Recensioni per
I denti non possono dire niente senza la lingua
di Kim WinterNight

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Recensione premio "Metalli sconosciuti"

Ciao di nuovo, Kim!

Palahniuk, secondo la mia esperienza, è uno di quegli autori che letto a pillole è godibile, ma in blocco è da acciaccarsi le balle a martellate. In passato avevo partecipato a un contest simile di WodkaEiffel, e, ora che rivedo il suo nome accostato a un contest, mi pento di non aver partecipato.

La storia è senza ombra di dubbio cannibale. Lo si evince dalle descrizioni crude e dettagliate, dall'assurdità di alcuni dettagli ("Dice che sono una bellissima creatura quando tento di mordergli il cazzo", oppure "Quando pronuncia frasi inarticolate e usa la canna del fucile per violentarmi") e, in generale, da quanto narrato. La canzone di Patton che accompagna il pezzo rende il tutto ancor più grottesco.

La scena della lingua è stata qualcosa di terribilmente affascinante. Ne sono rimasto macabramente estasiato.

Applausi. Solo applausi.

Frenz

Recensore Master

Recensione premio per il contest "Fluff e / o R18" di Arianna.1992 1/3

Ciao Kim, mi hai dato carta bianca per le recensioni premio e ho dunque deciso di approfondire il genere horror, visto che hai più di una storia in questa sezione. Ho iniziato questa storia, incuriosita dal titolo molto evocativo, ma non mi aspettavo qualcosa del genere. Devo dirti che sono rimasta profondamente colpita dalla lettura. Hai trattato una tematica molto forte, quella della violenza domestica, scrivendola in prima persona e narrandola nel dettaglio: qualcosa di rischioso, che poteva scadere facilmente nell'inutilmente morboso e macabro. Non c'è nulla di tutto ciò qui: nonostante le nefandezze che descrivi, quello che arriva al lettore è sì l'orrore, ma soprattutto il dolore. Hai raccontato per comunicare un'emozione, per mandare un messaggio e ho apprezzato tanto sia il lessico crudo che hai usato quanto lo spazio all'introspezione. Non conoscevo "Violenza domestica" e, seguendo il tuo consiglio di lettura, ho letto tenendola come sottofondo. Devo dire che hai reso perfettamente lo spirito del brano, non solo le frasi che sono inserite perfettamente, ma anche proprio quasi il ritmo della musica.  Una frase mi ha fatto riflettere: "Dubito che abbia un cuore, forse gli serve solo per non morire". E' molto incisiva e comunica paradossalmente tutta la bestialità dell'uomo. Questa storia è stata una sorpresa, per cui ti faccio davvero i complimenti! un caro saluto e alla prossima storia!

Recensore Master

Recensione premio per il contest "Secret Love" indetto da mel-ker sul forum di EFP: 1/3

