Recensioni per
La carogna
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 70 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/04/18, ore 23:51
Cap. 3:

Ciao carissimo!
In effetti non mi aspettavo un aggiornamento così rapido... ma meglio così, ero curiosa di leggere il continuo^^
Questa storia, rispetto alle altre tue, ha un tratto ancora più sorprendente: forse proprio grazie all'ambientazione italiana, il modo in cui hai caratterizzato i personaggi e la vicenda risulta così realistico da dare un effetto quasi grottesco. Grottesco, nel senso che sono situazioni in cui chiunque potrebbe riscontrare qualche elemento della quotidianità o del "sentito dire", che ti fanno sentire in un certo senso "vicino" a quello che sta succedendo a Vanelli e alla sua famiglia.
Qui, dove ognuno sembra pensare al proprio tornaconto, l'unico a fare realmente qualcosa per il paziente è il povero Boschi, che da tre capitoli a questa parte si sta conquistando sempre più la mia stima.
Così abbiamo il padre che (poveraccio, sarà pure malato, ma...) si interessa al figlio solo per ciò che concerne le risorse economiche, la sorella che fa ritorsioni e rigira frittate a suo piacimento, Zorana la p...a (sic - ma solo io ho pensato che fosse conciata come una battona?) e i suoi teneri amichetti che spillano i soldi a Matteo e occupano abusivamente il suo appartamento... e, proprio riguardo a questa ultima questione, la dottoressa che si perde in pietismi politicamente corretti (mentre il mitico Boschi gliele canta!).
Un bel quadretto variegato e colorito, dove Vanelli si trova vittima inconsapevole (alla fine, non gli si può dare "colpa" per la sua schizofrenia, essendo una malattia psichica invalidante) di un gioco pericoloso e più grosso di lui.
Confido nella pazienza e nella perseveranza di Boschi, anche se temo che con tutte le falle che ci sono in questo sistema potrà fare molto poco per il suo paziente.
Un racconto crudo, realistico, come un pugno nello stomaco. Vedremo come andrà a finire...
Complimenti come sempre!^^

P.S.: se proprio vogliamo scendere nelle pignolerie da linguista pedante, in realtà il romeno non è una lingua slava ma neolatina, anche se effettivamente a un orecchio esterno l'accento suona quasi "slavo"^^
(Recensione modificata il 24/04/2018 - 11:55 pm)

Recensore Master
24/04/18, ore 23:03
Cap. 3:

“Una figura materna persecutoria ma per certi aspetti desiderata, con un seno che non nutre, pericolosa,” interpretò Boschi. - Ricorda la canzone Mutter dei Rammstein.

Beh, in realtà potrebbe andare peggio: se si incontrano la dottoressa schizzata con la sorella di Vanelli, vedi come legano quelle due e come rendono la vita impossibile a tutti. Magari la dottoressa va pure a recuperare la tirocinante per discutere insieme che misure prendere con Matteo alle spalle di Boschi e dei pochi veri sani di mente.

Ma siccome non voglio prendere l'abitudine di darti gli incubi, spero che la situazione con la sorella si risolva nel migliore dei modi: magari lei fa una scenata tale per cui dopo devono ricoverare anche lei.

Conosco una famiglia dove entrambi i genitori avevano problemi di salute mentale e tutti e tre i figli sono schizofrenici, fino a una certa età erano normali ma uno alla volta non se n'è salvato nessuno, eppure - altra cosa spaventosa - il figlio maschio ha la patente e guida!

