Recensioni per
Manifesto delle vittime da radiazioni
di Spoocky

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/12/19, ore 20:04

Ciao carissima^^
Da dove posso cominciare a commentare questo bellissimo frammento? Innanzitutto devo farti i miei complimenti per aver parlato di questo argomento senza filtri, cecando di dar voce a tutte queste persone senza volto che si sono trovate la vita distrutta, per chissà quante generazioni. È un frammento crudo ma dalla forte potenza espressiva, che evoca immagini d'impatto, ti scuote e resta impresso.
Non si può davvero rimanere indifferenti di fronte a tragedie simili.
Ti faccio i miei complimenti, anche se forse è riduttivo.
Alla prossima!

Recensore Master
04/09/19, ore 19:59

Oggi ho un po' di tempo e mi va di leggere, anche di scrivere, ma poco di pensare.
Però, quando ho visto questa riflessione sulla tua pagina, mi sono detta che avrei proprio dovuto accendere il cervello e assorbirla bene.
Per l'argomento che tratta e che dovrebbe andare sui libri di scuola, senza bollino rosso. Perché è vero che stomaca e sconvolge, ma è altrettanto pacifico che non si può sempre vegetare nel mondo, ciechi e sordi a tutto.
Sono stata a Hiroshima e ho visitato il Museo della Pace, dedicato alle vittime della bomba atomica.
Un posto dove la gente esce in lacrime, americani compresi, dove paradossalmente non è esposto quasi nulla tranne il dolore. Dolore in un paio di occhiali fusi dal calore, in un triciclo cui manca una ruota, in un cestino per il bento, ora carbonizzato.
Sotto la cupola scheletrita del Palazzo delle Esposizioni, accanto alla statua della piccola Sadako, che dai 3 ai 12 anni ha lottato contro il male che le radiazioni non le hanno risparmiato.
Ha trascorso il suo breve tempo a piegare origami a forma di gru, simbolo di eternità e guarigione: secondo la leggenda, se riesci a farne mille, puoi esaudire un desiderio. Non c'è scritto, tuttavia, che debbano essere le tue mani a realizzarlo. Così, quando quelle di Sadako si sono fermate, tutte le scuole del Giappone hanno inviato fasci e fasci di origami colorati. A migliaia.
Sono tutti lì e ne arrivano ancora, perché il desiderio di quella bambina coraggiosa non si è ancora compiuto.
Sono certa che lei ci crede. Dobbiamo farlo anche noi.

Recensore Veterano
15/06/19, ore 09:32

Sono sempre alla ricerca di cose interessanti e scritte bene da leggere, per questo, anche se in genere preferisco letture più lunghe, sono contenta di essere passata dalle tue parti.
Racconto scritto in maniera ineccepibile, che induce alla riflessione.
Che senso ha cercare cure per un male che causiamo noi stessi?
Che senso ha continuare ad avvelenare la terra e tutti i suoi abitanti?
Perché, nonostante le prove evidenti dei danni causati dal nucleare, continuiamo ad affidarci ad esso come fonte "pulita" di energia?
Basti pensare a disastri nucleari come Chernobyl e Fukushima Dai-iki (e sono stata clemente ad elencarne solo due) per capire che non è necessario sganciare bombe per provocare disastri la cui portata, purtroppo, possiamo conoscere e comprendere solo a lungo termine.
Allora, perché non prendere seriamente in considerazione tutte quelle povere vittime, testimoni involontari dei vari disastri summenzionati? Perché non imparare dagli errori-orrori del passato, perché non porvi rimedio?
La risposta, temo, è solo una: l'uomo è un'essere distruttivo. Ce l'ha nel suo codice genetico, non può farci nulla.
Complimenti per la scelta delle tematiche delicate e per la tua capacità di portare il lettore ad immedesimarsi nelle cose che descrivi, conducendolo infine a riflessioni doverose.
Leggerò senz'altro altri tuoi scritti. :)
P.S. Mark Knopfler e Stephen King... e ho detto tutto :)

Nuovo recensore
31/03/19, ore 15:17

Be è forte perché obiettivamente non è un racconto di fiction, tu hai immaginato dei sentimenti che probabilmente quelle persone hanno provato (o avrebbero potuto provare se il dolore fisico non avesse dominato la loro mente). Mi sento di dire che è ben scritto, crudo, di impatto e causa più mal stare che paura.
Premio lo stile scorrevole, la scelta esatta dei termini e il tema realistico

