Uso del pacchetto e degli eventuali bonus: 10/10
Il pacchetto e i bonus sono stati utilizzati in maniera non solo totale, ma anche brillante, creando un cliffhanger che si rivela solamente alla fine. Ero certa che il patto fosse solamente quello tra Ema e Morte, mentre il primo non era che un mezzo per ben altro: l’alleanza di ferro magnifica è tra Tempo e Morte, l’uno per sua natura mutevole, l’altro statico. La preda contesa è Ema, di cui sappiamo quanto basta. La rottura del patto appare come straziante ed è un momento terribile soprattutto per l’umanissimo Morte, che si vede doppiamente tradito e beffato da entrambi i suoi ex amanti. L’anello che identifica le due divinità/enti è un elemento centrale non perché svolga chissà che tremenda funzione, ma per il suo ruolo di elemento identificatore che Ema coglie, sì, ma troppo tardi. L’idea che il protagonista sia vittima di un patto rotto e che la sua morte sia la conseguenza del patto spezzato e del continuo scorrere del tempo è vincente, anzi, brillante. Complimenti vivissimi!
Grammatica e stile: 4/10 [ 0 grammatica/4 stile]
La premessa fondamentale è che mi piange il cuore a darti questo voto, ma il testo è caratterizzato da numerosi refusi: alcuni sono semplici errori di distrazione, altri sono reiterati. I vocativi vogliono la virgola, i femminili hanno bisogno dell’apostrofo. La consecutio non è stata rispettata in molti punti, con salti ingiustificati dal passato al presente per ritornare al passato, senza che vi siano dei flashback o altri artifici narrativi che giustifichino il tutto. Oltre a questo, compaiono talune volte delle ripetizioni frutto di sviste, elisioni e concordanze che una lettura più attenta o una revisione più accurata avrebbero senz’altro evitato.
Ciò mi dispiace molto, perché le tue storie sono sempre avvincenti e bellissime e, al netto dei refusi, sai scrivere molto, molto bene. Lo stile è penalizzato perché una storia con molti errori non può avere il massimo del punteggio nello stile. Non ti ho segnato quasi nessuna virgola, ma in molti punti tendi a non metterle affatto, col rischio di confondere il lettore e di fargli prendere il respiro. Nonostante le molteplici sviste, però, la storia è davvero bella, quindi ti prego di revisionarla appena il regolamento te ne darà modo, perché merita.
«Ma sì dai… tu sei…», si guardò intorno con circospezione, si avvicinò con il volto per sussurrargli all’orecchio e disse: «Tu sei Ema Abbott, quello di Winston Country.» e si allontanò velocemente, ridendo e continuandosi a guardare intorno come se quello fosse il loro unico sporco segreto che non doveva sapere nessuno. [.E, dopo il punto va la maiuscola ]
Il Mastino scorse rapido con lo sguardo il giovane uomo davanti a se e disse: «Il tuo sangue è più nero del nostro Ade, ragazzino.» [a sé, ]
Si sporse di scatto in avanti, con un agilità che non sembra appartenergli, afferrando la mano di Tom e senza distogliere mai lo sguardo gli entrò dentro l’anima. Scavò nelle più profonde introspezioni dell’uomo e grattò dall’interno del suo cuore per vedere cosa vi si celava. Aveva navigato in una mare nero, il Mastino, così nero che ne è uscito sporco come in un bagno di petrolio. [un’agilità/una mare/era uscito ].
Coda/coda [spesso le ripetizioni sono volute e ricercate, qui no, stona -0.40* vale per tutte le ripetizioni]
Davanti a lui una voragine si aprì ed escì un fumo denso con sfumature verdi e nere. La luce verdastra illuminava il volto del Mastino mentre negli occhi di Tom di rifletté quel fumo oscuro e sinistro che non sapeva di buon presagio. [escì = uscì; di rifletté = si rifletté ].
