Esperimento riuscito, direi!
L'armadio di questa storia prende le sembianze di una creatura molto inquietante, un'entità immobile ma viva, che ti spia, che ti tiene sott'occhio dalla sua postazione nella stanza matrimoniale dei nonni. Nella mia mente si è proprio creata un'immagine ben precisa di questo armadio monolitico, che si staglia contro la parete, enorme, scricchiolante, minaccioso. Per fino il suo contenuto, all'apparenza innocuo e inanimato, a un che di inquietante.
Mi è piaciuto anche come tu sia riuscita a mostrare tutto, senza raccontarlo. Non parli esplicitamente del funerale o della morte dei nonni, ti basta accennare al vestito nero che stringe sulla pancia o ai discorsi di circostanza che si fanno in queste situazioni per far capire al lettore perché il protagonista si trova a casa dei nonni con moglie e figlio.
Ottimo anche il punto di vista, che "cresce" insieme al protagonista, si adatta alla sua età.
La frase finale è rapida, veloce, esattamente come una saetta. Ti lascia di sasso. Come ha detto già qualcun altro prima di me, spiega tutto e non spiega niente. E la trovo una conclusione perfetta per una storia del genere.
Mi ripeto: per quanto mi riguarda, l'esperimento è riuscito.
Bravissima! (Recensione modificata il 30/06/2018 - 10:56 am) |