Ciao, ti lascio anche qui il mio commento alla tua storia!
4.5/5
La storia, in linea di massima, mi è piaciuta molto.
Lo stile è, come sempre, pieno di sorprese, soprattutto nella parte iniziale. Ci sono immagini molto belle e ad effetto, come Tom che accarezza la bacchetta “come se stesse facendo l'amore”. Strane associate a Tom, ma l'effetto d'insieme è molto bello.
Mi sono piaciuti tanto anche i dialoghi, li ho trovati proprio “giusti”: “Mi hai insegnato che nessuno è come me. Nemmeno tu.”/“Addio, Tom.”, questo è senz'altro il mio preferito.
Il titolo è veramente molto bello, sia per il messaggio che porta con sé – Tom che non ha mai vissuto davvero, nonostante creda proprio il contrario – sia per la frase in sé, l'ho trovata davvero incisiva e perfetta.
La citazione è perfetta per questo personaggio – anche io l'avevo subito associata a lui! - e penso tu l'abbia inserita benissimo nel testo, si amalgama bene al contesto e alla narrazione.
Ci sono, però, alcuni dettagli che non mi sono piaciuti al 100%, come lo sviluppo del pacchetto e le dinamiche di coppia – punti che preferisco approfondire meglio nel giudizio al mio contest “All together 2.0”, perché non sono salienti per questo concorso.
Qualcosa però voglio dirla comunque. Per mio gusto personale, definire Tom un idealista non è appropriato. In realtà, l'idea di ribaltare le parti non è male, ma io preferisco quando c'è una contrapposizione netta tra i due: Gellert è l'idealista, umano e pieno di rimpianti, mentre Tom è il sociopatico che va in delirio quando uccide. Non ho trovato calzante al personaggio questo definirsi di Tom “un idealista”, mi ha proprio stranito.
La caratterizzazione di Gellert, così contrastata e piena di tormenti, l'ho trovata interessante, anche se la mia idea di lui è molto diversa.
A presto,
Mary
Non mi fa lasciare una nuova recensione, quindi modifico questa!
3 - “L'uomo che non ha mai vissuto” di _Freya Crescent _.
Totale: 40.3/50.
1) Grammatica e ortografia: 4.8/5.
La grammatica va bene, c'è solo una piccola svista.
“Perché sono un'idealista.”: “un idealista”, dato che ci riferiamo a Tom (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Come sempre, il tuo modo di scrivere mi stordisce e mi incanta, lasciandomi con una sensazione di pienezza che mi soddisfa su tutti i fronti e, allo stesso tempo, con una fame vorace che implora di averne di più, sempre di più.
Di questa storia ho apprezzato particolarmente la struttura: i paragrafi chiaramente divisi per rispettare l'ordine cronologico, i dialoghi posti al centro in una posizione privilegiata, e l'uso estremamente incisivo del corsivo. Legata a questo aspetto, c'è anche un'altra questione più profonda legata al tuo stile, e cioè la capacità di condensare svariati significati e una miriade di sottintesi in poche parole. Ti faccio un esempio, in questa frase (“Gellert ricordava il suo viso intagliato nel marmo, la perfezione fasulla di chi non ha un cuore in grado di battere”), quel “viso intagliato nel marmo” è più di una mera descrizione estetica: lascia sì intuire la bellezza granitica di Tom, ma sta soprattutto ad indicare la sua freddezza, la sua indifferenza verso la vita, e anticipa la precisazione – in corsivo, in posizione di rilievo, perché dev'essere uno schiaffo in faccia al lettori – di “la perfezione fasulla di chi non ha un cuore in grado di battere”, che è una splendida immagine ma è anche una sentenza impietosa sulla natura di Tom.