Senza proferire parola il Mastino mossela [mosse la] sua coda veloce e con uno schiocco gettò nella voragine il ragazzo da cui fuoriescì [fuoruscì] un urlo strozzato che andava ad affievolirsi man mano che precipitava. Urlò: «Il prossimo!» ed Ema si fe avanti [fece]
Il Mastino alzò il volto e si incupì con uno sguardo di disappunto: «Ema ti ho detto mille volte che tu questa fila non la devi fare.» [manca il vocativo: “Ema, ti ho detto…” ]
Poi alzò di nuovo lo sguardo su di lui, strabuzzò gli occhi, schiuse la bocca e dice […] «Non farmi spoiler!» e con gli occhi chiusi aggiunse: «Perché diamine è andata in onda prima la puntata di oggi?» Ema guarda di lato e dice che c’è stato lo speciale di primavera. Minosse strabuzza ancora di più occhi, si tira un buffetto sulla fronte e dice: «Diamine… spero che Radamanto** se la sia goduta. Ora capisco perché mi ha chiesto il cambio turno.» Gli rivolse un gesto stizzito della mano. [-1; mi spiace toglierti così tanto, ma c’è un passaggio dal passato al presente con un ritorno al passato ingiustificato.]
Ema arginò il tavolo [aggirò ]
l’unico, fra i tre giudici, ad avere quell’aspetto bestiale e quella collera innaturale che gli hanno conferito il soprannome di Mastino. [avevano conferito ]
Non che poi nello spettacolo che si trovava davanti ci siano fuochi o anime urlanti, era solo l’odore che proveniva da chissà quale antro oscuro di quel posto sotterraneo ed esalava fino a dove stava lui. [ci fossero ]
Compii pochi passi rimirando il pozzo di pietra davanti a lui da cui sentiva provenire dei lamenti che sembravano litanie che echeggiavano nel tempo. Oltre il pozzo si trovava il lago delle questioni sospese, quelle vittime strappate alla vita troppo presto e che avevano ancora qualche conto in sospeso troppo grande per poter morire. Ema quel lago lo aveva percorso troppe volte, in realtà. [compii = compì (3° persona singolare, compii è la prima/ troppo-troppe, ripetizione. ]
Fino a quando quel giorno Ema pescò l’osso spezzato, quello giusto, e così Morte gli aveva proposto il patto di immortalità. Immortale a patto di stare al suo fianco, per sempre. [un giorno]
: una completo elegante blu e delle scarpe laccate
Quest’innovazione nel campo dello storytelling seriale lo hanno reso [avevano reso] popolare nel mondo dei vivi, mentre agli spettatori dell’oltretomba piaceva soltanto il fatto che ci fosse una storia romanzata fra una morte ed un altra. [un’altra ]
ma non gli ascoltava sul serio [li ascoltava 0.10]
«Il patto che hai stipulato con la Morte è stata una manna dal cielo bello mio,» gli disse qualcuno… [vocativo ]
Non c’era una vera e propria sceneggiatura perché gli abitanti agivano secondo il loro essere ma Ema aveva delle linee guida da seguire e degli obbiettivi da portare sul piccolo schermo. [mancano le virgole].
Rose, la figlia del fioraio, andava a letto con tutti i ragazzi che comprano i gigli da suo padre. [compravano ]
formiche sotto un enorme lente d’ingrandimento [un’enorme lente: l’apostrofo è obbligatorio con i femminili ].
E poi devi mettere anche in conto che non tutti noi vanno a letto con Morte quindi non abbiamo tutta questa libertà nel dire quello che vogliamo.» [ “non tutti andiamo a letto con Morte”]
Quindi no, non diremmo a quelle persone di essere il nostro divertimento e sì… abbiamo paura di Morte perché quel tizio, quello nell’alveolo affianco al mio, è ancora lì e sarà lì per l’eternità. Tutti noi eravamo stipati… [diremmo = diremo/ affianco è prima persona del verbo affiancare, qui è “a fianco.” ].
