Ehi! Come ti va?
Lo so, ci ho messo una vita per farmi viva, e me ne rammarico un po', purtroppo è da un po' di tempo... che non ho tempo (Perdona il gioco di parole).
Oggi però nonostante le giornate caotiche mi sono detta che non potevo continuare a procrastinare!
E perciò eccomi qui, a recensire il tuo racconto.
Piccola premessa; io A D O R O alla follia le storie così. Quelle che nascono da un'idea semplice, magari da una melodia, si sviluppano in tutta la loro bellezza e poi finiscono così come sono iniziate, lasciandoti quasi stordito, ma orgoglioso di averle potute leggere.
Questa ovviamente entra a pieno diritto tra le mie preferite del genere, e come al solito la commenterò punto per punto, sperando così di non tralasciare nulla.
Mi è piaciuta molto in primo luogo l'impatto realistico della scena. Mi spiego; hai descritto le dame stanche ma determinate a non staccarsi dal proprio partner, il calore iniziale nella stanza, i corpi sudati sotto gli abiti vezzosi, il sollievo nel sentire entrare l'aria fresca, persino il pensiero in seguito procrastinato del ringraziare chi avesse aperto la finestra.
Di solito in questo genere di scene è descritta solo la magia che avvolge la stanza, l'amore, la musica ecc. ecc.
Tu al contrario hai delineato uno scenario si, romantico inizialmente, ma estremamente reale, che rende la storia molto immersiva. Giurerei di aver sudato e sentito dolore ai piedi insieme a quelle povere dame! xD
Mi ha fatto poi letteralmente la cosidetta "introduzione al terrore". Ti copio e incollo la frase, brevissima, ma che ha avuto un fortissimo impatto (almeno su di me).
'Infine un urlo: “Guardate, è morta!”'
Non saprei dirti esattamente perchè, ma a parer mio questa frase è semplicemente la parte più bella della storia. Crea panico dal nulla (o quasi) e la scena si è plasmata in modo talmente vivido nella mia mente da non potertelo non dire. uwu
E un colpo da maestro è stato quello di inserire non l'indifferenza, ma l'ignoranza, pura e semplice degli altri a tutto l'accaduto; in una sala gremita nessuno si è accorto del giovane risentito con lo stiletto, di una povera ragazza agonizzante e infine deceduta.
Che poi rimangono molte domande. Philippe era sano di mente? (probabilmente no)
La sua fidanzata era semplicemente stanca o magari malata di cuore? (Lo so, sono macabra, ma sono domande che mi sono rimaste in mente dopo aver letto ahah)
L'unica parte che ho gradito meno è stata quella finale, ma comprendo che per contuniare e rafforzare la questione "indifferenza" fosse necessaria e tristemente, anche realistica.
Ottimo lavoro, come al solito del resto!
Ci si becca con la prossima recensione, che prometto, ci sarà!
Crys. |