Recensioni per
Anche senza peccati
di PervincaViola

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/02/20, ore 15:41

Ciao!
Ogni tanto sbuco fuori dal nulla e lascio un commento. Confesso che torno sempre volentieri nel tuo profilo, leggerti mi rilassa e mi dona un paio di minuti di emozioni.
E poi, a dirla tutta, io adoro la vecchia generazione. Potrei vivere solo di quella.
Capisco perfettamente perché tu abbia riassunto la descrizione di questa drabble con quell'unica frase estrapolata dal testo: è la più bella, la più sconvolgente visivamente, proprio perché in perfetta contrapposizione con la prima, che invece richiama la morte, l'oscurità, l'inferno. Trovo che a sconvolgere tanto sia proprio il candore di un luogo che esiste nello stesso mondo in cui esistono anche il dolore, la perdita e la guerra. Questa frase accompagna proprio lo stato d'animo espresso da James alla fine del paragrafo prima, in cui il dolore per quello che ha visto e l'orrore per quello che ha pensato si imprimono nel suo silenzio. Un silenzio che si trascina anche nel cambio di scena.
Ho apprezzato tantissimo, quindi, la struttura della drabble, in cui il silenzio di fondo che attanaglia la mente del lettore e comanda la scena, vive di sfumature: la prima, quella del vuoto creato dalla morte; la seconda quello creato dalle parole di James; il terzo silenzio è l'immacolata tranquillità della sua casa, mentre il quarto è rappresentato da un fuori campo, ovvero quello che si è susseguito nella mia testa in risposta alle parole profetiche di Sirius. Perché è proprio la voce di Sirius che azzittisce testo e lettore, quel senso di non detto, che il lettore sa più del personaggio che inconsapevolmente profetizza. In questo modo, la reazione di orrore e annichilimento con James che chiude la prima parte si riflette in quest'ultima, con la reazione di annichilimento del lettore alle parole di Sirius.
Altra cosa che mi ha colpito, è il lessico. Non posso che farti i complimenti con la cura con cui hai scelto ogni singolo termine. Più, però, che gli aggettivi, a colpirmi con tanta forza sono stati i verbi: vomitare, lordare, tacere, accompagnare. Ognuno di essi richiama un azione forte, intensa, importante, ognuno di essi invita il lettore a prestare attenzione, lo invita ad avvertire la tensione nell'aria, lo rende recettivo verso le emozioni (e sono tante, più di quelle che a una prima lettura potremmo chiamare per nome) a sentire il peso. Quei verbi danno la potenza a visioni d'inferno, a sensazioni di sporco e colpa, mettono in rilievo un'amicizia dura, che resiste a tutto, all'orrore, alla morte. Sirius è il compagno ideale anche mentre James si macchia della colpa di bestemmiare contro la sua famiglia, Sirius è l'unico che può non sconvolgersi e che può capire James, è l'unico che ha il potere di portare James lontano da quell'errore, lontano dall'orrore. James non si macchia agli occhi di Sirius, rimane senza peccati, perché Sirius capisce, Sirius sa. Ed ecco che in questo personaggio, nel modo in cui credo che Sirius veda James, si rifletta parte del significato del titolo. James non è senza peccati: è uno dei buoni, certo, ma è un uomo, e nessuno a questo mondo, neanche nell'immaginario mondo fantastico di Harry Potter, è senza peccati. L'innocenza di James, l'innocenza di tutti, è sancita dal modo in cui le persone più care guardano e vedono. Sirius vede il suo migliore amico, vede un uomo dilaniato dalla colpa, distrutto dal dolore, dal senso di sopravvivenza, e soffre perché a un uomo dal cuore così puro, un uomo così coraggioso viene negata la possibilità di godersi la vita. Sirius accompagna James nel suo viaggio all'inferno e ritorno, in cui il "peccato" di cui si macchia viene cancellato dall'affetto di un uomo che li ricorda la via di casa, la via verso l'innocenza.
Il finale è triste, profetico, si fa manifesto della paura di Sirius, secondo me, perché in un clima di incertezza e morte, non può non temere per la vita del suo migliore amico. Sirius consola e allo stesso tempo cala il volto dietro la maschera della morte, le sue parole diventano nere e chiudono la drabble in un buio cosmico senza fine.
Se posso parlare dei difetti, se così li si può chiamare (è gusto personale, dopotutto), è la ripetizione di "solo" nella prima frase, lo trovo più scorrevole senza il secondo. Inoltre avrei trovato più d'impatto l'eliminazione dell'ultimo trattino a favore di un punto fermo. Ultima cosa, mancano i due punti prima dell'ultimo dialogo.
Se si deve aggiungere altro, al momento non mi viene. Aggiungo solo che ho apprezzato tantissimo il modo in cui hai saputo rendere Sirius protagonista quanto James, ho adorato il mondo in cui hai creato un'ombra nel protagonista, rendendolo più umano, meno "odiosamente" perfetto (come lo vedono in molti, ma io penso che la bellezza di questo personaggio sta proprio nella sua vasta gamma di difetti) rompendo quella maschera di sicurezza che lo ha sempre caratterizzato nella saga. Bellissimo il titolo di sospensione che si trascina nel finale della drabble. Complimenti!
A presto!

