Recensioni per
Mi basta vederti sorridere
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/10/21, ore 00:40

Buonasera!
Ho letto un'altra tua fic su Marine e George ed oggi, cercando il tuo account per poterlo avere pronto per le NDA, se mai un giorno pubblicherò la fic del contest che hai indetto (che è stupendo, ma ammetto di sentirmi un po' in ansia xD) ho cercato tutte le tue fic nella categoria Kodocha e mi sono imbattuta in questa fic di due capitoli.
E... è la bellezza! Ho letto tutti e due i capitoli uno dietro l'altro senza riuscire a staccare gli occhi dal testo. Lo so, la storia è datata ormai, ma volevo spendere due parole per recensire questa bellezza!
Lo stile è sublime e si riesce benissimo ad immaginare ogni singola scena, più andavo avanti più speravo succedesse qualcosa, che si dessero una scossa, che qualcuno facesse la sua mossa.
Io non so davvero cosa ne possa uscire da questa recensione perché ho letto la storia, l'ho amata e mi ritrovo ad avere difficoltà a trovare le parole per riuscire a trasmetterti quello che sei riuscita a trasmettermi tu.
Più andavo avanti con la lettura e più sentivo il cuore (davvero!) battere, volendo leggere ancora di più. Avendo il desiderio di entrare ancora di più all'interno dell'introspezione dei personaggi ♥
Io non so se tu abbia letto il manga, ma il manga è consigliato per un pubblico maturo, avendo delle tematiche delicate - anche per via dell'infanzia di Akito (Heric, scusa non mi viene a chiamarlo con il nome italiano). E se non hai letto il manga, comunque, penso che tu abbia colto l'essenza di Sana. Perché è come la descrivi. Perché lei dentro ha un guazzabuglio di pensieri, di solitudine. Spesso, rileggendo il manga, mi ritrovo a pensare che per quanto lei sia famosa - e sappiamo che lo è - conosce pochissime persone e non cerca di conoscerne altre. Se pensa a qualcuno pensa soltanto alle solite persone. A scuola media, in pratica, stringe amicizia solo con Fuka/Funny. Le ragazze delle elementari (a parte Aya/Alyssa con la quale comunque non è che abbia un rapporto poi così stretto) sono soltanto conoscenti. Sana è esuberante e un'amicona, ma non si fa avvicinare davvero da tutti. Ma soltanto da quelle persone che sceglie con cura. Ama aiutare il prossimo, è nella sua natura, ma è la prima a non chiedere aiuto se ha pensieri negativi (e tutti li abbiamo).
Sana è sola e penso che voglia essere sola, spesso, esattamente come la descrivi tu seduta in riva al mare. E quella scena. Mamma mia quella scena. L'ho amata.
Akito che, cercando di sembrare noncurante, cerca di starle vicino, le regala il fiore (che ho amato), che la comprende, osservandola, che riesce a leggerle dentro anche se lei non parla. E quando gli dice di non baciarla e poi lo bacia lei. E lui... e lei. Ecco, niente, sono andata, addio! Morta di feels!
Ero lì che leggevo e speravo che fosse lei a baciarlo. E mi sono emozionata tantissimo quando è successo. E ho adorato anche la reazione di Akito, con molta nonchalance le dice che è strana, dice di non baciarlo e poi lo bacia lei. L'ho trovato molto IC per quanto una cosa del genere non accada nel manga/cartone.
Ok. Mi sono focalizzata sulla seconda parte - scusami vado un po' a casaccio, ma non riesco a mettere in fila il discorso xD - ma la prima parte, cioè il primo capitolo, è come il secondo, stupendo. Si sente tutto il dolore di Akito, quelle parole che gli sono state ripetute per tanto tempo, ed alla fine non può far altro che crederci.
Mi è piaciuto tantissimo ogni pensiero verso a Marine ed al fatto che non sia riuscito a chiederle scusa. La metafora delle lucciole, di Sana. È tutto, tutto, stupendo. E tu sei bravissima e mi piacerebbe tantissimo che tornassi a pubblicare in questo fandom con nuove storie. ♥ Sarebbe davvero stupendo.
Grazie. Grazie infinite per questa lettura ♥
Baci
Deb

Recensore Master
18/06/21, ore 02:56

Ciao!
 
Io so che ci sono un milione di motivi per cui non dovrei essere qui, partendo dal fatto che non sono mai certa che sarò all’altezza di scrivere qualcosa di decente e finendo con il mio cervello che per oggi ha decisamente dato forfait, ma non so quando avrò di nuovo abbastanza tempo per sedermi e scrivere una recensione. E si aggiunga il fatto che la storia è di qualche anno fa, e non ho idea se ti possa far piacere trovarmi qui (non mi stressa l’anima a sufficienza, dirai tu? A quanto pare no, rispondo io), ma io so che nei giorni scorsi per farmi passare l’ansia da esame sono capitata qui e ho letto, quindi ora ti sorbisci i mei deliri, anche se ho una – non indifferente – ansia da prestazione, trattandosi proprio di loro. Ma ehi, siamo o non siamo Grifondoro con tendenze suicide?!
 
