Ciao, tesoro!
Eccomi qui, finalmente recensisco questo capitolo.
Ti giuro che ci ho provato, ci ho provato tantissimo a lasciare una recensione in un tempo decisamente migliore, ma proprio non ce l'ho fatta: ci sono talmente tante cose da dire, che leggere il capitolo una volta non mi è bastato, così ho deciso di recensire pezzo per pezzo perché davvero, con questo capitolo hai tirato fuori un vero e proprio mondo.
Bene, direi che possiamo cominciare ~
Già la prima parte mi è bastata per capire che qui si entrerà ancora di più nell'animo di Loki.
Un animo spezzato, tagliato in due, che forse non tornerà più come prima.
Mi è piaciuta molto la contrapposizione tra il caldo - i bambini sotto le coperte che ascoltano incantati la favola della buonanotte raccontata dalla mamma -, e il freddo, ovvero la storia dei Giganti di Ghiaccio, descritti come creature orrende e malefiche che portano solo orrore e distruzione.
Molto intenso - e siamo solo all'inizio!
Nel paragrafo successivo ci ritroviamo nella stanza di Loki, il quale si osserva allo specchio.
Anzi, in un certo senso è costretto ad osservarsi allo specchio, sotto lo sguardo viscido del Guaritore, il quale sì, sta svolgendo le sue mansioni, ma in un modo altamente irritante agli occhi di Loki.
Bellissima la contrapposizione, la spaccatura a metà tra il suo volto divino - quello di Asgard, la bugia che lo ha accompagnato una vita intera - e il volto vero, quello di ghiaccio, come i Giganti.
Sempre molto gentile, con gli altri.
[…]
Cosa credi? Pensi io sia diverso, che la morte mi abbia cambiato? ---> questi due pezzi li ho trovati non solo bellissimi, ma anche importanti - essenziali - per comprendere ancora di più ciò che prova Loki. Si sente solo, circondato dal ghiaccio. E non è solo il ghiaccio sul suo volto, quello al quale mi riferisco.
Si tratta anche della distanza emotiva che prova nei confronti del mondo e, in particolare, di Thor. I pensieri sarcastici che prova nei confronti dei gesti amorevoli del fratello lo portano ad allontanarsi sempre di più, ad estraniarsi e rimanere intrappolato nelle sue convinzioni. Non ha hai ritenuto "vera" quella gentilezza da parte del Re, o almeno, non nei suoi confronti.
L'introspezione di Loki che ne è seguita è stata pungente, proprio come il ghiaccio.
Perché Loki vuole rimanere da solo per riflettere e nella solitudine illusoria - perché Thor è ancora lì -, comprende il fatto che lui, a differenza degli altri, ha sempre dovuto fare quel "qualcosa in più" per essere considerato. Non era una cosa normale, come accadeva agli altri. Nel suo caso, era più una cosa meccanica: io faccio qualcosa, gli altri mi notano. Non faccio niente, e passo inosservato.
Nonostante ciò, Thor non se ne va. Resta lì, con lui, e ciò non fa altro che alimentare la rabbia in Loki.
Il loro scambio di battute è deciso, senza fronzoli di alcun tipo e vanno dritti al punto, un po' come se fossero in competizione, mentre Loki già compete contro il proprio corpo che rischia di crollare da un momento all'altro.
Poi arriva, dolce ma al contempo spietata, la dichiarazione di Thor: "Io volevo aiutarti". Ed è qui che Loki, a modo proprio, esplode. Anche perché è proprio attorno a questo desiderio che è incentrata la storia: Thor ha salvato Loki, lo ha riportato in vita chissà come e ha dovuto sacrificare chissà che cosa. E questo Loki non lo accetta, perché tornare in vita significa rivivere tutto.
Essere tornato in vita non lo ha cambiato - resta sempre un Gigante di Ghiaccio, non è diventato un paladino della giustizia e sicuramente non ha abbandonato nulla di ciò che è stato prima di tornare -, ma gli ha aperto gli occhi su nuove consapevolezze. E sono proprio queste nuove consapevolezze a non dargli pace, a tormentarlo giorno e notte - di giorno soprattutto, dato che non sopporta la luce.
Il breve paragrafo scritto in corsivo e alternato dal botta e risposta tra le richieste dei sudditi e le risposte secche di Loki, mi è piaciuto tantissimo.
Mi ha dato proprio l'impressione che il tempo passasse troppo lentamente e che, al contempo, avesse una costante: nel suo non scorrere c'è la richiesta implicita di Thor di vedere Loki, di parlare con lui, di accertarsi della sua condizione. Contemporaneamente, vi è anche la ferma decisione di Loki di rigettare qualunque sua richiesta. Un ottimo paragrafo, l'ho adorato.
Del nuovo paragrafo mi ha colpito molto il pensiero che Loki fa di Thor riguardo il suo essere Re: che è Re con il cuore, non con la mente.
Di conseguenza, Thor tende ad agire sì come un Re, ma al contempo gli manca qualcosa per essere completo.
A Thor manca ciò che ha Loki: la visione d'insieme, la mente. Mentre a Loki manca, in un certo senso, il cuore di Thor. Sono incompleti, due animi che insieme si completano a vicenda [perdona il gioco di parole].
Nonostante tutto, però, e come Loki ha sottolineato, il popolo ama Thor.
Molto profondo il paragone che hai fatto tra il sapore pungente e agrodolce delle bacche e l'aria che si respira in prigione. È proprio mentre assapora le bacche, che Loki rimembra il tempo trascorso in prigionia. Un bellissimo - e al contempo triste - paragone.
