Recensioni per
La fuga
di lithium

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/01/24, ore 22:40
Cap. 25:

Ciao cara, come stai? Mi auguro tu abbia trascorso un buon Natale e, sia pur in ritardo, ti auguro un buon 2024.
È sempre bello leggerti. Vale la pena aspettare, anche tanto tempo, per capitoli profondi come questo.
Si sente che siamo quasi alla fine di questo racconto. Percepisco un po' di quel pizzico di malinconia che accompagna sempre le storie, quando stanno per chiudersi.
Del resto, la morte del dottore chiude un po' il cerchio, rendendo Mariah libera.
Devo veramente farti i complimenti per come hai costruito questo personaggio. Credo che tra le protagoniste femminili delle tue storie (e chi come me le ha lette quasi tutte lo sa bene), Mariah sia il personaggio più controverso, capace di creare anche una sorta di antipatia verso di lei, che si sostituisce ad una profonda empatia e ad un vero affetto, quando si scopre il bagliaglio interiore che si porta dentro. Perché Mariah è una donna che ha vissuto, ha avuto grandi dolori, ed è sopravvissuta, usando tutti i mezzo che quel senso di sopravvivenza ti porta a dover usare. E quando si conosce davvero Mariah, la sua solitudine, si prova davvero tanta tristezza per lei; e si capisce che, a volte, la strada che si prende è le scelte che si fanno sono anche dovute alla fortuna di nascere in un contesto, piuttosto che in un altro.
È un personaggio ben riuscito, imperfetto ma meravigliosamente umano, ed è forse quello che ha avuto lo sviluppo personale più completo.
La Mariah che ci presenti in questo capitolo è una Mariah che deve fare ancora i conti con tutto quello che è successo; e che, nel suo dolore, trova conforto in una quotidianità fatta di silenzi e di abitudini. Si fa forza, come riesce, perché ha in sé la volontà di non farsi schiacciare dal peso degli eventi e di non farsi vincere dalla malinconia.
E, però, commente ancora il classico errore di chi, nel tempo, ha dovuto imparare a fare affidamento solo su se stesso. Mariah fa fatica ad aprirsi fino in fondo con suo marito, creando così dei non detti che si trasformano in sospetti, e che pesano come macigni.
È significativa la scena di Mariah, sola, in cucina, con i suoi dolori, che si abbraccia da sola. Con la paura di perdere ciò che ha faticosamente costruito.
Io, pur percependo la solitudine di questa donna - perché è una solitudine che è dentro di lei - al tempo stesso non la vedo affatto sola. Perché Sam è, comunque, li con lei; la sua presenza silenziosa, anche con i suoi sospetti, con i suoi timori. E anche con la sua rabbia: perché anche Sam - abituato come è stato a vivere da solo - ha bisogno, da solo, di mettere in ordine i pensieri, e di sbollire quella rabbia che lo accompagna da quando l'incidente è accaduto. Perché alla fine anche Sam aveva assaporato quel futuro che è stato strappati via con la forza, da chi ha agito solo per egoismo.
È da qui che si deve ripartire. Dai cocci di quello che è stato, guardando al futuro. Ma insieme. E soprattutto parlando; ed affidandosi l'uno all'altro.
Alla fine la vita ha dato loro una seconda possibilità; non è più tempo di guardarsi indietro, ma solo avanti.
Mi lasci sempre tanto dentro.
A presto, un abbraccio.

Recensore Junior
28/12/23, ore 16:21
Cap. 25:

Ti ringrazio per questo tuo aggiornamento. Ho seguito molte delle tue storie e le ho apprezzate parecchio.
Ritornando ai nostri protagonisti spero che con la morte di Sanders la nostra Mariah( o forse Mairè?) riesca ad aprirsi definitivamente con il marito e cercare di costruire un rapporto più sincero
Ti aspetto e ti leggerò quando vorrai aggiornare la storia.
A presto e buone feste

Recensore Junior
01/08/23, ore 23:37

Grazie per questo nuovo capitolo, aspettavo con trepidazione un tuo aggiornamento

