Recensioni per
Di spettri oscuri e di racconti sussurrati
di shilyss

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/06/23, ore 17:23

Allora allora, finalmente approdo anche in questa storia il cui titolo mi incuriosisce da tempo ma che non avevo filato per restare fedele al mio iniziale proposito di andare in ordine e finalmente ci sono arrivata. È lunga e un po' intricata, ma non è difficile da comprendere (anche perché tu già nelle note ci riveli che Sophie è Sigyn, prima ancora che lo faccia la storia stessa xd) e l'inizio è simile ad alcuni film sequel di cartoni animati, in cui la protagonista, dopo aver vissuto un'esperienza fuori dal comune (a Oz o nel Paese delle Meraviglie) viene creduta pazza da tutti e trattata come se lo fosse. Ma almeno Sophie può restare a casa sua e non viene internata da nessuna parte, tu sei stata più buona e almeno non le hai fatto rischiare l'elettroshock. In compenso l'hai raggirata per bene. È partito tutto da una persona di cui si fidava, suo zio, che ha trovato un medaglione in vendita da un mendicante e si è fatto accompagnare da lei per compiere un rito che non ha avuto gli effetti sperati. Questo è il primo inganno, poiché il mendicante non era solo un semplice mendicante, se ho capito bene. Il fatto che specifichi che fosse orbo mi fa pensare che dietro le sue spoglie si celasse nientemeno che Odino, anche se non posso fare a meno di chiedermi per quale motivo Padre Tutto abbia corso il rischio di fare circolare un amuleto che, se compreso e attivato, avrebbe potuto liberare uno dei suoi nemici. Forse sperava che non fosse compreso e andasse perso? O forse mi sbaglio e il mendicante che ha venduto il medaglione in realtà è solo un semplice mendicante che è stato usato da Loki come tramite per i suoi raggiri. Il secondo inganno è che il rito non ha avuto gli effetti desiderati e non ha funzionato. Loki lo fa credere a tutti, ma in realtà è solo un trucco per ottenere quello che vuole senza troppi ostacoli. E quindi si rivela a Sophie, le spiega di cosa ha bisogno e lei fa di tutto per respingerlo ma nel contempo lo fa restare, ascolta le sue storie e lascia che la irretiscono. E Loki è bravo con le parole, sa usarle per ottenere quello che vuole e sceglie sempre quelle giuste per confonderla, riesce a farle mettere in dubbio che l'esperienza che sta vivendo sia solo un sogno, a farla staccare dalla realtà e a farla fidare di lui. Bisogna dargli atto che sa davvero scegliere sempre le parole giuste e che i racconti sono davvero coinvolgenti e chiamando Sophie con un altro nome per tutto quel tempo, lei comincia a convincersi che in realtà sia quello il suo nome. E alla fine, Loki ottiene quello che voleva e anche più di quello che ha rivelato: viene liberato e riesce a riunirsi a Sigyn, che ritrova grazie al suicidio di Sophie, ormai troppo assorbita dalla realtà creata dai suoi racconti per essere davvero lucida e consapevole. E infatti solo dopo la morte, quando Sigyn riesce a prendere il sopravvento e a riunirsi all'uomo che ama, viene svelato il resto: che lei era stata felice anche come Sophie, che però è felice anche di essersi riunita a Loki. E che lui non avrebbe avuto nessun bisogno del suo aiuto e che quei tre mesi trascorsi con Sophie non servivano ad essere liberato, ma a portare lei a desiderare la morte come dono supremo a Loki per permettergli di riunirsi con colei che davvero amava. Peccato che si sia fatta irretire, era partita proprio bene. Complimenti comunque per l'idea, davvero originale e ben congegnata, chissà cosa avrai escogitato per le prossime. Non vedo l'ora di scoprirlo :) alla prossima :)

Recensore Master
21/02/22, ore 10:25

Mia Luce, buon lunedì *^*!