Ema carezzava le guance della bambina delicato capendo il perché fra tutte le morti in culla della storia [delicato andava tra incisi, così perde di senso]
Morte muove impercettibilmente [muoveva]
c’era Ema che camminava affianco ad un ragazzo [a fianco]
Ricordò di come il sole si riflettesse suoi capelli di Georg facendoli apparire biondi e lucenti. Ricorda di come la brezza quasi primaverile gli faceva stringere l’uno accanto all’altro e ricorda di come Georg lo guardava e gli venne da sorridere ancora al pensiero. [ricordò]
Calme differenti con cui si esprimeva che faceva immediatamente capire come sarebbe dovuta finire la conversazione. [facevano]
con solo i monito [monitor]
Si avvicinò nuovamente inginocchiandosi in mezzo alle gambe per poi poggiare le mani sulle sue cosce dicendo: «Volevo dirgli la verità, che la sua vita è del tutto finta.» Morte gli prende le mani piegandosi verso di lui. [gli prese]
Morte si era innamorato di Ema appena nato. Per il colore dei suoi capelli, diceva. Quel rosso con quelle sfumature così particolari che a fissargli troppo ti venivano le vertigini. [fissarli]
Forse Ema aveva semplicemente accettato quella condizione quando ha firmato il contratto. [aveva]
per l’esame che avrebbe avuto il giorno seguente [manca il punto].
Ripetizione sguardo/sguardo
fino a che qualcuno affianco a lui [a fianco]
Così chiari che sembravano li stessi di Morte. [gli stessi]
La gola gli si stringe in una morsa [strinse]
la pietra azzurra brillo [brillò]
«Devo parlare con Morte», lo disse più forse in maniera tale che il Regista lo sentisse. [forte]
L’alto non si scompose molto [L’altro]
«Io non ce la faccio più Morte. Ho bisogno di parlare con qualcuno che sia normale. Ho bisogno di...» [vocativo “Io non ce la faccio più, Morte.”].
a pingergli [a piangergli]
[polso/polso]
«Non penso che qualcuno possa mai litigare con Morte», affermò finendo tutto ciò che aveva nel
bicchiere che prontamente venne di nuovo riempito. [mancanza di virgole nel testo, 0.30]
«Giona ha detto di non sapere chi fossi», aggiunge Ema distendendo i muscoli delle gambe.
«Probabilmente Psiche gli ha riscritto la memoria», studiò la reazione di Ema il quale si rifece di
nuovo serio e attento, «vedi Morte e Psiche hanno sempre collaborato. È lui che incatena i ricordi di
tutti a Winston Country, non Morte. Prima, al bar, forse era lì seduto vicino a noi. Lui cambia
sempre aspetto.» [aggiunse]
Cercò di ricordare se avesse mai visto qualcun altro con quell’anello in giro ma la testa era come su una nuvola sospesa nel vuoto e non sentiva più il controllo delle sue
parole. [l’avversativa introdotta dal “ma” risulta più scorrevole se anticipata da una virgola].
Il Regista preme il pulsante nero e urlando dice: «Ema cazzo vai via di lì, non sappiamo chi sia!»
Quella voce però, nel cervello di Ema, rimbombava troppo forte e fastidiosamente gli provoca un
lieve mal di testa. [premette/disse]
«Vieni via con me Ema», si allungò ancora di più sfiorando le labbra con le sue un attimo prima che
Ema si ritraesse bruscamente alzandosi in piedi. [vocativo]
Il Regista, con il dito premuto sul pulsante e le labbra appicciate al microfono urlava: «Scappa!
Dannato bastardo scappa!» [inciso non chiuso]
Si mosse sinuoso muovendo e gelando l’aria attorno a sé. Si sedette sulla sedia del Regista con il
volto rivolto verso lo schermo numero quattro vedendo Georg davanti casa di Ema che continuava a
suonare il campanello senza ricevere risposta.
Sposta l’attenzione alla telecamera numero uno, quella sulla piazza, vedendo che non c’era nessun
Spostò quindi lo sguardo verso la telecamera tre che in quel momento era proiettata nello schermo
centrale, [spostò] quindi lo sguardo verso la telecamera tre che in quel momento era proiettata nello schermo
centrale, quello più grande di tutti, guardando il suo Ema in piedi poggiato ad un muro di una casa
che non riconosce e un ragazzo dai capelli così bianchi che in televisione risultano accecanti.
Si voltò verso i due che lo guardavano senza quasi respirare e disse: «Che cazzo sto guardando
qui?» [riconobbe].
Buster si avvicina ad Ema e gli ripete: [come sopra: è tutta una narrazione al passato, la frase prima e dopo è al passato e due verbi sono al presente].
