Recensioni per
La carogna
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 70 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/05/18, ore 12:55
Cap. 4:

Cazzarola, che conclusione. Degna della storia.

Ma andiamo con ordine. Allora, ancora una volta la sorella di Matteo, la cara Giulia (che tra me e me chiamo "Satana"), dà prova di essere più svitata del fratello. Sul serio, ma come si fa a dire cazzate del genere sui farmaci e i medici? E il suo comportamento, poi, è da ricovero. E' c'è anche la spiegazione, a quanto pare anche lei prendeva le medicine. Appunto, prendeva. Ecco perchè si comporta così. Dico, ma c'è uno sano di mente in quella famiglia? Ancora una volta, ringrazio il Signore di essere figlio unico e di avere due genitori più o meno normali.

E il circo dei folli continua. La dottoressa acida, quella mezza scema della Caselli che non ne fa una giusta, il dottor Boschi che continua imperterrito a fare il suo mestiere (sai, a volte penso che lo si possa paragonare al capitano di una nave in tempesta. L'acqua e il vento infuriano tutt'attorno a lui, che però non si lascia scoraggiare e continua a manovrare il timone).

Purtroppo, gli sforzi del buon dottore sono andati letteralmente a puttane. Matteo, lasciato a sè stesso, ha prima eliminato il gatto che gli aveva regalato la sorella (povero micio), e poi si è buttato sotto un treno. Beh, almeno forse adesso troverà un pò di pace nell'aldilà.

Nonostante il tono triste, è stato davvero un piacere seguire questa storia, e devo farti i miei complimenti anche per il modo serio con cui hai trattato il tema della malattia mentale.

Alla prossima storia!

Recensore Master
02/05/18, ore 12:13
Cap. 4:

***lei dovrebbe sapere meglio di me che la malattia mentale non esiste: è la risposta giusta a una società sbagliata.”***
Infatti molti fanno danni perché confondono il disagio psicologico con le malattie psichiatriche. E' ovvio che nel primo caso basta capire cosa impedisce alla persona di vivere serena e porre rimedio, nel secondo invece non c'è una cura temporanea dopo la quale se tutto va bene si guarisce per sempre.
Dai un lavoro a tutti gli adulti che lo desiderano per davvero con un ostipendio adeguato per sentirsi fieri di se stessi, potersi creare una famiglia e mantenerla senza troppi sacifici o decidere di vivere da soli senza bisogno di nessun aiuto... con un orario flessibili, tutti i diritti riconosciuti, e con la possibilità di togliersi diversi sfizi... e vedi di quanto cala il numero delle persone depresse. che mettessero lo psicologo di famiglia come il medico di famiglia, gratuito e obbligatorio per tutti almeno tot volte all'anno... e vedi quanto calerebbero anche altri disturbi psicologici (o almeno se ne verrebbe a capo in tempo utile per porre rimedio). Con la psichiatria non funziona così.

Ascolta, non so se a te la Sinogra Stefanon sta simpatica o antipatica, quando la nomini sembra quasi che arriva una seccatura, ma da lettrice la percezione che ho è che è l'unica sana di mente oltre al Dott. Boschi! E sono certa che si preoccuperebbe anche se non avesse dei bambini.
Avrei anch'io la sua stessa preoccupazione: quando un paziente è grave come lui e incapace di intendere e di volere, perché il TSO vale solo una settimana (e non tutta la vita) e ci vuole il suo consenso? Il consenso non bisognerebbe toglierglielo? Come si dice... prima o poi mi viene in mente il termine adatto.

“No hope for the hopeless...”
Nessuna speranza per chi è senza speranza: il sunto di tutto. Anche se qui sembra una dura lotta tra persone che credono di essere forti uguali, un opiù testardo dell'altro, più "cocciuto" della serie chi la dura la vince. Qui alla fine non avrà ragione chi ha "ragione" ma chi avrà più pazienza dopo che gli altri sono tutti sclerati. ^^

“Dammi retta, Matteo: prendi le medicine. Se tua sorella ha bisogno di parlare con me, sa dove sono.”
Qui sai quanto sarebbe stato catartico se Boschi avesse detto "Se tua sorella ne ha bisogno come te, le daremo anche a lei" Sto ancora con la speranza che gielo dica per davvero, anche solo per pungerla nell'orgoglio. ^^ - Proseguo con la lettura

Comunque se si è fatto un piercing singolo si è fatto un labret, non è lo stesso di David, ma non glielo diciamo sennò si buca di nuovo. Faccio la pignola solo per poter dire l'unico dettaglio tenero di questa storia cupa, quello di David si chiama Dolphin bite. ^^

...