Recensore Master
18/10/18, ore 23:55

Ciao!

Purtroppo s'è fatto tardi e non riesco a dilungarmi oltre, ma mi manca solo la tua storia da recensire tra quelle del contest e ci tenevo almeno a battere un colpo e a dirti che la drabble mi è piaciuta moltissimo!
Tornerò presto a modificare questo commento per scrivere una recensione come si deve ;)

Isidar/cloe

Eccomi qui a dedicarti un pochino più di tempo!

Allora, ribadisco che la tua drabble mi è colpito molto. Ha un forte impatto emotivo, è struggente e dolorosa, angst e amara. Sei riuscita a trasmettere tantissime emozioni, sia grazie ai temi toccati che grazie allo stile magistrale, evocativo, capace di smuovere il lettore (oltre che curato alla perfezione e perfetto per una drabble).
La storia è perfettamente compiuta, non si ha mai la sensazione che avresti magari voluto dire di più ma che non hai potuto farlo a causa del limite delle parole. è tutto lì, esposto, eppure riesci a evocare l'atmosfera dell'intera guerra.

Credo che tu abbia inserito molti spunti originali: l'idea di sfruttare il momento dell'assassinio dei Prewett (mi ha sorpresa), l'idea di associare il 'peccato' di James alla cosa più bella che abbia, a quel bambino che poi sancirà la fine stessa della guerra, per ben due volte. Un paradosso che mi è piaciuto immensamente, soprattutto considerando il fatto che il tema mi sta a cuore: mentre capisco benissimo la voglia di sposarsi durante la guerra (bisogna cogliere l'attimo), decidere di avere un figlio in un simile frangente è molto più complicato (ricordo che per Remus e Tonks in una storia ne avevo scritto che la guerra 'crea la voglia di creare un motivo per lottare').
In tal senso ho sempre immaginato James essere il 'promotore' dell'iniziativa, e per questo mi è piaciuto ancora di più questo suo momento di estrema debolezza.

Ho amato anche la presenza di Sirius e il modo in cui li hai fatti relazionare: in pochissime righe hai colto (e trasmesso) in pieno la profondità del loro rapporto, del loro capirsi senza bisogno di troppe parole. Sirius sa subito di cosa ha bisogno James, e non esita a portarlo via da quel luogo.

Magistrali anche la metafora del marchio nero "vomitato dagl'Inferi" e l'idea che a 'lordargli la gola' siano qualcosa di materiale come il sangue e astratto come la colpa.

Ammetto però che leggendo la storia non avevo colto il fatto che James fosse colpevole di aver dato vita a Harry perché le persone muoiono per salvarlo: credevo che si sentisse 'semplicemente' colpevole di averlo condannato a vivere in guerra (e magari, se vogliamo immaginare che sappia già della profezia, anche di averlo condannato a essere ricercato da Voldemort in persona).
Sinceramente, preferisco così: ho sempre pensato che appena saputo che Voldemort era a caccia di Harry, i Potter si siano nascosti a casa (mi pare fosse per una settimana), quindi temo che se avessi colto questa sfumature dal testo lì per lì avrei storto un po' il naso, perché faccio fatica ad ambientare 'canonicamente' questo momento in quel frangente (cioè, nel periodo dalla scoperta della Profezia alla morte dei Potter). Tra l'altro ho sempre immaginato che fosse tutto segretissimo, quindi niente scorta dell'Ordine o similari...
Comunque questa è tutta una pippa mentale a posteriori, quindi puoi ignorarmi tranquillamente, la storia funziona benissimo in ogni caso XD