Parto dalla cosa più semplice (?), vale a dire la citazione con cui apri i due capitoli. Ecco, io credo che sceglierla come “guida” – o meglio, io l’’ho usata come tale per muovermi nelle riflessioni sui/dei due personaggi, ma in altre parole potremmo anche dire che sintetizza benissimo parte di quella che è la storia di Sana e Akito (perché ti ostinavi a chiamarlo Heric? è_é) – proprio questa citazione sia stata la prima cosa che mi ha fatta innamorare della storia. Perché era dannatamente perfetta: prima di Sana, Akito non si conosce, e nemmeno gli altri lo conoscono davvero: è il piccolo demonio detestato dalla sorella, il demonio che ha ucciso la propria madre, è il teppista che non ha paura di niente ed è annoiato da tutto che vedono i compagi di classe e i professori, e lui stesso si vede così, si sente così, e nemmeno serve faccia cose terribili: quello è per tutti, lo credono e vedono così, e lui nel dolore in cui sta letteralmente annegando senza darlo a vedere a nessuno, di questa “fama” si circonda e finisce per vedersi come tale a sua volta. Ma poi arriva Sana, e Sana lo vede, impara a conoscere quello che veramente Akito è, e standole accanto Akito si conosce, si scopre, e gli altri a loro volta imparano a farlo, a partire dalla sua famiglia: è l’incontro con Sana che permette ad Akito di sentirsi ed essere visto come Akito. E niente, ho amato da impazzire che tu abbia trovato una citazione tanto perfetta per racchiudere il tuo lavoro che riflette meravigliosamente su questo punto. E lo stesso vale per la parte su Sana, che di nuovo è perfettissima e pare davvero scritta apposta per loro due: Sana, vuoi per come l’ha cresciuta la madre, vuoi perché comunque per il lavoro che fa è molto adulta e matura per la sua età (entusiasmo esasperante a parte – ma ti devo comunque dare il punto: ti è proprio uscita irritante il giusto con quel suo entusiasmo per le lucciole, i roveti e le casette di lucciole: era insopportabile esattamente come nel manga), sembra avere consapevolezza di chi è, di cosa vuole. Ed è vero, si conosce, ma è una cosa che resta parziale sinché non arriva Akito: ora affronta le sue debolezze più profonde, è costretta a “spogliarsi” di quell’entusiasmo che volte usa per mascherare la parte più dolorosa di lei, perché l’amore e le sofferenze che porta la costringono ad affrontare certe paure, certi momenti, la costringono ad abbracciare quello che è nella sua totalità: tristezza, dolore e incapacità di aere tutto sotto controllo, le ricordano che è solo una bambina. E sono cose a cui Sana tende a non guardare mai, prima, le nasconde con il sorriso, col sorridere per fare felici e tranquilli gli altri, le seppellisce sotto sempre più lavori, eppure sono lì ed è Akito a tirarle fuori e farla scendere a patti con il fatto che lei è anche quello. E io lo so che tu non avevi letto il manga, e tutta la parte della malattia di Sana ti mancava quando hai scritto questa fic, e che tanto di quello che sto dicendo deriva da quello che abbiamo visto nella parte diversa dall’anime, però, ecco, io ho fatto subito i collegamenti, e magari sto dicendo solo cavolate, però credo si senta fin troppo bene da questa fic quanto li hai capiti anche con il solo anime davanti, quanto hai saputo scavare dentro di loro e le dinamiche della coppia, e beh, io sono abbastanza senza fiato leggendo.
 
Bene, vediamo di andare oltre la citazione iniziale, vah (ma io avevo messo le mani avanti per avvisarti che non sarebbe stata un granché di recensione, quindi mi sento a posto).
Quindi ora parlo del mio piccolo, adorato Terence. La mamma chioccia che è in me sorride contenta, perché lo hai trattato bene e lo hai reso perfetto: mi è piaciuta soprattutto la parte in cui Akito riflette che Terence gli ha sempre parlato senza paura e che lui si ritrova sempre ad ascoltarlo. In poche righe credo tu abbia saputo cogliere al meglio quello che è il loro legame di amicizia, che porta due persone così diverse a volersi bene ed esserci per l’altro da sempre – anche se magari non riescono a capirsi o aiutarsi del tutto, ma ci provano, si impegnano, e boh, a me commuovono parecchio, e mi sono piaciuti anche qui: erano loro, con Akito che calma Terence (anche se dopo averlo fatto arrabbiare per motivi non certo validi!), e Terence che insieme a Sana è l’unico a considerare Akito per il ragazzo che è.
Ma torno da Akito, ché la storia è la tua, giustamente. La scena dell’incontro con Marine… non lo so, mi ha fatto più male del previsto, soprattutto il dettaglio di lui che le ha raccolto i bastoncini di stelle – era come Akito che cerca di lottare, venire fuori, ma gli altri non lo vedono, perché diversamente da Sana non hanno saputo fermarsi quei due secondi in più a vedere oltre. E io davvero non so dirti quanto mi abbia stretto il cuore e spezzata quel dettaglio piccolo piccolissimo, eppure ha avuto una forza grandissima posto proprio in quel momento sulla scia dei pensieri di Akito. E poi quel ladro di vite. È la colpa che credo faccia più male di tutte, è quella che lo segue sempre: la madre, Marine che hanno tenuto sott’acqua, Komori…
Ma, sempre perché l’ordine è sottovalutato, torniamo ai bastoncini, e il momento in cui Akito li porge a Sana. È stato di nuovo un passo per me molto forte, lui che fino a poco prima pensa “affrontala, feriscila, mordila”, ma quello che invece fa è metterle in mano le stelline luminose e accederle, e si ritrova totalmente disorientato davanti a lei, davanti a come lui stesso si ritrovi a essere diverso con lei, essere spinto da istinti che non conosce, pensieri così diversi da quelli che tutti si aspettano da lui e gli cuciscono addosso. E viene fuori l’Akito sepolto sotto la sofferenza, sotto il vuoto, l’Akito da tirare fuori per meritarsi Sana e il suo amore. E sì, nella profondità, nella preziosità della scena, come quello di Sana anche il mio cuore ha battuto più forte vedendoli così vicini in un momento tanto bello, sospeso nel vuoto, in cui sono rapiti in un’estatica meraviglia: Sana per le lucciole, le stelline, il momento di meraviglia, e Akito sempre e solo per lei (e io rzionalmente dovrei pensare che questo è il motivo per cui Sana ha forse una mezza marcia in più, però non è che posso esimermi dal voler abbracciare stretto i piccolo Akito tanto è prezioso, in questo momento, che sa che Sana gli fa male – perché amare è questo, perché lo costringe a guardarsi in faccia e poi a guardarsi dentro – eppure non si muove, non la ferisce, ma si lascia ferire dalla bellezza di quel momento, piuttosto, da quello che lei è è che non si sente ancora degno di meritare.
Ma vendendo alla parte dedicata a Sana (mi scuserai, vero, per fare una recensione unica? Ma se no so che chissà quanto tempo passerà dalla prossima volta che riuscirò a passare, e poi sai che ho una memori pessima, e addio), quando fai il paragone tra lei e la bambola (“giocate a fare le bambole – e tu lo sei davvero, in fondo”), io ho di nuovo perso qualche respiro: per l’ammirazione, immagino, perché so quanto abbiamo già detto su Sana, e sulla bambola, ma almeno io a molti di quei ragionamenti ci sono arrivata con la lettura della malattia, e invece tu c’eri già anni fa su questo punto, e lo avevi già trovato e mostrato così bene e davvero, non so, i complimenti mi sembrano poca cosa però non so che altro offrirti se non quelli e la mia ammirazione. E tutta la riflessione su come sia una bambola che si anima se la toccano, e la metafora con la farfalla… non lo so, la perfezione dell’immagine è tale che credo potrei rovinarla ragionandoci sopra io, ma sappi che l’ho trovata più che calzante e l’ho amata immensamente: non solo è perfetta, ma proprio riesce a ribaltare tutta la situazione di una storia da ragazzini e metterla nella giusta prospettiva: questa è una storia molto più matura, molto più profonda, e la tua fic permette di trovarvisi immersi in questa profondità, di toccarla con mano, e alcuni pezzi come questo ancora di più. eppure, allo stesso tempo, lo fanno con una delicatezza struggente, come una carezza a un bambino, appunto, e sanno quindi dare a questa profondità la dimensione di una storia che nasce come racconto per ragazzi (ti prego, dimmi che tutto questo ragionamento ha senso anche nella tua testa, è la terza volta che rigiro la frase ma non so spiegarmi meglio e ne sto uscendo matta: mi affido al tuo sesto senso di sorella).
E Akito che è l’ombra di Sana, anche se sembra sempre il più lontano… santo cielo, di nuovo, io sono senza parole per le immagini che hai saputo costruire – e so pure che meriteresti le analizzassi meglio, ma temo di non esserne in grado oggi.
Mi sto sentendo una cattiva persona che dedica troppo poco spazio a Sana, però credo anche sia quella di cui sia più difficile parlare: perché è “strana”, e complessissima e fatta di questi forti opposti, l’esuberante allegria e questa tristezza solitaria, il bisogno di aiutare tutti e il dimenticarsi e trascurare sé. E vedere come le hai dato voce e l’hai capita, per me che forse ho sempre fatto più fatica a capire e avvicinarmi a lei, sicuramente molta più che ad entrare nella pelle di Akito, è stato bellissimo. E l’avevo già imparata a capire dalle tue parole e dalle nostre discussioni a riguardo, ma non so, rifarlo attraverso questa fic mi ha aperto molte più porte, e mi ha dato molti più spunti e lasciata con qualcosa in più di Sana.
 
