Recensioni per
Golgota notturno
di Black Beauty

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/02/20, ore 12:23

Bellissima drabble!
Perfetta, poche parole che racchiudono tutto il dolore e la sofferenza di Remus e ciò che deve tollerare ogni volta. Anche il titolo è azzeccatissimo, lo stile è meraviglioso. Ho amato la frase: "Resta solo la bestialità e il piccolo Remus si sgretola." E' così cruda, dura... ma è perfetta, non avrebbe potuto esprimere meglio la sofferenza e la tortura che si prova ogni volta. Una bellissima lettura, ti faccio tanti complimenti!

Recensore Master
10/07/19, ore 14:11

ciao Blacky :)
scusami la lunga assenza, ma tra esami e robe varie ho avuto un po' di impegni. Ma ho deciso di leggere questa drabble e devo dire che mi è molto piaciuta, bravissima!! :)
Anche io, un po' come tutti, ho sempre immaginato Remus molto sofferente verso l'altra sua metà. Credo quasi che sia arrivato addirittura ad odiarsi, ad un certo punto, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui il Molliccio con lui diventi un'immagine della luna piena.
Tra l'altro Remus è proprio l'unico dei Malandrini che riesco a rendermi simpatico, gli altri a cominciare dal maiale proprio non li sopporto (e come puoi immaginare perchè bullizzavano Sev)
Ad ogni modo sei riuscita a creare una vera chicca, dal tono poetico, seppur tragico.
Rinnovo i complimenti e a presto,
Dani

Recensore Junior
20/03/19, ore 14:51

Ciao 😊
Ero curiosa di leggere questa drabble perché è qualcosa di diverso rispetto a quello in cui di solito mi cimento.
Ciò che mi colpisce è che più che un centinaio di parole a me pare più una poesia... Una di quelle poesiole voraci e laceranti, crude e realistiche, come quelle che scrivevano gli Scapigliati, ma certamente meno oscena. Forse è anche dovuto al format del cellulare, che mi presenta la struttura come frammentata e quasi versificata, ma poco importa se in realtà non è così perché di certo ha reso migliore la mia lettura.
Dal canto mio, ho sentito appieno il dolore fisico che il giovano Remus Lupin è costretto a provare, mi immagino bene il suo terrore e la sua confusione, il non capire da dove provenga quella voce, quella duplice natura, quella bestia.
È già abbastanza terribile così, figuriamoci se sperimentato da un bambino e lì, quel "il piccolo Remus" che ritorna più volte (e a questo punto, se vogliamo trattate la drabble come una poesia, diciamo pure quella anastrofe) serve a sottolineare che Remus non è altro che un bambino sballottato brutalmente da una natura all'altra.
La parte peggiore, quella che mi ha colpito di più, è indubbiamente l'idea del bimbo che "si sgretola". In parte perché penso alla sua umanità lentamente disintegrata, ridotta a brandelli indistinti; e in parte perché vedo le ferite autoimposte, poiché come dici tu, non aveva altra valvola di sfogo per zanne ed artigli se non la propria carne.
Ora che ci penso è angosciante anche la penultima scena, la luna che si ritira per far largo al giorno, come la bestia che si assopisce per lasciare un bambolotto spezzato. Il genere di giocattolo che vorresti riparare, anche se sai che i pezzi sono troppo piccoli per rimetterli bene insieme. E questi pezzi non deve ricomporli solo Remus, ma anche Lyall e Hope... Una maledizione per tutti insomma.
Possiamo tranquillamente dire che se tu hai dovuto contenere il tuo essere prolissa per scrivere la drabble, io non ci ho nemmeno provato in questa recensione. È che mi viene naturale sviscerare le storie e mettere sul piatto tutto quello che mi è piaciuto, che ci posso fare? Be' dopo una lettura così potrei evitare le metafore che coinvolgono l'eviscerazione, ecco che cosa potrei fare, per dirne una!
Ti rinnovo i miei complimenti e ti auguro una buona continuazione!
Un abbraccio,
Ink ♥
P.S ho letto le altre recensioni per curiosità e prima cosa, mi compiaccio di non essere stata l'unica a scrivere un saggio nella recensione. Seconda cosa, ti faccio i miei più vivissimi complimenti per lo strepitoso punteggio ottenuto nella challenge! Bravissima!
(Recensione modificata il 20/03/2019 - 02:56 pm)

Recensore Master
16/10/18, ore 17:06

Valutazione del contest Sfida alle 100 parole – V edizione (vincitrice del Premio Prompt)

Grammatica: 10/10
Perfetta!

