Recensioni per
L'altra te
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
05/09/19, ore 21:07
Cap. 1:

Primo Classificato al contest "Amor, ch'a nullo amato amar perdona": Nina Ninetta, "L'altra te"

Valutazione
- Grammatica:
Soltanto qualche errore di battitura, per il resto non ho notato errori.

- Utilizzo Pacchetto:
- Obbligo: Si può davvero dire che Annarita sia proprio la persona più importante per Caterina? Tecnicamente sì. Anche Annarita è tecnicamente la persona più importante per Guido, però sembra quasi poco importante. D’altro canto, Annarita è sicuramente stata tradita dalle persone più importanti per lei, nonostante il suo punto di vista non sia per niente affrontato all’interno della storia, proprio perché lei non lo verrà mai a sapere. Il tradimento c’è di sicuro, ma ecco l’avrei descritto in un modo differente.
- Prompt: Siccome sono pignola avrei preferito che il colore della mela fosse rispettato al 100%, ma non fa niente. L’inserimento del prompt, in ogni caso, mi è piaciuto molto anche perché è stato graduale e ogni volta ha preso piano piano più importanza a livello di trama.
- Luogo: proprio come il prompt, il luogo è stato inserito in modo ottimale.


- Lessico & Stile:
Davvero niente da ridire: lo stile e il lessico li ho trovati appropriati alla storia, fluidi e la storia decisamente ti invitava a farsi leggere, sin dalle prime righe.

- Trama:
L’unica pecca è che avrei voluto sapere, magari in un futuro, la reazione di Annarita. Ci viene predetta da Caterina, ma non è la stessa cosa. So che potrebbe essere fuori luogo con l’attuale trama, quindi ovviamente accetto la scelta.
Per quanto riguarda il resto, questa storia mi è davvero piaciuta: la trama è ben strutturata, tra la parte diaristica e le sequenza narrative ci si giostra facilmente e la fine della storia mi ha lasciata col fiato sospeso, tanto che cercavo altre parole, che quelle scritte non mi sono davvero bastate e volevo leggere di più. La frase finale è puntuale, non se se tu l’abbia scritta di getto o ci abbia effettivamente pensato ma è come se parlassi dei primi passi di un bambino che il padre aiuta a compiere, uno alla volta.

- Caratterizzazione/IC Personaggi:
Non c’è stato un personaggio che non mi abbia convinta. Chiedevo personaggi uniti, e tra Guido e Caterina e Chiara davvero vi è un’unione che durerà per sempre. Con la sua morte Caterina ha lasciato spazio a un nuovo rapporto, a un nuovo legame indissolubile tra Guido e Chiara che penso mai si spezzerà. Davvero bellissimi personaggi, molto realistici e umani nelle loro condizioni disperate.

- Gradimento Personale:
Questa storia mi è piaciuta davvero tanto!

Recensore Master
18/09/18, ore 16:34
Cap. 3:

Buon pomeriggio.
Sono troppo scosso... non so da quand'era che non restavo così colpito al cospetto di un racconto...
Complimenti...! E' un testo che... che colpisce, che intriga... che... non so come definirlo!
sono molto emozionato dopo questa lettura e mi hai messo in scacco matto, questa volta xD ^^
A presto :)

Recensore Master
18/09/18, ore 16:27
Cap. 2:

Buon pomeriggio.
Cioè... io sto per piangere!
Ho notato varie conoscenze in ambito medico, che ti rendono a tuo agio nel contesto.
Il resto... oddio, è troppo triste...

Recensore Master
18/09/18, ore 16:25
Cap. 1:

Buon pomeriggio.
Oddio... un racconto fortissimo!!
Posso solo proseguire nella lettura, al momento...

Recensore Master
12/07/18, ore 09:48
Cap. 1:

Quinto Posto - L’ALTRA TE di Nina Ninetta






♦ Grammatica e stile: 10/10

Sul fattore grammatica non ho nulla da segnalare, è tutto perfetto.
Per quanto riguarda lo stile, sono sincera: non sono un’amante delle parole forti – le cosidette parolacce – nelle storie, eppure ritengo che qui siano perfette, in quanto sono proprie di una narrazione forte come questa e caratterizzano ulteriormente i personaggi.
Il tono è unito strettamente agli avvenimenti: si fa aspro, riflessivo e di una profondità totalmente umana quando si raccontano episodi rispettivamente duri, più intimi – come nel caso del diario – e che riguardano solo Chiara e sua madre: è il caso dell’emozionante lettera finale che questa rivolge alla figlia, e alle ultimissime frasi della storia.
Non nego che mi sono emozionata parecchio in più punti: la scoperta graduale di chi sia Guido e cosa rappresenti per le due donne – il grande amore di una, il padre mai conosciuto in quanto tale, e comunque sempre presente, dell’altra –, la narrazione delle foto che rappresentano la bimba e l’uomo insieme, e ancora una volta quella lettera straziante, carica di pianto e di tutte quelle parole mai dette, che è il lascito più forte e pieno di cuore di una donna che ha amato la sua bambina nel silenzio, senza lasciar trapelare nulla, e che è riuscita ad affidare tutto questo al tempo, prima che quello stesso tempo e la malattia la privasse pure di sé stessa.



