Recensioni per
Your Angel in Call
di Manto

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/04/20, ore 17:45

Recensione 4/4 per il contest "Share with me..."

Ecco, mi hai fatta piangere di nuovo.
Colpa tua eh!
Le vicende della piccola Nina credo abbiano sconvolto qualunque conoscitore del fandom, anche dopo tutto ciò che accade in tutto il manga/anime, la sua morte e le vicende che ad essa l'hanno portata hanno segnato anche i cuori più forti.
La crudeltà che le è stata riservata non ha pari.
Eppure...
Eppure, leggendo la tua storia, di come lei sia diventata un piccolo angenlo in paradiso, di ocme abbia ritrovato la sua mamma e un uomo come Hughes a farle da padre e punto di riferimento viene quasi da pensare che, alla fine, abbia trovato il suo luogo di pace.
Vedere come soffre nonostante tutto e nonostante la benevola morte fa piangere il cuore, ma tu hai risolto anche questo: sì, le manca il padre, ma le hai dato un uomo meraviglioso per ricoprire quel ruolo: Hughes, un padre a cui manca la moglie ma soprattutto la sua Elicia, la sua amatissima figlia: non esisteva nessuno di più perfetto di lui per ricoprire quel ruolo.
Dopo NIna, la sua morte è quella che più fa male a tutti i fan: in un certo senso, la sua morte da inizio a un effeto a catena tale da portare alla fine del nemico che da così tanti secoli stava tramando contro il mondo intero... anceh se pensare in questi termini rende necessaria la sua morte, e non mi piace pensarla così. Eppure... è la verità.
La teoria della grazie del mare, che toglie e poi dona quando meno te lo aspetti, l'ho amata e adorata. Forse è stata questa la parte più commovente di tutte, il cuore stesso della tua storia, il motore pulsante da cui tutto è partito: è stato fatto a queste due anime pure un torto indicibile e imperdonabile, e tu, con la graza del mare, hai trovato un modo se non per riparare, almeno per farle "andare avanti" per quanto possibile nell'aldilà. hai fatto in modo che si trovassero e sopperissero alle rispettive mancanze trovando una nuova anima di cui prendersi cura e su cui fare affidamento.
Ammirevole, commovente, emozionante, intenso come poche: quasta tua storia è una delle migliori che io abbia mai letto.
Grazie per il tuo grande cuore.
Tua Sis

Recensore Master
11/11/18, ore 15:36

Ciao Manto,
Era da un po' che non recensivo una tua storia, così passando nel tuo profilo ecco che leggo FMA ( l'unico Fandom che conosco bene bene rispetto agli altri ).
Da dove cominciare? Comincio col sottolineare che questa è stata una lettura forviante, da ogni punto di vista; grazie a un'idea veramente originale e ai nuovi legami che riesci a creare coi personaggi. Nina e Hughes. Forse l'idea di Paradiso stona un pochino col l'universo di FMA, ma questa è una fanfic e quindi bando a certi dettagli. Sia la parte di Nina sia la parte del Tenente Colonello, hanno una potenza senza eguali. Entrambi sono alla ricerca di qualcosa; della pace con se stessi e dell'accettazione totale della loro condizione, Nina è ancora piccola e non riesce a decifrare tale emozione e per venirne a capo è aiutata da Alexander (... mi hai fatto innamorare ancora di più di quel cane ). Grazie ad Alexander, la bambina si ricongiunge con la madre e incontra poi Hughes. E mai incontro e rapporto potrebbe essere più vero e dolce; i due si ritrovano infine, imparano a conoscersi , colmando le proprie mancanze ( Hughes vede in lei la figlia, Nina rivede in lui il padre) <3
Bella, veramente bella e toccante. Il modo di scrivere e i termini usati nelle descrizioni, si abbinano perfettamente a un'atmosfera da Paradiso <3

Inserita nelle preferite <3

Elgas

Recensore Veterano
09/09/18, ore 12:49

[Valutazione del contest "Il contest di G" indetto sul forum di EFP]


Titolo: 
Tendenzialmente preferisco i titoli in italiano, ma una delle poche eccezioni che apprezzo davvero è quella delle citazioni di canzoni significative per la storia, come il tuo caso. 
Premesso questo, il titolo è molto dolce ed evocativo, e credo che rispetti alla perfezione sia il tema che l’atmosfera generale della tua storia. 



