Recensioni per
Il canto tra le rovine
di Freya Crystal

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/10/20, ore 00:35

[Recensione premio per il contest "Il Contest Sdolcinato" - 1/3]
Ciao Freya!
Eccomi qui con la prima delle tue recensioni premio: non ti conosco ancora come autrice, ma vedendo una storia su Arian e Albus Silente e Gellert Grindelwald non ho potuto non fermarmi e partire proprio da lei!
Sono fan da tempo immemore della Grindeldore, e questo particolare triangolo tra questi due maghi prodigiosi e Ariana Silente è un po' come un pesante e spesso filo rosso che unisce le vite di tutti e tre.
Mi piace la struttura che hai dato a questa flashfic - così libera, a tratti caotica, emozionale più che razionale. Credo rifletta bene il complicato rapporto fra questi personaggi (e poi, alla fine, anche includendo Aberforth). Il fatto che sia tutto con POV Grindelwald rende il tutto ancora più forte emotivamente - con lui che si arroga pure il diritto di pensare di capire Ariana meglio dei suoi stessi fratelli, nonchè di decidere la sua sorte finale.
Davvero la sta salvando, per mantenere la sua purezza intatta? Davvero tutto ciò che ha fatto, prima, durante e dopo la morte di Ariana è in qualche modo un tributo a lei, alla sua limpidezza, e una punizione per coloro che questa limpidezza l'hanno sfregiata e distrutta?
Hai descritto divinamente il personaggio di Grindelwald, mettendoci nei suoi panni e mostrandoci i suoi pensieri, ciò che vede e sente e prova e vuole - non una cosa facile, quindi complimenti vivissimi!
Sono davvero contento di questa tua storia, felice di averti incontrato come autrice e penso proprio che andrò anche a leggermi la tua OS su Ariana Silente, prima o poi - mi hai stregato con questo racconto.
Complimenti ancora un'ultima volta, e ci vediamo nelle altre due recensioni premio ;)

Recensore Master
17/09/19, ore 09:51

Finalmente riesco a passare da qui e lasciare una recensione! Ho partecipato allo stesso contest e ho adorato questa flashfic. È davvero ben scritta e molto bella. Complimenti!!! Infatti l'ho nominata sia come migliore flash sia per la miglior veste stilistica.
Diciamo che tutta la storia di Animali fantastici mi sta alquanto destabilizzando (sono una fissata con il canon) quindi tutta la questione Silente/Grindewald o addirittura come immagini tu Grindewald/Ariana mi lascia perplessa, ma questo non fa che aumentare il valore della flash perché nonostante le mie remore mi è piaciuta moltissimo.
Ho trovato profonde le considerazioni su quanto sia 'sporco' il mondo e di quanto crimini si macchi l'umanità che si parli di Grindewald o Hitler fa poca differenza, i campi devastati e insanguinati se li sono lasciati entrambi alle spalle, e purtroppo non sono gli unici. Grindewald è partito da un sentimento purissimo come l'amore e il dispiacere per le condizioni di Ariana per vendicarsi nel modo più terribile.
La storia è tanto ben scritta che il lettore non può fare a meno, anche leggendo nella propria mente, di percepire i tentennamenti di Grindewald mentre osserva Ariana o quando parla con Albus.
Complimenti di cuore ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Master
07/09/19, ore 13:23

Cara Freya,

scegli sempre dei titoli bellissimi per le tue storie e non potevo fare a meno di lasciarti qualche parola per questa. Ariana è raccontata splendidamente e colta nella sua malattia che la rende speciale. L’interpretazione di un legame che leghi la sorella folle di Albus a Gellert, in virtù anche del rapporto che esiste tra i due, contribuisce a fare qualcosa di molto adulto. Problematizza le relazioni che nella vita vera non sono mai semplici né procedono per binari diritti. Come dici anche nelle note, certi amori non escludono altri. Ecco allora che la volontà salvifica e protettiva di Albus e Gellert nei confronti di Ariana e il tentativo di vendicarla del secondo assumono un sapore nuovo e particolare e consentono di osservare la sfortunata sorella di Albus in una luce nuova. Lo stesso Gellert, capace di cogliere nella ragazza tracce di mille cose differenti è altamente poetico – il tuo stile lo è molto – e mi ha fatto pensare alla capacità di quest’ultimo di cogliere la bellezza nella mostruosità – un concetto che mi è caro. Ecco perché Gellert la trova stupenda e vuole proteggere la sua terribile diversità e la ricorda anche dopo che se n’è andata.

