Carissima <3
È un po' col magone che giungo a quest'ultimo capitolo, innanzitutto perché è l'ultimo, e in secondo luogo perché, sin dal primo, avevo sospettato che avessi attribuito Death and all his friends a Natasha, sospetto che si è consolidato in certezza man mano che scorrevano le tracce dell'album senza vederla comparire. Chi altri, dopotutto, ha un rapporto così stretto e quasi ossessivo con la morte, se non Natasha?
Il modo certosino in cui ripercorri le fasi della sua vita, soprattutto le prime, è ammirevole e permette anche ai lettori meno esperti e pratici di inquadrare chiaramente il personaggio, riempiendo tutte le lacune lasciate nell'universo cinematografico. Ho adorato il modo in cui hai ripreso la frase della canzone sull'essere pazienti e aspettare, è un concetto che associo moltissimo a Natasha, soprattutto in quel periodo della sua vita in cui inizia a rendersi conto di essere in trappola ma non sa ancora come sfuggirne, né se ne sia davvero in grado. Almeno finché non incontra James e inizia a togliere il velo che offusca la realtà, a scoprire ciò che sta sotto e a scoprirsi lei stessa. Credo di averti elogiata ripetute volte in merito a come tratti loro due e il loro rapporto, quindi reputo ridondante ripetermi, ma sappi che non dleudi mai in questo senso <3
Poi, da brava studentessa di lingue slave e storia russo-sovietica, non posso che apprezzare sempre tutti i riferimenti, anche minimi, alla doppiezza della Madre Patria e alla mole di segreti e nefandezze che ribolle appena sotto la patina del mitologico "radioso avvenire", quindi ti becchi un elogio speciale in tal senso <3
È sempre bello leggere dello stretto rapporto che ha con Clint, di fatto suo salvatore, e continuo a trovare un peccato che, nel film, nonostante ci siano dei momenti indubbiamente intensi tra loro, non vi sia stato alcun contatto per più di cinque anni, da parte di nessuno dei due nei confronti dell'altro. Credo che la reazione di rifiuto, chiusura e isolamento di Clint sia comprensibile (sebbene non giustificabile nel modo più assoluto vista la deriva omicida), ma mi sarei aspettata che Natasha tentasse almeno di trovarlo, anche come singola, invece di lasciarlo consumare dall'odio fino al momento del bisogno. Ma sto divagando, lo sai che i miei sentimenti verso Endgame sono ancora molto freschi :')
Molto incisiva è la parte della caduta dello SHIELD, che ovviamente mina ogni base solida che Natasha è riuscita a costruire in tutti questi anni, ma amerò sempre il momento in cui, a dispetto di tutto, si espone in prima linea per difendere quella che in fin dei conti è la sua famiglia in tutto e per tutto, in particolare Steve.
L'ambiguità della sua posizione in Civil War è più che apprezzata, assieme a tutti i suoi vari ripensamenti sulla questione degli Accordi; come sempre, un'incursione nei pensieri che le scorrono in testa è più che gradita, considerando che nel film, per chi è all'oscuro dei suoi trascorsi con James, sembra semplicemente cambiare bandiera da un momento all'altro rivoltandosi contro Tony. Che, a proposito, la sua menzione al funerale di Peggy mi ha devastata come solo tu sai fare, lo sai che quello è un mio punto debolissimo *sigh*
In luce di quello che è poi realmente accaduto e del suo sacrificio, oltre che dello scorcio che abbiamo avuto di lei all'inizio di Endgame, trovo perfetta la parte conclusiva, esternazione di un dolore molto più profondo di quanto sia possibile comprendere.
Come tratti tu Natasha, nessuno, e io non posso che rinnovarti i miei complimenti per questo capitolo, oltre che per tutta la raccolta nel complesso. Non è facile trattare così tanti personaggi senza risultare scontati, e soprattutto senza storpiarli nel tentativo di comprenderli, ma tu ci sei riuscita più che bene e, inoltre, hai coronato il tutto con un'attenzione ai testi dell'album e alla parte puramente musicale che è semplicemente encomiabile.
Chapeau, mia cara, e adesso vedo di risalire pian piano la cronologia dei tuoi lavori, che ho tanto da recuperare :')
Un bacio e a presto,
-Light- <3 |