Mi prendo l’ultimo angolino per lo stile. I dialoghi sono qualcosa di canonico, se devo cercare l’aggettivo giusto: erano perfettamente in linea con le battute del manga (e, immagino, dell’anime, perché se sei riuscita a ricreare anche lo stile del manga prima di leggerlo ti vengo a tagliare le mani!) No, sciocchezze a parte, possono essere state anche dell’anime, ma il tuo mezzo di comunicazione era diverso – e diverso pure dl manga, a dirla tutta – eppure sei riuscita a mantenere lo stesso spirito, la stessa scintilla in ogni voce, e nessuna si confondeva: erano loro. e a fare da contorno ai dialoghi c’era la tua prosa – l’elemento in più rispetto ad anime e manga – e ha dato tutto un modo nuovo di approcciarsi alla storia di Sana e Akito, ma lo ha fatto con un tono che è rimasto sempre perfettamente unico nella sua delicatezza e poeticità e allo stesso tempo perfetto sfondo su cui ricamare i dialoghi che, ripeto, sono esattamente da anime/manga: ti giuro che li leggevo e me li immaginavo nelle vignette ed era tutto canonicamente perfetto e coerente. Ogni voce aveva quella sfumatura e quell’intonazione con cui ero solita leggerle nel manga e riconoscevo subito ciascuno senza bisogno di nomi. Non lo so, complimenti, davvero, l cura e l’amore che hai messo in ogni parola si sentono tutti e li ho amati, a mia volta, tutti.
 
Bene, direi che ti ho stressata abbastanza anche per oggi – e tu che da un po’ ti eri riuscita a liberare di me, povera illusa! – e che sia anche ora che io metta la parola fine e vada a dormire, che domani dovrei anche prendere un treno e possibilmente non addormentarmi perdendo la fermata. Però grazie: per la lettura, per la rilettura che scriverti la recensione ha richiesto, per le riflessioni che mi hai regalato, e sì, anche per avermi convinta a leggere il manga. E so che ti saresti meritata una recensione decente, soprattutto su loro due, e io spero di non aver detto castronerie (nel caso scusami infinitamente, ne sono mortificata già ora), ma non so se ne sono proprio all’altezza, mi hai lasciata un pochino senza fiato e senza parole (cosa che non si direbbe, ora come ora XD).
Grazie ancora, davvero, e complimenti.
 