Stile e lessico: 9.5/10
Per analizzare questa storia preferisco partire dal lessico, che trovo sia l’aspetto più forte ed espressivo del testo. Al di là della struttura stilistica di cui parlerò dopo, infatti, la ricercatezza lessicale è tale da riuscire a rendere piena una narrazione strizzata in sole cento parole. Fai uso di un registro linguistico ricercato e non necessariamente immediato, perché ogni parola racchiude in sé sensazioni e rimandi capaci di dilatare lo spazio del racconto – in tal senso, quindi, non hai sprecato nessuna parola, ma hai sfruttato tutte quelle che avevi a disposizione. Prendiamo ad esempio questa espressione:

    • • “Sente le vene pulsare, il cuore palpitare, le orecchie rombare”: le vene pulsano, il cuore palpita, le orecchie rombano in un climax crescente di sensazioni che catapulta il lettore nello stato d’animo del tuo protagonista e che ha il pregio di rendere questa immagine estremamente vivida. Avresti potuto scrivere che il protagonista è agitato e spaventato – in fondo è questo il significato ultimo dell’espressione –, ma non avrebbe reso lo stesso impatto emotivo, perché non ci sarebbero state immagini forti come uno stato d’agitazione così totalizzante da accelerare il battito cardiaco al punto tale che le vene sembrano pulsare.
L’intera drabble è costruita su espressioni di questo tipo, ricche di immagini filtrate dalle scelte lessicali. Non ho proprio nessun appunto da fare in merito, ma solo complimenti, perché hai dimostrato una grande padronanza del vocabolario, riuscendo a individuare di volta in volta i termini più evocativi e significativi ai fini del tuo testo.

Passando allo stile, hai associato un’impostazione di base tutto sommato semplice (il tempo presente e la terza persona) a una struttura complessa, articolata in paragrafi isolati, frasi brevi e il ricorso alla punteggiatura per giostrare il ritmo del testo.
Partendo proprio dalla punteggiatura, la scelta di avvalerti della lineetta in tre occasioni è risultata indovinata, perché la tecnica è riuscita a porre in evidenza sia le parole in corsivo (“anticipazione”, “sfogati”, “spezzato”), dense di significato, che gli incisivi seguenti o precedenti – separando le prime dai secondi con questo trattino lungo che in un testo narrativo assume le sembianze di una pausa utile a registrare una specificazione. Inoltre, è anche una tecnica che ti ha consentito di snellire periodi altrimenti più complessi (e in tema di drabble riuscire a risparmiare parole è sempre un vantaggio!). Sempre in relazione alla punteggiatura, il ricorso all’asindeto ha accelerato il ritmo del periodo più lungo della drabble, acuendo al tempo stesso la sensazione di ansia crescente legata all’idea che niente possa impedire la trasformazione di Remus; anche in questo caso, quindi, la gestione dei segni d’interpunzione si rivela ottima e in grado di decidere il ritmo del testo.
Le frasi brevi unite ai vari paragrafi separati gli uniti dagli altri tramite l’interlinea marcata restituiscono un testo che si articola in frammenti, ognuno dei quali è una finestra sui momenti che compongono la notte di dolore del protagonista. Convincenti anche i corsivi, che riescono ad evidenziare le espressioni più significative, costringendo il lettore a riflettere su ognuna di quelle; inoltre, ho notato che mettendo in sequenza le espressioni in corsivo si ripercorre l’intera notte (non so se la cosa sia stata voluta o si tratti di un caso).
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9.5/10 è legato a due scelte stilistiche che, a mio avviso, risultano meno efficaci rispetto alle altre. Te le riporto:
    • • “Quando la luna splende […] le orecchie rombare. | Sfogati […] Remus si sgretola”: in questo caso, a separare l’espressione che termina con “rombare” e i due capoversi successivi c’è solo un punto e a capo e non anche l’interlinea. Tuttavia, ho notato che nel tuo testo l’interlinea bianca è inserita ogni volta che la situazione evolve e si passa a un momento successivo. In coerenza a questa impostazione di base, a separare i primi due capoversi dai due seguenti avrebbe dovuto esserci questo spazio bianco, perché si passa dal momento che descrive la trasformazione al momento in cui la trasformazione è ultimata e il lupo mannaro agisce. Inoltre, separando i due momenti, li si esalta al pari di tutti gli altri frammenti che compongono la narrazione.
    • • “Il mattino dopo, Lyall e Hope gridano, inorriditi”: ho riletto diverse volte questa frase, perché sin dalla prima lettura mi è parso che fosse meno scorrevole delle altre, nonostante non abbia nessun problema sintattico o grammaticale. Dopo diverse letture ho rintracciato il motivo della mia perplessità nella virgola che anticipa “inorriditi”. In quel punto, a mio avviso, la scorrevolezza del testo incespica, perché è costretta a frenarsi una seconda volta malgrado la frase semplice (la prima è a seguito di “mattino dopo”). Il fatto che il capoverso successivo sia un’unica espressione priva di punteggiatura accresce questa sensazione di insieme meno scorrevole. Senza la virgola, il lettore legge tutto d’un fiato “gridano inorriditi” e viene assalito dalla portata emotiva dell’espressione; poi s’arresta al punto e a capo e in un solo fiato legge quel lapidario “resta quel che resta” che chiude la drabble – un insieme che credo più efficace.
A parte le due perplessità spiegate ora, non ho nessun altro appunto da fare. Ti dirò, sono stata indecisa se assegnarti il punteggio massimo nonostante le situazioni spiegate, perché lessico e stile sono veramente notevoli e le situazioni riportate sono in fin dei conti minuzie. Ho poi convenuto che la scelta più giusta fosse quella di applicare una piccola penalità, coerente alla portata minima degli appunti, arrivando ad assegnarti 9.5/10. Bravissima!