Ciò che spaventa e turba è in verità bellissimo. Di Ariana dovrei scrivere per righe e righe. È angelica e sofferente in una maniera intensissima. Lo stile è intenso, preciso e se sperimenta lo fa con cognizione di causa – può azzardare chi conosce la lingua e tu puoi azzardare per questo motivo, anzi, fallo quando vuoi!

L’inserimento di battute e introspezione rende corposa la flash. Ho apprezzato che il discorso diretto venga usato come botta e risposta; l’effetto è quello di un corto cinematografico, in cui la brevità non rappresenta assolutamente una pecca, affatto, perché concentra i vari momenti in un filo conduttore annodato strettamente alla fine. E quindi niente, è bellissima.
Tanti complimenti e a presto,
Shilyss :)

Recensore Master
30/08/19, ore 15:24

Eccomi ^.^
Non ho mai letto molto di Silente e Grindelwald, lo ammetto, però questo tuo racconto mi ha incuriosita molto e spero di riuscire a dire qualcosa di decente :-)
Lo stile di questo racconto mi piace: è profondo, forte e delicato insieme. Il lessico che hai usato è ampio e curato, le frasi sono evocative e la narrazione scorre incalzando un ritmo fatto di pause e riprese molto particolare, ma direi giusto per creare questa atmosfera che si tira appresso immagini vivide e ricche.
Mi piace sempre un sacco quando la scrittura è così.
Ho apprezzato anche la resa grafica che hai dato al testo, rendendolo se possibile ancora più suggestivo.
Ariana è vista dal filtro degli occhi di Gellert, tutto è filtrato da Gellert. La bambina è quasi una presenza sullo sfondo, eppure è centrale nella storia. Non so bene come spiegarmi, ma la caratterizzazione che ne viene fuori, con questi sorrisi che sono innocenti, ma dai quali Gellert rimane ammaliato, nei quali trova la via da seguire, l'ho trovata sottile e per nulla banale.
Di Albus e Aberforth sentiamo solo le voci. Quasi come una coscienza, che vanno ad arricchire ed accrescere la visione che Grindelwald ha di Ariana; anche se non so quanto lui le prenda in considerazione.
Grindelwald l'ho trovato IC, totalmente. Vuole in qualche modo vendicare il male che hanno fatto ad Ariana, e trova il modo di seguire il suo scopo, il suo "bene superiore". C'è questo affetto che traspare tra le righe molto forte, quasi poetico mi verrebbe da dire.
Mi ha colpito questa storia, credo sia molto fine l'idea che hai voluto raccontare, e penso che tu ci sia riuscita ottimamente ^.^

Recensore Junior
06/08/19, ore 10:10

RECENSIONE PREMIO DEL CONTEST "CENTO PAROLE PER MILLE EMOZIONI"

Aridaje con la terza ed ultima recensione!

Questa storia è una perla, un vero capolavoro.
Lo stile è avvincente, tiene alta l'attenzione e, inoltre, lo trovo innovativo. Ci sono molte frasi spezzate ma che non infastidiscono, anzi. Come anche la scelta di centellinare i dialoghi, riducendoli all'essenziale.