L'unica piccola critica che mi sento di muoverti è sul finale: ammetto che la citazione finale non mi ha convinta a pieno sia per il suo significato in sé (cioè, mi piace come concetto, ma non riesco a collegarla a dovere al resto della drabble), sia perché mi sembra un po' fuori timbro in bocca a Sirius. Ma è davvero un'inezia!

Ecco, credo di aver detto tutto! Non mi resta che rinnovare i miei complimenti e salutarti!

Alla prossima,
Isidar
(Recensione modificata il 19/10/2018 - 03:49 pm)

Recensore Master
16/10/18, ore 20:16

Valutazione del contest Sfida alle 100 parole – V edizione (vincitrice del Premio Giuria)

Grammatica: 10/10
Perfetta!

Stile e lessico: 9.5/10
Trovo che il punto di forza di questo stile estremamente vivido sia il lessico, che è ricco e ricercato, lo definirei “scenico”, nel senso che si presta a creare immagini molto vivide nella mente del lettore, arricchendo il testo di sfumature ed evocando le sensazioni più disparate. Un lessico quindi in grado di trasportare il lettore nella trama del racconto, costringendolo a percepire sdegno, disgusto, colpa, paura e qualsiasi altra sensazione vissuta dai personaggi. È di sicuro anche un lessico pretenzioso, nella duplice accezione di non essere immediato e di presupporre in chi legge il possesso di un vocabolario nutrito – ma questo non può essere in alcun modo un punto a sfavore, anzi è lodevole che tu sia riuscita a destreggiarti senza cadere in fraintendimenti né in banalizzazioni né in ripetizioni facendo uso di un simile registro linguistico. Per spiegare al meglio ciò che intendo dire estrapolo un’espressione dalla tua drabble:

    • • “James avverte sangue e colpa lordargli il palato”: in questo caso, associare “sangue” e “colpa” e metterli in relazione al “palato” e quindi alla sfera sensoriale del gusto (oltre a dar vita a una bellissima sinestesia) crea un’immagine che riesce a evocare le sensazioni spiacevoli vissute dal protagonista, che “mostra” il senso di colpa che l’ha assalito alla vista dei cadaveri degli alleati. C’è poi la scelta di un termine inusuale e forte come “lordargli” che dà l’idea di un sudiciume che riempie tutto (il fatto che rievochi la parola “lordo” associabile a “peso” contribuisce a dare l’idea di un qualcosa di pesante, grosso, riempitivo); in più, il significato figurato del verbo richiama l’idea di una condotta sbagliata e colpevole, quindi va a rafforzare il sostantivo “colpa”. Sei stata veramente bravissima. E questo tipo di analisi potrei farla per ogni passaggio del tuo testo.
Passando allo stile vero e proprio, e quindi alla struttura del testo, hai utilizzato il presente e la terza persona, due fattori che contribuiscono a rendere l’intera narrazione vivida – in un certo senso, la tua drabble è un cortometraggio in parole. I tre punti in cui utilizzi la lineetta per creare gli incisi sono decisamente oculati, perché quel tipo di interpunzione riesce a creare una vera e propria cesura, che avverte il lettore di fermarsi un istante e proseguire con la consapevolezza che quanto seguirà avrà un carico emotivo ancora più forte. Anche l’alternanza tra discorso diretto e indiretto è ben calibrata, sono bene amalgamati tra loro, il che non era affatto scontato come fattore visto che hai scelto di non isolare il discorso diretto, bensì di renderlo parte integrante dei periodi indiretti. La sintassi è complessa, ma gestita benissimo: i periodi sono costruiti in maniera tale da non risultare né ardui alla comprensione né disarmonici.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9.5/10, malgrado gli evidenti pregi di questa drabble, è legato a una minuzia, ma io mi sono ripromessa di essere obiettiva e di dare peso a ogni dettaglio e quindi ecco che te la riporto:
    • • “Il silenzio intatto di Godric's Hollow è un drappo bianco s'una tomba. // Sirius l'accompagna fino all'uscio”: come sai, a precedere il capoverso che inizia con “Il silenzio” c’è un’interlinea più spessa, l’unica presente nel testo; questo fa sì che il capoverso in questione appaia sintatticamente slegato dai periodi precedenti (ed è giusto così, tra l’altro, perché qui la scena cambia, i personaggi si sono spostati – e il lettore con loro). Per questo motivo, a una prima lettura si ha l’impressione che il pronome “lo” di “l’accompagna” sia il clitico di ripresa de “Il silenzio”, che è il soggetto grammaticale della frase precedente. Già andando avanti con la lettura è chiaro che il clitico in questione riprenda “James”, ma a primo impatto può esserci questo fraintendimento dovuto alla sintassi dell’intera espressione. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di sostituire “lo” con “James”, così da ovviare al possibile fraintendimento – immagino che “lo” apostrofato sia stato una scelta dovuta anche alla necessità di rientrare nelle cento parole, ma se posso azzardare un altro consiglio (che non rientra assolutamente nella valutazione!), inserirei “James” e sacrificherei quel “all’istante” della frase “James tace all’istante per l’orrore”, che per quanto dia l’idea di immediatezza, essa è comunque espressa dal ritmo del periodo (almeno secondo me!).
Questo appena espresso è l’unico punto meno efficace della drabble, parliamo di un dettaglio e per tale motivo il punteggio resta comunque molto alto. Quindi, concludendo, non posso che complimentarmi con te, sei stata davvero bravissima!