Non so proprio come proseguirà la storia di Matteo, spero non troppo male. A dirla tutta l'importante sto incrociando le dita perché non vada a finire male per il dottor Boschi! (e ora spero di riuscire a inviarti il commento, che la connessione non vuole saperne).
edito per aggiungere un paio di cose: certo se che all'inizio il più pericoloso sembrava Matteo, pericoloso proprio per l'incolumità altrui; adesso, dopo che ci hai mostrato bene quanto può essere complicata una malattia come questa, ovvero debilitante per i malati e chi se ne prende cura a partire dalle famiglie... sei stato bravo a mostrarci che i malati mentali così gravi sono inaffidabili e pericolosi perché totalmente incapaci di intendere e di volere ma in realtà sono i primi ad essere davvero impotenti davanti alla vita: non possono essere lasciati da soli, e nessuno li vuole finché non è tenuto a prenderebbe cura o finché non gli conviene. Il famoso "pacco regalo" di cui parla l'insensibile dottoressa.
Mi dispiace pensare che certe realtà esistono.

Comunque credo che questa sia la storia più complicata che hai scritto, per quanto riguarda cure e altro basta chiedere a chi ne sa più di noi, a conoscenti che lavorano in quel campo, ma una storia del genere non saprei mai gestirla, a cominciare dalle gerarchie all'interno delle strutture: chi chiamare, che ruoli hanno. Complimenti davvero!

La cosa triste è che in alcuni momenti sembra non esserci una via d'uscita e tutto si sentono impotenti
(Recensione modificata il 25/04/2018 - 11:27 am)

Recensore Master
24/04/18, ore 22:02
Cap. 3:

Shakespeare sosteneva che i pazzi erano gli unici savi, qui ne abbiamo uno spaccato. Chapeau. Scusa recensioni stringate.. ma storia letta in un fiato, hai ragione.. la realtà supera la fantasia. j

Recensore Master
24/04/18, ore 21:41

Continuo la lettura, la storia ha risvolti reali .. la scrittura non supera la realtà Bravissimo!

Recensore Master
24/04/18, ore 21:27
Cap. 1:

“L’assioma della psichiatria è sempre valido: un matto non viene fuori da una famiglia di normali.” ... frase perfetta e sintetica, storia veramente interessante! Molte sfaccettature, un immenso disagio e.. Well done

Recensore Master
24/04/18, ore 21:20
Cap. 3:

La situazione si fa sempre più agghiacciante, considerando che prendi spunto con grande maestria da eventi realmente accaduti. Un'intera danza di avvoltoi multietnici, più o meno imparentati con Matteo, cerca di impossessarsi del magro bottino e lui è sempre più fuori di testa.
Il dott. Boschi è un vero mito, non so come sia riuscito a non rispondere male alla sorella del paziente, è il principe del self control.
Mi piace molto come descrivi la situazione di equipe, dove qualcuno cerca di mantenere l'obiettività professionale e qualcuno dice delle cavolate immense, che fanno rabbrividire anche i non addetti ai lavori.
Non riesco a figurarmi come andrà a finire!^^ Complimenti per la narrazione così anticlimatica. ^^
Alla prossima.

Recensore Junior
24/04/18, ore 09:47

Buondì ^^
Un po' in ritardo ma assolutamente in orario, secondo i miei canoni millenari...

Con tutti questi matti Matteo rischia di sembrare quello più sano, pensa te...
Per fare colpo sulla commissione i laureandi sono disposti a vendere perfino la famiglia ma andare a cena con uno schizofrenico mi sembra esagerato, con tutta la buona volontà che uno possa avere.
Diciamo che, dopo la faccenda dell'euro, sicuramente la tirocinante avrà di che discutere per una decina di pagine almeno...

Non sono sicura che Matteo riesca ad elaborare il lutto...nel senso: non sono nemmeno sicura che abbia compreso realmente la situazione.
Nel dubbio, però, i parenti misteriosi si sono finalmente fatti vivi e richiedono a gran voce la loro fetta di denaro: dal padre fuggiasco alla zia riccastra con marito banchiere che strizza l'occhiolino alla massoneria...