Ariana è stata descritta proprio come io l'ho sempre immaginata: pura ed innocente. Gellert considera la sua ingenuità di troppo per questo mondo contaminato dal marciume e dall'orrore. Ecco perché, insieme ad Albus, fa quel che fà, nonostante Aberforth sia decisamente contrario a tutto ciò. Gellert, in un certo qual modo, tenta di purificarla - in quanto Ariana è diventata un obscuriale - e questa realtà alternativa della storia è decisamente plausibile e tangibile. Non è facile descrivere una visione alternativa dei fatti senza presentare dei buchi e invece tu sei riuscita perfettamente. I miei complimenti.

Un'attenzione particolare la voglio dare al titolo, che ha subito catturato la mia attenzione. Anticipa perfettamente quello che tratterà la storia vera e propria. È breve, coinciso ma al tempo stesso poetico e accattivante. Davvero, brava.

Spero che questa recensione sia stata di tuo gradimento e scusa ancora per il ritardo!

Alla prossima.

LaSignorinaRotterMaier.

Recensore Master
27/04/19, ore 12:26

Ciao Freya!

Questa storia è davvero un piccolo capolavoro, e mi ha lasciata a bocca aperta. L'ho trovata incredibilmente bella ed evocativa, e ho adorato il modo in cui riesce a inserirsi nel canon, dando alla vicenda una chiave di lettura nuova ma assolutamente plausibile (e sai quanto questo si sposi con il mio gusto!). Insomma, sono rimasta assolutamente ammaliata sia all'idea che la triste storia di Ariana sia stata il combustibile della rivoluzione voluta da Gellert, sia all'idea che Gellert abbia scelto di ucciderla prima che si trasformasse. Da notare inoltre quanto tu sia riuscita a far suonare naturale l'idea che Aberforth non avesse mai capito la sorella, quando in realtà nei libri viene sposata l'idea opposta.

Come avrai forse immaginato, questa storia ha fin da subito concorso alle mie nomination in tutte le categorie, anche se alla fine le ho assegnato solo quella come miglior storia. Come ha scritto qualcuno nella spiegazione della nomina a 'miglior fic', forse appunto non è la migliore in nessuna delle categorie 'tecniche' (pur andandoci vicinissima!), ma nel complesso è semplicemente strepitosa.
Per quanto riguarda la miglior coppia, alla fine ho scelto Mary per le stesse ragioni sottolineante da Rosmary, cioè perché lì in effetti esiste una vera e propria coppia, mentre qui si vede più un amore unidirezionale (comunque io adoro gli amori unidirezionali!), ed è anche difficile in realtà definire se il sentimento di Gellert sia propriamente 'amore' (di nuovo, lo vedo come una cosa positiva, viste la situazione e le età dei personaggi). Insomma, ho adorato come hai gestito questa coppia, ma in qualche modo potrei anche concepirla come una storia non romantica (spero che quello che ho scritto risulti sensato, argh!).
Tra l'altro – in riferimento alle tue note – anche io ho spesso immaginato Gellert approfittarsi un po' dei sentimenti di Albus, e come te sono combattuta tra i vari possibili headcanon. Anche se le ultime dichiarazioni della Row sembrerebbero chiarire la chiave di lettura...

Altro capitolo assolutamente da trattare è quello dello stile, in particolare guardando all'ultima parte, che ho trovato assolutamente innovativa e audace. Ammetto però che ci ho messo un po' ad 'assorbire' questa innovazione, in particolare nella frase Non - c'è tempo, ed ero un po' incerta quale effetto tu stessi ricercando: personalmente, ho come immaginato che i trattini corrispondessero alle pause nelle quali Gellert scagliava incantesimi, come se fosse la sferzata di una bacchetta.
è questa incertezza che alla fine mi ha fatto propendere per nominare 'Ad occhi chiusi', ma la tua era certamente l'altra storia più papabile!
Comunque ho letto con grande interesse sia le tue spiegazioni che il giudizio di Rosmary, ed è bello vedere quante sfaccettature ci siano dietro alle tue scelte. Tra l'altro capisco benissimo perché tu abbia 'sfruttato' Rosmary per valutare una storia con questo stile particolare! Era senz'altro la persona più indicata a renderti giustizia ^^

Ho anche apprezzato la scelta di centrare solo alcuni dialoghi, quelli più coincisi, nonostante razionalmente non so se sarei in grado di spiegarla. Però mi è 'suonata' bene, e anche visivamente trovo che funzioni alla grande!