E alla fine scopriamo che anche la sorella doveva prendere le medicine e non lo faceva più da anni. Ma quando non vogliono, non si può fare come ai cani (mi vergogno del paragone ma non posso certo girarci attorno): tritare la pasticche e mescolarle al cibo?

Mi dispiace davvero molto di come alla fine si è conclusa la storia: avrei preferito che facesse secca la sorella e poi internato a vita, invece si è buttato sotto un treno. O la sorella l'ha buttato sotto un treno? Dal momento che, quoto: non è chiaro se l'uomo abbia perso l'equilibrio cercando di salire su un convoglio già in movimento o se si sia buttato intenzionalmente sotto le ruote.
Non contemplano l'ipotesi che si sia gettato intenzionalmente sotto le ruote. Giacché oggi non ho peli sulla lingua, almeno si frega tutti i soldi rimasti, o ci spera. Se è così se li godrà per pochissimo tempo.

PS: giusto ieri parlavo di certe cose, dicevo: se uno si suicida è lui stesso la persona che meno ne pagherà le conseguenze, che mette nei guai chi resta, e facevo l'esempio di qualcuno che si butta sotto una macchina o sotto un treno, che rovina la vita a un sacco di persone, specialmente al guidatore/macchinista, per un atto di puro egoismo.

se queste persone, con altri nomi esistono epr davvero, vorrei sapere che ne è della persona corrispondente alla sorella di Matteo.

Alla fine ti ho scritto un commento che boh, forse ho scritto più cavolate del solito, ma stavolta non ho aspettato di leggere prima tutto, ho appuntato man mano. Grazie per questa storia, che mi darà molto da riflettere, e mi fa pure venire un po' di fisime, infatti mi viene voglia di fare ordine, sbarazzarmi di tante cose inutili, E sappi che alla vicina apro anche d'inverno vestita alla cazzo e scalza. Devo preoccuparmi? ^^

Recensore Master
02/05/18, ore 11:09
Cap. 4:

Ciao^^
Ed eccoci alla fine della storia.
Non so perché, avevo l'impressione che sarebbe finita in una maniera simile...
Non sto a soffermarmi sulla sorella e sulla Stefanon, e nemmeno sulle due psicologhe, che sono personaggi talmente ben fatti nella loro antipatia che mi sembra quasi di vederli prendere vita attraverso i tuoi scritti. Purtroppo in realtà, quella gretta e prosaica di tutti i giorni, ci sono poche persone come Boschi e tante, troppe, come quegli avvoltoi pronti ad avventarsi sulla carogna per spolparla fino all'osso (e qui, il termine "carogna" acquisisce se possibile un significato ancora più profondo...).
Dispiace per Matteo, vittima inconsapevole di tutto questo casino, e dispiace per Boschi e tutti coloro che hanno tentato di fare il possibile per aiutarlo. Ma per chi si riempie la bocca di chiacchiere sull'ammmore e sulle persone bisognose, nessuna pietà: i primi "complici" di questa tragedia sono proprio loro.
Come sempre bravissimo, una storia molto d'impatto, che ti sbatte brutalmente in faccia la crudezza dei fatti, senza moralismi, senza romanticismi e senza retorica.
Davvero un lavoro mirabile!

Recensore Master
30/04/18, ore 15:07
Cap. 3:

Old, all'inizio del terzo capitolo hai scritto che sono episodi accaduti davvero e che non stai inventando nulla. Adesso, io sono una gran curiosona, perciò mi chiedo: tu, in questa storia, quale ruolo hai ricoperto? Esclusa la famiglia dei parenti di Dracula, ovviamente... o forse no, chissà :D
Curiosità a parte, non credo proprio che questo racconto smetterà di piacermi, anzi! La storia si infittisce, soprattutto con l'arrivo dell'arcigna sorella che come dice Gino, forse è solo na' stronza!
Mi piace questo Gino, schietto e diretto "parla come mangia" si dice dalle mie parti :D
Questa è un'altra cosa che adoro dei tuoi personaggi: il loro modo di esprimersi ricalca la personalità e il ruolo sociale.
Bravissimo davvero, i miei complimenti!
Ho notato che hai pubblicato anche il secondo capitolo della storia "Il velo", approfitto di questo pomeriggio libero per leggerlo ;)
P.S. A quando il quarto capitolo di questo racconto, invece? :D

Nina

Recensore Master
29/04/18, ore 13:28
Cap. 1:

Eccomiiiii!!! Non mi sono dimenticata delle tue stirie, sempre belle scritte magistralmente. Bello questo inizio, si prrcepisce l'angoscia e l'impotenza della madre, la pazzia assoluta del ragazzo e l'impegno dello psichiatra che cerca di curarlo. Io non amo psichiatri e psicologi, ma trattare contro le malattie mentali e' peggio che contro una grave malattia fisica. E' nella maggior parte dei casi non si risolve...sappi che Boschi pero' mi piace, bene!