Recensore Master
23/04/22, ore 10:18

Ciao cara Lithium, come stai?
Ritrovarti è sempre un piacere. Ho capito che "va così" e prendo quel che viene. Vale la pena sempre aspettarti, fossero anche mesi e giusto per un capitolo. Questo è stato si breve, ma comunque molto intenso e mi ha lasciato dentro, ancora una volta, la sensazione dei sentimenti di angoscia che volevi trasmettere. Ho respirato a pieni polmoni tutto quello che alberga nell'animo scosso e turbato di Mr. Baker.
In un certo senso per Sam si finisce per provare una buona dose di pena, mista a tenerezza. Lui ha giocato a dadi con il destino e mi sembra che questo sia stato molto duro con lui, sebbene il giudizio più severo ed impietoso su di sé finisce sempre per arrivare dal suo io interiore.
Sam voleva solo una "persona", qualcuno che si prendesse cura di lui, che riempisse la sua casa e il suo letto, dandogli un po' di calore ed una parvenza di famiglia. Un qualcosa di semplice, meccanico, senza troppe pretese e senza alcuna implicazione. E, invece, da quella diligenza è scesa Mariah, con il suo fascino, la sua sensualità e bellezza, le sue spigolosità e il suo bagaglio enorme di segreti. Da quel momento nulla è stato più come lui immaginava. Di quella ordinarietà non è rimasto più nulla, solo le ceneri della brace innescata dal fuoco che è stata Mariah e i sentimenti per lei nella sua vita. E dopo è arrivato quel bambino, visto in un primo momento come un elemento di disturbo, che poteva spostare l'asse verso un punto indefinito e, per questo, non controllabile, una sorta di nota stonata nella nuova quotidianità che era la vita di Mariah. E se tanto non lo voleva prima Sam, ha scoperto solo dopo averlo perso quanto alla fine l'idea di diventare padre non lo turbasse più di tanto.
Sam l'ha assaporato quella felicità, l'ha sfiorata, annusata e ha creduto, dentro di sé, di meritarla. E la meritava, come un po' la meritiamo tutti. E, invece, quel destino contro cui ha giocato ha rimescolato le carte e, ancora una volta, gli ha fatto perdere quasi tutto. Quel bambino non c'è più e sua moglie.... lei è viva per miracolo, ed è una donna distrutta, forse anche più di prima. Mariah, non è ancora ben chiaro, non si sa davvero cosa pensi, cosa stia provando, quali siano i suoi pensieri. Ma lei è caduta tante volte ed altrettante si è rialzata. Lo farà anche questa volta. Ma come? Perché sembra molto più spenta, molto meno determinata e decisa, porta su di sé il peso enorme di un malessere che la schiaccia, di un dolore che la opprime e che ancora non ha tirato fuori.
Sam, invece, prova sentimenti contrastanti, come era un po' prevedibile quando si subisce un evento traumatico.
Prova dolore, un dolore sordo, che lo sta divorando e avviluppando, come le fiamme che avvolgono il legno nella stufa davanti a sé, una perfetta allegoria dell'inferno che sta vivendo dentro. Un dolore che segue immediatamente la felicità che ha provato fino a pochi istanti prima; un dolore che gli fa rimpiangere il momento in cui la sua vita era grigia e cupa, gli fa rimpiangere il momento in cui lui ha scelto di farla cambiare, permettendo all'imprevisto di bussare alla sua porta.
Prova dolore per sé stesso, perché alla fine voleva solo la tranquillità, e non l'ha ottenuta; voleva una moglie dolce e sorridente, e ha avuto un vulcano che lo ha fatto innamorare. Prova dolore perché vede sua moglie soffrire, e sta soffrendo anche lui perché, alla fine, anche lui ha perso un figlio. Ma pensa di non essere in diritto di soffrire, perché è Mariah quella che è stata aggredita, perché è dal corpo della sua sposa che è stato strappato quel figlio che portava in grembo. Un po' come se il suo dolore valesse meno, e dovesse aspettare, mettersi dietro a quello della moglie.
