Eccomi qui di nuovo!
La giovane dai capelli dorati riviveva ogni notte il suo peccato sotto la sguardo perennemente vigile di suo fratello minore, impossibilitato a dormire o riposarsi, costretto ad un'eterna veglia ininterrotta. Il suo corpo fittizio aveva diverse controindicazioni, e di certo la solitudine che provava durante le lunghe notti come quella era una tra le più crudeli. (qui sarebbe "lo sguardo")
Sentì all'improvviso la mano guantata del Colonnello Mustang poggiarsi sul suo capo: d'istinto scosse la testa, ma egli tornò a farle una veloce carezza sui capelli, imperterrito, ignorando la breve ribellione della sua piccola protetta.
Perchè quel calore confortante non faceva altro che aumentare il suo bisogno di piangere?
-Sei stata tu a scegliere questa strada per recuperare i vostri corpi, Edith. Non importa che tu venga chiamata cane dell'esercito o demonio, devi sempre guardare avanti verso il tuo obiettivo. Non hai il tempo di fermarti per qualcosa di trascurabile.-
E il calore divampò, divenne fiamma e bruciò di rabbia il suo corpo, finalmente scioltasi dalla stasi in cui era caduta. Si alzò con gli occhi dorati che divampavano incontrollati, alla ricerca del paio nero come la notte di Mustang, ancora in piedi accanto a lei.
-Trascurabile? Recupererò i nostri corpi, non importa come verrò chiamata! Ma anche se mi definiscono cane o diavolo, noi non siamo demoni e nemmeno dèi. Siamo esseri umani... insignificanti esseri umani che non sono nemmeno riusciti a salvare una bambina!-
Mustang non abbassò lo sguardo nemmeno per un secondo, limitandosi a subire lo sfogo che aveva sperato di provocare. Se si fosse tenuta tutto dentro, era certo che sarebbe impazzita. Chi meglio di lui, d'altronde, sarebbe stato in grado di farla arrivare al punto da cavarle fuori tutta la furia che aveva immagazzinato?
-Vieni, Fullmetal, o ti prenderai un raffreddore...-
Cercò di prenderla sotto braccio per portarla con sè in un posto più riparato, ma stavolta lei si ribellò con furia, guardandolo con lo stesso odio che provava per Tucker e se stessa. Odiava tutti in quel momento, chi per i peccati che aveva commesso e chi per le giustificazioni insignificanti trovate per essi.
Ma più di tutti odiava Mustang, con la sua faccia così tranquilla e dannatamente comprensiva, perchè sapeva che stava parlando apposta in quel modo per farla stare meglio. Lei però non voleva stare meglio, desiderava soltanto patire il dolore di Nina, perchè non era stata in grado di proteggere la sua sorellina.
In preda ad una rabbia cieca sferrò un gancio destro all'uomo, che non tentò nemmeno di difendersi. Subì il suo pugno stoicamente, lamentandosi appena per l'impatto col suo pugno d'acciaio, ma restò in piedi e tornò subito a cercare gli occhi di Edith.
E questo, per qualche motivo, la fece stare persino peggio. Tutto il suo ardore si spense in un attimo, come la fiammella di una candela sotto quell'incessante pioggia, rendendola solo una bambola inerme tra le braccia del Colonnello, che la accolsero senza indugi. Faceva davvero caldo in quelle braccia, pensò, un secondo prima di abbandonarsi ad esse con tutta se stessa, a metà tra il sonno e la veglia, tormentata dagli incubi che avevano aggiunto un nuovo volto al suo dolore.
Ho poi citato questa parte perché l'ho trovata semplicemente meravigliosa, giuro, sembrava una vera e propria poesia in cui ho riconosciuto il tuo stile a dir poco unico che mi fa viaggiare all'interno della storia come se ne facessi parte. Mustang e Edith sono davvero teneri, lui che l'abbraccia e lei che si abbandona al suo calore, mi sono immaginata questa scena come se Edith fossi io.
Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Saluti EF! (Recensione modificata il 06/10/2018 - 05:13 pm) |