Veniamo al prompt: credo tu abbia scelto una frase perfetta per Ariana. Appena l'ho letta nell'elenco delle citazioni ho subito pensato a lei. Questo significa che si poteva scadere nello scontato (ad esempio, l'avevo immaginata più assimilabile al momento in cui viene attaccata), invece trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro, riprendendolo non solo con le parole ma anche con gli avvenimenti.

Per quanto riguarda il titolo, mi è piaciuto moltissimo anche prima di leggere la storia: è estremamente musicale, accattivante, anticipa bene la storia. L'unica cosa che forse non mi ha convinta del tutto è che mentalmente associo 'rovine' a una distruzione da sconfitti, mentre in realtà qui Gellert, pur dominando delle rovine, è il vincitore, non la vittima. Ma comunque davvero un titolo molto bello!

Un'ultima cosa che volevo dirti è che un pochino avevo temuto che potessi avere problemi 'burocratici' con la storia perché Rosmary non accetta il fandom 'Animali Fantastici', ma col senno di poi ho capito che non c'era da preoccuparsi perché – nonostante i riferimenti all'Obscuriale – la tua storia non è ambientata in quel contesto. Tra l'altro l'idea che Ariana fosse un Obscuriale è una delle pochissime aggiunte postume al canon dei libri che abbia realmente apprezzato di quella saga (mentre non mi sono piaciute ad esempio la questione di Nagini e del legame di sangue tra Gellert e Albus, che giustifica l'inazione di Albus vs Gellert in un modo che lo ripulisce di tutte le sue colpevolezze/debolezze che invece avevo adorato).

Penso di aver detto tutto, come sempre leggerti è stato un piacere!!
Alla prossima ^^

Recensore Master
25/04/19, ore 18:40

Valutazione del contest “Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)!”
~ storia vincitrice degli Oscar alla miglior flashfic, alla migliore veste stilistica e alla migliore presentazione
~ storia vincitrice dell’Oscar ad honorem – menzione speciale Rosmary


Grammatica: 9.85/10
Perfetta, solo tre refusi:
“Le sfiori le guance con grazie feroce”: -0.05; “grazia”.
“Siete due inconscienti!”: -0.05; “incoscienti”.
Ti porterò via da qui, prima che”: -0.05; ti è sfuggito uno spazio in più dopo la virgola.

Stile e lessico: 10/10
Uno stile molto particolare, quello scelto per questa storia, e quindi non semplice da valutare, perché questa struttura stilistica è interamente fondata sulle pause. In questo racconto non c’è nessun elemento testuale, per quanto rilevante possa essere, indispensabile quanto le pause – pause e sospensioni, che dilatano il tempo del racconto, sospendono e spezzano il ritmo, costringono il lettore a relazionarsi con il non-detto, con le parole non scritte e fagocitate dalla pausa muta. La mia impressione è che gran parte della trama e delle sensazioni suscitate da essa siano proprio nella narrazione sospesa, nel silenzio di una lineetta cui non segue nulla se non uno spazio vuoto. Hai letteralmente troncato frasi e giocato con la grammatica, dimostrando tra l’altro una grande padronanza della lingua italiana, perché non si ha mai la sensazione di leggere un testo scoordinato o sgrammaticato, bensì un testo sofisticato (un aggettivo che non credo di utilizzare per la prima volta nella descrizione del tuo stile) che sembra ricreare attraverso lo stile la mente spezzata della protagonista femminile, Ariana. Tuttavia, non ti sei limitata alle pause, hai utilizzato anche altri escamotage stilistici: l’uso parsimonioso del corsivo, che riesce a porre in evidenza espressioni o parole significative; la suddivisione del tempo in paragrafi (unità narrative e temporali: il racconto evolve e prosegue nel tempo di paragrafo in paragrafo; ottima la scelta di segnalare visivamente il passaggio da un momento all’altro attraverso gli asterischi allineati al centro); le espressioni allineate al centro per segnalare il loro appartenere a un tempo diverso rispetto al presente del racconto, è così per i dialoghi ed è così per la frase conclusiva, che allude a un futuro non ancora venuto.
Soffermandomi un istante sulla frase conclusiva, non posso che farti i complimenti: è “definitiva” così come è definitivo il proposito di Gellert, e riesce a chiudere un racconto particolarissimo dal punto di vista stilistico con coerenza – in altre parole, è all’altezza della cornice in cui è inserita. Ottima la scelta di narrare al presente e in seconda persona: il presente ha alleggerito l’impatto lettore-stile, perché è il tempo dell’immediatezza e quello più familiare; la seconda persona ha creato empatia tra il lettore e il personaggio (Gellert), aiutando il primo ad avanzare nei meandri di un testo che esige attenzione e tempo per essere compreso sino in fondo. Andando più nello specifico, ti riporto estratti del testo:

• “Ariana ha gli occhi indifesi di chi il mondo l'ha visto”: questa frase presenta una sintassi marcata, l’ho riportata solo per una questione di trasparenza. Non ho ritenuto errore la costruzione senza pause di referente+pronome di ripresa (“il mondo” e “lo”) perché la tua è stata una chiara scelta stilistica: inserire pause in questa frase non sarebbe stato affatto funzionale, soprattutto considerando il fattore stile-pause.

• «"Siete due inconscienti!" // Aberforth non capisce — non l'ha mai capita. Lei — // "La stai trascurando per seguire quel folle, Albus! È tua sorella, maledizione!"»: tramite questa espressione a titolo di esempio, affronto il discorso del rapporto tra discorso diretto e indiretto. Sei riuscita a rendere coeso il testo anche in questi momenti senza rinunciare alla sospensione tramite “lineetta sospesa” (chiamiamola così!), il che non era affatto semplice, il rischio era quello di creare confusione ed essere poco efficace. In questa sequenza assistiamo a un dialogo caratterizzante tra i personaggi, entro cui si incastra il punto di vista interno della narrazione (Gellert) con quel verbo “ha” in corsivo a sottintendere che l’attenzione non va posta su Ariana incompresa, ma su Aberforth che non l’ha capita – il soggetto è lui anche ai fini del significato (ecco a cosa mi riferivo quando ho elogiato l’uso del corsivo). Contemporaneamente, incontriamo anche la lineetta sospesa, che segue “Lei” e tronca l’espressione: la frase così spezzata sembra rispecchiarsi in Ariana stessa, la sorella che Aberforth non riesce a comprendere sino in fondo (lui che aggredendo Albus dimostra di non capire il male che divora Ariana); solo una pausa che dà sul nulla – una sospensione – poteva riprodurre questo piccolo spaccato di mondo in un testo che ha l’esigenza di restare entro le cinquecento parole.

• “Non — c'è tempo. // Per colpa tua. // Ti porterò via da qui, prima che — // Fletti il polso verso di lei, in un doloroso gesto d'addio. // Limpida. Rimani — // Sempre”: arriviamo alle sospensioni, alle pause su cui si fonda l’intero tessuto stilistico. Non è stato per nulla semplice valutarle, questa volta hai voluto mettermi in difficoltà! Scherzi a parte, come ho già accennato, queste lineette sospese troncano il testo, lo obbligano al silenzio e obbligano il lettore a colmarlo, a raccattare informazioni tra una riga e l’altra. Vi sono poi le lineette che operano una vera e propria cesura, nel senso che spezzano la sintassi, creando a loro volta oltre che una sospensione anche uno strappo sintattico: è il caso di “Non – c’è tempo” che riproduce tramite la sintassi il fatto che il tempo manchi, manchi al punto da venire meno mentre il narratore lo afferma – “non [pausa, manca tempo e respiro] c’è tempo [in corsivo, come a sottintendere lo sforzo di essere riusciti a dirlo, a colmare il silenzio]. Anche i capoversi, di cui non ho ancora parlato, sono molto significativi, perché supportano lo stile frammentato, inoltre ogni espressione isolata in un capoverso ha la sua rilevanza ai fini del significato. Insomma, non hai sprecato né una parola né un silenzio.