All'inizio pensavo che il titolo si riferisse al fatto che Matteo fosse un personaggio negativo, una carogna, appunto. Azzeccatissima la lettura che ci fornisci, ovvero l'ereditiere scomodo che improvvisamente diventa una carcassa fumante con i parenti-condor che volano in cerchio, pronti a lanciarsi contro di lui per spolparlo fino all'osso.
Ammirevole la volontà del dottor Boschi nel cercare di salvare il salvabile delle volontà di Matteo. Gli "zii" avrebbero anche ragione nel volerlo mandare nella casa di cura, se non fosse una palese scusa per scalzarlo completamente dai suoi averi (con tanto di figlia disponibile ad occupare la casa sfitta)

Interessante e tragicamente realistica questa storia. Ogni capitolo alla fine lascia una spiacevole sensazione amara.
Al prossimo capitolo!

~ Paws

Recensore Master
22/04/18, ore 21:38

Ovvio: finché non viene interdetto o inabilitato da un Giudice Tutelare, Vanelli è sui juris, e può/deve dare il suo consenso per quanto riguarda i suoi affari.
E ci scommetto qualsiasi cosa che zietta cara, o anche la sorella se non il padre o tutti insieme si muoveranno in tal senso.
Ma forse è meglio così: il dott. Boschi presenterà le sue perizie al Tribunale, e spetterà a quest'ultimo decidere per Vanelli.
Una cosa è certa: la sua malattia è davvero TROPPO GRAVE, e può costituire un pericolo, per se stesso e per il prossimo.
Trovo ridicola l'improntitudine della psicologa, che ha messo pure in pericolo quella stordita della tirocinante: i problemi di Vanelli non possono essere risolti con un percorso psicologico. Psicofarmaci e via.
Uno schizofrenico paranoide sa essere MOLTO PERICOLOSO.
Ammiro la devozione di Boschi: è un medico davvero serio e competente, sa sempre come affrontare un paziente molto grave come Matteo.
E comunque sia, chi vive l'inferno su questa terra sono i familiari di un malato mentale: la povera madre di Matteo ha avuto il suo personale martirio...
Storia ottima, some sempre.
Sai spaziare in vari argomenti, sempre con competenza e cura.
Buona serata, caro amico

Recensore Master
20/04/18, ore 13:33

Ed ecco spiegata "la carogna" del titolo.
Lo schizofrenico, malato grave, di cui nessuno a parte la madre era disposto a farsi carico, una volta morta l'unica persona in grado di accudirlo è diventato improvvisamente un parente "appetibile" per via del corposo conto in banca e dell'appartamento.
E' spuntato il padre, ma credo che sia solo il primo di una lunga serie...
E intanto l'equipe che lo ha in cura resta guardare tra l'impotente, lo sconfortato e l'amareggiato.
Presumo che ne abbiano visti parecchi di casi come il suo, infatti l'atteggiamento dei medici oscilla tra i fatalismo e la rassegnazione.
Questo non li esime però dal tenergli il fiato sul collo: controllarlo, visitarlo... Però anche lì si scontrano continuamente coi limiti di una legge imperfetta e incompleta, la scarsità delle risorse e una burocrazia mostruosa.
Confermo la mia opinione positiva sul Dottor Boschi, una figura realista, concreta, che forse rischia di passare per cinica coi suoi colleghi, ma che è l'unico a fare davvero qualcosa per il suo paziente.
E pensare che la realtà è così ( o poco ci manca) mi riempie di desolazione.
Povera Italia, come siamo messi male! @.@
 

Recensore Veterano
19/04/18, ore 21:14

Questo tuo racconto sembra una perfetta fotografia della realtà! Abbiamo la tirocinante entusiasta, sì, ma incosciente, che crede davvero di poter cambiare il mondo. E beh, concediamoglielo, dopotutto è solo alle prime armi.
Non mi sarei mai aspettata la morte della madre di Vanelli; nonostante mi irritasse come personaggio, ammetto di esserci rimasta male per la sua dipartita, che sicuramente mette Matteo in una situazione ancora più spiacevole. Ed infatti, ecco millemila parenti premurosi che vogliono aiutarlo, che gentili... e niente, il profumo del denaro attira le persone come i fiori attirano gli insetti.
Come sempre, un capitolo fantastico :) a presto,
Rosa

