e tirare, stringere, soffocare. Per Albert, Alex aveva indossato la pelle del Diavolo e regnato; signora dell’inferno per una notte aveva impugnato la frusta e segnato, inginocchiato, prostrato, accolto un ruolo non suo, cedendo il proprio ad Albert -peccati, cicatrici, incertezze, dolori dimenticati, imposti, inculcati allo schiavo un morso dopo l’altro, un graffio sull’altro, per invertire un tutto lungo una notte e dominare, redimere, salvare. Per proteggere, Alex aveva imperversato, forgiato certezze e sciocche sicurezze (Albert, Albert, Albert), finto di essere un nulla che diventa Tutto, di non conoscere il proprio status, il proprio ruolo -così che Albert le potesse cedere ogni coscienza, ogni suo punto di forza e di morte, nell’attesa di sentire e sentirsi, liberare e liberarsi (vivo nel ruolo del leone in gabbia, beato nei panni di chi viene nel lusso di non avere altra scelta se non quella).  
E c’era del sacro nel modo in cui Alex si era trasfigurata, nel modo in cui attraverso il sesso aveva tirato la corda per annientare (salvare) Albert e da Cappuccetto mutare -mantide, aracnide, lupus.

Lupus in fabula -parli del Diavolo e spuntano le corna Albert Alex.  

Alex, che della morte aveva fatto il suo pane quotidiano, per una notte aveva giocato a donarla ad Albert -mangiatrice di partner nella copula, benefattrice, oblatrice di una petite mort a un uomo che mai la morte avrebbe potuto cogliere.
Finché, all’alba, tutto era tornato normale. Ogni cosa era tornata al suo posto: ogni morso, ogni ferita nascosta, (temporaneamente) dimenticata, (apparentemente) lavata, e Albert si era ricondannato ritrovato -ancora una volta altero e potente, autoritario e violento. Alex si era ritirata dal trono, fragile e debole, di nuovo sottomessa -di nuovo schiava nell’attesa del gioco, di nuovo Innamorata e di nuovo smarrita nelle pieghe di un Diavolo nato per (farsi) dominare, sgominare, cavalcare. Avrebbe atteso, Alex (oggi, ieri, domani), di (s)vestire ancora una volta i panni del boia rosso, del boia nero, del boia nudo, sporco e bagnato -anche se non era la sua natura, anche se era altro ciò che voleva. Alla fine, era altro ciò che volevano entrambi -appartenersi (sempre), amarsi (forse)- qualcosa che già sentivano e conoscevano, celato in un collare e stretto tra le catene. In fondo ciò che si vede non è mai ciò che sembra, un inizio non è solo un inizio e una fine non è mai solo una fine -la realtà è che sono intrecciabili e intercambiabili, perché Dried Up non ha storia e non ha tempo, non ha una collocazione, non ha un inizio e nemmeno una fine (palindromo, si legge dalla A alla Z e dalla Z alla A ma il significato non muta davvero). E poi, c’è poesia nel modo in cui tutto inizia come finisce, Uroboros nel modo in cui Alex gioca a scambiarsi di ruolo con Albert senza bisogno di dire nulla, fare nulla -perché Alex e Albert Dried Up esiste, succede, si ripete: è un richiamo all’origine e alla fine.
 
*Uno, nessuno, centomila (Pirandello, 1925)
(Recensione modificata il 27/02/2018 - 01:45 am)

Recensore Master
14/02/18, ore 01:20
Cap. 1:

Ciao :)
All'inizio della storia -mentre leggevo- ho pensato a qualcosa della serie-
Alex: -Anche a San Valentino infettiamo a destra e a manca-
Albert: -ma valà bella mia😂 questa volta siamo della serie A San Valentino siamo, perciò sperimentiamo-
Io: -sperimentiamo cosa, sentiamo-
Albert: -*indica gli avvertimenti di Nocti alla storia, i quali iniziano per B e finiscono per E*-
Alex: -peròòòòòòòòò *fischia* a quanto pare finalmente ci cimenteremo in una Red passion alternativa-
Albert: -oXXXo mio *facepalm* e chi farà il e/o la-
Alex: -fermiamoci qua tesoro; 1)faresti spoiler; 2)è un argomento non adatto ad una recensione, in quanto essa è pubblica; al contrario della storia, la quale è off-limits per i più piccini, grazie al cielo-
Albert: -come vuoi...
***
Sai com'è Noct, visto l'avvertimento meglio non sparare castronate proprio qua-
Alex: -ma i deliri sì, vero... *classica goccia alla Sailor Moon anni '90*
***
A proposito ragazza, io durante le scene rosse----->🍅🍅🍅🍅🍅🍅🍅🍅🍅-
Alex: -O__________O-
*dopo un po'*
Io: -🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥-
Albert: -ella peppa-
Alex: -ma quale ella peppa, iXXXta😶 spegnamolaaaaaaaaaa
*Alex molla il fratello nel letto come un povero pirla e corre ad annaffiare la summer*
-SPLASH-
Io: -😶 UACCIU'😶 mi hai gelata, Alex-
Albert: -almeno adesso non sei più flambè, mia cara :/ ohi Aleeeeeeex, adesso che hai spento la summer però torna quaaaaaaaaaaaa!!!!! *detto questo reclama in esclusiva la presenza della bella bionda*
***
"Excella; siete alquanto... vistosa, questa sera." (cit)
La bruna replica con un Ahò, questa è un'occasione speciale ed io voglio fare colpo sul mio Albertuccio!!!!; Chi sarebbe tuo, Gionne?!? nota del Wesker; Appunto, bella, il biondone non è un bambolotto!!!! nota della Alex, quando però -non vista ovviamente- dice della Excella Te lo sogni che ti ceda Albert, maledetta tXXXa!!!!😒 ok😂 qualcuno fermi questi tre pazzi...
***
Da notare inoltre come per tutta la storia il nostro giuinott finge di essere la preda quando invece l'è solitamente il predatore-
Alex: -e non osare dire che la preda sono io neh >///< semmai lo è quella creXXna di Excella-
Albert: -da notare anche come la Alex l'è parecchio gelosa, della Excella...
***
A.
Giochiamo? (cit)
Alex: Va bene😊 *tira fuori gli scacchi* giochiamo-
Albert: -ma cosa caXXo hai capito-
Excella: -giochiamo a questo invece 😊- *tira fuori Resident Evil 2 e relativa console*
Albert: -a dire il vero preferivo il primo, così da suonarle al Redfield-
Excella: -ma se dicono che quest'anno sono passati quanti, 20 anni da quando l'è uscito il 2; eddai, giochiamo con quello-
Albert: -guarda che con quel Giochiamo intendevo tutt'altra cosa😐 IO-
Alex: -sarebbe-
Albert: -uuuuuufffff *facepalm* ok, passiamo al dunque😐 Alex, reddiamo, valà-
Excella: -un momento, ed io cosa faccio-
Albert: -puoi sempre giocare con lui se vuoi😂 ciao ciao- *detto questo porta via la Alex e molla la bruna assieme all'Uroboros*
Excella:-oXXXo mio😶 aiutoooooooooooooo!!!!!🏃🏃🏃🏃🏃🏃 *scappa*
Albert: 😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
***
Scherzi a parte, oserei dire che hai fatto passare ai due Wesker un San Valentino particolarmente alternativo😂😂😂 inchiodandomi allo schermo come tuo solito per di più😂😂😂
***
Alla prossima! xD
Saluti da summer_moon
(Recensione modificata il 15/03/2018 - 02:16 am)