Vogliamo parlare dei pensieri di Loki mentre osserva Thor dialogare in giardino e mentre il cortigiano gli domanda, per l'ennesima volta, di concedere al Re di fargli visita? Poesia in prosa. Davvero, è stato un momento molto intenso e i pensieri di Loki erano netti, fluidi e decisi. Inizialmente pensavo che avrebbe riflettuto in maniera molto più sconnessa, invece ha espresso mentalmente dei concetti talmente precisi che mi hanno fatto venire i brividi.
Freddo. Loki mentre pensa è freddo.
Proprio come il ghiaccio.
Quindi mi hai salvato per questo?
Perché hanno rotto il collo che tanto amavi? ---> questo pezzo. QUESTO PEZZO, MAMMA MIA. Lo scambio di sguardi che Loki e Thor si sono lanciati dopo che quest'ultimo ha ascoltato l'ennesima riposta negativa da parte del fratello è stato carico di tensione. Inoltre, in quel momento Loki ha anche pensato: "Mi toccavi sempre il collo" per poi arrivare alla conclusione che fosse stato salvato solo per quello. E qui si ricollega alla visione che ha Loki della sua nuova vita: che è tornato tra i vivi solo per un capriccio.
Io… davvero, sono senza parole. È tutto così intenso e struggente che non so se arriverò sana e salva fino a fine capitolo.
Ma devo resistere, perché la mia scena preferita deve ancora arrivare.
“Perché non dormi?”
Perché dormire è come morire. ---> prima di parlare dell'intero pezzo, vorrei soffermarmi su queste frasi. È stata una sensazione… fredda. Una freddezza che, per un attimo, mi ha tolto il respiro. Perché Loki sa, sa bene cosa si prova a morire. Perché già una volta se ne è andato. Ed ha potuto constatare che la morte è nera, è fredda, è ghiaccio. Coricarsi a letto a dormire, anche se setto le calde coperte, ti fa chiudere gli occhi. E ad occhi chiusi, l'unica cosa che vedi è il nero della morte.
Torno un attimo a inizio paragrafo, con Loki che vaga, durante la notte, per i corridoi e le stanze inesplorate del castello. Il suo ritornare, senza rendersene conto, alla sua camera, pare quasi una condanna. Una condanna che lui associa ad uno spreco.
Una volta rientrato in camera, si ritrova Thor intento a bere… e ad attenderlo.
Quando Thor gli ha detto "Mi manchi" mi sono letteralmente sciolta.
Il dialogo che hanno avuto è l'inizio di qualcosa. Perché alla fine Loki riesce a porgli la domanda, quella che si teneva dentro da tanto, troppo tempo.
Ed ora vuole sapere, giustamente pretende risposte.
Perché vuole capire il motivo per il quale, quel sentimentale di suo fratello, lo ha riportato in vita.
Ci stiamo sempre più avvicinando alla parte che mi ha fatto esplodere il cuore in petto quando la lessi in anteprima.
Perché qui, Thor e Loki iniziano a discutere: da una parte, il Re continua a ripetergli - a correggerlo, addirittura - che sentiva troppo la sua mancanza, annebbiato dall'alcol e dalle parole impastate a causa di esso - ciò però non significa che stia mentendo, anzi -; dall'altra abbiamo Loki, il quale insiste, non si arrende, non accetta questa verità ma anzi, pensa che sia solo una grandissima bugia e continua a domandargli il vero motivo - secondo lui -, per il quale lo ha riportato in vita.
“Perché sei mio fratello.” ---> ed eccola, la fatidica risposta. Quella che ha portato ad uno tra i momenti più intensi che io abbia mai letto.
Ed eccolo, Loki, intento a tagliarsi con la bacca. O almeno, pensava fosse una bacca e per questo non se ne è curato. Solo il sangue, quello vero, non il succo, quando è colato sul pavimento lo ha ridestato sul serio anche se, al contempo, stava perdendo i sensi.
E il freddo si fa risentire, reincarnato nella neve che scende.
Che dire… sai bene che questo è ufficialmente il mio pezzo preferito del capitolo e che lo rileggerei altre mille volte senza mai stancarmi. In realtà mi piace tutto, dalla prima all'ultima parola, ma quel pezzo che quel "non so che" che mi ha fatta innamorare… e soffrire.
Ah, quanto sono masochista.
La parte finale è stata una miscela perfetta tra il desiderio, la distruzione e la disperazione.
Il bacio è stato inaspettato, così come il discorso che lo ha preceduto. E proprio perché è stato tutto così inaspettato, ho apprezzato ancora di più l'ultimo pezzo, il quale interrompe la storia in un momento cruciale.
Ottima scelta, hai creato molta aspettativa per il capitolo successivo.
Dal punto di vista tecnico, nulla da ridire: grammatica e lessico impeccabili e l'intero capitolo è stato tremendamente coinvolgente.
Dieci e lode sia dal punto di vista tecnico che emotivo.
Ancora una volta, ho notato una grande crescita stilistica e, per il momento, considero questo capitolo il tuo lavoro migliore, senza però nulla togliere ai tuoi lavori precedenti.
Insomma, se non si fosse capito, mi hai emozionata tantissimo e leggere questo capitolo è stato un immenso piacere. ❤
Non vedo l'ora di leggere il numero tre. ❤
Ancora tantissimi complimenti e alla prossima,
Jill ~ |