…sul divanetto lì affianco [affianco]
incrociando fra di loro le dite [le dita]
Buster allora si sposta sul divano con lui, bloccandolo in un angolo sporgendosi sempre di più verso
di lui. Prese [alternanza presente/passato]
«Se io ti dicessi che tu, in una vita precedente hai amato qualcosa e che Morte te lo ha portato via
come fa con qualsiasi altra cosa? Tipo la tua libertà?» [inciso non chiuso]
pietra azzurra intrecciata con il filo argento [filo d’argento]
Il Regista e lo Sceneggiatore cominciarono a boccheggiare allargandosi il colletto delle magliette
con le dita dicendo che potevano andare lì a fermarli ma Morte scosse la testa dicendo [mancano le virgole]
Ema chiuse gli occhi e smise di agitarti. [agitarsi]
Giona, al fianco di Morte, inclinò la testa e prese dalla tasca il suo anello che con quel buio la pietra
viola non poteva luccicare come tutte le altre, e se lo infilò al dito. [anello, visto che con quel buio…]
IC/Caratterizzazione personaggio: 8/10
Morte e Tempo mi sono piaciuti moltissimo, così come la folla di personaggi che abita il tuo regno dell’Oltretomba di squisita ispirazione classica. Ho apprezzato la caratterizzazione di Theo e di Psiche così come la presenza del regista e dello sceneggiatore, figure altre che offrono un punto di vista quasi esterno e dalla logica stringente.
La caratterizzazione di Ema è buona, ma risulta leggermente troppo ambiguo il sentimento che prova per Morte. Capisco che l’assenza di memoria gli impedisca una rielaborazione, ma sono passata in maniera troppo brusca dal pensare che non lo amasse a che lo amasse, per tornare poi con la rivelazione di Buster che però è solo un punto di vista dello stesso e non un’interpretazione di Ema stesso. Ho apprezzato molto, invece, il fatto che tu abbia dato al personaggio una sua storia e una vita altra.
Livello di introspezione: 9/10
Il punteggio non è pieno perché nonostante il punto di vista di Ema e le bellissime introspezioni di un Morte sconfitto, ho trovato non espletato come avrebbe potuto il rapporto tra Ema e Morte. Se il secondo ne è follemente innamorato, il primo non ricorda e non sa. Nel passaggio in cui viene detto che Morte non può mentire, Ema si dice innamorato dello stesso, ma poi si scopre che questo sentimento è solo un qualcosa di inesistente. Sul finale avrei preferito ci fosse una rielaborazione più accurata di questo sentimento, anche se probabilmente avrebbe tolto stupore alla rivelazione finale, incredibilmente toccante.
Per quanto concerne gli altri personaggi, una menzione va ai due pari: Morte e Tempo, coppia di amanti attualmente in rotta – ma l’eternità è lunga. Sono analizzati bene nelle loro debolezze e le loro azioni corrispondono totalmente ai pensieri
Gradimento personale: 4/5
Cara Wodka, chiariamo un punto: tu scrivi benissimo e a livello di trama tiri fuori delle cose meravigliose: qui, poi, ho particolarmente apprezzato il richiamo dantesco della coda di Minosse che stabilisce il girone infernale in base ai giri della coda attorno al corpo. A “fregarti” è il testo che risulta sciatto perché costellato di refusi che influiscono sulla lettura. Ho avuto come l’impressione che tu abbia optato inizialmente per una narrazione al presente, spostandola solamente in un momento successivo al passato e che questo abbia determinato il permanere di una serie di refusi. Detto questo, l’idea di una sorta di telenovela dove l’amante è costretto a recitare ogni giorno, nonché la stessa idea del signore dell’Oltretomba così volitivo e innamorato del dettaglio così terreno di una sfumatura di rosso… beh, l’ho adorato. In generale, credo tu abbia fatto un ottimo lavoro presentandomi le dinamiche di queste due entità che si sfidano e si punzecchiano a danno delle anime che vivono al loro cospetto – di noi tutti. Tempo e Morte sono particolarmente umani, ma ho apprezzato questa loro caratterizzazione perché richiama la lettura della divinità propria del pantheon ellenico.
Per un totale di su 35/45 punti.
Vincitore del premio speciale “miglior personaggio non protagonista” per Morte e Tempo. |