Recensore Master
19/04/18, ore 17:17

Ah, il potere dell'adunanza del vile denaro! Gli avvoltoi hanno iniziato a volare in cerchio, ma non sono certa di chi avrà la parte della carogna che verrà spolpata.
Il dott. Boschi mi piace sempre di più, è cazzuto e sa fare il suo lavoro, scindendo perfettamente il lato professionale da quello "umano" (inteso come la pena che può suscitare una persona gravemente malata, non Matteo, che tende a stare fortemente sulle balle al prossimo). Ottima la tua caratterizzazione di Marcella e della tirocinante, che, usando più l'utero del cervello, dovrebbero forse intraprendere un altro tipo di carriera! XD
Amo molto come riesci a rendere le varie tipilogie umane legate al paziente, che purtroppo, a quanto ho sentito, bazzicano gli ambulatori facendo più danno che utile. E sono tutte informatissime in fatto di euro.
Complimenti anche per la struttura del racconto, che si apre a una situazione destabilizzante. Attendo il seguito. A presto! ^^

Recensore Master
19/04/18, ore 16:21

È incredibile come il denaro possa smuovere mari e monti. Per i soldi, parenti sempre andati "d'accordo" (e lo metto tra virgolette) arrivano a scannarsi, anche se sono solo pochi spiccioli.
Il povero Matteo è vittima due volte: non solo della malattia che non gli lascia scampo, ma anche dell'avidità di chi fino ad ora non si è mai occupato di lui, facendo sempre finta che non esistesse. Ora il padre, gli zii, tornano a farsi vivi dopo secoli, e chissà se la sorella, che fino ad ora ha messo bocca da lontano, non arrivi come un'arpia per reclamare la sua parte di bottino.
Bravissimo come sempre!

Recensore Master
19/04/18, ore 10:52

Ah, Caselli, Caselli. Dolce, ingenua Caselli. Quando mi trovo davanti persone così, che siano reali o fittizie, non so mai se abbracciarle o dargli una testata sul grugno. Ma come, hai un paziente psicologicamente instabile, e ti metti a trattarlo come se stessi flirtando con lui? Gli offri il caffè, gli prometti di andare a cena con lui e gli dai pure il tuo numero di telefono? Ma ci sei o ci fai? E meno male che sarebbe Matteo il soggetto da ricoverare!

Il titolo del capitolo potrebbe essere tranquillamente "dalla brace al letamaio". Mi spiego, già la situazione di prima non era delle migliori, ma adesso stanno tutti nella merda fino al collo. Letteralmente! Mammina ha tirato le cuoia, ed è saltato fuori che aveva un pò di grano da parte. E come sempre accade in queste occasioni, i parenti avvoltoi si sono subito fiondati sulla carcassa. Ah, le gioie della famiglia! Per fortuna che c'è il dottor Boschi, che mi sembra l'unico davvero sano di mente in questa gabbia di matti (e credo che mai termine fu più appropriato). Ho l'impressione che avrà un gran dafare per evitare guai al povero e folle Matteo.

Al prossimo capitolo!
(Recensione modificata il 19/04/2018 - 10:53 am)