eccomi a recuperare un altro tassello, un altro piccolo gioiello su Loki e Sigyn, anche se in questa versione il suo nome midgardiano in realtà è Sophie (ed è un nome che adoro e che mi piacerebbe dare a mia figlia se mai diventassi madre.)
Io una cosa che adoro di questi due è questa: qualunque sia l'universo trattato loro si appartengono. C'è un legame indissolubile, dalla forza unica e inspiegabile che li spinge sempre e inevitabilmente l'uno nelle braccia dell'altra, ed è una cosa veramente struggente e da brividi.
Se sapessi che nel dormiveglia, in quel posto dove gli spiriti diventano concreti e ogni cosa perde concretezza ma allo stesso tempo diventa possibile, per cento notti mi aspettasse Loki, ti dirò, andrei a letto molto più felice, ahahaa.
Giustamente Sigyn inizialmente è turbata, e vorrei ben vedere: lei è cresciuta come Sophie e non ha ricordi della sua vita precedente, sebbene in qualche modo senta di non appartenere del tutto a questa terra, e le insinuazioni circa la sua isteria la lasciano perciò quasi del tutto indifferente.
Piano piano ogni tassello comincia ad andare al suo posto, e la brama di Loki, mediante i suoi racconti diventa sempre più evidente: se ci si ferma a riflettere, l'essere condannati all'insoddisfazione perenne è davvero una maledizione tremenda che rischia di spingere qualcuno verso l'autodistruzione çç.
Ma se c'è qualcuno in grado di navigare attraverso questo caos questi è proprio Loki di Asgard ♥ e i suoi mille e uno inganni: se pensiamo a quanto poco cento giorni contino per lui, ci ha messo veramente poco a convincere Sigyn della sua vera identità ^^.
Speravo che alla fine l'avrebbe portata via con sé e l'immagine di lei, fredda e immobile ma serena, quasi preda di un'estasi ha un che di davvero poetico *^*.

Bella bella bella!
Attendo i nuovi aggiornamenti, ma nel frattempo sono felice di poter recuperare anche questi gioiellini!
un bacione grande!

Bennina

Recensore Master
28/09/20, ore 21:15

Non sono solita infilarmi in fandom che non conosco – è uno dei tanti motivo per cui ti ho sempre osservata da lontano, leggendo di tanto in tanto le cose che lasciavi sparse nel gruppo di Facebook, un po' gelosa di non poter capire la bellezza della tua scrittura. Dovrei fare una precisazione: i film di Thor li ho visti, ma è passato talmente tanto tempo che sembra una vita fa. E davanti a ciò che leggevo a sprazzi mi sentivo innaturale, stonata per così dire.

Oggi tuttavia ho trovato l'estratto e ho pensato che era giunto il momento di rompere le barriere e venire qui a leggere una storia che iniziasse e finisse alla perfezione: ti dirò, approcciarmi a te con una one - shot credo sia il modo migliore. Ti scopro in una forma piena, non in quella frammentata di una long che racchiude misteri e bravure. Qui è tutto completo e perfetto: delinea alla perfezione quello che tu ci vuoi trasmettere. Come ti ho già detto, ho paura di un tuo riscontro, perché sei tanto elegante, tanto meravigliosa nello scrivere: mi hai incollato allo schermo solo dalle prime righe, una capacità che davvero pochi autori hanno.
Solo che sai, appena cominci a leggere è difficile staccare gli occhi un secondo, perché vuoi davvero sapere che sta combinando Loki questa volta e capire chi sia, questa Sophie misteriosa, il perché di quell'amuleto, dei suoi sogni che ogni notte le vengono a raccontare di un uomo che non conosce e che la fa sembrare una pazza, un'isterica agli occhi di tutti gli altri. Ma non è un sogno, lo capisci la notte che lui si presenta dopo il rituale, non è fittizio: Loki è lì e la può toccare, può raccontarle di una vita che ha vissuto e ha dimenticato, può farla sua. La bacia e ogni volta che Sophie si sveglia ha sulle labbra l'ombra di ciò che ha realmente sognato, la maglietta spostata. E allora attende la notte ancora, per cento notti solo per perdersi in un sogno che diventa sempre più reale, in cui è sempre più coinvolta: si immerge in un freddo glaciale, in un dio ingannatore, ma riesce anche a tenergli testa, dimostrandogli ancora una volta che davvero lei è e sempre sarà la sua Sigyn. Un suo che ha lo stesso sentore della libertà: si appartengono, ma sono anche divisi, sono infiniti, ma fatti di pause.