Caratterizzazione dei personaggi: 
Sia Hughes che Nina sono protagonisti di uguale importanza, nella tua storia, ma dal momento che è la bimba ad entrare in scena per prima comincerò col parlare di lei. 


Mi piace come hai saputo catturare anche le più piccole sfumature dei suoi pensieri e comportamenti, perché alla fine sono quelle che fanno la differenza: non ti sei limitata a dire che Nina era una bimba felice, ma l’hai dimostrato con le sue risate, e le corse sfrenate con Alexander, e quell’immensa gioia di vivere che traspare da ogni singola cosa che faccia e la porta a conoscere sempre più cose, e luoghi, e persone. 

Sì, Nina è una bambina allegra e vivace esattamente come l’abbiamo conosciuta nel fandom, sempre felice di fare nuove conoscenze e che guarda al mondo con fiducia e speranza. 

Tuttavia la sua felicità è oscurata talvolta da un’ombra che la piccola non comprende… e anche questa scelta l’ho trovata particolarmente azzeccata: la storia di Nina è straziante, e sicuramente uno degli argomenti più controversi di tutto il manga/anime. Oltre che difficilissimo, sarebbe stato forse anche fuori luogo parlare di una bambina che ricorda un dolore così grande, soprattutto considerato il posto in cui la storia è ambientata. 

Quindi, sì, forse è stata una scelta “facile” quella di farle dimenticare i dettagli della sua morte, ma più di tutto è stata una scelta ben ponderata che personalmente condivido in pieno; soprattutto, trovo molto realistico questo “rumore di fondo” che Nina avverte di tanto in tanto, come un qualcosa che spicca per la sua assenza e che le adombra il viso, seppur per pochi secondi. 

Lo apprezzo perché credo che un trauma così grande abbia sicuramente avuto dei riverberi anche a livello inconscio, e pur cancellato dalla memoria “da una mano pietosa” è ovvio che non sia sparito nel nulla. 

Il suo incontro con la madre è molto toccante, e ho trovato la reazione di Nina molto verosimile: ha capito che le mancava qualcosa – qualcuno – solo quando se l’è trovata di fronte, ed è assolutamente naturale che sia rimasta travolta da quei ricordi improvvisi di tristezza e solitudine… e anche che si sia fiondata tra le braccia della sua mamma, lasciandosi coccolare e proteggere da quella verità difficile da affrontare. 
Difficile, ma non impossibile: ormai il peggio è passato, e il passato non può più farle male… non lì. 
Ormai non è più sola. 


La madre di Nina è un personaggio perlopiù sconosciuto di cui personalmente ho pochissimi ricordi molto frammentati (e legati perlopiù alla sua trasformazione in chimera), ma tra questi c’è la vivida certezza che fosse una madre buona e affettuosa. 

Questa immagine di lei l’ho ritrovata chiaramente anche nella tua storia, sia nella tenerezza di quel primo incontro che, più tardi, nelle parole che dice a Hughes; quando gli parla del padre di Nina, e commenta che la piccola è troppo pura per odiare, e che” voleva tanto bene a quel mostro, e lui l’ha ripagata in questo modo”. 

Quest’ultima frase specialmente credo sia molto azzeccata: è vero che in Paradiso l’odio non dovrebbe esistere, ma al cuore non si comanda – figuriamoci al cuore di mamma – e il disprezzo che si avverte in quelle parole fintamente pacate è quanto di più naturale possa esserci nell’animo umano. 


Hughes è secondo me uno di quei personaggi fondamentali cui però non è mai stato dato spazio “sotto i riflettori”: qualcuno che agisce quasi nell’ombra, ai margini dell’azione, ma da cui l’azione stessa è influenzata più di quanto si possa immaginare. 