Il genere horror è uno dei miei generi preferiti e quindi non potevo non buttarmi nella lettura di questa tua storia.
Riconfermo quanto detto per la storia che partecipava al contest: hai un modo di scrivere veramente bello e accattivante, diretto e pulito e che coinvolge il lettore dalla prima all'ultima riga. Hai uno stile impeccabile e godibilissimo, e sai usare in maniera magistrale la punteggiatura per dare il giusto ritmo alla narrazione. Sai adattare anche il linguaggio a ciò che racconti, plasmandolo sulle situazioni e cucendolo sulle tue storie in modo che rispecchi alla perfezione ciò che vuoi trasmettere.
Passando alla storia in sè, hai trattato un tema molto attuale e delicato, che è quello sulla violenza alle donne, lo hai fatto con crudezza, ma con tatto, rispetto e maturità.
Hai deciso di raccontare la storia dal punto di vista della vittima, facendoci vivere gli abusi e il dolore dal suo punto di vista. Grazie al fatto che la storia sia raccontata attraverso gli occhi della vittima, si entra subito in sintonia con lei e con la sua mente. In maniera diretta e chiara, concisa, la protagonista ci mette al corrente dell'inferno nel quale è costretta a vivere da anni e dal quale nessuno verrà a tirarla fuori. Abbiamo davanti agli occhi una donna che è costretta a sopportare l'indicibile e che, tuttavia, ha deciso di non arrendersi, mantenendo un orgoglio e una fierezza che la spingono quasi a sfidare il suo carnefice, come a dirgli che lui può spezzarla, ma non piegarla.
E poi incontramo lui, il folle uomo che tiene prigioniera la protagonista senza nome della tua storia, lo vediamo attraverso gli occhi di lei, lo conosciamo come lei lo conosce. Apprendiamo dell'inganno perpetrato ai danni della donna, di come lui sembrasse un brav'uomo, così dolce e gentile, entriamo nella loro relazione e vita, fino ad arrivare al punto di rottura, al momento in cui lui la chiude prima in soffitta e poi in cantina e comincia la serie si violenze, di cui gode enormemente, alimentate da quel desiderio malsano di averla per sè, di pssederla in ogni modo, sia fisico che psicologico, di sottometterla e farla sua.
E poi l'atrocità dell'atto finale, il momento in cui lui le taglia la lingua, descritto con crudezza e maestria, con un realismo che io apprezzo sempre tantissimo.
Ed è forse proprio questo il pregio maggiore di questa storia: essa è vera e reale. Potrebbe essere la vicenda di chiunque, una delle tante storie di violenza. Questo profondo realismo, non trasfigurato nel grottesco, contribuisce a rendere la vicenda narrata ancora più toccante e coinvolgente, perchè la protagonista è umana e reale, non il personaggio di una storia, ma una donna qualunque a cui sono accadute vicende palusibili.
L'introspezione della protagonista è stata sviluppata lungo tutta la storia in maniera ottimale, toccando ogni corda, ogni punto, ogni angolo più recondito. Ottima anche la caratterizzazione del carnefice, operata attraverso la vittima che ce lo descrive con una lucidità impressionante, che sta a sottolineare la sua forza d'animo, ma anche la pazzia che affiora dai suoi deliri.
Toccantissimo e potente il finale, molto evocativo.
Insomma, questa storia mi è piaciuta veramente tanto. Sei stata molto brava a trattare un tema così complesso, parlandone con schiettezza e crudezza, ma con grande profondità. La storia ha una forza narrativa pazzesca, arriva dritta all'anima del lettore come un pugno e senza dubbio sa farsi ricordare.
Complimenti!

Recensore Junior

QUARTA CLASSIFICATA 

I DENTI NON POSSONO DIRE NIENTE SENZA LA LINGUA – KIM WINTERNIGHT
 

ATTINENZA AL TEMA: La fatalità della frase: “Quand’è che il futuro è passato da essere una promessa a una minaccia?” è intrisa nella storia fin dalle prime parole. Questa sensazione che non possa più esistere un futuro felice, un futuro normale. Siamo già catapultati in un’atmosfera di prigionia. Lei vorrebbe raggiungere il telefono ma non può, vorrebbe alzarsi ma non può. 
Ho trovato la frase: “Un giorno ho provato a gettarmi di sotto, volevo finalmente baciare la terra e respirare aria pulita”, perfettamente in linea con lo stile cannibale. Con una tranquillità e una semplicità pazzesca fai intendere che lei il suicidio lo ha provato più volte. Fai capire che lei la morte l’ha accettata, che la vede solo come uno step che deve superare per poi trovare altro. 
Tutto il paragrafo poi traspira di tranquillità inquietante, dove ci snocciola tutti i passaggi che l’hanno portata a quella situazione. Come se ci stesse elencando la ricetta di una pietanza. 
“Ma sto bene qui da sola”, perché ormai i suoi termini di paragone sono la vita con lui e la vita quando non è con lui. Non c’è un prima e non pensa al dopo. Non ha passato. Lei è lì e sta bene quando lui non è nella stanza con lei. 
L’introspezione poi della frase: “Vivo confinata in un inferno che mi pulsa nelle tempie” l’ho apprezzata. Il dualismo tra inferno terreno e inferno mentale. 
Passaggio prettamente cannibale è invece: “A volte graffio il cemento e i mattoni delle pareti, mordo le mie nocche […] ed è una sensazione confortevole, sprigiona calore.” 
Scene forti, vivide, vere ed estreme. Come veniva richiesto. Non è l’unica ovviamente, ma è quella che mi è piaciuta di più. Ci sono poi varie ripetizioni che danno quel giusto ritmo: “Sapore di sangue, sapore di morte”. 
Il punteggio è pieno perché secondo me, secondo la mia esperienza, il tuo è un racconto perfettamente in stile cannibale.  
15/15 