Lui sa che deve mettere a tacere le sue sofferenze per prendersi cura di quelle di Mariah. Ma, al tempo stesso, non riesce a starle accanto, non sa cosa dire, come dirla e quando dirla; si sente inadeguato, e allora si rifugia nelle cose pratiche, nel lavoro e nella casa, nel guadagnare i soldi per garantire le cure a sua moglie. Si appoggia con forza al suo mondo fatto di numeri, soldi e calcoli, perché è il solo modo per non far prevalere quel dolore e farsi inghiottire da esso. Si sente inadeguato di stare accanto a sua moglie, così come sente di non essere stato in grado di proteggere lei e il loro bambino dall'aggressione che hanno subito. E ha paura del giudizio, di vedere negli occhi della moglie l'accusa di non averla aiutata, l'accusa di stare lasciandola sola adesso che ha più bisogno di lui, adesso che soffre.
E poi c'è la rabbia: rabbia verso chi ha fatto tutto questo, verso Mariah che l'ha provocato e verso sé stesso per non averlo impedito.
La conclusione è una sola. Hanno affrontato una tempesta, e ne sono usciti devastati, distrutti e a pezzi. Ma Sam e Mariah sono ancora vivi, un po' rotti ed ammaccati, dentro e fuori, ma vivi. E c'è ancora la possibilità di ricominciare, di riprendere da dove tutto si è interrotto. Quelle macerie che sono i loro animi sono il banco di prova per testare la forza e la solidità del loro amore. Il senso sta in questo: nella capacità dell'amore di resistere alla avversità della vita. Quel dolore che sia Sam che Mariah provano è la prova vivente che sono entrambi vivi. Ed è da qui che si deve ripartire. Ma il fulcro sta in quello che dice Sam, nel riuscire a perdonarsi reciprocamente. Mariah deve riuscire a perdonare sé stessa, per causato il suo dolore e quello di Sam, un uomo buono che, forse, non meritava una donna come lei; e perdonare anche Sam per la sua ingenuità e perché, ora come ora, le sta facendo mancare la terra sotto ai piedi, perché non le ha detto nulla e la sta lasciando inevitabilmente sola. E Sam deve perdonare sé stesso, non essere severo nel giudicare le sue debolezze e le sue mancanze; e deve perdonare Mariah, e lei di cose da farsi perdonare ne ha davvero tante. Ma, alla fine, anche nei suoi confronti non si riesce ad essere mai troppo duri, perché in fondo anche Mariah era un'anima perduta, una donna sola al mondo, con le sue sofferenze e i suoi dolori, una donna che ha dovuto arrangiarsi per vivere, che ha usato il solo mezzo a sua disposizione, almeno per quei tempi - la bellezza - per barcamenarsi nella vita, e andare avanti.
Sam e Mariah, come tante volte abbiamo detto, sono due anime sole che si sono incontrate nel lungo cammino della vita e si sono riconosciute, amate, appoggiate l'uno all'altro. L'amore e la passione prima ancora il collante del loro rapporto; il perdono la chiave per amarsi ancora più a fondo.
È il momento per Mariah di tornare a "casa". E sono certa che nelle mura familiari di quella che è la loro casa è lontani da occhi indiscreti, dal decoro e dal pudore imposti dalla socialità, i coniugi Baker potranno lasciarsi andare e aprirsi reciprocamente, permettendo a quella rabbia di defluire, alla sofferenza di sfogare e all'amore di vincere ancora una volta.
Una piccola nota a chiusura. Molto interessante l'inserimento, all'interno del racconto, della giovane Martha-Ann. Da quel tocco di freschezza che serve, quel pizzico di ingenuità proprio della giove è età della ragazza e di bontà tipica di un piccolo paese in cui ci si aiuta per il gusto di farlo. Ed è anche un po' qiell'elemento terzo che si inserisce tra due coniugi molto chiusi e solitari, che potrebbero restare minuti, giorni e forse anche ore chiusi nel loro silenzio. E, non so perché, ho la sensazione che la presenza di Martha-Ann possa rivelarsi molto funzionale al racconto: forse per tirare su Mariah dall'apatia nella quale sembra precipitata, darle quella compagnia quotidiana che per forza di cose suo marito non può darle e, non so perché, forse anche per salvarle la vita, ancora una volta, ma in modo diverso.
Vedremo.
Spero di sentirti presto. La mia speranza è sempre che tu aggiorni, perché ho un sincero affetto per questa storia, una delle prime che ho letto da quando sono sul sito. Ma, nonostante questo, attendo pazientemente, perché vale sempre la pena aspettarti.
Ti abbraccio