Tutto questo per dire che mi piace averlo visto protagonista, per una volta, e mi piace soprattutto che tu abbia reso giustizia alla sua complessa caratterizzazione, ricca di innumerevoli sfumature. 

Innanzitutto, vediamo che nonostante si trovi in Paradiso Hughes non ha ancora raggiunto la pace, non davvero, e questo lo trovo particolarmente calzante: la sua è stata una morte improvvisa e non era assolutamente preparato a perdere i suoi cari… non lo si è mai, vero, ma a maggior ragione quando la loro assenza ti colpisce senza preavviso – anche se in questo caso è stato lui a lasciarli, in un certo senso. 

È ovvio quindi che senta la loro mancanza tanto da star male anche dove il male in teoria non dovrebbe esistere: sì, Hughes durante il giorno è felice e sa che quello è un bellissimo posto in cui trascorrere il resto dell’esistenza… ma la notte la malinconia arriva anche da lui. 
La notte non può fare a meno di pensare a quelli che sono “rimasti indietro”, ed è un dolore dolce e straziante al tempo stesso. Tanto straziante che Hughes inizia a cercare un modo per guarire… per trovare la pace. 

Emblematico a questo proposito il suo dialogo con il militare senza nome, che per primo gli parla della “grazia del mare”: lui lo aiuta ad aprire il cuore e la mente a risposte che ancora Huges non comprende del tutto, ma in cui si ritrova a sperare, aspettando giorno dopo giorno che quel dolore che gli attanaglia il cuore finalmente riesca a fiorire. 

Piccola parentesi: ho amato alla follia quel piccolo cenno a Roy tra le righe nel “anche io una volta ho ascoltato, aiutato e sorretto un amico”, perché il loro rapporto era davvero molto stretto ed è bello e naturale che ripensi anche a lui ogni tanto, non solo alla moglie e alla figlia. 

Passando al suo incontro con Nina, ho davvero adorato la scena in cui “il mondo si ferma, anche solo per un istante”, e Hughes vede il lei il viso della sua piccola Elicia. L’ho trovato molto commovente e dannatamente realistico, perché Hughes è un padre cui la figlia manca tanto da star male, e credo sia naturale che riveda il suo viso ovunque, tanto più in quello di una bambina che ha più o meno la sua età. 

Mi piace anche che tu abbia costruito il suo rapporto con Nina incentrandolo inizialmente su questo punto, per poi farlo evolvere pian piano: se inizialmente si era affezionato a lei perché gli ricordava sua figlia, col succedersi dei giorni – mesi? – smette di sovrapporre le due immagini e inizia ad amarla sinceramente come persona a sé stante… quasi come una seconda figlia, da guidare, coccolare e proteggere da quel passato oscuro che non ricorda ma che comunque la fa soffrire. 


Dall’altra parte, è anche naturale che Nina veda in quel signore dal cuore grande un qualcuno che non sa descrivere, qualcosa che le manca a livello inconscio ma cui non riesce a dare un nome: come ha detto anche sua madre, Nina voleva un gran bene a suo padre e una cosa del genere lascia il segno, nel bene e nel male; così come quei sentimenti negativi, anche il ricordo di questo profondo amore alberga nel suo inconscio, macchiando i suoi sorrisi di malinconia e spingendola a cercare ancora e ancora, proprio come cercava senza saperlo la figura di sua madre. 

Lei è riuscita a trovarla davvero, mentre mi piace l’idea che in Hughes alla fine abbia trovato non tanto un riflesso di quella figura che non ricorda più, ma un vero e proprio padre da amare, ammirare… e “perseguitare” con insistenti richieste di attenzioni e di “ancora una storia, per favore!” 


Non che a Hughes tutto questo dispiaccia, beninteso, perché grazie a quella bambina è riuscito a ritornare il vero se stesso, e così come era in vita anche qui ha trovato una ragione più grande per lottare e andare avanti: fino a che ricercava la pace per un ritorno personale non era riuscito a fare progressi, ma ora… ora deve essere forte per qualcun altro che da solo non ce la farebbe, ed è in momenti come questi che persone come lui danno il meglio di sé, ergendosi sulle difficoltà non per se stessi ma per essere di supporto agli altri. 