Titolo: 5/5
“Anche senza peccati” è il tuo titolo, cuore della conclusione della drabble e finestra sul futuro del tuo protagonista. Sirius lo percepisce, ma noi lo sappiamo con certezza, che James e Lily moriranno lo stesso pur senza peccati. È un titolo amaro, come amara è la conclusione della tua drabble. Ed è aperto perché non dà risposte, così come aperto è il finale della tua storia – che resta cristallizzata in un divenire che non diviene mai nello spazio del racconto. Ha inoltre il pregio di evocare l’atmosfera del testo, fatta di sospensione, aspettativa e drammatica amarezza; credo poi possa incuriosire il lettore dato che non rivela il contesto entro cui vada immersa questa considerazione tronca. Non ho proprio nessun appunto da fare sul titolo, che si rivela coerente e coeso rispetto al testo cui si riferisce. 5/5!

Utilizzo del prompt: 7/10
Ho riletto più volte la tua drabble e riflettuto sul punteggio da assegnarle in questo parametro. Il tuo titolo, “Un peccato”, era veramente ostico, soprattutto se associato a un personaggio come James Potter, che ha sì commesso degli errori, ma resta un personaggio della schiera dei buoni. È indubbio che il prompt sia presente: lo è sia “fisicamente” che a livello concettuale, dato che la narrazione evolve assieme a questo peccato che sporca e tormenta James. Tuttavia, a renderlo meno fondamentale ai fini del significato del testo è la presenza pressante del concetto di “colpa”, che si rivela essere un secondo filo conduttore della storia, forse anche più presente del prompt in sé. Avendo tu scelto un peccato morale (James si pente, sia pure per un istante, di aver messo al mondo suo figlio), era quasi inevitabile che il senso di colpa – che è fattore scatenante e conseguenza del peccato commesso – dominasse il testo, ma resta il fatto che a lettura ultimata è più la colpa che il peccato a restare impressa, come se la drabble fosse stata costruita sul primo elemento. Per questo motivo, ho reputato giusto assegnarti 7/10. Il punteggio non è inferiore per i fattori detti a inizio commento e per altri due motivi: il concetto di peccato torna in conclusione, imponendosi sulla storia e sul lettore; colpa e peccato, nella storia, sono tra loro dipendenti – la colpa conduce al peccato che a sua volta conduce alla colpa.
Concludendo, quindi, l’utilizzo del prompt è indubbiamente buono, difatti il punteggio resta alto, ma vi è il fattore spiegato che ne indebolisce un po’ l’impatto complessivo sulla storia.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Inizierò da Sirius, così da concentrarmi in seguito sul tuo protagonista. Sirius è l’unico personaggio presente oltre James, e davvero non c’è traccia di altre presenze nelle tue cento parole, tutte incatenate ai due attori che si muovono nello spazio del racconto. Di Sirius brilla il bene che nutre nei confronti di James, l’amicizia indissolubile capace di intravedere “un drappo bianco” nel silenzio. Ho trovato molto IC il fatto che Sirius non recrimini a James il terribile pensiero esternato, ma che anzi riesca a capire lo stato d’animo dell’amico e agisca in fretta, portando via entrambi, allontanandoli da sensi di colpa e brutture. Il tuo Sirius conosce così bene James che non ha bisogno di spiegazioni e parole, ed è così protettivo da aspettare che rincasi per sussurrare al nulla il proprio terrore. Un’ottima caratterizzazione!