Arrivando al lessico, anche qui ho rilevato una particolarità. Di certo fai uso di un registro medio, ma non vai alla ricerca di un lessico particolarmente pieno o espressivo – nonostante vi siano alcune espressioni di sicuro impatto –, perché a rendere ogni singolo termine vivido e ricco di sfumature è la stessa struttura stilistica. Prendendo ad esempio la sequenza riportata sopra, un termine come “Sempre” non è certo particolare, eppure lo isoli in un capoverso e riesci a conferirgli una grande forza espressiva: è l’impalcatura che lo sostiene a fare questo; è il fatto di essere solo, di seguire la lineetta sospesa, di essere in corsivo, di significare ai fini del testo una promessa eterna, cementata con la morte stessa di Ariana.

Non mi dilungo oltre, anche perché credo e spero di essere riuscita a motivare il punteggio e a porre in evidenza tutti i tratti caratterizzanti la struttura stilistico-lessicale del racconto. Non posso che farti i complimenti, 10/10!

Titolo: 5/5
Il canto tra le rovine, un titolo che si rivela essere un presagio. Ha il pregio di calamitare l’attenzione, perché evoca immagini nitide che hanno il sapore di un mondo che va in pezzi, di una battaglia estenuante, di una gioia raccattata tra lacrime e fanghiglia. Il fatto che sia associato a un personaggio come Gellert Grindelwald, poi, lo rende persino solenne. Trovo che si adatti molto bene sia all’atmosfera che al contenuto del tuo racconto: ne richiama l’atmosfera cupa, che oscilla tra la decadenza e la rivalsa; e ne richiama il contenuto nell’anticipare le rovine che Gellert seminerà nel mondo e il canto di vittoria che intende far echeggiare in ogni dove – un canto in onore di Ariana, della sua breve vita andata a rotoli, in rovina. È indubbiamente un titolo suggestivo e per nulla scontato, in grado quindi di identificare la tua storia tra le altre, di presentarla in maniera personale al lettore. Non ho nessun appunto da farti, trovo assolutamente perfetta la tua scelta. 5/5!