Appena posso vado avanti!

Bravo bravo bravo!!!!

Micia

Recensore Master
28/04/18, ore 20:30

"Prevedo fiumi di sangue" anche io.
Certo che povero cristo davvero! E' incredibile il potere che hanno i soldi, adesso improvvisamente risorgono parenti mai visti né sentiti fino a quel momento. Mi aspetto l'arrivo della sorella di Matteo da un momento all'atro...

Anche questo secondo capitolo è una finestra sulla triste realtà dei malati o di gente che comunque non può stare più da sola, ma è una descrizione vera e netta anche della desolazione in cui riversano questi individui.
Avere nella testa voci che ti parlano in continuazione, di fare questo e di non fare quello, avere delle paranoie ed essere convinti che tutti confabulano contro di te (come nel caso dei vicini che gli pare lo prendano in giro) farebbe uscire di senno chiunque!
Certo che quella tirocinante è stata davvero stupida! Ma come l'è venuto di dargli il suo numero di telefono e per giunta sarebbe uscita a mangiare una pizza? Già è sconsigliato avere rapporti di lavoro all'esterno, figuriamoci con uno schizofrenico!
Davvero incosciente!
Old, questa storia mi sta prendendo davvero parecchio, presto leggerò anche il terzo capitolo ;)
Buon fine settimana,
Nina

Recensore Master
27/04/18, ore 23:23
Cap. 3:

Fantastico, semplicemente fantastico: lo stile, la trama, i personaggi... tutto è così reale e da manuale, che non ho motivo di dubitare che il tutto sia tratto (purtroppo) da fatti realmente accaduti. Le modalità di interagire dei membri dell'equipe, il modo in cui il dr. Boschi si muove, gli interventi dei familiari e della vicina di casa... tutto è descritto come al solito con grande maestria, competenza e realismo. Se non sei uno del mestiere, sicuramente hai qualcuno del genere a portata di mano che ti dà una mano anche nel gergo, che è esattamente quello del mondo sanitario (pz scompensato, base di ricovero, ecc.).
Al solito, capitoli che si leggono d'un fiato e lasciano col desiderio di sapere come andrà a finire...
... e se non altro per ora ci siamo liberati dei rumeni e soprattutto dell' "infermiera di Romania" (e altro non dico...).
Alla prossima, carissimo, sei sempre un grande!

Recensore Master
27/04/18, ore 16:55

Carissimo!^^
la tua storia si fa sempre più interessante... e il povero Matteo, che nel primo capitolo aveva tutte le carte in regola per fare la parte del terribile spauracchio, ora si mostra sempre più per quello che è: una persona malata, chiaramente incapace di badare a se stessa, e bisognoso di essere protetto non tanto (non solo) dalle strane voci che sente nella sua testa, quanto dagli individui rapaci che lo circondano. Gente pulita, ben vestita e perbene, ma a quanto pare senza scrupoli. Questa gente ha le armi dell'intelligenza e forse anche del denaro per muoversi e sottrarre tutto quello che può al povero Matteo. Tra tutti, Vanelli sembra proprio il meno pericoloso, e questo rovescia in pieno l'idea che forse molti di noi si erano fatti nel primo capitolo, quando il poveretto ha dato di matto e ha lanciato fuori dalla finestra persino il cane...
...eppure un male ben peggiore è l'ipocrisia, la rapina sotto apparenza di volere il bene dell'altro. Peggio di questo, credo, non c'è niente, perchè è un ingannare soprattutto se stessi: nella mia ingenuità (forse) mi viene da pensare che sia il padre che la zia di Matteo non si rendano neppure conto di essere così terribilmente ipocriti... magari pensano di stare facendo il possibile per il nipote (che peraltro considerano un caso senza speranza) ... mentre in realtà badano solo al loro proprio interesse.
adesso ho capito anche il significato del titolo: "carogna" non è il povero Vanelli, che quando da' i numeri spacca il mondo e a momenti accoppa anche sua madre... o meglio, Vanelli è il derelitto che fa la parte della carogna inerme, sopra alla quale si radunano gli avvoltoi.
Confesso di avere molte curiosità riguardo a questa storia: una è di tipo diciamo così "professionale", nel senso che lavorando anch'io nell'ambiente, sono curioso di vedere quali saranno i mezzi che il buon dr. Boschi riuscirà a mettere in campo per intervenire in modo efficace e tutelare al meglio Matteo.
Poi c'è la curiosità riguardo alla trama e allo svolgimento di questa vicenda: se non ricordo male dovresti avere un amico esperto che ti supervisiona, diversamente penserei che sei uno del mestiere...
...splendida storia narrata magistralmente, come al solito. Continuo a seguirti con entusiasmo, stima e anche affetto.

