Recensioni per
Il silenzio
di Star_Rover

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/12/21, ore 09:24
Cap. 1:

Ciao Star_Rover. Eccomi a leggere con piacere un'altra tua storia riguardante questo contesto dove ben scrivi mostrando la tua sensibilità.
Mi ha colpita l'espressione "il dolore di una generazione condannata."
Uno scritto profondo nella sua brevità, con parole commoventi in tanto dolore, dove quel silenzio è emblematico nella pace eterna. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 01/12/2021 - 09:26 am)

Recensore Junior
17/10/21, ore 19:10
Cap. 1:

Davvero molto triste, questo componimento. Se penso a quante tombe di soldati sono disseminate in ogni angolo del globo mi vengono i brividi. Ed è terribile sapere che conosciamo i nomi di una minoranza di loro. Spesso il loro sacrificio è dimenticato o visto quasi con disgusto e non credo sia giusto. Volenti o nolenti sono rimasti fino alla fine al loro posto, hanno combattuto e sono morti. Questo merita onore a prescindere dalla parte in cui hanno militato.

Un altro frammento molto bello.

Recensore Junior
18/04/21, ore 08:23
Cap. 1:

Il silenzio. Esattamente ciò di cui tutti noi avremmo bisogno in quest'epoca ma che purtroppo è l'unica cosa che manca.

Non si sa chi sia questo soldato, per chi combattesse, ma ha importanza? No, è questo che ci insegna questo breve ma intenso componimento, è solo "un altro ammasso di carne". Questa è la frase che più mi ha colpito.

Perchè la guerra letterariamente è bella, ma quando la vivi di persona ti accorgi che di bello e romantico e idealistico ha ben poco. C'è solo orrore e paura.

Un bellissimo frammento.

Recensore Master
05/05/19, ore 13:40
Cap. 1:

Eh, leggere questo lungo pensiero nei giorni vicini al 25 aprile fa molto pensare.
Chi dà la vita, in fondo, sacrifica qualcosa che dovrebbe appartenere all'universo e dunque divenire un'insostituibile perdita per tutto il genere umano. Credo che il più profondo significato del "milite ignoto" sia questo. Non perchè non conosciamo il nome di quel caduto in particolare, ma perchè, anche se lo conoscessimo, rappresenterebbe un lutto molto più profondo per il genere umano.
O per quella parte di esso che ha compreso davvero il significato di un monumento di quel calibro. Perchè anche l'ignoto non può finire nell'oblio.
Mi hai molto commossa, grazie per questa lettura intensa! ^^

Recensore Veterano
31/01/19, ore 15:53
Cap. 1:

Tempo fa, leggevo per un esame il saggio "Il paesaggio ed il silenzio" di E. Turri. Parlava degli spazi in cui il silenzio regna: il deserto, la montagna, la steppa, ecc. Secondo lui, questi luoghi sono silenziosi per chi non li conosce ma, in realtà, sono pieni di voci per chi li vive.

Come i nomadi sentono i sussurri dei djinn nel silenzio delle dune, tu hai sentito i sussurri dei soldati nel cimitero e hai saputo ascoltarli.
Sono veramente molto commossa da questo racconto, che è molto delicato e crudo allo stesso tempo.
Sotto la lapide c'è un corpo che è stato amato, cercato, ricordato da persone che non conosceremo mai. Di lui non sappiamo il nome e non ne conosciamo il volto. Eppure la sua memoria ci appartiene.

Davvero tanti complimenti, brava ^^

Recensore Junior
27/12/18, ore 09:58
Cap. 1:

Il tempo passa, inesorabile, senza fare sconti per nessuno. Il tempo porta, con sé, il ricordo delle guerre. Non importa quali. Dal riferimento alle trincee si può pensare alla I Guerra mondiale, ma in fondo questo poco importa, perché la tragicità dei conflitti è uguale per tutte le epoche. Il tempo porta, con sé, anche l'identità degli uomini, sfigurata dalle ferite. Eppure, qualcosa rimane. Un labile ricordo di una presenza nella quiete che appartiene al tempo della memoria. Questo testo riesce a trasmettere un senso di pace, anche nella fugace descrizione della morte del soldato. Nella lettura c'è solo il silenzio, lo stesso che, non casualmente, conclude efficacemente questo omaggio: al tempo che scorre si frappone il momento del ricordo. Davvero un bel lavoro, complimenti.

Recensore Veterano
23/12/18, ore 12:58
Cap. 1:

Quanta verità in questo piccolo racconto!
Scrivi molto bene e in maniera molto sentita, complimenti!