Utilizzo del prompt: 8/10
Hai scelto uno dei prompt a mio avviso più complicati: “In un mondo fitto di ipocrisia, avere gli occhi limpidi era la più grande delle condanne”, citazione inserita testualmente a inizio storia in maniera perfetta, le mie parole diventano tue in quel punto. Quello che non potevi sapere scegliendo questo prompt è che nella mia mente avevo associato questa citazione proprio ad Ariana, quindi potrai immaginare quanto mi abbia fatto scoprire la tua associazione! Ho riletto diverse volte il racconto per valutare questo parametro, sono stata molto indecisa sul punteggio da assegnare. Alla fine ho optato per 8/10 perché trovo che il racconto più che dare risalto all’ipocrisia del mondo, dia risalto alla sua oscurità nel senso più ampio del termine (“Ariana ha gli occhi indifesi di chi il mondo l'ha visto in tutta la sua atroce nudità e n'è stato trafitto. Il mondo è sporco. Il mondo è sconcio e marcio e putrido perché nessuno l'ha mai purificato. Ha violato lei, che era innocente”); un concetto molto significativo su cui riflettere e affrontato benissimo nell’arco narrativo da te costruito, ma più ampio e generale del concetto di ipocrisia protagonista del prompt. Per questa ragione ho ritenuto corretto non andare oltre l’8/10. Di contro, il punteggio non è inferiore a quello assegnato perché, al di là della questione ora detta, il prompt è comunque uno dei pilastri fondanti della riflessione che regge la trama della storia; in particolare, questi “occhi limpidi” di Ariana sono onnipresenti dall’inizio alla fine, e sono loro a muovere Gellert nel suo spregiudicato obiettivo – loro e il loro essere stati violati, loro e il loro essere stati “la più grande delle condanne” per una bambina che si approcciava al mondo con tutta l’ingenuità e la bontà che il destino le aveva dato in dono. Quanto al “mondo fitto di ipocrisia”, l’ho intravisto in Albus che chiede a Gellert di mentire ad Aberforth – rischiando così di rendere più complicata e pericolosa la condizione di Ariana, ignorata dal fratello che trascorre più tempo con lei –, in Gellert che convince se stesso che sia giusto vendicare Ariana – come se la devastazione potesse rendere giustizia a quegli “occhi azzurri, limpidi” –, e persino in Aberforth, figura seminascosta nella trama e incapace di guardare la sorella per ciò che è. Badando invece all’impatto complessivo della trama, come detto in precedenza, trovo che il marciume del mondo descritto fagociti il concetto di ipocrisia, di suo più specifico e relativo alla sfera dell’inganno. Concludendo, spero di esserti riuscita a spiegare la mia perplessità, ma nel complesso non posso che farti i complimenti, perché sei stata bravissima e infatti il punteggio resta alto!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
I personaggi del tuo racconto sono tra i più complessi della saga: Gellert, indiscusso protagonista, Ariana, coprotagonista pur nella sua apparente assenza, Albus e Aberforth. Prima di soffermarmi sui personaggi propriamente intesi, vorrei fare un accenno al mondo. Non è un personaggio, verissimo, ma è “un’entità” che pesa come un macigno sui tuoi protagonisti, che condiziona le scelte (Gellert) e il destino (Ariana). Un mondo putrido, marcio, che aggredisce un’innocente perché colpevole di essere diversa (sì, Portami mia si sente, decisamente) e che alimenta l’odio di chi è già colpevole di non essere in pace con se stesso. È una fotografia lucida quanto devastante, questo mondo che ci proponi. Trovo che sia il “personaggio” più forte della trama, quello che muove tutti gli altri personaggi, e trovo anche che sia riuscita a caratterizzarlo benissimo, riuscendo a non banalizzare la descrizione della negatività.
Passando ora ai veri personaggi (perdona la digressione, sai che io e la sintesi non siamo grandi amiche!), Aberforth e Albus sono entrambi bene accennati: il primo è una presenza-assenza, che però non fatica a farsi sentire nei dialoghi tra i due maghi eletti; il secondo è invece un personaggio a tutto tondo, che interagisce e aiuta il lettore a comprendere ancora meglio i propositi di Gellert. Trovo che Albus sia in linea con la sua controparte giovane e piena di speranze accennata nella saga: è ambizioso, pende dalle labbra di Gellert, è preoccupato che suo fratello possa scoprire cos’ha in mente, e vuole salvare Ariana.
Arrivando a lei, Ariana, sei riuscita nell’impresa quasi impossibile di renderla una degna coprotagonista di Gellert. Ariana non agisce nello spazio della tua storia, al lettore è concesso conoscerla attraverso lo sguardo e le idee di lui, perché non la incontra mai. Mi è piaciuta molto questa tua scelta, perché riesce a cogliere un elemento fondante della caratterizzazione di questo personaggio: il suo essere vissuta in balia degli altri. Il momento, il solo, in cui la vediamo agire è quello della sua morte – e lo sappiamo bene dalla saga, che Ariana era viva solo quando il suo stesso potere la sovrastava. Trovo molto intrigante la teoria secondo cui sarebbe una Obscuriale; non mi sono interessata molto alla saga cinematografica a dire il vero, quindi non so se questa teoria sia stata confermata o meno, ma concordo con te che sia convincente – spiegherebbe molte cose, come la morte di Kendra e la necessità di nascondere Ariana al mondo. Sempre in tema di IC, trovo che l’immagine di Ariana restituita dalla tua storia sia coerente a quanto emerge dal settimo volume della saga: è innocente, limpida, incapace di comprendere il male sino alla fine. Non sappiamo se provasse qualcosa per Gellert, ma sappiamo che gli sorride, che di lui si fida (“Ariana racchiude milioni di storie mai lette. Ti sorride e le schiude in una tacita promessa. I suoi occhi tornano limpidi, e gli enigmi diventano un libro aperto”), che lo considera parte della sua vita, e in tutta onestà non credo vi sia altro modo se non questo di fare interagire – volendo essere coerenti al canon – Ariana con l’amore. Lei conosce e riconosce Gellert, nonostante gli incubi le divorino i pensieri, e questo non può che essere interpretato come un sentimento nutrito nei suoi riguardi.
Ed eccoci a Gellert, il protagonista assoluto. Sei riuscita a renderlo addirittura “romantico” senza snaturarlo: il suo proposito di disseminare un canto tra le rovine per vendicare il male fatto ad Ariana immagino possa essere ritenuto romantico se associato a un personaggio mosso da ideali di conquista e distruzione, da un’ambizione smodata che sappiamo non si fermerà neanche in memoria del legame con Albus – Albus che sarà costretto a combattere per fermarlo. Il tuo Gellert è il Gellert della Rowling visto sotto una nuova luce; hai infatti incastrato l’amore che nella tua storia nutre per Ariana nella biografia canon. Anche il tuo Gellert agirà in nome del “bene superiore” e vorrà affermare la supremazia dei maghi sui babbani, proprio come la sua controparte cartacea, ma il tuo Gellert ha una motivazione diversa: vuole giustizia per lei. Sei anche riuscita a creare un retroscena per la morte di Ariana più interessante di quello (non) descritto nella saga (non voglio apparire esagerata, ma tra una motivazione pressante come quella del tuo Gellert e il “caso senza nome” del settimo volume, preferisco di gran lunga la prima alternativa). Tra le tue righe Grindelwald è Grindelwald, ma è anche innamorato – della purezza di Ariana, dei suoi occhi limpidi senza colpe, della sua magia inespressa –, e proprio perché resta Grindelwald anziché vivere di quell’amore provato, lo tramuta in odio nei confronti del mondo intero. Non ho proprio nessun appunto da farti in questo parametro, trovo sia stata bravissima. 10/10.