♦ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10

Ho trovato una resa superba di tutti, tutti i personaggi; e ora ne vado a parlare con calma.
Partiamo dalla grande protagonista della storia, Maria Caterina: la donna forte, sicura di sé e vincente che traspare dalle parole di Chiara, il magistrato che non ha paura e lotta letteralmente; una figura che ha quasi del divino perché ha successo in molte cose, è ancora bella e attraente nonostante l’età non più giovanissima, sa mettere in riga tutti e non evita di scontrarsi con nessuno, di dire quello che pensa, neppure di criticare pesantemente la propria figlia e a cedere davanti a una qualsiasi tenerezza: una madre forse non esemplare in quanto a dolcezza, una figura decisamente potente che ha fatto a meno anche dell’amore… o meglio, era tutto questo prima del tumore. A questo punto, vediamo la prima versione dell’altra te, riprendendo il titolo: il grande magistrato che perde la memoria, divenendo praticamente l’ombra della forza che era, e che si rinchiude in un clima di acidità e gravità senza ritorno.
La pazienza e i sacrifici di Chiara, che ha lasciato gli studi universitari pur di starle accanto, non vengono riconosciuti se non con note di disprezzo, come se anche quello di lei fosse sbagliato: il fatto di non essere bella né avvenente, di non avere lo stesso carisma, la sua presenza costante che rende consapevole la forte madre di non essere più forte.
Non nego che il comportamento di Maria Caterina mi ha dato parecchio fastidio, forse perché abbiamo il carattere opposto in quanto a esternazione dei propri sentimenti, specie i più dolci, e quindi ho trovato veramente cattivi alcuni comportamenti; e questo fino a quando non sono arrivata a conoscere una nuova altra te.
Qui mi sono dovuta fermare, per leggermi bene ogni parola: per entrare nel circolo di tristezza, sofferenza e pesanti segreti che la donna ha portato con sé e confidato solo al suo diario. La donna che ha fatto a meno dell’amore e ha avuto in tutto, in realtà non ha potuto avere l’amore; forse l’unica cosa che veramente le importava, per la quale avrebbe potuto cedere tutto.
Così, ho ingoiato giudizi e pensieri troppo affrettati e mi sono letta l’intera storia di lei e di Guido, personaggio secondario che assurge a protagonista, desiderio e perdita di Maria Caterina, custode del dono che la vita ha fatto a entrambi: Chiara, la paziente, silenziosa e dolce ragazza che solo dopo la morte della madre comprende la verità su di sé, sul magistrato, su quell’uomo sempre presente. E sì, non mi vergogno di ribadire che mi sono emozionata e nell’ultimo capitolo ho pianto apertamente, perché non potevo fare altrimenti: troppa intensità, troppa bellezza, troppa profondità per restare impassibile.
Non credevo che tra le ombre di Maria Caterina avrei potuto trovare debolezza ben celata ma sempre vibrante: e qui ho trovato la vera forza, quella di sopportare, di mantenere il segreto per il bene di altre persone, e un amore che la morte non ha il potere di annientare.
E alla fine, mi sono ritrovata a voler abbracciare questo magistrato e questa ragazza che solo alla fine della vicenda trovano la loro pace, attraverso fogli e inchiostro e non tra un abbraccio; eppure, quel diario è proprio l’ultimo bacio, la mano che conduce verso una vita nuova e un’esistenza più consapevole di molte cose, e che non contempla solitudine.
Mi piacerebbe leggere ancora di Chiara, di Guido; scoprire come Maria Caterina sia ancora con loro e dentro loro, a vegliare e amare.
Complimenti, complimenti davvero.



♦ Utilizzo pacchetto scelto (Forza): 5/6

Coraggio ~ Pazienza (+2) » Entrambi i significati sono ben presenti, sia nella figura di Chiara che di Maria Caterina: coraggio di scoprire e di sopportare, pazienza di assistere e sostenere la sofferenza. Coraggio di non rivelare, di amare ancora; coraggio di perdonare, di chiedere, di cercare. Pazienza nel perdonare, nel non andarsene, nel non cedere mai.
Non ho altro da aggiungere.

Situazione A: Nella storia ci deve essere una figura femminile molto forte/potente (+2 e 1 punti di merito) » Più che nella prima Maria, il magistrato, ho trovato la forza nella terza: la più segreta e umana, quella sostenuta dai sentimenti e dalla memoria del calore che ha ricevuto. Ho trovato forza anche in Chiara, il segreto più grande e meraviglioso, l’anima che tratterrà in sé la madre nella sua integrità; e per come è stato trattato il tutto, ho deciso di darti un intero punto in più.