Fai sempre un largo utilizzo di immagini e metafore, ma in questa storia ti sei superata, ce ne sono veramente tante. Solitamente un utilizzo così intenso mi infastidirebbe, ma tu l'hai gestito molto bene, mantenendo un equilibro perfetto: non si ha un'impressione di pesantezza, né si ha la sensazione che il testo sia un esercizio di stile, perché ogni immagine che scegli, ogni parola, è funzionale ai personaggi e alla loro introspezione. “Gellert ricordava quel suo primo sorriso come si ricordano gli incubi di un'estate in rovina e di passioni ormai morte” questa frase mi ha straziato, e non solo per il riferimento alla coppia Albus/Gellert che è la mia OTP, ma proprio per come hai espresso il concetto. È incredibile come le espressioni che hai scelto - “gli incubi di un'estate in rovina” - trasmettano al lettore un malessere sordo, senza fine, che non passerà mai. È incredibile come i tuoi stessi siano emotivi, come bastino poche parole per straziare il cuore al lettore – o almeno a un lettore sentimentale come me!
Ad aiutarti in questo è senza dubbio la scelta del lessico, sempre curatissima. Il registro medio-alto conferisce al testo una certa ricercatezza che io apprezzo sempre moltissimo, e certe espressioni mi sono proprio rimaste impresse: “spezzava la vita con la grazia di un violinista che declina verso l'ultima nota” - un periodo veramente tragico, che trasuda morte da ogni termine, eppure è estremamente delicato ed elegante, “contorni sbiaditi”, “s'era odiato così tanto da sentire le ossa bruciare”, “la mente e il corpo disfatti dalla prigionia”, “il peccato da cui non si è lasciato stregare”.
Complimenti, non ho veramente nessun appunto da farti!
3) Titolo: 4.5/5.
Il titolo che hai scelto mi piace davvero molto, pur essendo un po’ lungo per i miei gusti soliti – ma qui devo dire che non mi disturba affatto. È un titolo molto incisivo e intrigante, che penso incuriosirà non poco i lettori.
Non ti ho dato il punteggio pieno perché ho trovato il richiamo nel testo un po’ flebile, nel senso che nella storia l’immagine di Tom come “uomo che non ha mai vissuto” non è sottolineata abbastanza, secondo me, ma è relegata al fondo della flash perdendo così di incisività.
4) Caratterizzazione dei personaggi, sviluppo della coppia e attinenza ai contenuti del bando: 11/15.
Devo dire che, vista la difficoltà di trattare due personaggi come questi, te la sei cavata abbastanza bene.
Il mio preferito in questa storia è sicuramente Tom, che ho trovato davvero ben caratterizzato. Penso che questa frase (“Mi hai insegnato che nessuno è come me. Nemmeno tu.”) riassuma perfettamente l'essenza di Tom: fin da bambino, si notava come il paragone con altre persone lo disturbasse (il disgusto per l'avere un nome comune a tanti, il fastidio quando Silente gli dice che è come lui), e quindi mi ha fatto molto piacere ritrovare questo dettaglio – che è solo apparentemente un dettaglio, in realtà rappresenta il fulcro della sua sociopatia -, che troppo spesso è trascurato in storie che l'hanno come protagonista.
Del tuo Tom mi sono piaciute anche le descrizioni che ne fai, sia a livello estetico (“aveva la bellezza di un demonio, l'eleganza di un principe”), sia a livello concettuale, in cui emerge benissimo la sua connessione con la morte (“spezzava la vita con la grazia di un violinista che declina verso l'ultima nota”). Ho trovato in tutta la storia diverse immagini che richiamavano alla morte, l'ho trovato estremamente appropriato.
Anche il terrore di lui finale come Voldemort mi è sembrato estremamente azzeccato: ho sempre pensato che – nel canon – avesse ucciso Gellert non perché esasperato dalle sue parole, ma perché terrorizzato che potessero rappresentare la verità.
Riguardo a Tom, l'unica parte che non mi è ben chiara è questa (“i suoi occhi di pece che cercavano di nascondere l'estasi, il moto di un violento delirio che doveva essere placato”): lo descrivi subito così e non ho capito se ti riferissi all'estasi che prova uccidendo – particolare che è assodato nelle storie su di lui, perché nel canon non è specificato chiaramente – o se il “violento delirio” sia una sorta di passione che prova per Gellert, come mi verrebbe da pensare leggendo il pezzo successivo che ne parla (“Gli aveva permesso di restare, per poterlo osservare, e aveva capito che quella luce s'intensificava non appena Tom, la schiena inarcata per il piacere e le mani ancora colme di scintille, lo guardava in preda a un estatico delirio”). Questo mi ha un po' confuso, perché non ho ben capito se stavi descrivendo una frenesia omicida o una specie di passione “amorosa” - che sarebbe molto bello a livello di coppia e un po' inusuale per Tom, ma comunque convincente.