Recensore Junior
01/01/22, ore 10:09
Cap. 19:

Che bel regalo di fine anno! Grazie! Capitolo breve ma con una nota positiva: lei sopravvive almeno fisicamente ... Come si dice, la vita continua. A presto. 😘

Recensore Master
30/12/21, ore 16:43
Cap. 19:

Ciao, innanzitutto ti auguro un buon Natale (anche se in ritardo) e un buon anno nuovo. Sperando che il 2022 sia un anno migliore, in cui rivedere la luce infondo ad un tunnel che dura da troppo tempo.
Volevo anche ringraziarti delle parole che hai speso per me nella precedente recensione. Io amo leggere, mi fa entrare in un mondo magico, ed è il mio modo per staccare dalla quotidianità e viaggiare con la mente. Il tempo speso per la lettura credo sia tempo di arricchimento, sotto tanti punti di vista; commentare le storie che amo mi piace, perché so dietro quanto impegno c'è e siccome il sito dà la possibilità di dialogare virtualmente con l'autore e condividere impressioni e sentimenti, credo sia importante farlo, per aiutare anche lo scrittore a trovare una spinta in più, a sapere l'opinione di chi leggere e, semmai, confrontarsi, trarre spunto, e riuscire a capire se si è comunicato ciò che si voleva trasmettere.
In questo capitolo, devo dire, che sono stata travolta dai sentimenti che sei riuscita, ancora una volta, ad esprimere. Quello preponderante è stato l'angoscia. L'ho respirata in ogni rigo e, in un certo senso, mi sono fatta anche vincere da questa. Lo ammetto, mi rattrista profondamente la perdita del bambino da parte di Mariah. Non che non me lo aspettassi, l'aggressione è stata brutale e quel sanguinamento non prometteva nulla di buono. Ed infatti, così è stato. Non posso dire di non esserne dispiaciuta, perché ho sempre creduto che questo bambino fosse una sorta di seconda possibilità per entrambi, una nascita per loro come coppia e una rinascita per Samuel e Mariah come individui singolarmente preso. Così non è stato. Però, resta quanto quel bambino sia riuscito a legarli, a farli scoprire, a raccontarsi in un modo ben più profondo di quanto, prima di quella gravidanza, fossero riusciti a fare. Ora quel vincolo non c'è più, ricordo che Mariah, appena scoperta la sua gravidanza, pensò che non avrebbe più potuto fuggire via. Impedimenti non ce ne sono più, per cui se Mariah resterà, lo farà perché altre saranno le ragioni, l'amore e solo quello, la fiducia in suo marito, il motivo per metter radici e smettere di fuggire via.
In tutta onestà, fino in fondo non so cosa stia provando Mariah. Ha lottato per vivere, e ci è riuscita. Il dolore papabile per quanto accaduto, e il senso di colpa perché sente addosso la responsabilità di quello che le è successo. Francamente non credo che non ricordi nulla dell'aggressione subita, ma questa è solo la mia opinione; e penso anche che sappia bene perché è stata aggredita: quegli uomini che l'hanno attaccata le avranno chiesto dei gioielli, e lei non ha parlato. Quanto la perdita di questo figlio l'abbia segnata, al momento, non è stato rivelato fino in fondo. È stato un dolore contenuto, dignitoso da parte di Mariah, trattenuto.
Quel che in questo momento ho capito è che Mariah è angosciata, spenta e triste, terribilmente triste. Perché non sa cosa stia veramente provando Samuel, e non sa se davvero lui le resterà accanto. In questo momento regna incertezza intorno a lei, la parola "casa" non sa se abbia davvero un senso, non sa realmente cosa sia casa e cosa sarà di lei. Però, su una cosa è da ammirare: forse questo è il punto più basso in cui è arrivata, ma Mariah è caduta tante volte ed altrettante si è rialzata. E lo farà anche questa volta, con o senza Samuel. La frase finale "doveva solo guarire del tutto" l'ho letta un po' come se a dover guarire non siano solo le ferite fisiche, ma anche quelle dell'anima: se Samuel non la volesse più, se ne farà una ragione e ripartirà da capo, ma avrà bisogno di guarire il suo cuore ferito; perché con Samuel, per la prima volta dopo una vita intera, Mariah si è sentita di non essere sola e di avere qualcuno su cui contare ed è comprensibile che si senta "perduta".
Samuel è stato veramente il grande assente di questo capitolo. Eppure, pur macando, si è avvertita la sua presenza in ogni momento.
Credo che la lettura più corretta l'abbia data il dottor Oliver. Samuel è stato lì, quando si trattava di dare forza alla moglie per riprendersi, ma quando il dolore ha colpito dritto al cuore lui, probabilmente ha avvertito la necessità di chiudersi e di fuggire, mettendo su quel muro di freddezza e distacco. Samuel è una persona molto razionale, ed ha sempre affrontato la vita, ed i problemi come fossero un calcolo matematico. Ha bisogno di tempo Samuel, ne ha avuto bisogno per accettare il suo amore per Mariah, così come per abituarsi a quel figlio e ne ha bisogno anche adesso per razionalizzare quanto accaduto; forse lui stesso prova il dispiacere perché, proprio quando si era abituato alla possibilità di avere una famiglia, quella possibilità è sfumata via. Sarà interessante sapere di Samuel. E credo anche che si siano gettate le basi per un confronto tra i coniugi Baker, che sarà rivelatore di quello che i due saranno in futuro.
Il problema principale tra Samuel e Mariah è stato sempre il dialogo. I silenzi, i non detti, possono diventare muri, ed allontanare le persone. Alcuni muri li hanno abbattuti. Però, è innegabile che alcune cose sono state taciute, tenute segrete, da parte di Mariah. Ed ora è il momento della verità; sarebbe comprensibile che Samuel fosse un po' arrabbiato, del resto sono state le bugie di Mariah a causare tutto questo, sono state le sue non verità che hanno tenuto Samuel all'oscuro di una parte della sua vita. Lui, di lei, non sa nulla, tanto che nel momento della sua massima disperazione, quando temeva di perderla, Samuel si chiedeva se qualcun altro, in giro per il mondo, potesse eventualmente soffrire per la perdita di sua moglie, se ci fosse qualcuno da informare o meno. Sicuramente un po' di tensione c'è. E da quello che i due si diranno, una volta che saranno di nuovo soli, nella loro casa, dipende da ciò che i due saranno domani, in futuro.
Per quanto riguarda l'aggressione, abbiamo adesso scoperto che la donna incaricata dal dott. Sanders è un'abile assassina, che sa fare il suo lavoro in modo pulito; solo che si è rivolta a due perfetti idioti, che hanno tirato troppo la corda. Ed ora la situazione è diventata più complicata anche per la questione "gioielli". Il dott. Sanders, secondo me, si è rivolto a qualcuno di ben più pericoloso di lui, ricordo che in qualche capitolo precedente lui minacciava di tirare il collo anche a lei, se non gli avesse portato i risultati sperati. Ma credo che questa donna sia più furba, scaltra e senza scrupoli di quanto immagina il dottore e che ci metterà meno di un secondo a fargli fare una brutta fine, ove dovesse fiutare il pericolo.
Lo devo ammettere, in questo momento ho un grande punto interrogativo. Non so più cosa aspettarmi dalla storia e questo è un bene perché tutto quello che accadrà sarà una vera scoperta per me.
A presto, un abbraccio