Ultimo d’ordine, ma non d’importanza, una speciale menzione va al dolcissimo Alexander: dopotutto è il migliore amico di Nina, e rientra di diritto tra i personaggi principali della storia. 

Non c’è che dire, hai saputo ricreare alla perfezione il suo atteggiamento affettuoso e fedele, e la cosa che più ho apprezzato è che il tuo narratore non si è mai addentrato troppo a fondo nella sua mentalità. 

Intendo dire che mi è piaciuto che tu non abbia fatto “parlare” direttamente lui tramite pensieri diretti, – va bene che siamo in Paradiso, ma la storia ha comunque un certo realismo che sarebbe stato intaccato negativamente da una cosa del genere – preferendo circonlocuzioni del tipo “sembrava volesse dire” o “come se pensasse”: così facendo dai un’idea ben precisa di lui, ma lo fai interpretando le sue azioni e mantenendo quindi intatta la verosimiglianza della storia. 



Stile e trama: 
Sebbene io in linea generale preferisca il narratore interno e soggettivo, in questo caso quella del narratore onnisciente è stata quasi una scelta obbligata: in questa storia hai trattato molte tematiche importanti, alcune anche parecchio delicate, e il narratore onnisciente ti ha permesso di mantenere un livello stilistico elevato sia dal punto di vista grammaticale che sintattico, utilizzando vocaboli e periodi anche complessi che però non hanno assolutamente intaccato la verosimiglianza della caratterizzazione dei personaggi. 

Mi riferisco in particolare alla piccola Nina: è vero che hai usato “le parole dei grandi” per descrivere pensieri e sentimenti di una bambina, ma l’hai fatto dando voce a un personaggio esterno che la conosce alla perfezione, e non alla bambina stessa. 
Forse sembra un’inezia, ma secondo me invece questa precisazione fa una gran differenza per la fluidità del racconto. 


La tua è una storia estremamente introspettiva, che sviscera pensieri, desideri e paure – appena accennate, ma sempre di paure si tratta – dei personaggi così da mettere la loro anima completamente a nudo di fronte al lettore. 

Eppure, nonostante questo, la lettura non risulta mai (quasi mai in effetti, ma ci torniamo dopo) pesante, e la storia mantiene un’atmosfera onirica che conquista fin dalle prime parole e conduce il lettore per mano, con ferma delicatezza, senza mai lasciarlo solo in questo viaggio surreale e al contempo dal sapore molto realistico. 


La trama è senza dubbio originale, nonostante sfrutti “il cliché” della vita dopo la morte, soprattutto perché affianchi a cose già note – come i prati pieni di fiori e vecchi amici che si ritrovano – altre invece più controverse, forse, ma anche per questo più verosimili. 

In particolare, parlo di quella malinconia di cui soffrono le persone, soprattutto i primi tempi: è naturale sentire la mancanza di coloro che si è più amato in vita, ed è anche naturale che questa sofferenza diminuisca col tempo; non sparisce mai, quello no, ma i suoi angoli vengono smussati dal passare dei giorni e degli anni, e alla fine resta solo una malinconia di fondo, la consapevolezza di un’assenza che però non fa più male. Non troppo, almeno. 


Mi è piaciuto molto l’escamotage di Alexander come motore di tutta la storia: è facile associare il suo riconoscere quali siano le anime con cui la sua padroncina potrebbe legare di più con un qualche “istinto animale” che in Paradiso si è semplicemente acuito a dismisura, e questo rende i vari incontri spontanei e naturali. 

Vorrei però farti un piccolo appunto: proprio perché la presenza di Alexander è così importante nella storia, ho trovato strano che fosse l’unico animale del Paradiso, e mi sarebbe piaciuta l’introduzione di altri animali anche solo di sfuggita, messi in mezzo magari insieme ai loro padroni o padroncini in un girotondo tutti insieme con Nina e Alexander. 

