Recensione Premio Speciale per il contest "3 Drabble, solo 3 Drabble per parlarti di me (e dirsi addio)"
Ciao, ritorno di nuovo, e sempre in punta di piedi.
Quando finirai di leggere questa recensione, io non avrò ancora finito di scusarmi per l'infinito ritardo con cui giungo. Comunque.
Stavolta è stato più difficile seguire la storia, purtroppo. Ho faticato per due motivi: uno, quello ovvio, è che non conoscendo fandom e personaggi è stato davvero arduo raccapezzarmi tra nomi che spuntavano (faccio un esempio, io ho capito soltanto a metà storia che Irving e Ricardo era la stessa persona, solo che uno immagino sia il nome e l'altro il cognome) e nomi che sparivano (Sedar che compare all'inizio... chi è? riappare? muore? perdonami, mi sono persa); l'altro motivo è stato il continuo cambio di scena, e anche qui capire che (spero di aver capito, non è ancora detto) dopo la parte in grassetto partiva un ricordo e che la storia si svolgesse su due linee temporali frammezzate è stata una presa di coscienza che è arrivata davvero molto oltre metà storia. Forse, in questo caso, sarebbe stato più utile aggiungere una lista personaggi, utilizzare un corsivo per la seconda linea temporale.
Leggendo, ho trovato alcuni refusi, che ti riporto qui per comodità:
lo specchio a riflette un profilo rigido -> riflettere
alla labbra con una smorfia -> alle labbra
cocaina a alcol - e alcol
Claire ride da un foto in cui le manca un incisivo -> una foto
Come sempre il tuo stile mi affascina, c'è poco da fare. Usi un tono lapidario, duro, che ben si adatta a questi personaggi. Forse in alcuni punti, vista la lunghezza della storia, ho sentito la mancanza di una sintassi più fluida (vedi l'uso dei trattini, che forse io avrei limitato un po'), che mi aiutasse a scivolare più facilmente nella storia, tra le dinamiche. In effetti, la trama è stata penalizzata molto dalla mia ignoranza (anche se, confesso, quando alla fine ho messo a proprio posto i pezzi, o comunque la maggior parte, ho avuto le mie soddisfazioni). Detto ciò, io amo come sempre le immagini che sai creare con le parole, la cura per il lessico (Morire è un sibilo che gli spacca il cuore in silenzio -> bellissimo il modo in cui il "sibilo" richiami non soltanto il proiettile che viaggia nell'aria ma proprio il verso del serpente), un lessico che non è mai banale e da cui trovi sempre il modo di farmi imparare qualcosa di nuovo, la precisione e la semplicità sintetica con cui riesci a descrivere una posizione, un movimento. In questo caso, poi, io mi sono persa nell'ammirazione profana della cura con cui hai descritto le armi (e in un contesto dove il protagonista è un trafficante di queste trovo che la cosa renda moltissimo e che concorra a dare definizione all'atmosfera, insomma ho trovato una cura particolare anche per il contesto, proprio attraverso i dettagli).
Come nell'altra storia, sei riuscita a trasportarmi con poco in un altro luogo e in un altro tempo, affrontando poi un tema importante, delicato, sicuramente non facile. E lo hai fatto fornendo al lettore un occhio dall'interno, maggiormente impostato dall'altro lato, dalla parte dei trafficanti. Fermo restando che si tratta di un racconto di fantasia e di personaggi fittizi, ho davvero apprezzato il taglio di prospettiva, qualcosa che va al di là dei fatti, pur non ignorandoli mai (penso alle immagini dei bambini che si uccidono per un diamante, tra le altre cose) e dando attraverso loro uno sguardo duro, violento e sbagliato di ciò che accade.
Sono le dinamiche tra i personaggi che, ancora una volta, mi hanno conquistato. Soprattutto quelle che vedono protagonista Excella, mi è piaciuto quel "quid" che la muove. Una donna innamorata, forse, ma soprattutto plagiata, che si abbandona tra le mani del suo plasmatore e che poi si ritrova abbandonata da questo. Il meccanismo che viene messo in atto è uno dei più subdoli e viscerali. La sua mente è instabile, perde il punto fermo, un punto alla quale lei si era aggrappata - e che volente o nolente è di sua proprietà - lasciandosi comandare e subire fino a quando comunque ha quella parvenza di possesso. L'arrivo di Alex e la perdita di questo punto distruggono l'equilibrio, e tutto si scatena.