Recensore Master
01/12/21, ore 21:18

Ciao Lithium. Eccomi, finalmente dopo più giorni di quanti avrei voluto riesco a leggere e recensire il capitolo.
Hai detto che non ne eri soddisfatta, io invece vorrei dirti che sei sempre così severa con te stessa, a mio avviso troppo severa. Questo è stato uno dei capitoli più belli dell'intera storia, così intenso ed introspettivo che tutto quello che posso dirti è "grazie di essere tornata".
Mi è piaciuto moltissimo come hai affrontato il tema del dolore in 3 diverse prospettive: oltre alle due persone direttamente coinvolte si è aggiunta la voce fuori campo del dott. Oliver che osserva la scena dal di fuori, con quel giusto distacco che gli funge da scudo per non precipitare anch'egli nel dolore altrui.
Quello che il dott. Oliver osserva è una connessione così intensa tra due persone, Mariah e Samuel, tale per cui i due sembrano essere una sola cosa. Il respiro di Sam sembra dipendere da quello di Mariah, e persino bere qualcosa significherebbe per lui distogliere lo sguardo dalla moglie, come se così facendo potesse darle quella forza di cui la donna ha bisogno per ritornare alla vita.
Perché Mariah, in questo momento, è in una sorta di limbo, a metà tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Sente e non quello che sta accadendo, ha ricordi confusi che non riesce a mettere a fuoco. La sola ed unica cosa che sente è che, a prescindere da tutto, Samuel è lì accanto a lei; in quel momento non si sente più sola, come si è sentita quando è stata aggredita. Ha lottato Mariah, se per stessa, per Samuel e per quel "noi" che insieme hanno costruito: un noi che lei mai avrebbe pensato di volere e per cui, poi, si è trovata a sacrificare quasi la sua vita, a difendere più che ha potuto. Ad un certo punto, quella voglia di salvarsi le ha permesso quasi di non sentire più il dolore fisico provocato da una aggressione tanto forte ed incontrollata. Nel percepire il tocco di quella mano fredda che la tiene stretta a sé, Mariah sente che deve continuare a farsi forza, a respirare, a riprendersi, sebbene il buio cerchi di inghiottirla.
Samuel, invece, è un leone in gabbia. Il dolore che gli sta annebbiando la mente gli fa montare dentro una furia che lui mai avrebbe pensato di poter provare, un sentimento di ira incontrollato a cui nemmeno lui riesce a dare compiutamente un nome. Samuel è in attesa: vorrebbe esplodere, sfuriare, gridare, cercare chi ha fatto questo, ma ora non è il momento. Ora deve stare accanto a Mariah: prima bisogna fare forza a lei, starle accanto perché Samuel non è stato in grado di proteggerla, ed ora vuole vegliarla in attesa del suo respiro. Il respiro di Mariah, del loro bambino ed il suo: perché alla fine da uno dipendono tutti gli altri, alla fine sono davvero tutti una cosa sola. Attraverso Sam si può riflettere anche su quanto sia effimera la vita ed ogni giorno che la caratterizza. Molto spesso non ti fermi mai a pensare a quanto sei fortunato ad aver ricevuto un qualcosa, la vivi nella consapevolezza che vi sarà anche domani e nei giorni a seguire; e poi arriva la vita che ti ricorda, crudelmente, che può toglierti tutto da un momento ad un altro, e che devi essere sempre grato di ciò che hai. Persino quel bambino, a cui Samuel tanto faticava ad abituarsi - quasi fosse un elemento di disturbo nella sua vita ordinata - ora acquista un senso ed una importanza che mai credeva avrebbe potuto avere; Samuel si trova a sperare di avere la possibilità di vederlo, quel bambino. E gli tremano i polsi al pensiero che Mariah possa lasciarlo così, facendolo ripiombare in quella vita solitaria che ha compreso di non sopportare più solo quando Mariah è arrivata a riempirgliela; lei, con la sua sensualità, il suo sorriso, il suo amore ed anche i suoi segreti. Perché Mariah di segreti se ne è portati dietro tantissimi, e lui non ha mai realmente indagato, facendosi andar bene tutto: in quel momento si rende conto di quanto poco sappia di lei, della vita che ha condotto, e della sua infanzia, del luogo da cui proviene e, persino, il suo cognome.
Samuel, ora, deve aspettare. Perché non può allontanarsi da lì, mai potrebbe consentire che la moglie morisse senza lui accanto. Ed aspetta: se dovranno salvarsi, lo faranno tutti quanti insieme, altrimenti anche lui si sentirà morire senza più Mariah. E giura vendetta Samuel: se a prevalere sarà la vita, lui non trascorrerà un solo giorno senza cercare e trovare chi ha provocato quel dolore inumano a lui e alla sua sposa.
Io ho adorato ogni singola parola di questo capitolo. Hai costruito tutto con una serie di immagini così cariche di significato da far respirare proprio a pieni polmoni tutto il dolore e la disperazione che regnava tra i protagonisti, e la forza di aggrapparsi disperatamente alla vita.
La mia parte preferita è stata questa "Erano due solitudini che, quasi per gioco, si erano cercate, incrociate, fuse". In questa frase si racchiude il senso profondo, l'essenza dell'intera storia.
Spero di sentirti presto, un abbraccio.