Un abbraccio, spero tu stia bene 💜
Maqry

Recensore Master
30/11/20, ore 17:25

Ciao!
Finalmente sono riuscita a lasciarti questa recensione. Ammetto con una punta di imbarazzo che avevo pronto questo commento da un po', però avevo preferito aspettare un attimo così da poter aggiungere qualche altra considerazione. Certo, peccato che poi mi si sia rotto il pc e la recensione era salvata solo lì. Lo prendo come un insegnamento di vita: non procrastinare mai più e, soprattutto, fare più copie di ogni file.
(Nel caso tu te lo stia chiedendo, fortunatamente sono riuscita a recuperare i file, compreso quello della tua recensione. Almeno qualche volta, ho un po' fortuna).
Dunque, basta con gli indugi e passiamo a parlare di questa storia. Ti ho già fatto aspettare anche troppo.
Parto con una cosa che mi sono dimentica di dirti la volta scorsa: il tuo stile. Ti ho già detto che mi piace, ma se dovessi definirlo con una sola parola direi sorprendente. Spero di riuscirmi a spiegare senza fraintendimenti: è semplice, leggibile e coinvolgente, ma allo stesso tempo mi sembra di scorgere dietro un lavoro non indifferente. Non lo dico tanto per dire, ma riesci a formulare frasi e a trasmettere i sentimenti in una maniera così insolita che non può non lasciarmi ammirata.
Oddio, vedo di spiegarmi meglio perché sembro una pazza. Non solo ricalchi i comportamenti dei personaggi in maniera efficace – tanto che non risultano mai esagerati, e sappiamo bene quanto siano assurdi quelli di Sana! - ma vai dritta al fulcro, fornisci un'immagine completa della scena che descrivi tanto che sembra di viverla. In più lo fai in un modo tale da non risultare scontata.
(No, non credo affatto di essermi spiegata. Mamma mia, mi esprimo come un Troll di montagna. Che vergogna!)
Le prime scene che hai descritto mi ha fatto sorridere perché sembrava uscita direttamente fuori dal cartone (o anime, se proprio vogliamo essere pignole). Sana con la sua sbadataggine, la sua invadenza, le risate che condivide con le amiche... beh, mi hanno lasciato un senso di nostalgia assurda.
E sulle interazioni tra Sana e Heric io mi emoziono, lo sai!
Qua devo trattenermi perché altrimenti mi lascio andare ad una serie di parole entusiaste senza senso. Allora, come idea, il falò mi è piaciuta un sacco: non solo perché crea un po' di atmosfera ma soprattutto perché mostra le mentalità completamente diverse dei protagonisti. Quella di Sana, più sognante, e quella di Heric, più razionale. Poi quando Heric ha buttato lì l'ipotesi che forse aveva già scritto il suo desiderio, non ho potuto fare a meno di sorridere deliziata. Perché considerato tutto, non posso fare a meno di pensare che riguardi Sana. Sì, lo so, Heric ha una storia famigliare assurda e sicuramente questo non ha fatto a meno di preoccuparlo in passato – e soprattutto a farlo soffrire – ma in questo momento, secondo me, per lui esiste solo Sana.
E quando le ha detto che gli piaceva la sua maglietta, io stavo squittendo tutta contenta!
La parte in riva al mare è sicuramente la mia preferita, per tanti motivi.
Tanto per iniziare, ti focalizzi sul carattere di Sana. Sono assolutamente d'accordo con quanto hai scritto: apprezzo l'allegria della bambina – per me, nonostante gli anni, lo sarà sempre –, però, anch'io come Heric, spesso mi sono chiesta se non fosse forzata. Se i sorrisi esagerati di Sana fossero costruiti solo per rendere felici gli altri e non se stessa. E la cosa che mi esalta è che lui la vede per quello che è, non si lascia ingannare dalla sua maschera di attrice. Sarà perché Heric è un fino osservatore – anche se a volte le cose più ovvie gli sfuggono – e conosce Sana meglio di se stesso.
Ti dirò al verità: l'aquilegia non la conoscevo. Ho cercato l'immagine su internet per farmi un'idea.
Quando lei piange ed Heric si china su di lei, ero lì che squittivo tutta contenta.
E il fatto che sia lei a baciarlo, diversamente dalla storia originale, non può non farmi sorridere. Allo stesso tempo mi elettrizza perché è l'ennesima prova – non tanto per il bacio in sé, che comunque apprezzo molto – che dimostra che Heric c'è sempre ogni volta che lei ne ha bisogno. Con il suo carattere e i suoi modi, ovvio, ma lui c'è.
Davvero una storia splendida! Complimenti.
Blue

Ps: la mia frase preferita di questa tua storia è sicuramente: “Lo sai? Vivere per poi morire è triste. La morte è un tempo troppo lungo, e tu dirai: “Non c’è tempo per la tristezza o la paura”. Ma se non fosse esattamente così? Se tu morissi anche solo per un istante e poi vivessi di nuovo? Allora scopriresti che è proprio dalla tristezza che nasce la gioia e dalla paura il coraggio; e che aprire gli occhi dopo essere stata nell’oscurità fa vedere ciò che la luce aveva nascosto.”
È di una verità e di una bellezza assurda.

Recensore Master
01/09/20, ore 11:51

Ehi, ciao, finalmente sono riuscita a passare!
Inizio con il dirti che la frase di Italo Calvino ci sta alla grande. Descrive perfettamente Sana e Heric (ho un po' di difficoltà a chiamarlo Akito perché i miei ricordi d'infanzia prendono il sopravvento).
Ho molto apprezzato il modo in cui hai descritto i personaggi, per me sei completamente IC. Sana... beh, è Sana! Pasticciona, ingenua, pazza. Quello che però mi ha davvero colpito è stato come hai sottolineato la sua capacità di non arrendersi davanti a nulla. Soprattutto quando riguardava Heric, che – siamo sincere – non è uno facile da capire o amare.
Parlando di lui, credo che sia stato colui che ha aperto il mondo ai bei e tenebrosi nei manga (almeno credo, visto che li ho scoperti solo al liceo). E dobbiamo dirlo: ci hanno provato in molti a rubarci il cuore, ma l'originale è imbattibile.
Sai che non ho mai ragionare su un probabile conflitto interiore di Heric? Ed è proprio questo che più apprezzo delle fanfiction: quando mi fanno scoprire su sfumature che io non avrei mai colto.
Ti ringrazio per aver portato la mia attenzione su questo punto. Con questo manga/anime non sono molto oggettiva, purtroppo l'adorazione offusca qualsiasi logica, quindi anche il rapporto tra Heric e Nelly, dopo che Sana è intervenuto, lo davo per risolto. Lo so, molto scontato da parte mia. Invece tu mi hai fatto capire che non bastava un film per cancellare parole tanto crudeli, specie se dette ad un bambino fin dall'infanzia.
Altro punto a favore di questa storia: Marine. In genere è un personaggio che viene trascurato, ad esempio dalla sottoscritta, quindi mi ha sorpresa non poco vederlo qui. Con Marine, Heric è stato particolarmente crudele e credo che tu abbia ragione: sapere fin dove può spingersi, non deve essere una consolazione per il nostro ragazzo. Specie se lo mettiamo nella prospettiva della questione “mi merito Sana o no?”
Veniamo all'interazione tra i protagonisti. Mi ha fatto un po' sorridere lo scambio di battute e l'ingenuità di Sana (fa tutto da sola, è incredibile!). E' stato capace di riportarmi indietro, facendo sorridere.
“Sana è come il sale, come il vento, e non sa che può far male.”
Questa frase è meravigliosa, di un'intensità pazzesca. Colpisce il lettore, facendogli comprendere perfettamente la situazione. Tra i due, non è Heric quello forte e questo si vede, si sente, continuamente per tutta questa storia.
Hai rappresentato i pensieri di questo ragazzo in maniera sublime. Se riuscita ad esprimere al meglio i suoi sentimenti, concentrandoti così tanto sull'amarezza, il disagio, l'inadeguatezza di Heric che sembrava davvero di essere lì, nella sua mente.
Tra l'altro il tuo stile è perfettamente all'altezza di questa narrazione. Non è arefatto, è semplice ma di quella semplicità che risulta autentica e affascinante.
Davvero una bellissima storia, i miei complimenti. Certamente, finiti gli esami, commenterò anche il seguito.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Master
29/07/20, ore 13:27