Recensore Master
29/03/19, ore 23:08

Ciao Spoocky, e piacere di conoscerti! Ho visto tue recensioni in calce a un autore che amo molto, e quindi mi è venuta la voglia e la curiosità di passare dalle tue parti. In mezzo a tutta la tua produzione ho scelto di cominciare da qui: mi ha attirato il titolo e poi a me piacciono le storie che contengono un messagio, che spingono alla riflessione e non sono puro svago (pur ammettendo che ci vuole anche quello!). Leggendo, ho subito pensato a Hiroshima, ma anche a Chernobyl e alle tante catastrofi che ogni tanto si verificano in tante parti del mondo. Ho visto un documentario su Hiroshima, e gli effetti che descrivi sono precisamente quelli, a breve e a lungo termine. E il destino delle vittime, specie delle vittime recenti, è quello di rimanere senza voce, sepolte in nome dei soliti interessi economici che coprono, livellano, spazzano via tutto. Il potere della scrittura è anche quello di ridare voce ad altri esseri umani che non hanno più voce, che forse non l’hanno mai avuta. ll tuo scritto è senza dubbio forte, non nasconde nulla, ma proprio per questo è in grado di trasmettere tutta l’urgenza di queste voci, ed è in definitiva un invito a riflettere. Collocarlo però nel genere horror mi è parso una scelta strana, perché qui purtroppo non ci sono mostri di fantasia ma la nuda realtà. Ci vorrebbe forse una sezione apposita, che si potrebbe a ragione chiamare "coscienza civile". A presto!

Recensore Master
10/01/19, ore 15:42

Ciao carissima^^
Premessa: se un autore non fosse più libero di scrivere quello che ritiene opportuno, noi saremmo in una dittatura culturale. Ah, mi dici che ci siamo già?
Va be', polemiche contro il Sistema a parte, io ho sempre un grande rispetto per le opere di denuncia intelligenti, scritte da persone con la testa sulle spalle, adulte abbastanza da non farneticare invettive senza senso, ma in grado al contrario di scuotere le coscienze con la forza delle parole. Quando trovo uno scritto di questo genere, più esso è crudo e diretto, meno fa sconti, e più lo rispetto.
Perché a parlare di praticelli e fiorellini, o a fare dello splatter fine a se stesso, solo per il gusto di spargere in giro sangue e budella, siamo bravi tutti. Molto meno facile è fare ciò che hai fatto tu, ovvero prendere il lettore per la collottola e girargli la faccia verso quello che c'è da vedere, senza sconti e senza reticenze. Volete sapere cosa fanno le radiazioni? Ecco qui. Guardate pure, fatevi un'idea.
Quindi complimenti per questa tua ennesima bellissima storia, sappi che l'ho apprezzata molto.
Posso suggerirti il brano "Radioaktivität" dei Kraftwerk? Sarebbe perfetto come sottofondo.

Recensore Master
09/01/19, ore 16:06

Ciao, ho intravisto qualche tuo commento, inoltre c'è chi mi ha parlato bene di te e oggi sono venuta a dare un'occhiata. La cosa strana è che mi hanno detto che scrivi quasi sempre H/C e avevo risposto "Ma non scriveva solo horror"? perché io, che confondo un sacco di persone con un sacco di altre persone, ricordavo di essere passata dalla tua pagina e di aver visto solo racconti horror, e quando mi sono decisa a leggere qualcosa di tuo mi imbatto proprio in un racconto di questo genere.

Certo è un racconto triste, però sono contenta di aver letto. Di solito cerco di non pensare ai problemi della vita reale, di annientarli con la funzione catartica della narrativa, ma alcuni sbagli del passato non possono venire ignorati. Anch'io ero rimasta sconvolta da quello che avevo studiato su questo luogo, mi sbrigai a leggere per distogliere in fretta lo sguardo da quelle descrizioni che all'epoca non avrei voluto leggere (e per fortuna proprio a quelle scene tu non hai accennato, ma avendo scelto di leggere il racconto avrei ugualmente affrontato tutta la lettura). E anche a me piacerebbe scrivere qualcosa sull'atrocità di quegli esperimenti, il mio horror però sarebbe sovrannaturale, come sempre per allontanare il più possibile quel brutto pezzo di storia, tramutarlo in un incubo, appallottolarlo e gettarlo via. Che diventi l'incubo di qualcun altro!

E come non ho il coraggio di rileggere quelle pagine di quel libro studiato non ricordo più per che cosa, non ho il coraggio di rileggere nemmeno un fumetto che inizia parlando di un terremoto, ma è evidente che l'autore parlasse della distruzione causata dalla bomba atomica, eppure quel fumetto era una storia inventata, catartica, con personaggi eccessivi... MA mostrava quelle scene che mi avevano disgustata e impaurita e che non avrò mai voglia di vedere o di leggere né in storie realistiche né in quelle fantastiche.
E' giusto però non abituarsi mai a certi drammi, voler provare a comprendere utilizzando una storia come tramite per indagare domande a cui non sapremo dare una risposta e, se necessario, essere sinceri fin nel profondo e infischiarsene della possibilità di disgustare il lettore (cosa che tu non hai fatto, ci tengo a precisarlo) per non mancare di rispetto alla memoria di quelle persone che quelle sofferenze le hanno patite davvero.
Tu hai messo delle note sia prima e sia dopo per assicurarti che leggesse solo chi se la sente di affrontare certi temi, però, veramente, il pregio più grande è che non ti sei sentita obbligata a "non dire", ad accennare e basta. Si sente che lanci un messaggio importante e non si possono lanciare messaggi scrivendo in modo timoroso, quando lo si fa bisogna essere diretti. Grazie per aver scritto questa breve oneshot. Offre tanti spunti di riflessione.

Vado che ho già scritto tanto. Forse preferivi che cominciavo a leggerti da qualcosa di leggero, rimedierò. A presto!