Recensore Master
21/11/21, ore 18:41
Cap. 18:

Ciao, sono felice di risentirti.
Avevo intuito ci fosse un qualcosa che non andava - dalle risposte alle precedenti recensioni avevi detto che avresti aggiornato e poi non lo hai più fatto, quindi avevo immaginato avessi avuto qualche contrattempo.
Mi dispiace molto che sia stato un problema di salute, mi fa piacere non grave ma so bene quanto una persona, nel momento in cui non sta in forma, ha la testa altrove e non ha le forze di dedicarsi ad altro. Spero tu ora stia meglio, soprattutto di umore.
Questa settimana sarò leggermente incasinata però ci tenevo a mandarti, fin da subito i miei saluti, con la promessa di recuperare, appena possibile, il capitolo e lasciarti la mia solita recensione.
Inutile dirti quanto sia felice che tu abbia aggiornato, perché a questa storia mi sono sinceramente affezionata e mi dispiaceva rimanesse così. Tu hai un modo di scrivere coinvolgente ed accattivante, sei una della autrici più brave su questo sito, per cui sono contenta tu sia ritornata.
A presto.

Recensore Junior
15/09/21, ore 15:24

Oh no, che tristezza... e adesso? Ho letto fin qui tutto d' un fiato i capitoli perché ho appena scoperto la storia e mi lasci così, con l' ansia nel cuore: naturalmente non ho alcuna speranza che si salvi il bambino, purtroppo, mi par di capire che è già tanto se sopravviverà lei! Non oso immaginare la reazione di Sam, poveretto... non è giusto è cosi' buono. Comunque è una bellissima storia d' amore anche se ti avverto che sono happy ending addicted .... Quindi spero che la storia riprenda un corso più positivo!

Recensore Master
20/08/21, ore 23:11

Ciao cara Lithium, bentrovata.
Mi auguro che le tue vacanze siano andate bene.
Confesso che dopo la settimana - non facilissima- che ho avuto trovare un tuo aggiornamento mi ha fatto immensamente piacere. Sai che sono curiosissima di sapere come questa storia procederà.
Finalmente si è chiuso il cerchio di tutti (o quasi) gli avvenimenti che si sono verificati nei giorni immediatamente precedenti l'aggressione. Manca, infatti, proprio il momento della aggressione, che immagino già sarà piuttosto intenso e drammatico.
La prima parte di questo capitolo è stata molto leggera. Dopo aver a lungo parlato, ed aver aperto reciprocamente il proprio cuore, si vede una riconciliazione tra i due coniugi. In particolare un Sam un po' birichino, in vena di scherzare. Ma Mariah ha ribadito in poche semplici mosse chi porta i pantaloni in famiglia.
Scherzi a parte, devo dire che i pensieri di Mariah in questo capitolo mi sono molto piaciuti. Ormai si è abbandonata all'amore che prova per il marito, e in particolare alla sua consapevolezza di aver trovato una persona su cui poter contare. In questo si legge tutta la sua fragilità. Così come è profondo il pensiero di voler - per la prima volta nella sua vita - "fare l'amore" non come un mezzo per arrivare ad un fine, ma fare l'amore con quell'uomo, suo marito, per il desiderio di perdersi tra le sue braccia e trovare in quella unione di corpi il senso più intimo di quello che provano l'un per l'altro. Sei veramente bravissima a descrivere i pensieri più profondi dei protagonisti, di Mariah soprattutto.
La seconda parte mi ha tenuto con il fiato sospeso fino alla fine; e come mi aspettavo lo hai fatto finire proprio sul più bello (mannaggia a te, il livello di curiosometro è salito alle stelle).
È stato bello ritrovare nel capitolo alcuni personaggi de "Il testamento", così hai creato un collegamento tra le due storie molto interessante. Avevo già intuito che il sig. Ambrose Burnett si fosse salvato dallo sparo nel capitolo in cui Martha - Ann corre verso la casa del telegrafista, ed ora ne ho la conferma. È stato un modo davvero originale chiarire le sorti di questo povero uomo, che avevamo lasciato ferito ed agonizzante nella tua precedente storia.
La Sig.ra Geraldine - in Burnett - si era rivelata un personaggio (secondario sicuramente) ma di buon animo già nel precedente racconto. Infatti si è presa cura di Mariah come ha potuto ed era sinceramente preoccupata per la giovane donna aggredita. In lei anche il senso di colpa di non aver sentito cosa stesse accadendo, ad un passa da casa sua; ma evidentemente chi ha aggredito Mariah è stato più furbo e ha fatto in modo di poter agire indisturbato.
Comprensibile lo sgomento di tutti che un fatto così atroce possa essere accaduto in una cittadina come Sutton (che poi così sperduta e tranquilla non mi sembra: prima l'attentato a mister Burnett durante la festa del ringraziamento, ora l'aggressione a Mariah) .
Si chi abbia aggredito Mariah ho un sospetto, che è quasi una certezza. Certo che il gesto di trascinare la donna tra i rifiuti, come a voler dire che quello era il suo posto naturale, è stato un gesto di grande disprezzo; ottima su questo la riflessione della sig.ra Burnett, che subito ha colto che - dietro questa aggressione apparentemente improvvisa - si celano forse motivazioni ben più personali.
Confesso che la conclusione di questo capitolo mi ha un po' spiazzata. Mi hai lasciato sulle spine per quanto riguarda la salute di Mariah (che è ridotta proprio male) e, soprattutto, sulla sorte del suo bambino. Spero non ci sia un epilogo tragico su questo, e che la giovane non debba subire nuovamente il trauma di perdere un figlio, sarebbe veramente un peccato perché io penso che sia un elemento davvero di grande unione tra Sam e Mariah, e una vera possibilità per loro due per essere persone migliori. Poi, io sono una romantica, e mi sono un po' innamorata all'idea della famiglia che stanno creando. Quando Mariah nel capitolo parla del bambino lo ha definito "il nostro bambino", e quindi spero davvero che il dottor Oliver - che è veramente un personaggio scorbutico ma sicuramente competente - abbia un altro giorno fortunato e che di vite ne salvi due, invece che una sola.
Chissà, vedrò al prossimo aggiornamento quale indirizzo hai deciso di dare al racconto. So che ogni passaggio che fai non è mai lasciato al caso.
In ogni caso, sei bravissima come sempre. A presto, un abbraccio
P. S. C'è qualche piccolo refuso nel capitolo, te lo dico giusto perché ho capito che ci tieni alla forma del tuo racconto, così se ti capita di rileggerlo e hai tempo li puoi correggere.
(Recensione modificata il 21/08/2021 - 09:40 am)