Ciao!
Come promesso, eccomi qui.
In realtà, ho letto entrambi i capitoli già da un po', ma ho continuato a rimandare il momento della recensione perché... perché non credo di essere capace di scriverti una vera recensione. Ma nemmeno un commento con un minimo di utilità.
Poi però mi sono detta che lasciare inespressa la mia gioia di essermi approcciata a questa lettura sarebbe stato un peccato, e quindi eccomi qui. Scusandomi in anticipo per l'approssimazione di questo commento, ma eccomi qui.
Come forse sai, ho ricordi davvero vaghissimi dell'anime: l'ho visto da bambina, saltando da una puntata all'altra e senza linearità, e di certo molti dei risvolti più maturi di questa storia mi sono scivolati addosso. Però l'ho amato davvero, davvero moltissimo, e anche se i miei ricordi sono molto vaghi, questa tua storia mi ha risvegliato tutte quelle belle sensazioni che provavo mentre facevo merenda a casa dei nonni dopo la scuola, davanti alla TV (che botta di nostalgia tremenda XD).
Ho apprezzato davvero tantissimo la struttura speculare che hai dato alla storia, concentrandoti sui punti di vista di entrambi i protagonisti: lo stile resta in entrambi i capitoli molto curato, fluido, capace di rendere al meglio le atmosfere e di farlo attraverso delle immagini davvero belle e molto efficaci. Pur essendo lo stile molto unitario e coerente tra le due parti, ho apprezzato che comunque il cambio di prospettiva si avvertisse: non tanto per un cambiamento nel modo di narrare, ma proprio perché la personalità dei due personaggi emerge in maniera molto chiara, rendendo impossibile rischiare di confondere le due parti .
Ho amato, poi, la profondità che hai saputo dare a entrambi: avendoli "conosciuti" da piccola, temo di essermi persa molto dell'angst che sta dietro a tutte le loro vicende, ma qui tu sei sicuramente riuscita a guardare sotto la loro maschera, e a rappresentarli in maniera diretta, per come sono, e non come cercano disperatamente di apparire. È bellissima l'atmosfera malinconica che avvolge tutta la narrazione, partendo dalle riflessioni di un personaggio come Heric, da cui in fondo un po' ce lo aspettiamo, fino ad arrivare a Sana: lei, in particolare, mi ha colpita davvero tanto, perché sei riuscita a cogliere tutta la malinconia che si nasconde dietro un personaggio che si sforza fino allo sfinimento di apparire solare, energico, capace di dare tutto agli altri. L'immagine di questa bambola sorridente che si anima solo quando è in relazione a qualcun altro, ma che in fondo ricerca la sua pace per potersi concedere le lacrime e il silenzio, è davvero stupenda, e in pochi tocchi ha reso perfettamente tutta la complessità del suo personaggio.
Le interazioni tra Sana e Heric mi sono davvero piaciute tantissimo: ci sono le battute più pungenti che mi ricordo dall'anime, ma c'è anche tutta quella maturità che li unisce, quelle esperienze dolorose che li rendono in un certo senso più grandi dei loro compagni, isolati, incapaci di unirsi davvero a loro.
Bellissima, davvero.

Scusa ancora per la confusione di questo commento, ma ti ringrazio di cuore per avermi fatto fare questo splendido tuffo nel passato!

Recensore Master
22/07/20, ore 15:25

Eccomi qua, ho letto entrambe le parti con gli occhi a cuoricino!
Hai rispettato l'IC dei personaggi alla perfezione e non solo, hai dato a questa fic delle caratteristiche più mature che sono proprie del manga.
Ho amato il fatto che ti sia riagganciata alla frase di Calvino perchè sembra essere stata cucita esattamente per loro due. A parte tutto, è chiaro e ben definito il legame che hanno entrambi, fatto di battutine ma anche di momenti più riflessivi, perchè entrambi si conoscono, si sentono. Heric che non esita nel fare le sue battute, Sana che ha il timore di venire baciata nuovamente,e già da questo dettaglio si vede l'IC.
Possono credere che sia facile scrivere di Heric, ma secondo me è molto complesso: Heric ha rabbia, ha i ricordi degli anni passati senza avere veramente una famiglia, ha ingurgitato per anni le frasi d'odio della sorella, deve mantenere il suo ruolo di bullo, ha una corazza, e soprattutto, deve interagire con Sana che per molti versi può sembrare il suo opposto. Tu hai caratterizzato entrambi in maniera splendida, mantenendo sì le riflessioni, ma mantenendo anche i caratteri dei personaggi e la vivacità di Sana o la vivacità dei loro dialoghi, che nella coppia non sono mai mancati.
Ho amato il fatto che tu abbia mantenuto i nomi della versione italiana perchè sono cresciuta con quelli e il nome Heric è troppo bello, a mio avviso.
Ma soprattutto, il tuo stile mi ha incantata, e secondo me è uno stile elegante e perfetto per loro, perchè sa scavare nel profondo dei loro pensieri ma dimostrare anche l'immensità del loro amore.
E poi le battute dirette di Heric sono proprio da lui: prima Sana lo avverte di non baciarla e poi è lei a baciare lui, e lui ovviamente glielo rinfaccia, perchè Heric fa sempre così, fa distendere l'atmosfera. Ogni tanto in modo indelicato, ma è proprio così che scuote Sana dai suoi pensieri e la fa andare avanti: e ho ritrovato anche questo dettaglio nella tua fic, per dirti quanto entrambi sono caratterizzati bene.
Bellissimo il significato dell'aquilegia, hai fatto un'ottima scelta. E poi il finale col sorriso di Heric, che sappiamo quanto sia raro, è la cosa vincente, la più bella per Sana. Loro sono così, romantici a modo loro, ma hanno un amore profondo come poche altre coppie, e in questa fic ho trovato tutto quanto.
Complimentissimi! Sono veramente felice di averti letta e trovata nel gruppo!

Recensore Master
18/06/20, ore 17:50

Come promesso, giungo (e in splendido ritardo) a recensire anche quest’ultimo capitolo di una fic che ho semplicemente amato.
Se il capitolo prima il pov era concentrato su Heric/Akito, questa volta si focalizza su Sana, ma c’è sempre una nota malinconica che aleggia per tutto il racconto e così come Akito in quello precedente nascondeva molto più di quanto mostrasse, anche Sana è molto più di come appare – e forse non è nemmeno perché lo nasconda volutamente, quanto perché semplicemente è la sua esuberanza e il suo buon cuore che prendono il sopravvento e tutto il resto (come la sua fragilità) scivola in secondo piano, visibili solo a chi sa dove e cosa guardare. E che questo qualcuno sia sempre e comunque Akito, non c’è nemmeno da stupirsene.