Recensore Master
27/04/18, ore 00:07
Cap. 1:

Caro Old, devi sapere che io ho un debole per la psicologia e in particolare mi affascinano i casi psichiatrici. Ok, detta così sembro un po' pazzoide anche io, quindi cerco di spiegarmi meglio: le storie che trattano casi psichiatrici mi affascinano e mi spaventano insieme, come i racconti di fantasmi che si narrano di notte con gli amici. Spero di essermi spiegata un tantino meglio.
La tua storia mi ha colpito subito per tre fattori:
1) il realismo con cui affronti la situazione, una madre di una certa età preoccupata per il figlio (ha paura di ciò che ne sarà di lui quando lei passerà a miglior vita) e che gli lascia fare tutto quello che vuole (cosa moooolto sbagliata, i genitori spesso credono che accontentare i figli in tutto e per tutto faccia bene, ma non sanno che invece può recare ancora più danno), una sorella che parla senza viverla in prima persona; 2) hai descritto Matteo in modo giusto, ha quegli sbalzi di identità che ti portano a pensare "ma ci fa o ci è?", infatti chi soffre di schizofrenia non è folle e basta, capiscono quello che gli si dice, fanno delle cose perché le vogliono fare (tipo non prendere le medicine), però hanno una sorta di vita parallela nella propria testa e tu sei stato bravo a mostrare questo loro essere "doppio";
3) il dottor Boschi mi piace, è uno tosto che sa il fatto suo, ma allo stesso tempo è una persona sensibile che sembra prendere a cuore i propri pazienti.
Quindi bravo, sicuramente continuerò a leggere e recensire questa storia perché - ribadisco - le storie dei matti mi incuriosiscono molto.
Ah, un'ultima cosa, ti sei informato sui T.S.O. e sul Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura o conosci la procedura?

A presto,
Nina

Recensore Master
26/04/18, ore 15:28
Cap. 3:

Ciao carissimo!
E meno male che i Rumeni se ne sono andati e non sono rimasti ad occupare la sua casa...
Sarò sincera: la tua storia mi coinvolge particolarmente, perché i soprusi su chi sta male e non può difendersi da sé anche a me fanno andare il sangue in ebollizione. Sei riuscito a creare personaggi semplicemente perfetti, che sembrano reali, e non si può non provare simpatia per Matteo, nonostante la sua grave malattia, e parteggiare per il Dottor Boschi nella sua strenua difesa del malato, circondato da persone che vogliono solamente approfittarsi di lui.
Bravo, bravo, bravo, perché sei in grado di colpire il lettore in maniera diretta e precisa!

Recensore Veterano
26/04/18, ore 14:51
Cap. 3:

Ciao, Old!
Leggere, nell'introduzione, che si tratta di una storia vera mi fa ancora più impressione, perché il mio pensiero va al vero Matteo Vanelli che ha dovuto passare tutto quello che sta passando il tuo personaggio. Adesso anche l'entrata in scena di Zorana...certo che non c'è proprio pietà davanti alle tragedie. Scrittura e narrazione sempre ineccepibili, complimenti :) a presto,
Rosa

Recensore Master
26/04/18, ore 12:35
Cap. 3:

Zorana: un nome un programma!
Nel circo degi menefreghisti e degli scaricabarile mancavano le figure degli approfittatori, stranieri in questo caso, ma per non fare del razzismo spicciolo come dice la psicologa, ci sono anche gli italiani!

Il confronto tra il personale dell'equipe è tanto realistico quanto sconfortante, mancava solo l'anma pia che allargasse le braccia dicendo: arrendersi fa meno male!