C’è da dire che forse, nella tua interpretazione, Alexander è l’unico animale ad aver avuto accesso al Paradiso perché al momento della morte era legato inscindibilmente a Nina. Potrebbe essere, in effetti, ma anche in questo caso quest’assenza sospetta – sempre secondo il mio modestissimo parere personale – non avrebbe dovuto passare sotto completo silenzio. 
Avresti, per esempio, potuto fare in modo che Nina trovasse strano che non ci fossero altri amici animali… anche solo la considerazione di un momento, magari accompagnata da una di quelle ombre che durano solo una manciata di secondi prima di tornare da dove sono venute. 


E adesso veniamo a quel “quasi” di cui ti ho parlato prima. 
Sono stata a lungo indecisa se farti questo appunto qui o in “caratterizzazione dei personaggi”, ma dato che di base prendo in esame un discorso diretto ho optato per questa soluzione. 

Quello di cui voglio parlarti è il lunghissimo monologo di quel militare senza nome cui Hughes si è rivolto in cerca di consigli su come trovare la pace. 
Non fraintendermi: è un discorso davvero molto bello, e se l’avessi inserito nella narrazione indiretta non avrei avuto nulla da ridire… ma una volta che viene pronunciato da qualcuno le cose cambiano. 

E questo lo sai bene, visto che tutti gli altri dialoghi sono altamente realistici e naturali, con una punteggiatura adeguata che sottolinea le pause e le intonazioni e qualche frase indiretta di tanto in tanto per spiegare le sfumature che altrimenti potrebbero sfuggire al lettore. 

In questo caso, invece, hai lasciato una riflessione tanto profonda e complessa venir fuori dalla bocca di un uomo qualunque come se stesse leggendo un trattato di filosofia. 
Sì, è vero che magari potrebbe essere una di quelle “anime antiche” a cui hai fatto cenno nella storia, ma in ogni caso è comunque un essere umano: questo suo parlare e parlare di argomenti così intensi senza mai un dubbio o un incertezza, senza mai nemmeno fare una pausa, o un colpo di tosse, o un qualunque gesto che possa aver interrotto il flusso costante di parole… l’ho trovato innaturale. 

Innaturale e un po’ troppo pesante, a dire il vero: una riflessione difficile da “digerire” tutta insieme per il lettore, soprattutto considerando che il resto della storia si mantiene su un livello medio-alto ma sempre di immediata comprensione. 

Comunque sia, come ti ho già detto, ho trovato la metafora della “grazia del mare” veramente molto bella, e mi è piaciuto moltissimo che tu l’abbia citata più volte dopo la sua comparsa, inserendola in vari punti della storia così da farla assimilare ben bene al lettore – cosa che ho apprezzato particolarmente perché appunto ad una prima lettura è difficile poterla comprendere in pieno. 

Questa tecnica, alla fine, ti ha permesso di spianare la strada verso un finale forse un po’ malinconico, ma straordinariamente poetico… proprio come il mare. 



Gradimento personale: 
Di questa storia ho particolarmente apprezzato l’atmosfera ovattata e onirica che si respira in ogni frase, e che riesce senza apparente sforzo a farti estraniare dal mondo per catapultarti proprio lì, in quel luogo dove le anime buone trovano sempre la pace… anche se magari hanno bisogno di una piccola spintarella, prima di poterci riuscire. 



A presto!
rhys89

Nuovo recensore
05/09/18, ore 14:14

Ciao! Stavo sbirciando il tuo profilo, ma quando ho visto l'introduzione di questa fanfiction mi ci sono catapultata dentro! Innanzitutto voglio complimentarmi con te per l'idea che hai avuto, davvero geniale! Effettivamente io non ci avevo affatto pensato ad associare il dolore per la perdita della figlia di Hughes al dolore per la perdita del padre di Nina, è un collegamento davvero super brillante il tuo!!  Questa storia è stata praticamente 'la cura' alla maggior parte dei 'mali' presenti in FMA, averla letta mi ha proprio alleggerito l'animo. Inoltre hai uno stile di scrittura pazzesco, poetico e così emotivamente coinvolgente, mi lasci sempre ammutolita. Parlando dei personaggi, sembra quasi banale affermare che dal punto di vista della loro caratterizzazione tu sia stata perfetta, quindi passo subito a farti un grande applauso per la mamma di Nina, che ho apprezzato proprio tanto! Leggere le tue storie è come immergersi in un altro mondo, ti faccio tanti complimenti!

