Hai fatto bene ad inserire il punto di vista di Raphael. Sono stata contenta di sapere cosa pensa del suo lavoro, di David, ma anche della sua famiglia in generale e soprattutto della moglie. Mi ha fatto male leggere che non riconosce più quella donna, che non sa se la ama, eppure continua a domandarselo perché non trova una risposta. E tutto questo è bruttissimo, perché dev'essere molto difficile vivere in una situazione del genere, soprattutto sapendo che Tamara non sta bene e qindi non si rende nemmeno conto di tutto ciò. Cioè, se Raphael volesse parlare con lei della situazione saa che non può farlo perché lei non lo ascolterebbe davvero, non lo capirebbe. Ma mi domando una cosa: perché non l'ha mai portata da un dottore? Da uno psichiatra? Avrebbe potuto aiutarla con il suo crollo psicologico, valutare la situazione, fare degli esami, darle delle medicine che avrebbero potuto darle una mano a risollevarsi e, se non a stare meglio, quantomeno a guarire. Sono convinta che si sarebbe pootuto fare qualcosa per lei. Perché Raphale non ha fatto niente? Mi sembra anche strano che non ci abbia mai pensato, a dire la verità. Sono quindi curiosa di sentire la tua spiegazione a riguardo, perché visto che la tua storia tratta tematiche delicate con molto tatto, cosa per cui ti faccio i miei più sinceri complimenti perché non tutte sono così, sicuramente a questa cosa della situazione di Tamara tu hai pensato.
Per Raphael tutto questo dev'essere molto difficile e anche per Ra'hel, comunque, he anche se è abituata al fatto che la mamma la ignori sicuramente nel profondo ci soffre.
Altro piccolo errore:
"venne da me che era un moccioso di quattordici e aveva quegli occhietti vispi, furbi, sembrava che stava per fregarti."
"stesse", non "stava".
Ancora un errore di cui mi sono accorta solo ora:
"alle donne che entrano per farsi sistemare quelle loro graziose macchinette, piace guardare David"
Io toglierei la virgola dopo "macchinette" perché è superflua.
Mi hanno colpita tanto anche i discorsi sulla politica che fanno molto riflettere, soprattutto perché qui da noi di queste cose si parla purtroppo molto poco.
Bella la riflessione sul fatto che non tutti gli arabi sono brutta gente, ma che comunque ce n'è, e che nemmeno gli ebrei sono tutti santi.
"Tra noi ebrei non è che ci siano elementi molto migliori. Ho avuto la disgrazia di assistere al massacro di una ragazzina in sedia a rotelle da parte di alcune guardie ebree, alla Porta di Damasco. È una scena che racconto sempre agli ebrei maldicenti, perché si rendessero conto che il marcio si trova ovunque."
Questo passaggio lo spiega benissimo. E òla scena del massacro della ragazzina, anche se non è descritta ma solo accennata, mi ha fatta stare malissimo. Hai fatto bene a scriverla, però, perché hai fatto comprendere ancora meglio la realtà di quelle zone. Raphael fa bene a raccontarla.
"rendano conto", non "rendessero".
Scusa se non mi sono accorta di tutti gli errori nello stesso momento e se te li ho segnalati in modo un po' sparso.
Ad ogno modo è un bel capitolo, molto interessante, introspettivo e profondo, l'ho adorato!
Giulia |