Recensore Master
24/07/21, ore 22:28

Ciao, bentrovata. È veramente bello trovare un tuo aggiornamento, perché questa storia ti prende davvero tanto.
Questo capitolo è stato, forse, il più bello dell'intero racconto. Intenso, così vero e scritto davvero bene.
Questa volta Mariah ha buttato definitivamente giù la maschera, ed ha raccontato. Si è raccontata.
Lei è un personaggio femminile davvero ben creato: complessa, cinica, intrigante ma, soprattutto, molto fragile. Ha condotto una vita che pensava di volere, e soppresso quello che invece desiderava: una famiglia e qualcuno che l'amasse; qualcuno su cui poter contare. La solitudine è ciò che ha unito i due protagonisti, ed è il fil rouge dell'intera storia. Mariah e Sam sono due solitudini che si sono incontrate, e il loro amore sta scardinando muri costruiti nel tempo.
In risposta a quanto mi avevi detto nella precedente recensione, devo dire che avevi davvero ragione: c'era bisogno di questo dialogo, e che marito e moglie si parlassero e si confrontassero. Far scoprire a Samuel della gravidanza della moglie dopo l'aggressione avrebbe fatto perdere tutta la magia di questo dialogo e di questi scambio tra i due.
Volevo farti i complimenti perché tu hai una linea ben precisa nella tua testa, e non lasci nulla al caso. Questo bambino - così apparentemente non voluto - è secondo me quell' elemento di congiunzione che può saldare definitivamente il rapporto tra Mariah e Sam; è ciò che ha trasformato quella che è partita come una fuga in un impegno da cui non si può fuggire. Ma soprattutto è la loro seconda possibilità, per essere ciò che davvero desiderano.
Complimenti perché scrivi benissimo e ora, se possibile, sono ancora più curiosa di sapere quale sarà l'ulteriore sviluppo.
A presto, e buon ferie anche a te
(Recensione modificata il 24/07/2021 - 10:30 pm)

Recensore Junior
28/06/21, ore 12:14
Cap. 14:

Ciao, ben tornata!
Ciò che apprezzo maggiormente di questo capitolo è il modo in cui hai creato l'universo in cui si muovono i personaggi, non so se hai già utilizzato la funzione "serie", ma il concetto è quello. Il preambolo con la figlia dei Nagel e i cenni alla famiglia Swanson (onnipresente, ma mi piace, perchè da l'idea della gerarchia sociale del luogo), poteva sembrare stucchevole o insensata, invece hai adoperato la cosa a tuo vantaggio. Hai creato suspance, confondendo il lettore, poichè avrei scommesso che Martha- Ann sarebbe stata la vittima attirata nel vicolo, invece ci stupisci con un altro colpo di scena.
Ero quasi convinta che la storia si sarebbe svolta con minacce o vertenze verso Mariah, invece sei arrivata subito al dunque.
Non ci resta che aspettare la reazione di Sam, che sia la volta buona che si rende conto che ama sua moglie, o per lo meno che lo ammetta a sè stesso?
A presto!