Intanto mi ripeto sul fatto che ho adorato dalla prima all’ultima frase lo stile che hai utilizzato. Non c’è una parola fuori posto, tutto è pesato ed inserito con un’attenzione chirurgica, bilanciando la profonda introspezione che fai di Sana con le stilettate di emozioni che ci tiri dritte al cuore, uccidendoci ad ogni maledetta frase. E non posso citarne una soltanto, perché dovrei copincollarti l’intero capitolo – ogni frase l’ho trovata così piena di significato e di emozione che non saprei sceglierne una. Però posso dire che la vera perfezione l’ho trovata in due scelte che hai fatto:
1. L’aquilegia. Non lo conoscevo come fiore, quindi sono andata a cercarlo su google ed è bellissimo *_* (e poi è viola… che in questo contesto non c’entra una bega, ma è il mio colore preferito e quindi è importante dirlo v_v). Ma anche il significato che hai rivelato nelle note “amore nascosto” si addice così bene in questo contesto, per Akito che è lui a donarlo a Sana, ma anche per Sana, perché è lei ad indossarlo e perché entrambi, in fondo, preferiscono tenerlo ben nascosto questo loro amore, anche se è chiaro come il sole che si appartengano.
2. La similitudine con la farfalla. Anche quella con la bambola mi è piaciuta (e mi ha spezzato il cuore il riferimento al fatto che come una bambola si animi solo quando qualcuno la tocca, mentre da sola perde il sorriso), ma la farfalla che batte le ali con energia, che dà tutto e non tiene niente per sé è esattamente Sana – lei che sceglie i fiori per le altre e non per sé, che le aiuta a scegliere i vestiti e dimentica i propri, che dà tempo agli altri e non ne tiene per sé…
È vero che l’anime ci ha mostrato questa trottola inarrestabile e piena di voglia di vivere sempre e comunque, ma mi trovo d’accordo nel pensare che da sola, senza nessuno per cui dover per forza sorridere, a Sana rimanga ben poco. In fondo, deve essere mortalmente stancante essere come lei e bruciare così tanto e così a fondo per gli altri. E la cosa più dolce è che Akito è sempre quello che se ne accorge e che le si avvicina quando nemmeno lo aspetta.

Il “e non provare a baciarmi” mi ha un po’ uccisa, ma è il fatto che sia poi lei a farlo che colpisce e che dà tutto un nuovo significato alla presa di coscienza finale, alimentata anche dalle parole dalle parole dello stesso Akito, quando le dice che va bene ogni tanto pensare anche a se stessi. E sì che è strana lei, ma visto che è nelle sue stranezze che si ritrovano sempre, questi due, tanto meglio così!

La citazione finale, infine, sembra sollevare completamente il velo di malinconia calato fin dalla prima riga. E poco importa che Sana non abbia visto le lucciole che tanto cercava, se alla fine ha potuto vedere qualcosa di più importante come il sorriso raro di Akito.

Bella. L’ho amata tanto, per l’analisi così accurata e poetica di due personaggi tanto complessi, per lo stile poetico e per il modo fiabesco con cui hai raccontato l’amore tra questi due, il loro rapporto e il fatto che l’uno riesca a vedere sempre sotto la maschera dell’altro e questo invece di allontanarli li rende ancora più uniti, come se fosse il loro segreto condiviso.
Boh, davvero, spero a questo punto di poter leggere anche il seguito della tua altra fic su kodocha <3

p.s. ti segnalo la frase “puoi muori sbattendo le ali,[..]”

Recensore Master
09/04/20, ore 11:42

Ciao!
Appena ho visto che scrivi in questo fandom mi ci sono fiondata, mi dispiace aver scelto una storia di due anni fa ma la tua recente raccolta è ancora incompleta e questa mi sembrava più corposa per potermici immergere e credo di non aver scelto male.
L'unica cosa che non mi piace molto è il tempo verbale utilizzato durante la stesura e narrazione, però sono gusti personali e non battono sul contenuto né sulla trama quindi, non reputo la storia meno bella per questo.
L'unico errorino che forse ho notato è la mancata maiuscola all'inizio di questo dialogo «non lo avevi specificato.».
Mi ha colpita molto il tuo pensiero riguardo i sentimenti scoperti come una specie di tiro al bersaglio, già da qui si nota la profondità del racconto e il modo in cui tieni ai personaggi, che tra l'altro, sono la mia OTP santo cielo li adoro.
Li trovo davvero molto IC anche rispetto al manga oltre che all'anime, dove essendo più 'cartonizzati' sono anche più infantili, e si vede che hai letto il manga perché chiami Akito 'figlio del diavolo' e non 'diavoletto'.
Amo alla follia l'introspezione che dai ai personaggi. Mi piace il modo in cui cerchi di comparare i loro caratteri con gli elementi naturali circostanti, il modo in cui dai voce ai pensieri di Akito, il modo in cui sia combattuto tra due fuochi che sono la felicità che avrebbe se si lasciasse andare, e il freno che ha costantemente in fase on nella sua anima, perché si sente sbagliato perché è così che lo hanno sempre fatto sentire, con la sorella che lo incolpa del male che hanno passato, il padre assente, e giustamente ha paura. Paura non solo di queste nuove emozioni che facendolo sentire bene, bene come non lo è mai stato, e quindi rappresentano un territorio inesplorato e ignoto, cosa che lui non è abituato a tenere in conto controllando tutta la sua vita e restando restio alle emozioni forti, ma ha paura anche per lei, perché da Sana si è sempre sentito un attimino intimorito, dalla sua esplosione di vivacità, il suo carattere espansivo, aperto alla vita e alle esperienze emotive, un carattere troppo forte per lui, che potrebbe essere compromesso proprio dal suo animo così oscuro e triste. Tu hai descritto al meglio questi dettagli e queste situazioni creando un'introspezione meravigliosa, e una sintonia tra questi due personaggi che non è per niente indifferente.
Mi complimento!
A presto!

Recensore Master
03/04/20, ore 23:47

Ed eccomi qui per lo scambio libero del giardino.
Non ho mai letto qualcosa dentro al fandom di Rossana e così ho deciso di buttarmici per una volta. La storia in questo primo capitolo ci presenta poche cose ma capiamo più o meno il punto della situazione, Rosana, Heric e i loro compagni si ritrovano in quello che sembra essere una specie di campo scuola? e il ragazzo guarda Sana, la ragazza che tanto lo fa impazzire ma anche arrabbiare, in questa storia lo troviamo confuso più che mai sui suoi sentimenti che non sa più cosa fare e pensare, direi tipico del pg. i Due devo dire li ho trovati perfettamente Ic, è stato come rivedere un episodio in tv, uguali ahha XD.
Per lo stile direi che non ho nulla rimproverarti dato è abbastanza scorrevole quindi apposto. Ti faccio i miei complimenti, continua così e alla prossima, ciaoo.