E tra il padre che vorrebbe arrotondare causa sfratto imminente e sorella paranoide (l'infermiere ha ragione: dovrebbero curarla forte!!!) il malato è stato parcheggiato ancora una volta in ospedale in attesa di tempi... Migliori?

Infine vorrei spezzare anche una lancia per la signora Stefanon, qui fa la parte della vicina petulante, linguacciuta e rompiballe, ma sulserio... Avere nelle vicinanze un soggetto del genere non devasta solo familiari e amici, ma crea ansie e problemi a tutto il circondario!

Recensore Junior
26/04/18, ore 11:23
Cap. 3:

Rieccomi finalmente!

Ci mancava solo Zorana l'approfittarice. Con nemmeno troppe moine (e l'intervento della slav squad famigliare) è riuscita ad arrivare più a fondo di tutti gli avidi parenti messi assieme. E' un personaggio talmente noto da risultare familiare...mi chiedo solo che fine avesse fatto Matteo mentre la famiglia dei cuculi guardava allegramente la partita...chiuso a chiave in cameretta, temo.
Interessante la figura dell'educatore e dei disegni. Si tratta di una tipologia di esercizio abbastanza usata per ricavare dei profili psicologici però il risultato è stato decisamente inquietante...
Adesso ho seriamente paura per ciò che ha intenzione di fare la sorella. Se gli altri parenti perlomeno prospettavano di mandare Matteo (improvvisamente trasformatosi da carnefice a vittima) in un centro di recupero lei è ben intenzionata a fare danni...come se già non ce ne fossero abbastanza.

Un ottimo racconto che testimonia come la realtà possa superare inquietantemente la fantasia. Verosimilmente assurdo, per questo inquieta.

Aspetto il prossimo capitolo!

~ Paws

Recensore Master
25/04/18, ore 17:17
Cap. 3:

Il dott. Boschi è a dir poco eroico. Matteo è proprio alla stregua di una carogna sopra cui volteggiano gli avvoltoi: suo padre credeva davvero che fare l'amministratore di sostegno significasse sperperare i soldi del tutelato? Per non parlare della sorella di Matteo, donna esecrabile.
Matteo non sarà una persona gradevole, in virtù della sua malattia mentale, ma i suoi familiari sono odiosi, di una miseria morale davvero sconfortante. In più, abbiamo pure l'allegra combriccola degli approfittatori stranieri.
Il quadro generale è terribile, e non vorrei che Boschi ci andasse di mezzo, anche per colpa della psicologa: è capacissima di testimoniare contro di lui, inventandosi chissà che.
La prima cosa che Boschi deve fare è rivolgersi a un legale, e promuovere una procedura per l'interdizione di Matteo e per la nomina di un suo tutore: deve affidarsi a un Giudice Tutelare. Non gli resta da fare altro prima di andarci di mezzo lui.
In troppi lo odiano per la sua onestà e scrupolosità, come medico e come persona di cuore.
Quello che fai è un ritratto spietato di certi contesti piccolo-borghesi tanto ipocriti nella loro ideologia politicamente corretta (ODIO la psicologa, sappilo), che personalmente detesto.
Povero Matteo, e povero dott. Boschi...

Recensore Master
25/04/18, ore 07:21
Cap. 3:

Ahia, la situazione sta peggiorando sempre di più. Non solo la mamma e' morta, non solo gli altri parenti si comportano da avvoltoi, ma ora compaiono anche i classici approfittatori. Zorana (che ciuccia la banana) e la sua allegra famigliola...gente così mi fa venire un disgusto che neanche ti immagini. Ci credo che poi certi stranieri hanno una brutta nomea, qui in Italia. Dico, ma con che coraggio fate una roba del genere? E poi la gente si chiede perche' io sono misantropo. Meno male che poi si sono levati di torno.

E dopo la telefonata col padre di Matteo, un altro da prendere a calci dove non batte il sole, ecco che compare quella che ritengo essere la vera pazza della storia: la famigerata sorellina di Matteo. Ma quanto e' simpatica, quanto e' tenera. Viene voglia di strangolarla e poi prenderla a frustate. E' in momenti come questi che sono felice di essere figlio unico.

E in mezzo a tutto questo, il povero dottor Boschi. Povero tesoro, che pena mi fa. Lui cerca di fare il suo mestiere e di aiutare Matteo, e deve lottare contro una massa di emeriti stronzi. Mi sa tanto che alla fine della storia andrà a far compagnia ai suoi cari pazienti...

Al prossimo capitolo!