Totale: 42.85/45

Recensore Master
11/04/19, ore 15:08

Ciao Freya!
Finalmente ho occasione di passare a leggere questa piccola meraviglia che hai scritto per il contest di Rosmary!
Come ho già detto nella discussione, la tua è stata la prima che ho indovinato, sia per i rimandi a "Portami via" che avevo immediatamente colto, sia per le frasi in corsivo isolate a centro pagina, che ho riscontrato in molte tue storie. Lo stile, è, come sempre, ad un altissimo livello, inutile ribadirlo. In particolare però questa flash ha avuto il pregio di riuscire a unire perfettamente la parte dialogata alla parte narrativo/introspettiva, senza appesantire la prima o banalizzare e togliere spazio alla seconda. In particolare ho enormemente apprezzato l'utilizzo del corsivo.
Anche il titolo è stato molto bello, sì, perché l'ho trovato sia poetico che oscuro, decadente, proprio come piace a me. IC perfetto, in particolare Gellert!
Ammetto che, in tutti i premi, la tua storia è sempre rimasta tra le due/tre tra le quali ero insicuro per la nomination, ed è stata una delle due flash che ho preferito al di sopra di tutte le altre!
Bravissima! ^_^
Alla prossima e in bocca al lupo per i risultati,
mystery_koopa