Cara, eccomi qui.
Ci ho messo un pochino, ma alla fine ce l'ho fatta!
Ordunque, come ti avevo già accennato, ho letto questa tua creatura quasi nell'immediato e devo dire di averla trovata piacevole e assai scorrevole.
Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta in cui mi sono prodigata nella lettura di una qualsivoglia storia Sasusaku; da quando ho deciso di buttarmi nell'universo d'autrice, non ho praticamente più letto nulla. Quindi devo dirti che avere l'occasione di godere di nuovo di un qualche scritto estraneo a me su di loro, mi ha riportata indietro con la mente ai tempi in cui mi divertivo davvero molto nel ruolo di avida lettrice! Nostalgia canaglia.
Ad ogni modo, venendo alla OS in sé, ammetto di non amare particolarmente le storie che si discostano dal manga - ma questa è puramente una mia fissa. In questo caso però la cosa non ha inficiato, perché pur avendo un mio personale headcanon sulla vicenda "fatidico viaggio", ho trovato questa tua versione veritiera nel mezzo dell'atroce dubbio con cui ha deciso di farci vivere Kishimoto. Insomma, potrebbe essere andata così; quindi tutto bene.
Un'altra cosa che mal tollero sono i personaggi che sfociano nell'OC, e anche in questo sei stata brava, perché li ho trovati perfettamente IC. Fortunatamente non hai reso Sakura una deboluccia persa d'amore, ma una ragazza ormai donna che è conscia dei propri sentimenti, delle proprie capacità e delle difficoltà con cui ha deciso di convivere. Sasuke invece, beh, è Sasuke. Un ragazzo vissuto nell'odio; un odio che ha deciso di lasciarsi alla spalle, aprendosi alla lietezza dell'amore e del "calore primaverile". Qui lo troviamo ancora un po' in combutta con se stesso e il suo ruolo all'interno del Villaggio, ma assolutamente più a fuoco per quanto riguarda i suoi sentimenti e la donna che ha deciso di avere al suo fianco. Lui è un per sempre, esattamente come lei. Molto bella la parte in cui il suo pensiero va a coloro che hanno cercato di mettergli il tarlo nell'orecchio circa la loro relazione e lontananza. Sakura abbandonarlo? Giammai.
Sul lato erotico hai fatto un buon lavoro, perché scrivere di erotismo non è assolutamente una faccenda semplice; chi pensa il contrario sbaglia di grosso. Nell'erotico non basta il sesso spicciolo (che poi dipende dai gusti, altri ti potrebbero dire che invece preferiscono cose spicciole e malmesse), tantissimi fattori devono essere bilanciati. Non sei stata quindi volgare, anzi hai fatto svolgere il tutto in maniera molto delicata, per culminare in un'estrema dolcezza nella parte finale dell'amplesso, con quel ti amo - presumo - celato a noi lettori.
Però, devo dirtelo, l'uso di quel "pulsantino/bottoncino del piacere" mi ha fatto storcere un po' il naso. Sono assai puntigliosa per il linguaggio e i dettagli, perché credo che il valore dato alle parole sia essenziale; e in questo caso ho trovato che fosse poco adatta come espressione nella sfera della carica erotica, se così vogliamo definirla. Ovviamente prendila esclusivamente come mio punto di vista, ognuno ha un proprio gusto e io sono particolarmente dura sotto questo punto di vista (e con me stessa che te lo dico a fare). E parlando di dettagli, Sakura vede un corvo; corvo che però io associo ad Itachi. Avrei parlato di un falco nel caso di Sasuke, anche se forse volevi riportare una sorta di connubio tra i due, significando al lettore quell'unione che ormai unisce e identifica i due fratelli in questa parte della storia.
Probabilmente ho alquanto straparlato, ma non ho potuto fare altrimenti!
La parte finale in cui descrivi la preoccupazione di Sasuke mi ha fatta divertire davvero! Tempo fa scrissi una cosa affine ma decisi di lasciarla in un angolo senza pubblicarla; questo per dirti quanto io apprezzi la scelta di rappresentare tale scenetta. E il lasciare in sospeso il finale tiene aperta una porta, sarebbe interessante leggere la tua visione dei fatti.
Detto questo, credo sia tutto; mi sono dilungata giusto un pochetto, eh?
Sei stata brava mille e, chissà, magari mi ritroverò quanto prima a recensirti altre creature Narutesche.
Un bacio |