♦ BONUS per utilizzo intero pacchetto scelto: /4

Non presente



♦ Utilizzo “Carta del Matto”: 9/9

Follia ~ Disordine ~ Menzogna (+3) » Hai reso tutti e tre i significati in maniera eccellente: la follia della malattia, il disordine portato dalle rivelazioni; la menzogna che cela il fallimento di un desiderio, la fallacia del successo, l’altra faccia di chi ha sempre avuto tutto sotto controllo. Sono significati negativi, che pure portano a qualcosa di positivo: perché sono la porta per approfondire i legami e togliere le ragnatele dell’apparenza, rendere più saggi.

Prompt Malinconia (+3) » La storia ne è piena, scaturisce da ogni singola parola. È un pensiero continuo, che si potrebbe esplicitare in un continuo e se?
Se tutto fosse stato diverso, se l’amore fosse stato realizzato, se tu fossi rimasto?
Nasce dagli errori e non riesce a morire, se non quando raggiungerà Chiara: l’unica a poter cambiare la sorte di quel e se?, e avere ciò che ha sempre atteso.

“Life is fragile, a flight of a sparrow; Will end, and the same goes for us, born from the same rain and dust” (+3) » Frase presente in uno dei momenti più forti della storia, e alla fine richiamato dall’intera narrazione: fragilità che incrina i momenti migliori, fa dimenticare, rischia di distruggere; fragilità che però ha anche la capacità di non cancellare i moti dell’animo, di unire e rendere immortali, a modo suo.
Attraverso memoria, dolore e amore si costruisce il futuro: quello che attende chi ha il coraggio di coglierlo e sapere, e ancora una volta restare.



♦ BONUS per utilizzo dell’intera “Carta del Matto”: 6/6



PUNTEGGIO FINALE: 40/45

Nuovo recensore
07/06/18, ore 21:17
Cap. 1:

Grammatica: 10/15 
Allora, partiamo dalla grammatica. Devo dire che è la voce che mi ha lasciata maggiormente perplessa poiché, se da un lato non si può di certo dire che tu scriva male, dall'altro mi aspettavo qualcosa in più (sono pignola sulla grammatica, ci tengo molto). Considerando che il brano scritto è piuttosto lungo, ho corretto diverse cose (anche se alcune sono evidentemente frutto della distrazione); ti riporto gli errori (barrati) e le correzioni:
 

  1. Loro ti osservano, fanno gli occhi dispiaciuti, occhi di gente piena di compassione e che ti mettono una mano sulla spalla per non farti sentire sola e ti dicono [non c’è concordanza di soggetto: gente-ti mettono-ti dicono.]
    «Sì,» vorrei rispondere «ho bisogno di qualcuno che pulisca il culo a mia madre quando si caga addosso, oppure se gentilmente poteste venire a stare al mio posto questa notte. Sa’ [Sa, senza apostrofo; è un errore che ho riscontrato almeno 3 volte.] [Non c’è concordanza tra i verbi: poteste (voi)–sa (lei)]
    Oggi vorrei chiederle,secondo lei,quale dei tanti fattori benefici che sempre mi ha spiattellato in faccia, in particolare quando a quindici anni me ne stavo comodamente sdraiata sul divano a chattare con le mie amiche, le hanno causato un glioblastoma multiforme al IV stadio. [non c’è concordanza di soggetto: quale-hanno causato]
    Mi spiegò una volta, senza che io glielo chiedessi. [avessi chiesto]
    Il professore Aiello si è incaponito su una domanda trabocchetto [quando il termine ‘professore’ è seguito da un nome proprio, è obbligatorio il troncamento vocalico, quindi ‘professor’]
    Seduti sugli sgabelli vicino al bancone del bar gliel’ho porta [portata, riferito alla collana]
    Buonanotte caro diaro[diario]
    «Si,ma avevo delle cause intricate e dovevo studiare minuziosamente i casi. [Sì, è un’affermazione, quindi con l’accento; anche questo è presente diverse volte]
    Stia pure tranquillo che non riuscirebbe a capire neanche un 5% di quello che le sto dicendo. [con le percentuali si deve usare l’articolo determinativo, quindi il]
    Ore 2,35 [per le ore, si utilizzano i due punti o il punto fermo e si indica sempre lo 0, quindi 02:35; anche questo presente più volte]
    Io, la più grande magistrato donna [o scrivi ‘il più grande magistrato donna’ o ‘la più grande donna magistrato’; errore ripetuto più volte] 
    Dov’è finita l’Annarita timorosa anche di sé stessa [o ‘sè’ o ‘se stessa’]
    Il magistrato Di Vece non è riuscita [riuscito, il soggetto è ‘il magistrato’ quindi maschile; errore commesso più volte]
    Lui e Annarita sono troppo uniti per una verità simile, non credo lei avesse resistito tutto questo tempo a fingere che non fosse accaduto nulla.[abbia, l’azione perdura nel presente]
    Che mia madre e suo marito non gli abbiano mai detto niente della notte trascorsa insieme? [le, si riferisce ad Annalisa]
    Mentre si trova sdraiato nel letto nuziale al canto di sua moglie Annarita [accanto]
    Da qui in poi ho solo vaghi ricordi più simili a dei fermo immagine [fermoimmagine]
    Nonostante siano state scritte solo le prime pagine,il resto dell’agenda è praticamente in bianco. [Nonostante indica un’avversativa, mentre in questo caso ci vuole una causale; Dal momento che sono state scritte solo le prime pagine]
    Meno del 3% dei pazienti affetti da questo male nonsupera l’anno di vita (nei migliore dei casi). [se scrivi in questo modo sembra che il 97% dei pazienti superi l’anno di vita]
    Deve aver fatto degli sforzi enormi, portandosi dietro il palo della flebo o semplicemente per scendere e salire sul letto. [c’è discordanza tra i verbi: sarebbe meglio dire ‘portandosi dietro il palo della flebo o semplicemente scendendo e salendo sul letto’ oppure ‘per portarsi dietro il palo della flebo o semplicemente per scendere e salire sul letto’] 
    Il corpo lotta, combatte, si aggrappa a tutto quello [che] può
    La risposta a questa domanda da’ la dimensione della persona cattiva e meschina che sono. [dà, con l’accento, non l’apostrofo]
Oltre a questi, ho notato diverse volte che usi la virgola in modo improprio o non la utilizzi affatto; ti riporto alcuni esempi:

-Non può sostituire i due punti:
La nonna per anni ha mostrato orgogliosa il ritaglio di giornale incorniciato nel salone,[:] la foto ormai sbiadita mostrava mia mamma che teneva l’uomo per le spalle e il ginocchio alzato all’altezza del pube.
-Deve dividere le proposizioni:
Se io cominciassi a usare i termini tecnici e precisi del mio settore[,] stia pure tranquillo che non riuscirebbe a capire
-Deve andare prima di un vocativo:
È questo che mi sta dicendo[,] dottore?
-Deve isolare gli incisi, che siano intere proposizioni oppure locuzioni:
aveva avuto la furbizia di mettersi in ghingheri per trovare un uomo che la mantenesse a vita, io[,] invece[,] neanche quello.
-Deve isolare connettivi posti all'inizio, all'interno o alla fine della frase:
Tuttavia [,] non sono qui a scriverti per lagnarmi del mio umiliante ruolo


Nel complesso, quindi, ho trovato la storia sostanzialmente corretta, ma con alcuni errori ed imprecisioni.

Lessico, stile, scorrevolezza: 7.5/10 
Innanzitutto, devo farti i miei complimenti: sai essere molto coinvolgente! Ho trovato la storia scritta in modo scorrevole, senza intoppi, e mi sono sentita completamente trasportata dalla vicenda narrata da Chiara: mi sembrava in qualche modo di immedesimarmi in lei. È uno stile travolgente che riesce a far apparire la storia come 'parte del lettore', come se in qualche modo gli appartenga, come se gli venisse raccontata da un amico. E questo mi piace molto.
Anche il lessico mi ha soddisfatta: fai apparire la vicenda molto naturale, utilizzando termini del linguaggio comune, ma, allo stesso tempo, con alcune scelte lessicali la rendi più letteraria e descrivi le conoscenze linguistiche del magistrato, aspetto molto verosimile.
Non ho trovato parti estremamente scorrette dal punto di vista formale; tuttavia, anche se non le considero gravi, ti segnalo qualche imprecisione o parti del testo che non mi sono andate troppo a genio (barrate) e che ho cercato di riscrivere (in verde):
  1. Ti giustifichi con gli altri convincendoli che «fa così perché è la malattia. È il tumore.»[fa così a causa della malattia.]
    Nei primi anni 2000 divenne l’idolo di ogni donna italiana per aver fermato un criminale che durante la sentenza aveva assalito la sua ex fidanzata, già vittima dello stesso che[, il quale]l’aveva deturpata con un taglierino.
    Se a cinquant’anni poteva vantare ancora un fisico da ventenne lo doveva ai kilometri[è più corretto chilometri]
    La sua sola[unica]sorella la mandò a quel paese
    «Tranquillo, starò bene» dico e lui mi sembrarattristarsi ancora un po’. Improvvisamente non mi sembrapiù tanto giovane [ripetizione]
    Mi avvicino al comò di legno chiaro e sfioro la superficie con i polpastrelli, [dove]si è formato uno spesso strato di polvere.
    Mia mamma cominciava ad agitarsi sulla sedia, per questo motivo odiava i dottori diceva, non avevano le palle di dire le cose in faccia –lesentenzele chiamava nel proprio gergo-[le chiamava sentenze, nel proprio gergo]
    mi impappinerei come una bambina all’asilo di origine marocchina.[è più corretto lasciare vicini il sostantivo al proprio complemento, una bambina di origine marocchina all’asilo]
    l grande magistrato Di Vece perse d’un tratto tutta la sua calma granitica, la voce balbettante e le mani tremolanti.[se lo scrivi in questo modo sembra che abbia perso la voce balbettante e le mani tremolanti, oltre alla calma; Il grande magistrato Di Vece, con la voce balbettante e le mani tremolanti, d’un tratto perse tutta la sua calma granitica.]
    «Mi bombarderanno con radiazioni ad alta energia per distruggerele cellule tumorali che mi renderanno calva.[se scrivi in questo modo sembra che siano le cellule tumorali a renderla calva; Per distruggere le cellule tumorali, mi bombarderanno con radiazioni ad alta energia, che mi renderanno calva]
    Annarita mi ha appena riferito una notizia e credo di non averla ancorasomatizzata.[il verbo ‘somatizzare’ si usa per indicare un malessere psichico che influenza anche il fisico di una persona. Non sono sicura sia il termine più adatto in questo caso; assimilata]
    TipregoSignore, pregavo, ti prego.[ripetizione]
    «Lui ha risposto al bacio e miha detto che vuole rivedermi[ripetizione]
    Ha pianto come un bambino e qualcosa dentro di me si è rotto,mandandomi in frantumi ogni inibizione.[mandando in frantumi ogni mia inibizione]
    Un attimo dopoeravamo avvinghiati l’uno all’altra; mi ha afferrato per la vita e messa a sedere sul bordo in marmo della cucina, iniziando a tirar via la maglia intanto che gli slacciavo la cintura appena sotto il ventre. Un attimo dopoeravamo entrambi senza vestiti, distesi sul pavimento della stanza.[ripetizione]
    È stata tradita non una volta, ma due volte, dalle persone che lei ritiene le più importanti della sua esistenza. [ripetizione]
    Si tratta di scatti rubati che è evidente il grande magistrato Di Vece voleva tenere solo per sé,[che il magistrato Di Vece voleva tenere evidentemente solo per sé]
    Ricordoancora ora[si ripete il fonema, è meglio ‘ancora oggi/adesso’]
    Non so cosa aspettarmi da questa ultima[è più corretto ‘quest’ultima’]