Arrivando a James, il prompt ti ha sfidata a darne una visione inedita, che lo ritraesse in un momento di grande debolezza. Non era semplice gestirne la caratterizzazione, ma tu sei stata molto brava! Ho trovato molto originale che il peccato in questione non riguardasse la sfera amorosa, bensì quella privata e più intima. Il tuo James è un protagonista umano, fatto di rabbia, colpe e debolezze, un James che per un folle istante si è pentito di aver voluto costruire una famiglia, che per un istante ha creduto di essere la causa della follia di Voldemort e della morte dei propri compagni – come se fosse stato lui a condannare tutti mettendo al mondo il Prescelto, e non Voldemort con la sua folle ambizione. È una caratterizzazione che richiama la controparte cartacea e la rispetta: da quel poco che sappiamo, James era un amico e un alleato leale, disposto a tutto per difendere i propri cari, dunque la tua visione che lo ritrae in un momento di debolezza alla vista dei cadaveri degli alleati è solida e verosimile. Inoltre, è coerente al James della Rowling il fatto che lui si avveda immediatamente di aver formulato un pensiero terribile, lasciando che a calare su di sé sia un rinnovato senso di colpa. In ultimo, anche nel caso di James rintracciamo la profonda amicizia con Sirius: a Sirius non nega neanche il più infimo pensiero ed è da Sirius che si lascia portare via. Anche il protagonista, quindi, è caratterizzato benissimo! 10/10.

Totale: 41.5/45

Recensore Master
07/10/18, ore 13:42

Ciao!
Dopo un secolo, riesco a passare a lasciarti qualche parola (mi sono proposta di cercare di leggere le storie di tutti gli altri partecipanti, ma, ahimé, il tempo è tiranno).
In ogni caso, eccomi qui.
Devo dire che, pur essendo il tuo stile piuttosto lontano da ciò che prediligo solitamente, ho apprezzato molto tutta l'attenzione che hai impiegato per cesellare minutamente ogni frase. E' evidente che ogni parola, ogni immagine è stata scelta con una grandissima cura, e per quanto io di solito preferisca stili un po' più diretti e concreti (passami il termine, ti prego), mi rendo conto che in questo caso l'estrema ricercatezza ben si adatta al momento che hai scelto di raccontare.
Io, al contrario, apprezzo molto il personaggio di James, pur con le sue ombre e i suoi innegabili difetti, ma credo che tu qui abbia fatto un ottimo lavoro: si tratta pur sempre di un ragazzo molto giovane che si trova ad affrontare una situazione carica di orrori e tensione, per cui credo sia del tutto credibile una sorta di cedimento. Oltretutto, quel sangue e quella colpa che gli lordano il palato sembrerebbero riferirsi sia al suo senso di colpa per aver destinato un bambino ad un mondo di orrori, sia al senso di colpa per aver anche solo pensato delle cose del genere, e credo che questo dia ancora più spessore all'angoscia e alla profondità del momento che James sta vivendo.
Bellissima anche la presenza di Sirius: un amico fedele, la presenza solida e incrollabile che resta vicino a James in qualsiasi circostanza.
Hai sicuramente utilizzato il prompt in una maniera molto originale, ma dandogli un perfetto senso.
Brava davvero!