Titolo: 5/5
“Golgota notturno” è uno di quei titoli che difficilmente dimentichi, che restano impressi e che sono irrimediabilmente legati al racconto per cui sono nati. È un titolo che attira l’attenzione, che riesce a distinguersi, non essendo una comune combinazione di parole. È, ancora, un titolo che richiama l’atmosfera del tuo racconto, che riesce ad anticipare i toni cupi e angosciosi del testo, tutto il dolore del tuo protagonista – associato al personaggio, poi, grazie all’aggettivo “notturno” è anche ipotizzabile quale sia la tematica affrontata –, tutti fattori che contribuiscono ad attrarre l’attenzione di un pubblico di lettori interessato al contenuto della tua storia, un pregio non indifferente. Anche stilisticamente trovo che richiami il testo, perché siamo in presenza di scelte lessicali specifiche ed evocative, le stesse che ritroviamo anche tra le righe della drabble. Menzione a parte per la scelta di “Golgota”, che è noto come luogo di sofferenza e dunque evocativo in tal senso – inoltre, l’ho trovata una scelta singolare e a suo modo “coraggiosa”, perché ti servi di un’immagine legata alla religione in un contesto “profano”. Concludendo, non ho nessun appunto da fare su questo titolo, 5/5!

Utilizzo del prompt: 10/10
Ho riletto più volte la tua storia, indecisa sul punteggio da assegnarle in questo parametro. Alla fine, ho capito che la mia difficoltà era dovuta al fatto che non c’è nulla da dire su questa drabble se non che resta quel che resta. Ti è toccato in sorte uno dei prompt più complessi (non che ve ne fossero di semplici, ma alcuni erano oggettivamente più problematici), perché “Resta quel che resta” è un’espressione vuota, tutta da riempire. Non è un concetto né un’affermazione né un oggetto né un’indicazione. È appunto un’espressione da riempire di significato, da rendere viva e significativa all’interno di una cornice narrativa – e tu ci sei riuscita. Sei riuscita a contestualizzare il “Resta quel che resta”, che diventa un grido di dolore e rassegnazione, la conclusione cui si giunge colmi di angoscia, che trasuda tristezza e irreversibilità, che fa sprofondare il lettore in quel baratro di impotente tristezza costruito sulla consapevolezza di un protagonista irrimediabilmente perduto e condannato. Un “resta quel che resta” che è prompt della narrazione sin dal principio, quando la triste rassegnazione aleggia già sul testo (“Al tramonto, il mondo si tinge di rosso e il bimbo trema di paura”), e che si snoda poi di parola in parola, sino a palesarsi nel finale. Non ho proprio nessun appunto da farti in questo parametro né credo che questo prompt potesse essere sviluppato meglio di così. Bravissima! 10/10.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
L’unico personaggio della tua storia è Remus, ma siccome la drabble si conclude con l’immagine di due genitori inorriditi, inizierò da loro, dalla loro pressante comparsa. Hope e Lyall entrano nella narrazione quando la trasformazione è oramai compiuta e regredita, e gridano e inorridiscono e soccombono sotto al peso dell’irreversibilità della condizione del figlio. In pochissime parole, il loro dolore e la loro impotenza sono comunicati efficacemente.
Passando a Remus, abbiamo qui un Remus bambino, alle prese con la scoperta del mostro, dell’altro sé che lo tormenterà tutta la vita. Non è presente una caratterizzazione in senso stretto – il tuo personaggio non si muove nello spazio del racconto né evolve – e non posso parlare di IC, perché il Remus bambino è un personaggio che non abbiamo mai conosciuto. Tuttavia, in questo spaccato di vita che abbraccia una sola notte, sei riuscita a catturare e a imprimere tra le righe lo strazio della trasformazione in lupo mannaro e tutta la dannazione di Remus, già consapevole di essere “lui e l’altro”. Il bambino ha paura, trema e freme per qualcosa di terribile che sta per accadere. La creatura della notte, rabbiosa, si scaglia sull’unico essere vivente presente in quella stanza: se stesso. Al risveglio, il bambino è spezzato, un aggettivo che lascia intuire quanto la pace del corpo – finalmente libero dalle sembianze di lupo mannaro – non corrisponda a una pace della mente e dell’anima, che sono invischiate in immagini di terrore, che sono “spezzate” dalla consapevolezza che “l’altro” non andrà mai via. Hai descritto un missing moments estremamente realistico, che cattura il dramma della trasformazione senza eccedere, ma allo stesso tempo senza fare sconti a nessuno, né al protagonista né ai lettori. Trovo che sia una caratterizzazione decisamente riuscita. Anche qui, 10/10!