Originalità, trama: 13/15 
La trama, come ho già detto, riesce a coinvolgere il lettore, poiché è estremamente verosimile, potrebbe accadere a ciascuno di noi. Trovo che sia molto bella, proprio perché così semplice e naturale.
Non penso che sia una storia eccessivamente originale, in quanto ci sono elementi già visti numerose volte (università, triangolo amoroso, rapporto conflittuale con un genitore...), tuttavia penso che tu li abbia trattati con una sensibilità interessante, non banale. Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia scelto di raccontare la protagonista a Chiara attraverso dei diari: trovo sia un espediente letterario originale, che esprime i sentimenti più intimi della donna che li scrive e, allo stesso tempo, fa emergere quelli della ragazza che li legge.
Il fatto che il padre di Chiara sia Guido è forse l'unico elemento troppo scontato della storia: è l'unico personaggio maschile che viene caratterizzato, perciò il lettore, appena viene detto che Chiara non ha un padre e che Guido e il magistrato erano innamorati, comprende tutto. Ma lo capisco, ai fini della trama era necessario così.
Nel complesso, un ottimo lavoro!

Caratterizzazione dei personaggi: 15/15 
Qui non posso che darti il massimo! Non solo i personaggi mi sono piaciuti tutti, ma li hai anche descritti alla perfezione. 
In primis, la protagonista: hai lasciato trasparire la sua personalità forte, giusta, intransigente e allo stesso modo anche le sue debolezze. Trovo che sia un personaggio assolutamente riuscito, molto umano. Ho adorato il fatto che l'amore abbia fatto commettere qualche sbaglio anche a lei, che a prima vista appare come una roccia che non può essere scalfita. Un altro aspetto che mi è piaciuto molto è il rapporto tra il giudice e sua figlia: inizialmente è pungente, distaccato, freddo, quasi come se fossero estranee, ma poi si trasforma in un legame invisibile che tiene unite le due donne, senza mostrarsi. Chiara si prende cura di sua madre, quasi forzatamente, ma poi capisce che è tutto ciò che ha. Tramite i diari, scopre quel lato di sua madre che era sempre stato celato a tutti e che Maria Caterina ha scritto, di fatto, solo per lei. Molto bello, un rapporto conflittuale che muta in un sottile legame velato di malinconia, che trascende anche la morte.
Ho trovato bellissimo il mutamento lessicale: dapprima Chiara si riferisce alla protagonista solo con termini quali 'giudice' e 'magistrato', mentre dopo aver letto i diari, usa solo le parole 'mamma' e 'madre'. Penso sia l'aspetto più bello del racconto, che definisce al meglio il rapporto tra le due donne.
Anche i due personaggi secondari sono ben riusciti: in particolare, mi è piaciuto il fatto che tu abbia inserito una coppia legata da un amore eterno, ma irreale e molto triste. Un amore che si fonda su una bugia che, presumibilmente, sarà poi svelata. 
Mi è piaciuto molto anche il finale aperto, in cui al lettore non è dato sapere se mai Chiara si rivelerà a suo padre o se, in caso contrario, Annalisa spezzerà il matrimonio.