Recensore Master
13/08/18, ore 14:48

Ciao **
Va bene, già lo sai, io sto piangendo tantissimo. Appena ho adocchiato questa storia e ho visto chi erano i personaggi mi sono detta: è la fine, se questi due si incontrano io allago la stanza. Ma soffrire mi piace, per cui... vai così!
Intanto devo farti i miei complimenti per come hai descritto quello che è il Paradiso. Davvero, è tutto così meravigliosamente reale che quasi posso vedere i colori con i miei occhi. Mentre leggevo ho proprio percepito il calore, la dolcezza e la pace. E' tutto molto evocativo, alle volte sembra che i personaggi stiano vivendo all'interno di un sogno, e quest'atmosfera onirica-sospesa mi ha letteralmente fatto impazzire.
Adesso, diciamola tutta: tutti noi abbiamo sofferto alla morte di Hughes e ci siamo fatti venire i traumi con la morte di Nina. A proposito di quest'ultima... quanta dolcezza! Traspare tutta la sua innocenza bontà d'animo, poi sono felicissima che ci sia Alexander con lei (quando c'è il bonus animali stai tranquilla che piango sicuro).
E poi mi hai riflettere su una cosa a cui fin ora non avevo pensato. Effettivamente, sia Nina che Hughes perdono qualcosa di importante, lei perde i genitori, lui perde la moglie e soprattutto la figlia. Quindi non è strano pensare che in un altro posto possano incontrarsi e colmare il vuoto. Inutile dire che il loro incontro mi ha scaldato troppo il cuore, è tutto così triste, ma allo stesso tempo pieno di speranza.
Non avrei mai creduto di diventare l’angelo custode di un altro angelo… ma il nostro cuore è così, capace di meraviglie e infinito; forte come il mare, e la sua grazia.
E' bellissima questa frase, davvero. Questa storia è una sorta di poesia, me ne sono innamorata esattamente come pensavo.
Complimenti vivissimi, spero di rileggerci in futuro.
Alla prossima ^^

Recensore Veterano
26/07/18, ore 14:36

1° classificata al contest 'Zodiac Game'

Autrice: Laodamia94 
Fandom: Full Metal Alchemist 
Titolo: Your Angel in Call
 

Grammatica e Stile: 5/5 

Non ho trovato nessun errore né grammaticale né di battitura. 
In quanto allo stile, non c’ è una pecca. Descrizioni evocative, arricchite da un lessico che ha sempre quel sapore poetico e malinconico, il corsivo a sottolineare alcune frasi e pensieri che più degli altri arrivano al lettore. Punteggiatura perfetta, insomma un gran bel lavoro. 

Originalità e trama: 5/5 

L’incontro di due anime che sembrano sperdute e lontane da tutto quello che hanno amato. Il contesto in cui è ambientata la storia è già di per sé un elemento originale ma l’amalgamarsi dei personaggi in modo così naturale e spontaneo, ha reso il tutto ancora più emozionante da leggere. 

Caratterizzazione personaggi: 10/10 

In quanto personaggi non dico secondari ma non certo tra i maggiori protagonisti, trovo che tu abbia fatto un lavoro davvero grandioso. Nina e Alexander, il loro rapporto e come il cane cerchi in ogni modo possibile di aiutare la sua padroncina a non sentirsi sola in quel posto. 
Su Hughes potrei parlare per ore ma mi limito a dire che hai descritto in maniera divina quel suo essere allegro, gioioso e rumoroso durante il giorno per poi lasciare spazio ad una sofferenza quando cala la sera. Sono questi due lati della stessa medaglia che, a mio parere, descrivono al meglio questo meraviglioso personaggio. 