ORIGINALITÀ: Purtroppo non è tanto la prigionia che sconvolge (tralasciamo l’atrocità dell’atto e quanto sia attuale il tema), quanto invece il comportamento di lui. L’ho trovato un carnefice molto particolare. Con una sua visione delle cose, una sua ideologia che, seppur malata, ha la sua logica. Una logica delirante che non è completamente catalogabile nel semplice aguzzino con le paranoie. C’è qualcosa di più in lui, ma questo lo tratterrò nella caratterizzazione. 
Avresti ricevuto più punti se il punto di vista fosse stato lui, e la sua psiche come protagonista. So che non c’è mai un motivo razionale dietro questi gesti, so che non ci si può trovare un filo conduttore in menti del genere, però sarebbe stato un esperimento interessante. Di storie con vittime recluse ne abbiamo, non posso darti il punteggio pieno, ma il finale che hai trovato è così particolare che comunque non si rimane indifferenti. 
12/15 

CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: Come ti ho già detto in precedenza, lui secondo me è quello caratterizzato meglio, anche se lo conosciamo tramite gli occhi di lei. 
Lei che, comunque, non lo descrive in maniera terrorizzata o distorta. Lei è razionale, rassegnata e analitica. Come se ormai non le restasse altro scopo che scoprire il motivo per cui lo fa. La ragione per cui le sta succedendo tutto quello. Si percepisce che vorrebbe aprirgli il cervello per vedere cosa c’è dentro. Ormai darsi una spiegazione non la salverebbe, ma forse conserverebbe un barlume di ragione. Cerca razionalità nell’irrazionalità. Cerca sanità nell’insanità. 
Lo umanizza e lo disumanizza quando dice: “Non riesce mai a parlare con il cuore in mano”, come se riconoscesse il suo limite sentimentale. Il suo non riuscire ad aprirsi. E poi lo disumanizza subito dopo, dicendo che forse lui il cuore lo ha solo per non morire. 
Lui la imprigiona, la maltratta, mente agli altri screditando la sua reputazione ma la ama, si mette in ordine per lei. Forse quella prigionia è proprio dovuta all’incondizionata paura di lui che lei possa rifiutarlo e rinnegarlo. Gli ho trovati entrambi molto caratterizzati, mi sono piaciuti i pensieri di lei e le azioni di lui che ci spiegano i perché delle reazioni lei. Entrambi sono concatenati, come se ormai fossero due menti in lotta nello stesso corpo. 
14/15 

GRADIMENTO PERSONALE: La storia mi è piaciuta. Mi è piaciuto il delirio, la situazione, l’ambientazione e il ritmo che hai dato. Questa calma piatta mentre si descrivono scene raccapriccianti non è facile da gestire, complimenti. 
Non ti do il punteggio pieno perché come ti ho già spiegato, sarebbe stato un ottimo esperimento vedere come avresti gestito il rovescio della medaglia. Dare un senso ad una psiche nonsense. Calarsi in una mente disturbata per analizzare bene ogni angolo. Comunque, ottima storia, complimenti. 
4/5 