Attinenza al contest: 5/5 
Veniamo ora all'aspetto introspettivo: beh, direi pienamente riuscito! I pensieri della protagonista e di Chiara invadono la mente del lettore, sono molto precisi e coerenti; in una parola, umani. Da un lato, il magistrato si trova improvvisamente a combattere contro un male che lo porterà alla morte, qualcosa di invincibile, proprio lei che era stata così forte e che non si lasciava abbattere da nessuno. Il dolore, le paure, le insicurezze. Tutto è descritto molto bene e con grande sensibilità e maturità. Il lettore riesce in tutto e per tutto a comprendere il punto di vista di un malato, che se da un lato lotta con tutte le sue forze per aggrapparsi alla vita che gli resta, dall'altro non può che sperare che tutto il dolore finisca. Anche gli effetti della malattia e le ripercussioni sul personaggio sono descritti con precisione, passando dal dolore psicologico all'annuncio del tumore, al dolore fisico provocato dalla malattia e dalle terapie.
Anche il punto di vista di Chiara è determinante in questa storia: hai descritto il lato 'scomodo', quello a cui non pensa mai nessuno, che si dà sempre per scontato o forse che si tende ad eliminare quando si pensa a prendersi cura del malato; ma, d'altro canto, hai parlato anche del profondo dolore emotivo che spinge la co-protagonista a preoccuparsi per le condizioni della madre, nonostante tra loro non vi sia un rapporto florido.
Infine mi piacerebbe fare una riflessione sul tema della malattia che hai descritto: trovo che tu gli abbia conferito anche un valore positivo. Il tumore è ciò che ha fatto cambiare la visione delle cose alla protagonista, che le ha fatto comprendere i suoi sbagli e che ha rivelato a lei e a Chiara la sua vera natura. La malattia, seppure abbia strappato la vita alla protagonista, è stato il mezzo attraverso il quale le due donne si sono potute conoscere. E grazie ad essa, Maria Caterina ha rivelato nelle lettere una grande speranza per Chiara.


Gradimento personale: 9/10 
Nel complesso la storia mi è piaciuta molto, spinge a delle riflessioni e viene descritta la sfera più intima dei pensieri dei personaggi, i quali evolvono nel corso della storia. Non ti nascondo che mi sono commossa!
Una storia che merita di essere letta, seppur contenga qualche imprecisione. 

Bonus: 1/4 
Hai ottenuto il bonus per la morte di un personaggio.

Totale: 60.5/74

Recensore Master
31/05/18, ore 20:45
Cap. 3:

Ciao ^^
Una grande emozione, questa storia. Una grande emozione perché attraverso questo diario non scopriamo una Caterina diversa, meno feroce, meno tagliente, ma la 'vera' e autentica Caterina con i suoi giudizi pesanti, la sua durezza, ma anche il suo lasciarsi andare a un momento d'amore e, infine, la scoperta di un'insospettata sapienza di vita.
Nel leggere soprattutto questo capitolo, mi hai coinvolto ed emozionato. A partire dalla prima rivelazione che apre il capitolo, e poi via via in crescendo. Chiara ha perso una madre difficile, con la quale il rapporto è sempre stato conflittuale, ma in lei non c'è traccia di rancore: c'è piuttosto lo stupore di scoprire accanto a sé la presenza di un padre sino ad allora insospettabile, che si dimostra nei suoi confronti presente in modo delicato e sollecito. La storia ha dunque un lieto fine: prima di morire Caterina riesce finalmente a dire alla figlia il suo amore, seppur solo x il tramite del diario.
Chiara scopre di lei un lato inedito: non la dolcezza in luogo della durezza, ma un disincanto con immune da rimpianti e sotto sotto sì, l'affetto. Un personaggio descritto magistralmente. ... sarai un osso duro al prossimo contest , per il quale ti faccio finta da ora un immenso in bocca al lupo.

Recensore Master
30/05/18, ore 23:38
Cap. 2:

Ciao^^
estremamente reale e realistica questa storia, e te lo posso ben dire sia perché anch'io lavoro in ambito sanitario e spesso ho avuto a che fare con pazienti che rifiutano l'idea della malattia e diventano veramente difficili da trattare, maltrattando operatori e parenti, vanificando ogni sforzo e rendendo davvero arduo il riuscire a seguirli, sia perché un'esperienza del genere ha riguardato di recente un mio familiare, e anche se la cosa pare al momento essersi risolta positivamente, mi sono tornati in mente molti ricordi. Peraltro, proprio da "addetto ai lavori" non posso che farti i complimenti per la precisione da te usata nel delineare sintomi, decorso e trattamenti terapeutici adottati per far fronte a questa specifica patologia. Dal punto di vista narrativo, poi, la vicenda scorre su due piani sequenziali entrambi avvincenti, che impediscono al lettore di staccare gli occhi dalla pagina. Davvero complimenti, e in bocca al lupo per il prossimo contest.