Del rapporto tra Albert e Alex avevo avuto modo di parlare anche nella precedente recensione all'altra storia. Trovo che tu l'abbia sviluppato alla grande, di nuovo in maniera profonda e tridimensionale. E' un rapporto complesso, portato avanti da due personaggi complessi, entrambi protagonisti, entrambi indipendenti, persone di comando ma che vivono il comando in maniera differente, entrambi spietati, ma che, proprio come notato da Stuart (in questa storia è stato il mio personaggio preferito), si ritrovano inconsciamente a diventare dipendenti l'uno dell'altro. Una dipendenza che li porta sul baratro, a voler buttare la vita, ad accogliere la morte, ma che, al contrario di quanto accaduto ad Excella, non gli toglie l'istinto a sopravvivere, ad andare avanti, a morderla, la vita.
Ed ecco che, anche a distanza, entrambi trovano il modo di ripartire e, come calamite, due poli dello stesso nucleo, a ritrovarsi. Sembra quasi un circolo vizioso, la fine di questa storia, qualcosa che nel finale però si riempie di comicità, quasi, di sregolatezza, di elettrizzazione. Si potrebbe dire che nessuno dei due abbia imparato dai propri errori, ma la verità è che sono due personaggi molto fedeli a loro stessi, che riescono a evolvere il loro rapporto e la loro vita senza rinnegare la loro natura. E questo li rende due personaggi eccezionali, pur nell'ottica dei loro deprecabili ruoli, ai miei occhi. Concludo dicendo che sia il nome di Eve (che richiama al peccato originale... è loro sono il peccato) chela sua nascita io l'ho amata, lei è il simbolo e il frutto dell'umanità che sta dietro a questi due. E ho adorato quando lui la chiama sgorbioXD
Il personaggio di Ricardo l'ho apprezzato, perché non è soltanto la spalla di Excella, ma soprattutto ti ha permesso di mostrare un altro lato del contrabbando: quello della droga e dei suoi effetti. Le parti di Ricardo potevano apparire più slegate, forse secondarie rispetto il filone principale, ma sono state fondamentali per chiudere questo quadro, un quadro che ho trovato estremamente realistico, maturo, curato, sfaccettato.
Come ti dicevo, e poi finisco, Stuart in questa storia è risultato essere il mio personaggio preferito. Perché ho amato la fedeltà nei confronti di Alex, il modo in cui mi hai fatto capire che è la sua guardia del corpo (?) che il loro è un rapporto longevo, che precede quello con Albert. Ho amato il modo in cui affronta Albert, il suo sguardo non ha nulla da invidiare a quello del serpente, ma io l'ho trovato più caldo, più pacato, e forse perché proprio ammantano da quel senso di protezione e tempra che ho scorto in lui. Ho adorato anche il modo in cui la sua figura viene presa quasi in giro, ma che non viene mai data per scontata, anzi, lui in questo ruolo si trova sicuro, come una roccia, non è possibile spostarla o rimuoverla. Lui vigila, ma è anche parte attiva, seppure silenziosa. E' per Alex, credo, quello che Birkin è per Albert. E questa analogia mi piace troppo.
A presto!
P.s. Ho dimenticato di dire due cose, perdonami.
Il titolo: mi piace e lo trovo perfetto, non soltanto perché richiama il giuramento che lega i due protagonisti e questo loro perdersi e ritrovarsi, vivere assieme, amarsi, ma perché richiama anche e proprio quel senso di "alba" di rinascita che si percepisce nel finale, e che arriva dopo la fine del loro traffico in Africa, dopo le peripezie passate, i momenti di sconforto, quelli di paura; richiama anche l'apertura dei traffici in El Salvador.
L'altro dettaglio c'entra con le parole di Sebastian Faulk, credo che a modo loro abbiano rappresentato il sottofondo, questa guerra ingiusta che si consuma proprio al di là degli interessi dei personaggi che si muovono nella tua storia. Se ho capito bene, le parole richiamavano il rifiuto alla guerra, alla stanchezza dei troppi morti, al rifiuto di vederne e di spargerne altre. Ho davvero apprezzato e rispettato tanto questo delicato messaggio che si muove di pari passo con la storia. Credo che dia alla storia un'impronta più profonda, umana, che non esclude i personaggi, anzi fa riflettere proprio su quanto sia difficile a volte scindere bene e male, questa coesistenza di diverse verità che si stratificano, si appoggiano l'una sull'altra, e sono davvero tanto fragili. Penso, per, esempio, al fatto che per tutta la storia, il lettore non possa fare a meno di tifare per i due protagonisti, dimenticandosi quasi del loro spregevole ruolo. Brava, complimenti.
Adesso ho finito veramente.
(Recensione modificata il 23/10/2020 - 12:55 pm) (Recensione modificata il 23/10/2020 - 12:58 pm) |