Recensore Master
16/12/18, ore 06:50
Cap. 1:

Buongiorno.
Questo soldato, sepolto senza alcuna identità, in realtà è stato un uomo amato, una persona che aveva una famiglia, una storia personale...
Un militare ignoto solo alla Storia.
Noi non dimentichiamo, però.
Buon fine settimana :)

Recensore Veterano
15/12/18, ore 21:44
Cap. 1:

In un certo senso è uno scritto foscoliano, per un altro - non lo è per nulla, perché per i militi ignoti non è rimasto poi nulla per testimoniare il loro sacrificio.
E se è vero che abbiamo monumenti a loro dedicati ovunque (e non solo noi, visto che la fic ha decisamente un valore internazionale - mi è piaciuta per questo), è anche vero che i parenti non potranno mai dimenticare il fatto di non aver mai visto un corpo di un proprio caro ritornare a casa.
Hai ben sottolineato come, alle volte, le aspettative o le idee che si fanno sui conflitti siano in realtà diversi dalla realtà; si desidera di morire in un modo degno, ma alla fine si finisce con l’essere semplici resti in mezzo a tanti, tantissimi altri.
Comunque credo di aver apprezzato soprattutto il fatto che di questo soldato, in particolare, nulla ci è dato sapere - non sarebbe ignoto, altrimenti -, ma la scelta di non aver scritto dettagli su chi era prima o per chi combatteva non l’ho trovata per nulla banale.
Mi spiego, molte volte ci sentiamo in dovere quasi di renderci “compassionevoli” solo sei i morti sono i nostri (che siano connazionali o proprio parenti), disinteressandoci dei morti degli “altri.”
Nella tua storia, il morto è di tutti - il morto è morto, punto. E al lettore (o almeno, per me), non interessa sapere che divisa indossasse, quanti anni avesse o che lingua parlasse.
Un ricordo molto universale, una lettura davvero piacevole.
Ti faccio i miei complimenti e, per me, ha ancora più valore avendo perso due bisnonni (o forse più) che non sono più tornati a casa e non si sa (ancora) che fine abbiano fatto.
Complimenti!

Recensore Junior
15/12/18, ore 21:14
Cap. 1:

Ciao!
Ho i brividi, davvero. Prosa squisita, testo commovente. Si capisce che hai messo il cuore in questo piccolo scritto, il lettore non può che provare empatia nei confronti del soldato.
Lavoro eccellente!
Complimenti di cuore.

Recensore Master
15/12/18, ore 17:00
Cap. 1:

Carissima,
da dove posso cominciare a commentare questo bellissimo frammento?
Mentre leggevo, ti giuro, sentivo i brividi corrermi lungo la spina dorsale... e tuttora, fatico a trovare le parole giuste per esprimere ciò che mi ha trasmesso.
Troppo spesso siamo portati a "sminuire" il sacrificio dei soldati periti in guerra, con discorsi infarciti di retorica antimilitarista e frasi di circostanza. Questo frammento, invece, è estremamente crudo e realistico - anche disilluso, certo - ma non concede nulla a vuoti pietismi: c'è solo la figura di un soldato che la sorte ha consegnato all'oblio, privandolo della propria identità, del proprio passato, della possibilità di essere ricordato come avrebbe meritato.
Le immagini che evochi sono molto toccanti: emblematica è soprattutto la scena finale, con la tomba anonima del soldato che veglia dalla sommità del colle, "muto testimone di ciò che è stato" - e forse, anche di quello che sarà. Bellissima anche l'immagine del fragore delle detonazioni, della nube di fumo, del bagliore infuocato, che si contrappone in maniera quasi speculare a quella del silenzio, della neve e dell'inverno.
Perché anche se la Storia ricorda solo gli eroi, i valorosi che hanno fatto parlare di sé, anche la memoria di tutti quei militi ignoti che giacciono sotto lapidi anonime non svanirà mai dal cuore di chi in vita li ha conosciuti e amati.
Non so davvero che dire, se non ribadirti i miei complimenti per questo magnifico scritto, per la sua poesia e per il suo significato.
Una piccola perla, davvero.
(Recensione modificata il 15/12/2018 - 05:05 pm)

Recensore Master
15/12/18, ore 12:07
Cap. 1:

Ciao carissima,
solo chi lo ha ascoltato veramente, magari sotto la neve o col sole del deserto che tramontava dietro le dune, capisce fino in fondo il significato del silenzio.
Questo per dire che la maggior parte della gente che mi parla di silenzio, lo fa perlopiù snocciolando vuote frasi di trita retorica antimilitarista.
Tu hai saputo però ritrovare la poesia struggente, triste ma anche solenne di quel brano, semplice abbastanza da poter essere suonato da un anonimo soldato con la sua tromba militare, da un milite ignoto esattamente come quello di cui parli.
Le mie idee sono diverse dalle tue. O meglio, la mia idea di soldato e di guerra hanno connotazioni che le tue non possiedono, ma non posso che onorare un punto di vista espresso con tanta poesia e tanto rispetto, considerazioni tanto umane e cariche di affetto nei confronti di chi è morto sui campi di battaglia.
Grazie per questo bellissimo frammento e complimenti come sempre.