Recensore Master
30/05/18, ore 16:57
Cap. 1:

Ciao^^
avevo già adocchiato questa storia come partecipante al contest "Introspection", al quale inizialmente mi ero iscritto anch'io. Bell'idea e bellissimo personaggio quello di Caterina Di Vece: molto realistico, perché donne così, tutte d'un pezzo, esistono veramente e sono tremende. Esistono nelle professioni legali, già tipicamente maschili, e che tuttora continuano a restare tipicamente maschili agli alti livelli, e si tratta di donne che hanno raggiunto la loro posizione pagando un prezzo ben superiore a quello che solitamente si richiede ai loro colleghi uomini: altissima preparazione, carattere di ferro, e spesso la rinuncia a una vita familiare. Caterina Di Vece sembra tagliata su misura per essere una donna in carriera: decisa, preparata, priva di tentennamenti, naturalmente dotata di un carattere forte (leggi carattere di m...), con il valore aggiunto che tutte queste "doti" non sono gratuite ma evidentemente risentono anche di esperienze vissute, che tramite l'espediente del diario andremo scoprendo. Una bella storia, avvincente, che mi riappacifica un po' con tutti i soggetti del genere che nella vita mi è capitato di incontrare...

Recensore Veterano
06/05/18, ore 11:41
Cap. 3:

La paternità di Chiara è stata davvero una sorpresa.
Io sono favorevole alla poligamia, quindi non considero un difetto un rapporto fuori dal matrimonio, ma il tradimento avviene se lo si tiene nascosto.
Adesso che sono arrivato alla fine trovo molto adatto il titolo vedendo la sorpresa di Chiara al passato della madre.
Il pensiero sul desiderio dei parenti di eutanasia l'ho ritrovato in persone che conosco, pur non avendolo provato personalmente.
Mi è piaciuto molto il finale per la frase di rallentamento degli eventi in contrasto con tutto quello che ha appreso Chiara.
Il giudizio neutro è per i vari errori.
In "mia madre e suo marito non gli abbiano" dovresti usare "le" perché ti riferisci ad Annarita. Quando scrivi "facendomi andare letteralmente a fuoco la parte bassa del ventre", "letteralmente" vuol dire che non è una metafora, quindi va sostituito con "decisamente" o simili per fare in modo che Chiara possa nascere.
In "Nonostante siano state scritte solo le prime pagine il resto dell’agenda è praticamente in bianco." quel "nonostante" andrebbe sostituito con "Dato che".
"Meno del 3% dei pazienti affetti da questo male non supera l’anno di vita". Qui avresti dovuto mettere "supera i tot mesi", perché altrimenti dici che la malattia fa vivere a lungo.
"da'" con l'apostrofo è un imperativo; all'indicativo vuole l'accento.

Recensore Veterano
04/05/18, ore 22:13
Cap. 2:

Mi ero immaginato che ci fosse più di un'amicizia tra "Cate" e Guido, ma non mi aspettavo che si fosse ingelosita dell'unica coppia che non ha allontanato. Il modo in cui tratta Chiara mi fa venire voglia di entrare nel racconto e darle l'eutanasia.
Ho letto da più fonti che cure efficacissime per il cancro sono presenti da decenni, anche da sessant'anni fa, ma non vengono messe su mercato perché ostruirebbero le entrate della farmacia.
La morte non mi ha coinvolto, visto il tipo di carattere, ma le speranze della narratrice sì.

Recensore Veterano
02/05/18, ore 22:15
Cap. 1:

Le ambientazioni accennate, i consigli della madre sul peggioramento con la tecnologia, la ginnastica obbligata per l'università e il lavoro, la scelta di non darsi la colpa per la sterilità... Hai descritto tutto in modo da dare delle impressioni senza dilungarti, in un susseguirsi di sensazioni sulla situazione della storia. Anche mettere la diagnosi alla fine ha reso il racconto piacevolmente ciclico.
Ho trovato un solo errore, oltre a "margherita" maiuscolo, nell'ultima frase del primo paragrafo, in cui abbini il soggetto "quale" a un verbo plurale.

Recensore Master
02/05/18, ore 20:31
Cap. 1:

2° posto al contest "Sette colori per sette peccati" indetto da missredlights sul forum di EFP

L’altra te – Nina ninetta – 36,5/40


Grammatica e stile di scrittura: 9/10
Lo stile di scrittura è impeccabile, tanto da avermi fatto divorare tutta la storia in un lampo. Non ci sono state parti fuori luogo, ingarbugliate o poco spiegate. Tutto si è districato a tempo debito, dando voce alle mie domande senza risposta.
Per quanto riguarda la grammatica ho trovato solo qualche piccolissimo errore che ti riporto qui sotto, e un uso leggermente scorretto della virgola (che mancava dove avrebbe dovuto starci), ma per il resto davvero un ottimo lavoro!

• Buonanotte caro diaro, (diario);
• Ore 2,35 (02:35, ma ho riscontrato l’errore diverse volte);
• si aggrappa a tutto quello può (tutto quello che può).

Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
A parte darti il massimo non posso fare. In poche pagine hai saputo delineare perfettamente i personaggi della storia, valorizzandoli e dandogli carattere. Mai una volta hanno cambiato modo di essere o mi hanno fatto pensare che agissero in maniera spropositata. Caterina è stata se stessa fino alla fine, trovando una seconda lei nelle pagine dei diario, una lei tutta nuova che sua figlia Chiara (l’esatto opposto di lei in tutto e per tutto) riscopre fra le pagine dei diari, ormai a morte avvenuta. Anche guido ha avuto un ruolo cardine nella storia, sempre bilanciato e mai affrettato e Annarita, l’eterna amica della mamma. Un triangolo amoroso che si è svelato solo alla fine e solo grazie ai diari.