Ci sono anche altri punti oscuri nella tua storia, soprattutto riguardo alcuni dialoghi. “Perché sono un idealista”: all'inizio ero rimasta non poco sorpresa – e non soddisfatta – dal vedere una frase del genere in bocca a Tom. Soltanto in un secondo momento – leggendo le tue note – ho capito che l'avevi pensata come una battuta sarcastica, ma anche qui non ho capito se fosse “un caso” che Tom ironizzasse proprio su ciò che è Gellert in realtà, o se il riferimento fosse voluto, e in questo caso mi sono chiesta come potesse Tom intuire che Gellert fosse un idealista, quando dal fuori sembra soltanto un tiranno – è un personaggio come Silente, complesso, fatto di mille strati, e ciò che sembra non corrisponde mai a ciò che è veramente. Tutti questi dubbi hanno quindi minato l'incisività della frase, e anche la flash ne ha risentito – sebbene in minima parte – perché la chiarezza in una storia così breve è essenziale.
Per quanto riguarda Gellert, sono un po' combattuta.
In linea di massima, mi è piaciuto, ci sono certi aspetti che mi hanno proprio catturata: questo rivedere se stesso in Tom (“Aveva visto il suo stesso riflesso negli occhi di quel giovane assetato di risposte, aveva visto i contorni sbiaditi dell'adolescente ch'era stato e l'aveva odiato, l'aveva odiato e aveva desiderato tenerlo vicino a sé”), che lo attrae e, allo stesso tempo, glielo fa addirittura odiare; il sollievo che prova ad avere una persona spietata come Tom vicino in un periodo della sua vita che io penso fosse molto difficile e solitario; il fatto che basti il ricordo di Albus a fargli capire che sta sbagliando tutto, un'altra volta; l'atteggiamento derisorio e disperato con cui cerca di proteggere Albus e “Il Bene Superiore”. Sono aspetti del tuo Gellert che ho amato, non c'è dubbio!
Quello che mi ha convinto meno è questa sorta di rassegnazione, questo sentirsi già sconfitto: mi è sembrato troppo arrendevole, quando invece dovrebbe essere nel massimo del suo potere distruttivo. È il momento in cui è più temibile e potente, e mi piace che venga descritto con degli scrupoli e qualche ombra – d'altronde, è un idealista, non un assassino -, ma così mi è sembrato troppo, e anche poco IC, dal momento che Silente racconta a Harry – quando si incontrano alla stazione dopo la morte di quest'ultimo – che c'erano voci che dicevano che, di recente, Gellert avesse compreso le indegnità delle sue azioni e si fosse pentito, ma di recente, non nel 1945, addirittura mezzo secolo prima e quand'era sul punto di avere il mondo ai suoi piedi!
Un ultimo appunto che mi sento di farti riguarda questa frase (“Gellert gli aveva dato le spalle e aveva creduto d'essere sfuggito ai ricordi, ai tempi lontani in cui giocava a fare il Padrone della Morte”): non mi è piaciuto l'uso del verbo “giocava”. Anche se sono certa, conoscendoti, che sia una scelta ragionata, l'ho trovato poco adatto a un personaggio come Gellert, che ha sacrificato tutto per i suoi ideali e per ciò in cui credeva: penso che nemmeno con una buona dose di autoironia potrebbe riferirsi al periodo con Albus con “tempi lontani in cui giocava a fare il Padrone della Morte”, visto quello che ha perso.
Per quanto riguarda le dinamiche di coppia, ho notato che si capisce molto bene perché Gellert si senta attratto da Tom, ma non si intuiscono i motivi che spingono Tom ad avvicinarsi a Gellert, e questo è problematico, con una coppia così inusuale.
5) Attinenza ai contenuti del pacchetto: 2/5.
Il pacchetto era: “3) Coppia: Gellert Grindelwald/Tom Riddle Jr.