Recensore Master
19/04/18, ore 01:00

Ciao carissimo, senti una cosa: ma perché fra milioni di nomi proprio Matteo per lo psicopatico? :P
E perché il cognome Boschi per l'unico illuminato? ^^
E, a proposito del Dr. Boschi, con tutta la gente stressante con cui ha a che fare (i pazienti coi loro parenti, i medici che prendono decisioni opposte alle sue, la tirocinante di un'ingenuità "da manuale", i vicini...) come fa lui ad essere ancora capace di intendere e di volere? Se provo a mettermi nei suoi panni, al posto suo non uscirei di senno ma avrei sicuramente l'ulcera. ^_^
Me li hai fatti venire tu i brividi stavolta, quando ho letto che la tirocinante voleva andare a mangiare una pizza con Matteo. Pur con tutta la buona volontà e le buone intenzioni, non andrei in giro da sola con uno schizofrenico neanche se mi pagassero. Quello di cui ti ho parlato non esce mai perché in mezzo alla gente sta male, comincia a sudare in modo spropositato, non prenderebbe mai i mezzi pubblici e (per fortuna!) guarda la televisione senza audio e guai ad alzare il volume :P e non si è mai arrabbiato coi vicini anche se quando salta la corrente è qualcuno che ce l'ha con lui...
Anche se l'atteggiamento meno professionale per me l'ha avuto dandogli le sigarette! Che andasse pure a mangiarsi una pizza con lui! Che gli offrisse tutti i caffè che voleva, ma caspita le sigarette? Lì curano le malattie mentali, non quelle fisiche; però per lei poteva essere l'occasione per imporsi su di lui, nel senso di crearsi un ruolo ben definito. L'avrei apprezzata se si fosse inventata delle regole extra, in modo da mettere in chiaro che tra loro due era lei a gestire le cose e che la sua gentilezza non era ingenuità, invece si è solo ritrovata nel ruolo dell'amichetta troppo permissiva e con cui un egocentrico si prende subito tutte le libertà che vuole.

Quando hai parlato della telefonata già pensavo che era la sorella per parlare delle sue teorie omeopatiche. PEnsa che rottura di palle, peggio della vicina, la quale invece parte bene ma finisce con le minacce...
Quell'uomo se fosse vero bisognerebbe farlo santo subito!

Però il podio delle persone più criticabili spetta alla dottoressa che appoggiava la tirocinante e a quei parenti che ora, dopo l'eredità, si fanno vivi.

Il ragazzo invece chissà se è capace di elaborare un lutto. Riformulo: chissà se si rende conto della gravità di un lutto. Penso che agli schizofrenici mancano varie sfumature di affetto e che per lui sarà solo una nuova routine, l'importante è che non gli impediscano di fare ciò che vuole.
Ho notato solo ora che questa storia è a rating rosso: chissà che ci dobbiamo aspettare! ^^

Unico errore di battitura ***La libreria con il libri destinati ai pazienti era rovesciata.*** - con "i" libri...
Alla prossima!
(Recensione modificata il 19/04/2018 - 01:04 am)

Recensore Master
18/04/18, ore 19:42

Ciao^^
Era da un po' che aspettavo l'aggiornamento, quindi eccomi qui come un avvoltoio sulla carogna (scusa, era pessima...)^^
Come sempre, una storia estremamente cruda e realistica, che mette in evidenza non solo la criticità della malattia di Matteo, ma anche l'inutilità di una certa burocrazia e la tristezza della condizione di certi pazienti e delle loro famiglie, lasciate a loro stesse. Da una parte, l'eccessivo zelo delle psicologhe ha un che d'inquietante (chi andrebbe mai a mangiare una pizza col Vanelli? Lo dico senza malizia eh!); dall'altra comprendo bene anche la costernazione del Boschi, che cerca di fare il suo meglio per aiutare Matteo ma sa di essere ostacolato - anche se non direttamente - dalle falle non indifferenti che ci sono nelle istituzioni. Emblematico, in questo ultimo senso, il caso della Stefanon che si mette a minacciare denunce per ricavarne un bel titolo sensazionalistico...
La morte improvvisa della povera signora apre nella storia di Matteo uno squarcio ancor più inquietante, che scatena l'avidità dei parenti sciacalli pronti ad approfittarsi del povero cristo (scusa se cito Boschi), e lascia presagire una tiritera infinita di magagne burocratiche, baruffe familiari e procedure legali...
Non vedo l'ora di vedere come andrà a finire, anche se so già che ci sarà da piangere lacrime di sangue.
Complimenti come sempre, alla prossima! :)