Utilizzo del peccato/colore: 7,5/10
Il pacchetto Superbia è stato utilizzato benissimo. Hai saputo mettere ogni cosa al posto giusto, utilizzando tutti i punti del pacchetto. Dalla collana al carattere superbo di Caterina o della debolezza di Chiara (perché non era come la madre). Hai scritto una storia degna di questo nome, utilizzando il peccato nel migliore dei modi.
Quello che invece mi ha lasciato un po’ perplessa è stata l’utilizzo del colore. Avevo detto che doveva essere un colore che dovevamo trovare nel co-protagonista, ma il viola l’ho trovato molto più adatto e presente nella madre (protagonista) che a Chiara (co-protagonista). Forse ti riferivi al fatto che gliel’abbia ceduta? Ho cercato anche nel documento il colore viola e le parti dove è stato citato (pensando di aver dimenticato dove ne parli), ma l’ho trovato sempre riferito alla madre. Il che è un vero peccato, perché la storia c’era tutta, ma ho dovuto penalizzarti un poco per non aver rispettato questo punto.


Gradimento personale: 10/10
Ho semplicemente amato questa storia, credimi! Ho divorato le pagine della storia come se bevessi un bicchiere d’acqua. Tutto d’un fiato! Ho apprezzato moltissimo il fatto che tu abbia sottolineato, grazie al corsivo e al normale, il punto di vista dei due protagonisti, facendomi leggere la storia quasi in contemporanea, con i loro punti di vista. Davvero magnifica, davvero. Tanto di cappello per aver creato questo piccolo capolavoro dal profondo significato. Non sei stata banale o superficiale, hai trattato un tema molto delicato dei nostri giorni con la dovuta delicatezza. Considera che, quando Chiara finisce di leggere le pagine del terzo diario, io piangevo con lei, tanta era stata l’immedesimazione nella storia. Grazie mille per avermi saputo regalare queste emozioni leggendo la storia.

Titolo e impaginazione: 5/5
Il titolo lo trovo semplicemente azzeccato, visto che troviamo un’altra lei fra le pagine di un diario. È un incipit perfetto, un biglietto da visita che tenta il lettore a capire chi sarebbe l’altra lei.
Anche l’impaginazione è perfetta, anche se avrei usato un punto in meno nella dimensione del carattere. Ma nel complesso andava molto bene. Complimenti!

Questa recensione fa parte del 10.000 Recensioni in un anno indetto dal Giardino di EFP

Recensore Master
27/04/18, ore 18:55
Cap. 3:

Cara Nina, anche questa volta mi hai fatto piangere. È incredibile, ognuna delle tue storie mi fa commuovere, e pensare che non mi succede quasi mai... Chiara, finalmente! Finalmente ha scoperto l'identità del padre, quel Guido, che, nonostante i centomila indizi, mi ha completamente colto alla sprovvista... e poi Caterina, alla fine della sua malattia ha forse riscoperto la sua vera identità, ha ammesso i suoi pesanti errori, ma non è mai riuscita a dire la verità: ha solo lasciato dei diari e una collanina, dei piccoli oggetti che le hanno segnato la vita. L'ultima pagina dell'ultimo diario, una lettera per la figlia, sapendo che, prima o poi, avrebbe letto e l'avrebbe conosciuta davvero, avrebbe conosciuto anche "l'altra lei", quella più recondita. E Chiara, con una forza ereditata dalla madre, ha messo una pietra sul passato e ha deciso di andare avanti, di vivere con la verità nel cuore. E Annamaria, la sciacquetta deficiente... non so, ma me la immagino come la mia prof di italiano ;-)!
Bravissima, bravissima, come sempre. Inutile dire che anche questa perla va nei preferiti e che, ancora una volta, una tua storia mi ha lasciato un messaggio. Alla prossima,
mystery_koopa
(Recensione modificata il 27/04/2018 - 06:55 pm)

Recensore Master
27/04/18, ore 17:00
Cap. 3:

Ciao^^
complimenti per questa storia bellissima. Il percorso del diario della madre è anche un percorso a ritroso, verso quella parte del magistrato che è rimasta umana, emozionale e affettiva. LA parte che non si è indurita e insuperbita, o che non ha avuto reazioni aggressive per mascherare la propria fragilità di fronte all'avanzare della malattia.
In trincea non ci sono atei, si dice, e sicuramente non c'è chi in un letto di ospedale, con davanti la prospettiva di pochi mesi di vita ignobile, mantiene inalterato il suo atteggiamento di freddezza e superbia. La donna fa i conti con se stessa e la sua vita, e finalmente ammette tutto quello che ha sempre pensato della figlia.
Un finale commovente, che restituisce dignità e umanità a una donna che per tutta la storia è apparsa fredda, scostante e concentrata su se stessa.
Ancora complimenti, una storia stupenda, ricca e profonda.

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