Recensore Master
31/03/20, ore 16:06

Ciauu! Eccomi qui!
ti ringrazio moltissimo per avermi suggerito una storia di Rossana, amavo da morire quel cartone da piccola, ma non ho mai indagato se ci fosse il fandom, mannaggia :D
ti ringrazio perchè leggere questa storia è stato come fare un bellissimo tuffo nel passato: se non ricordo male quest'episodio si svolge durante la gita scolastica, vero? Prima della pubblicazione del libro della mamma di Sana ? Peraltro perdonami ma continuavo a leggere Sansa, ahahahaha, ho troppo in mente GoT
Sana che cercava le lucciole era una delle cose più tenere del mondo, e poi alla fine è talmente impegnata a rincorrere Heric da non accorgersene aahahahah.
Per quanto riguarda le caratterizzazioni, sono tutte perfette, dai due protagonisti a Terrence (lo sopportavo poco, parlava decisamente troppo :P)
Le riflessioni circa Nelly mi hanno fatto stringere il cuore... ricordo che tutta la questione della famiglia di Heric mi aveva fatta piangere non poco. Splendido anche tutto l'accenno a Marika, al male che le ha fatto e che ovviamente non può essere dimenticato facilmente: mamma mia, era un cartone ma trattava tematiche super complesse.
Invece l'accenno alla festa sulla spiaggia mi ha fatta ridere tantissimo nel ripensare alla scena del limboooo, io ho imparato cosa fosse guardando questo cartone e non c'è volta che non ripensi a quella prof psicopatica quando vedo qualcuno esibirsi.

Che dire? non vedo l'ora di leggere il secondo capitolo, spero di riuscire a passare presto :D
nel frattempo ti faccio tantissimi complimenti, li meriti tutti!!

un caro saluto,

Leila
 

Recensore Master
26/03/20, ore 21:14

Ho voluto leggere anche il secondo capitolo perché essendo solo due ed essendo la tua scrittura così gradevole, sarebbe stato un peccato non farlo.
Questa volta il personaggio principale è Rossana (Sana, pardon... uso i nomi dell'edizione italiana dell'anime per abitudine), che dietro alla sua allegria, alla sua bontà, nasconde una fragilità inaspettata.
In effetti è molto comune tra le persone che danno anima e corpo agli altri nascondere una certa malinconia, e tu hai colto questo aspetto di lei, sulla spiaggia, da sola, dopo aver fatto di tutto perché le sue amiche si divertissero.
Qui Heric compare a rivelarle che lui comprende, vede dietro l'apparenza dei suoi gesti, la sua indole più nascosta.
È bello, è l'amore delle fiabe.
Anche in questo secondo capitolo hai mantenuto uno stile e un ritmo davvero meravigliosi e hai dimostrato molta sensibilità nel trattare i personaggi. Mi piacciono in particolare le immagini vivide che usi: sono molto efficaci e chiare.
E l'aquilegia è un fiore bellissimo. Se ricordo bene, però, è anche il fiore dei folli. Beh, l'amore può rendere folli. ^^
Questa volta, però, ti sono sfuggiti un paio di piccoli errori:
"puoi muori sbattendo le ali," -> c'è una "u" di troppo in quel "poi";
"È un’eco acuto" -> un'eco acuta.

Inoltre, vorrei soffermarmi su due frasi:
"«Io non ho le orecchie a sventola!» erutti." -> qui trovo che "erutti" sia di troppo. C'è già il punto esclamativo a dare il tono della frase. È un po' messo lì, sull'orlo di un precipizio.
"donare a chi ti sta accanto allegria." -> io sposterei "allegria" dopo "donare" per rendere la frase più solida.
Ovviamente puoi avere tutt'altra idea. ^^

Rinnovo i complimenti.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
26/03/20, ore 19:03

Non conosco il manga/anime a cui è ispirata questa fanfiction, quindi l'ho letta come fosse un'originale.
Va da sé che non posso valutare l'IC dei personaggi.
Fatta questa premessa, devo dire che sono rimasta colpita dalla prosa scorrevole e puntuale.
Non sono abituata a leggere storie al presente e tanto meno in seconda persona (che tuttavia preferisco all'uso della prima), ma il risultato finale è davvero gradevole.
La storia è semplice, ma l'introspezione del personaggio è notevole. Mentre leggevo riuscivo a figurarmi le scene attraverso i suoi occhi. Mi ha dato l'impressione di un personaggio molto solo e chiuso, sofferente nonostante abbia una cattiva reputazione. Deve avere un passato interessante alle spalle, qualche spiraglio si coglie e, per chi conosce la storia è di certo sufficiente. Per chi, come me, non la conosce, è intrigante. Verrebbe voglia di saperne di più, di proseguire con la lettura per scoprire "come continua".
Il modo in cui è invaghito di Rossana e decide di proteggerla ha un che di drammatico: sembra sul punto di volerla proteggere "anche da se stesso", il che può preannunciare disastri.
Non definirei in questo modo, però, l'impressione generale della storia, ma mi ci riaggancio dopo.
Rossana, agli occhi di lui sembra inconsapevole di tutto: una ragazzina solare e aperta che non vede in lui nulla di sbagliato, e pertanto lo tratta come qualsiasi altro ragazzino.
Uso i diminutivi perché ho avuto l'impressione si tratti di personaggi molto giovani.
I piccoli episodi sono concatenati molto bene nello strutturare una storia che fin qui mi pare solida e gestita ottimamente.
Il clima che avvolge la narrazione mi sembra malinconico, lo stesso protagonista, che osserva gli amici schiamazzare e battagliare a colpi di cuscino, rimane in disparte, non si sente compreso nella scena. È alla ricerca del proprio posto, ma c'è questa voce rabbiosa nella memoria che sembra aver costruito un muro tra lui e gli altri e tracciare così un destino infausto.
Ho avuto anche l'impressione che lui non si sia mai ribellato a questo "destino" stabilito per lui da qualcun altro. Mai, fino al momento in cui non decide che non farà mai del male a Rossana. Potrebbe essere un punto di svolta nella crescita del personaggio.
Per concludere, torno allo stile: è incalzante, probabilmente per l'uso del "tu" e privo di sbavature. Ogni termine è appropriato e non ci sono tempi morti. Oltre a questo, non ho trovato errori.
Davvero una lettura molto gradevole. Complimenti. ^^