Introspezione: 10/10 

E qui il mio bisogno di immergermi nei pensieri più profondi dei protagonisti ha trovato pienamente appagamento. So bene, per esperienza ormai, quanto le tue storie siano farcite di quell’introspezione che non solo ti fa fare un viaggio nella mente dei personaggi ma ti fa proprio ‘essere’ fisicamente in loro fino alla fine. Ho adorato come hai gestito il tema dell’empatia, che si sente forte e chiaro a maggior ragione in un contesto come quello che hai descritto. 

Gradimento personale: 10/10 

Non riesco a leggere questa storia senza piangere fin dalla prime battute. Le tue storie mi lasciano sempre commossa ma in questa, in particolar modo, sei riuscita a colpirmi e ad affondarmi, non so se mi spiego! La presenza di un uomo come Hughes, con il cuore grande come il mondo, è stato un colpo basso. Uno dei personaggi che amo di più, forse IL personaggio che amo di più, quello che per me resterà sempre il vero eroe anche se la sua presenza fisica non c’è più. Sapere che insieme a Nina ora forse ha trovato un po’ di pace, un po’ di quella vita perduta e che può dare felicità anche a lei è un vero e proprio balsamo per il cuore. 

Totale: 40/40 

Recensore Junior
01/07/18, ore 00:57

[Scusa tantissimo, mi sono accorta solo ora di non aver inviato la recensione completa e non mi spiego il perché! Madonna, che imbarazzo...]
Volevo farti i complimenti per questo capolavoro, non sai quanto mi abbia emozionato leggere dei nostri beniamini incontrarsi nell'Aldilà e compensare l'uno i vuoti dell'altra. L'incontro tra Nina e sua madre ha sicuramente arricchito il soggiorno della piccola nella sua nuova eterna dimora, difficile trattenere le lacrime al pensiero che finalmente potranno stare insieme e al sicuro da ogni male. I modi paterni che Hughes adotta con Nina sono una cosa dolcissima che fa rimpiangere ancora di più la sua prematura dipartita.
Un racconto molto intenso e veramente ben scritto, estremamente coinvolgente.
(E scusa ancora per la recensione, ero sicura di averla inviata correttamente >.<)

Un abbraccio e alla prossima!
(Recensione modificata il 02/09/2018 - 09:45 pm)

Recensore Master
29/06/18, ore 19:07

Sì però ammettilo, che vuoi farmi piangere!
Ehm... Ciao! ^^
Ma quant'è bella questa storia?
Ho amato, e trovato molto originale - non ho letto poi tante storie nel fandom, comunque dubito sia un accostamento diffuso - che tu abbia scelto di avvicinare Hughes, il padre più affettuoso del mondo, e Nina, la cui morte è un trauma indelebile per tipo chiunque legga/veda FMA.
La sorte di Nina è molto triste, ma per Hughes non sono rimasta meno male, e vedere come dai loro una "seconda chance", o meglio, la grazia del mare, è stato bellissimo.
Sono un'accoppiata perfetta, a cui personalmente non avevo mai pensato, quindi complimenti già solo per l'idea!
La descrizione che dai del Paradiso mi piace tantissimo, è perfetta per questo contesto.
Il dispiacere sorge comunque, a volte - ma a tutto c'è rimedio.
Mi viene in mente ora che invece, purtroppo, per Elicia non sarà così semplice ritrovare la serenità 💔. Sigh.
Comunque! Che la storia mi è piaciuta si è capito, direi; parlando due secondi dello stile, è ottimo: scrivi bene e costruisci immagini splendide. Ho trovato un solo refuso, un "gli" riferito a Nina (dopo l'incontro con Hughes, mi pare); mi dispiace di non potertelo segnalare meglio, sono da cellulare e non sono riuscita a copiare la frase.
Concludo la recensione riportandoti (a memoria, sempre perché non posso copiare .-.) la frase che forse mi ha colpita di più della storia: "di ciò che era tanto bravo a donare: Amore". Penso che difficilmente si potrebbe trovare una frase più calzante per descrivere Maes Hughes, l'ho trovata semplicemente perfetta.
Come molto altro in questa fic, l'ho amata.
Bene, mi fermo qui; COMPLIMENTI!, e alla prossima :)

Mari