Totale: 44.5/45

Recensore Master
14/10/18, ore 21:39

Ciao!

Questa è forse la mia drabble preferita in tutto il contest, e il fatto che tu sia riuscita a coinvolgermi tanto raccontandomi qualcosa di cui ho già letto (e perfino scritto, anche se con un Remus adulto) la dice lunga!

Sei riuscita a creare un'atmosfera perfetta, sei riuscita a trasmettermi l'ansia dell'attesa e l'angoscia dilaniante della trasformazione: credo di aver letto la storia con il cuore che batteva, tanto sei riuscita a farmi immedesimare, a farmi calare nel momento.

Ho anche adorato l'uso che hai fatto del prompt, che personalmente mi avrebbe portato su tutt'altra strada (tipo, cosa resta a Remus dopo la prima guerra magica). Sei riuscita a trovare una chiave di lettura originale, ma al tempo stesso chiarissima e potente, e la citazione dell'intero prompt in chiusura non stona affatto – anzi, sembra del tutto naturale.

Se proprio devo far emergere una perplessità, è sulla penultima riga. Stilisticamente, la scelta di scrivere 'il mattino dopo' quando già poco prima avevi scritto 'all'alba' secondo me fa un po' uscire dall'atmosfera, perché all'inizio si ha l'impressione che si parli di un momento più lontano, magari addirittura del giorno successivo, quando in realtà poi risulta ovvio che non è così.
Insomma, mi sarebbe piaciuto se fosse rimasto tutto 'all'alba', anche perché trovo sia normale che i genitori vadano a soccorrerlo appena Remus 'trova la pace'.
Altro piccolo appunto su quella frase, è il fatto che Lyall e Hope urlino inorriditi: secondo me, per il bene di Remus, a loro spetta l'arduo compito di aiutarlo senza inorridire davanti a lui...

Per il resto, drabble a mio avviso davvero meravigliosa, emotiva, coinvolgente. E non guasta che io ami il personaggio ;)

Isidar/cloe

Recensore Master
23/09/18, ore 21:36

Ciao!
Partecipo anche io al contest, quindi sono qui a dare una lettura alle altre storie.
Sono una novellina nel mondo delle drabble, quindi capisco perfettamente la tua difficoltà nell'imbrigliarti in un numero così limitato (e preciso!) di parole: credo che i complimenti siano d'obbligo anche solo per essere riuscita a scrivere qualcosa con un senso compiuto in uno spazio tanto ristretto XD.
L'argomento che hai scelto di trattare è secondo me estremamente difficile: le sofferenze di Remus sono indicibili, e se si pensa che ha dovuto imparare a convivere con un tale dolore quando era solo un bimbo molto piccolo, la sua storia diventa, se possibile, ancor più straziante.
Secondo me, sei stata brava a rimanere un po' in bilico: è evidente l'orrore a cui è sottoposto il bimbo, ma lo hai trattato anche con molta delicatezza, e questo, data la situazione, è secondo me importante.
Non ho apprezzato moltissimo l'inserimento del titolo della canzone nel testo, perché mi è sembrato che tu avessi già interpretato bene il senso del prompt, e, non so perché, chiudere con quelle parole il tutto mi dà un senso un po' di dissonanza col resto. Non so, è come se smorzasse un po' il climax, ma forse sono solo paranoie mie.
Anche il titolo non mi convince del tutto: in realtà è molto bello, e anche molto azzeccato per la tematica della storia, ma mi sembra che abbia un registro stilistico un po' sfasato rispetto allo stile più diretto e "concreto" della drabble. Ma forse sono solo dei miei deliri, che comunque sui titoli, a quanto pare, non ci azzecco mai, per cui probabilmente dovrei star zitta ed evitare di criticare quelli altrui XD.
In bocca al lupo per il contest!