Indicazione: Tom si è appena diplomato, vaga per l'Europa con nient'altro che la propria bellezza affilata e un'anima in frantumi.
È il 1945 e la Germania è sconvolta dalla guerra di Gellert Grindelwald, l'oscuro mago che sulle pagine dei quotidiani è una figura slanciata dai capelli lucenti e le mani imbrattate dal sangue di mille stragi.
Tom ne è incuriosito, perché Gellert pare degno di lui nelle sue intuizioni, nelle sue pretese, nei suoi sogni d'utopia. Tom non è mai stato un idealista, ma Grindelwald ha un fascino magnetico a cui è difficile resistere, e il suo mondo di violenza e sangue e libertà è un mondo che Tom potrebbe desiderare.
Nota: descrivere un incontro tra i due. Può non essere il primo, ma l'ultimo, uno nel mezzo o anche l'unico. Visto che dovrebbe essere una storia di coppia, fate in modo che ci sia quanto meno dell'interesse, ma attenzione all'IC.”
Sono stata molto indecisa su cosa assegnarti in questo parametro, perché da un lato sono rimasta soddisfatta dall'atmosfera che si respira nella flash e dalla storia in sé, perché è esattamente il genere di storia che mi piace leggere su questa coppia. Nonostante questo, però, non posso fare a meno di notare che molte delle mie indicazioni si sono un po' perse nel vuoto – e posso anche capirlo, perché l'ispirazione lavora in modi molto misteriosi e il pacchetto era senz'altro uno dei più complessi!
Quello che ho trovato mancante nel tuo testo è la descrizione di Gellert come “figura slanciata dai capelli lucenti e le mani imbrattate dal sangue di mille stragi”. Non per la descrizione in sé, ma per ciò che rappresenta: nella tua storia non emerge questo lato “sanguinario”, il lato da condottiero, di Gellert. Da questo punto di vista, è Tom che viene descritto per la sua smania, per il suo essere un soldato, per l'“estatico delirio” che lo contraddistingue, e sempre Tom eclissa un po' la figura di Gellert, le cui riflessioni sono sempre legate a ciò che Tom scatena dentro di lui – i ricordi, il senso di colpa.
Anche questa parte (“Tom ne è incuriosito, perché Gellert pare degno di lui nelle sue intuizioni, nelle sue pretese, nei suoi sogni d'utopia. Tom non è mai stato un idealista, ma Grindelwald ha un fascino magnetico a cui è difficile resistere, e il suo mondo di violenza e sangue e libertà è un mondo che Tom potrebbe desiderare.”) non è stata sviluppata in maniera per me soddisfacente. Ciò che attrae Tom di Gellert non è specificato ma di certo non è una questione di ideali, non è per una condivisione di “atrocità”, come suggeriva il pacchetto – in realtà, non hai proprio specificato perché Tom si senta attratto da Gellert. Anche il “fascino magnetico” di cui Gellert dovrebbe essere dotato non emerge minimamente: di lui vediamo le debolezze, la malinconia, il dolore, l'autorità, ma di certo non il fascino. Trovo che manchi questa parte nella tua storia, questa sorta di attrazione mentale che avrebbe dovuto far sì che Tom si sentisse sedotto da Gellert e dal mistero che rappresenta.
6) Gradimento personale: 8/10.
La storia mi è piaciuta molto: soprattutto lo stile, l'ho trovato di una bellezza lacerante, che strappa il cuore, estremamente evocativo e incisivo. Nel complesso la storia mi è piaciuta, ma i personaggi non mi hanno convinta fino in fondo – e io ho un debole per loro, sai quanto li amo! - e il pacchetto avrei voluto fosse stato rispettato di più, per questo il mio gradimento è molto alto ma non può essere eccellente.
Giudizio dell’Autrice del pacchetto, Mary: 19/30.
Quello che pensavo te l'ho già detto nel parametro appropriato. Diciamo che si vede che il mio pacchetto è stato uno spunto da cui sei partita e poi l'ispirazione ti ha trascinata verso sfumature leggermente diverse, ma ugualmente belle!
Ancora grazie per aver sviluppato una mia idea in un modo così meritevole. (Recensione modificata il 27/04/2018 - 04:12 pm) |