Recensore Master
27/06/21, ore 15:46
Cap. 14:

Bentrovata, non vedevo l'ora di leggere un nuovo capitolo di questa storia. Non ho resistito, infatti, e appena ho visto il tuo aggiornamento mi sono fiondata a leggere, interrompendo tutto quello che stavo facendo. Devo dire che questo capitolo è stato decisamente intenso. Non lungo, magari, come i precedenti, ma comunque intriso di accadimenti. Finalmente, i tasselli inziano ad essere incastrati. L'anello è stato venduto, creando in Sam sicuramente quello stato di confusione nel rendersi conto che della moglie lui conosce ben poco, nascondendo lei tanti (forse troppi) segreti per uno come lui, un uomo semplice e concreto. La storia della gravidanza è stata (finalmente) resa nota, con prevedibile reazione un po' ambigua di Samuel. Il suo silenzio ha lasciato prevedibilmente scossa Mariah, sebbene lei cerchi sempre di dissimulare come si sente; io invece, non so perché, ma trovo questa reazione davvero coerente con l'uomo che hai descritto ed, anzi, uno slancio di entusiasmo o di paternalismo eccessivo avrebbero davvero stonato con quello che Samuel rappresenta. Sono anche contenta di leggere che Maria, ora, riesce ad ammettere apertamente, e non solo a se stessa, i sentimenti che prova per il marito. Mi piace molto la costruzione cronologica di questo capitolo, che avrà sicuramente conclusione in quelli che verranno. Partire dalla fine, per ricostruire cosa è accaduto e quali accadimenti hanno condotto fino a lì, è una cosa che mi piace molto. Solo che sei davvero sadica: hai sganciato la bomba e poi chiuso sul più bello.... adesso hai accesso ancora di più la mia curiosità. Al prossimo capitolo, e complimenti per come scrivi: sei davvero brava.

Recensore Master
05/06/21, ore 19:17

Ciao, sono una nuova lettrice. Ho già letto "Il testamento" una storia che ho amato tantissimo, tanto da inserirla tra le mie preferite, nonché "Scoprendo M.le Sophie Du Bois", che - dopo tanto tempo - mi ha fatto piangere a più riprese, per il sentimento di amore taciuto per anni ma mai sopito.
Il tuo modo di scrivere così coinvolgente mi ha spinta a leggere anche questo racconto e devo dire che l'ho divorato: in un paio di ore l'ho letto tutto (come del resto ho fatto con i precedenti racconti) .
Volevo farti i complimenti perché la storia è davvero carina. La trasformazione che stanno avendo i protagonisti mi affascina tantissimo. Il loro rapporto - da una passione iniziale - si sta trasformando in una storia d'amore a 360°. Per Mariah non è facile, essendo una donna che ha dovuto sempre fingere per sopravvivere; ora vivere emozioni così intense non è facile, e questo la sta portando a fare grandi passi falsi. Lei non ha nulla della ingenuità e della purezza delle protagoniste delle storie precedenti, ma credo ugualmente che sia di una fragilità incredibile e potrebbe rompersi come cristallo (forse lo sta già facendo); la sua personalità e il suo mistero mi affascinano.
Non vedo l'ora di scoprire cosa accadrà quando tutte le maschere saranno cadute.
Per Sam provo una innata tenerezza e simpatia: è un uomo buono, e merita davvero tanta felicità; il discorso sulla solitudine lo capisco pienamente e ho avuto un motto di empatia per lui. Forse è vero che in alcune circostanze dovrebbe essere più risoluto (e non dubito che quando sarà il suo momento lo farà), ma credo che aspettarsi troppa irruenza da lui sia sbagliato, perché lui non è così, è un uomo timido ed insicuro, oltre che completamente ammaliato dalla sua bella mogliettina.
Spero che continui questo racconto: io sono fedelissima e super curiosa di sapere come andrà. Buon lavoro 😊 e continua così
(Recensione modificata il 05/06/2021 - 08:03 pm)

Recensore Junior
03/06/21, ore 16:55

Ciao!
Apprezzo che tu abbia accolto la mia preghiera sul raccontare qualcosa in più di Samuel, il dettaglio sul rapporto con il padre è stato ben accetto. Del resto per quel periodo era abbastanza probabile, se non sicuro, una certa educazione rigida e formale, il che spiega comunque alcune cose sulla personalità del ragazzo (oddio ragazzo, avrà quarant'anni...).
Pur essendo un racconto abbastanza statico, mi piace come in ogni capitolo c'è sempre un dettaglio o una piccola vicenda che smuove le acque e che ci mostra un ulteriore lato del rapporto fra i due e come si evolve nel tempo.

Penso che la sicaria, sia anche più cattiva del dr Sanders, a tratti inquetante, ma ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo personaggio.
Sono sempre più curiosa di leggere il continuo.
p.s.
E' davvero un peccato che questa storia non abbia più recensioni, le meriterebbe davvero tutte!

A presto.

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