Recensore Veterano
24/03/20, ore 21:39

ciao cara, eccomi qui per lo scambio del giardino!
Che piccola perla che ho trovato!!! 😍 quante emozioni in queste tue parole! (e grazie per aver usato Heric invece del nome originale, che io tutte le volte devo segnarmi i doppi nomi se no non li ricordo... 😅 )
Quanto Angst in questa os, il nostro povero 'piccolo' Heric, così malinconico e così triste. Lui sì che si può meritare la sua (ho adorato quanto lo hai scritto 'la tua Sana') Sana, e lo sa, sa che può essere degno di lei.
Sana vista dai suoi occhi è stupenda, mi piace, così sprizzante (esiste questa parola? 😅 ) così esuberante, così... 'Sana' e lui che la ama, che fondamentalmente è un bravo ragazzo, ma che deve fare il bullo... oh, che presa sul cuore! E le lucciole... che bel paragone, poi, lei è come una lucciola e lui forse ha paura di spegnerla... cavolo, spero di non piangere.
Ti dico, normalmente non mi piacciono molte le storie alla seconda persona, ma questa (sarà che è scritta molto molto bene - complimenti, a proposito!) non mi ha 'infastidito' anzi, mi è piaciuta molto e mi ha aiutato a sentirmi più coinvolta.
Mi piace che tu abbia usato delle 'citazioni' (margherita l'avevo riconosciuta 😍), ci stanno bene, anche quella tua, quella sul tramonto è molto bella.
non ho notato nessun tipo di errore, né refusi, né battitura (oppure nel momento non li ho visti perché presa dalla lettura), non sono mai dovuta tornare indietro perché non avevo capito e la lettura è stata scorrevolissima e molto molto piacevole.
Ancora complimenti,
ti metto in lista per la prossima volta,
così da vedere come finisce 😊
un abbraccio,
💜

Recensore Master
24/03/20, ore 13:13

Forse l’avevo già detto, ma di questo anime/manga ho ricordi vaghi legati, credo di aver letto qualche numero del manga, ho visto l’anime, ma non ricordo la fine, né ricordo bene quale fossero i demoni di Heric… che chiamerò Akito, perché sono carogna e la traduzione dei nomi non mi è mai piaciuta XD

Inizio col dire che innanzitutto non mi aspettavo una storia raccontata da te in seconda persona – sono quasi sicura che prima non mi fossero mai capitate. È strana, non mi ci abituerò mai perché ha un certo fascino, ha una certa vivacità introspettiva, ma è anche molto difficile da gestire e più spesso che no il rischio è quello di rendere il tutto un’accozzaglia di statici pensieri rivolti al personaggio o un noioso elenco di azioni. In questa fic non accade, qui c’è la coscienza di Akito che racconta, ma anche lo assale, lo assilla, gioca con la sua introspezione dandocene bocconi e poi svela le sue emozioni, quello che c’è davanti e dietro la maschera di indifferenza che il Mostriciattolo indossa.
Non ci sono pensieri noiosi. Non ci sono frasi ridondanti. Non è una storia statica. È l’esatto contrario e per di più con uno stile che mi ha affascinato e mi ha catturata completamente. E adoro il fatto che tu abbia saputo adattare il tuo stile (che io conosco per il Tredicesimo Re) a questa storia, che lo abbia modulato per rendere le frasi più corte, più moderne ma altrettanto potenti. E, come non bastasse, vogliamo parlare di quanta bravura hai mostrato nel riuscire a cucire perfettamente nella storia le citazioni a Calvino e alla canzone di Cocciante?
E sì, confesso che la canzone non l’avevo riconosciuta e che se non l’avessi segnalato nelle note non me ne sarei accorta, perché anche il tuo stile è pura poesia come quella frase bellissima.

Ancora più della storia di questo primo capitolo – una storia fatta di piccoli momenti, di dialoghi e di una splendida introspezione di Akito – sono i personaggi ad avermi colpita.
Non mi stancherò mai di ripetere quanto io ci tenga all’IC dei personaggi e quanto – purtroppo – sia raro ritrovarlo nelle fic (nei fandom in generale, perché di Rossana leggo fin troppo poco per poterlo giudicare… ma qualcosa mi dice che tutto il fandom è paese (?)). Ci tengo ad una buona caratterizzazione forse ancor più che alla storia stessa e in questo capitolo, tutto di quello che ci hai mostrato apparteneva all’Akito e alla Sana del manga – con l’aggiunta perfino dei personaggi di contorno che non hai relegato solo in un angolino, ma a cui hai dato una loro profondità, rendendoli parte integrante della storia; cosa assolutamente non da tutti.
Ma i protagonisti… oh se li ho amati. Ho adorato l’affettuosa poesia dei pensieri di Akito riguardo a Sana, il modo con cui la vede, con cui la sua coscienza ne parla e certe descrizioni che ho trovato così dannatamente calzanti oltre che bellissime da leggere… ma la parte che più mi ha commosso è stata quella in cui ha scoperto che Sana, per lui, è il silenzio. Quello tanto agognato che ha sempre ricercato e che nessuno gli ha mai dato. Ed è una cosa che mi ha lasciata senza parole, perché non te lo aspetti da Sana che è un vulcano di esuberanza, ed invece ha quella dolcezza così speciale che riesce perfino a toccare un ragazzino come Akito e sollevarlo dal suo bozzo di tristezza. Davvero, non ci sono parole per dirti quanto ho adorato come tu abbia gestito il tutto…
Per non parlare poi de:

Urla, urla come solo lei sa fare. Salta fuori dal cespuglio e comincia a correre, per poi tirare il freno e fare marcia indietro. «Sei ammattito? Mi hai fatto prendere un colpo. Senti come mi batte il cuore…» Allunghi una mano verso il suo petto. «Ah, tieni le mani apposto!»

Ahahahahah, sono morta a questo punto. Come si fa ad essere così adorabili? XDDD
Tra l’altro è anche molto bello come hai portato alla luce il fatto che siano comunque dei ragazzini, cosa che spicca nel modo in cui tratteggi l’esuberanza di Sana e certe sue frasi o la sua intenzione di cercare le lucertole.
Davvero è tutto adorabile, perfino il finale del capitolo in cui Akito le promette che sarà degno di lei… Ah, il mio cuore, il mio povero, povero cuore! ç__ç

Davvero, complimenti!

Recensore Junior
28/05/19, ore 00:26

solitamente non leggo storie così corte, ma ho fatto bene a cambiare idea. complimenti storia ben scritta. due capitoli per una marea di emozioni

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