Totale: 45/50

Recensore Master

Carissima Kim, sono tornata a importunarti con i miei commenti XD
Sono felice perché con questa storia, sono riuscita a mettermi in pari. Per ciò avvisa Soul, lei sarà la prossima "vittima" delle miei recensioni ahahah
Questa storia horror è scritta non benissimo, di più. Riesce a trascinarti nelle sensazioni della protagonista, ti fa sentire il suo stato d'animo, la sua riassegnazione alle violenze di quell'essere immondo che ha sposato.
Le descrizioni sono perfette, infatti oltre al disgusto verso l'uomo, ho avuto la pelle d'oca per gli abusi che la protagonista ha subito finora (perché purtroppo non si tratta solo di finzione, ma cose simili accadono tutti i giorni).
Quando le diceva di urlare, avevo già intuito le sue intenzioni e infatti ha compiuto un ulteriorie violenza: le ha tagliato la lingua e da buon psicopatico che si rispetti ne godeva e rideva come un bambino che scarta un regalo di natale.
Ti segnalo giusto un errore di battitura: "Ma non riesce mai a finre le frasi, non riesce mai a parlare con il cuore in mano" manca una "i" al verbo "finire".
Per il resto è tutto impeccabile, una storia scritta in maniera formidabile, bravissima!
Alla prossima :3

Recensore Master

Kim, OH MIO DIO! VIOLENZA FONDORTICA (???)
Ok, bene...
Sai, penso che Mike Patton, se trovasse questa storia (e noi sappiamo benissimo che non sarebbe così improbabile), sarebbe molto fiero di te e del lavoro che hai fatto con la sua canzone e ti farebbe un sacco di complimenti! E non lo dico solo perché questa storia è terribilmente inquietante e ben scritta, ma anche perché secondo me sei riuscita a cogliere e rispettare l'atmosfera della canzone. Il brano è abbastanza insolito, non so nemmeno se definirlo una vera e propria "canzone", ma sicuramente azzeccata in questo contesto!
Poi, vabbè, Mike Patton già di per sé è un personaggio raccapricciante, na quando canta in italianon lo è doppiamente - tranne quel "escolta" che è assolutamente adorabile *-*
Da diverso tempo non leggevo un horror e quasi mi ero dimenticata di quanto una manciata di parole, ben scritte e ben pensate, potesse impressionarmi. Insomma, questa storia è mostruosa e mi ha terrorizzato; a renderla ancora più terribile è il fatto che non ci sono elementi sovrannaturali, quindi tutto ciò potrebbe benissimo essere reale.
Non riesco a capire come una donna posa ridursi allo stato di un'ameba, senza mai provare a liberarsi o a chiedere aiuto, quando ancora lo poteva fare. Per cosa, poi? Per un essere immondo, un mostro, un dinosauro deplorevole che l'ha tenuta imprigionata. L'ha fatta completamente impazzire, sarebbero tutti e due da rinchiudere in una clinica psichiatrica, vittima e carnefice.
Ma il culmine è stato quando le ha tagliato la lingua. Non ci voglio credere, non ci posso credere, ho sperato fino all'ultimo che non accadesse... e tutto ciò è tamente spatter e psicologico insieme da scioccarmi.
Mi sembra doveroso fare i complimenti sia a te che a Mike, insieme formate una squadra fantastica! *____*
E ancora una volta non posso far altro che rimanere scioccata dal tuo enorme talento, sei sublime in tutto ciò che fai :3
Spero solo che ora questa shot non mi facca venire gli incubi... X'D ♥

Recensore Master

Buon pomeriggio.
Un dinosauro mostruoso, come al solito.
E noi che speriamo sempre nell'estinzione di massa ^^''
Eh, la vita è dura e bisogna imparare a stare lontani da questi buchi neri mostruosi... ma il peggio è il non essere aiutati, il sentirsi soli e senza appigli; questo ti lascia nella rete del persecutore.
buona domenica!