Non so più che sto dicendo, sono stanchissima perdonami. L'unica cosa che posso affermare è che l'ho amata: il tuo stile, la tua bravura a rendere le cose interessanti, le parole che hai scelto, le atmosfere, i dialoghi, ogni singola cosa. Non vedo l'ora di leggerti ancora, sei straordinaria.
Sia ❤

Recensore Veterano
03/06/20, ore 14:23

WOW
Anzi, lo dico alla Nico: Ma porca di quella porca! Ma porca di quella Tr***!
Questa storia è a dir poco spettacolare! Ricalca più il Loky mitologico di quello cinematografico-fumettoso, ma mi piace! Oh se mi piace!
Lui è il dio dell'inganno! Non sa rinunciare a niente! Se commetti l'errore di evocarlo, ne pagherai lo scotto! E in questo caso Sophie l'ha pagato! Ed era davvero molto, molto salato!
Complimenti! Davvero spettacolare! Ammirevole anche la piccola legenda con le spiegazioni per persone che non sono particolarmente avvezze alla mitologia nordica (come il sottoscritto, anche se ho letto il Kalevala!) davvero magistrale, davvero brava!
Inoltre il punto 8 potrebbe essere indirettamente collegato a Ragnarok...chissà...
Meravigliosa storia, per quanto breve! Davvero, ottimo lavoro!

Recensore Master
16/05/20, ore 22:11

Ciao, ho deciso di passare di qui perché di questa storia m'attirava molto il titolo e anche il genere angst. Comincio con il dirti che mi piace moltissimo il tuo stile di scrittura perché usi sempre delle parole ricercate e ogni volta che ti leggo imparo almeno una parola nuova. In generale le atmosfere che descrivi riescono a essere sempre molto incisive e poetiche, molto eleganti. Secondo me è anche merito dei contesti che scegli, sai scegliere molto bene i luoghi e i tempi in cui ambientare le tue storie.
Leggendo questa storia mi ha affascinato come sembri essere un mix di vera mitologia vichinga e gli eventi dei film di Thor e degli Avengers, anche se immagino che siano rivisitati se questa storia si svolge prima di quando siano ambientati i film, si svolge a inizio novecento. In questa storia si respira benissimo l'ambientazione e l'epoca storica, anche grazie ai riferimenti che hai inserito agli studi di Freud all'epoca quasi contemporanei e sicuramente attuali (oggi per fortuna alcune sue teorie come quella dell'isteria sono state giustamente smentite).
Credo di aver capito che Sophie fosse una specie di reincarnazione di Sigyn, e mi è sembrato da uno degli ultimi paragrafi che forse non fosse la prima volta che la dea si incarnava in un'umana? In che senso a suo tempo Loki la sacrificata? E lei non gli porta rancore per questo? Il fatto che Loki l'abbia sacrificata ha qualcosa a che fare con il fatto che lei non fosse più una dea ma uno spirito incarnato in un essere umano?

In questa storia mi è piaciuto molto come hai descritto il Dio degli inganni, certo è sempre se stesso eppure in alcune tue storie è più consapevolmente ingannatore e in altre forse un pochino più in balia degli eventi. In questa storia lui racconta di essere stato in balia degli eventi, quando si è trovato a dover servire delle potenze più oscure di lui, però non sono davvero sicura che lo fosse più. Era davvero prigioniero in un medaglione tanto per cominciare? Alla fine la ragazza afferma di aver capito che lui non avrebbe avuto bisogno di lei, che lui avrebbe potuto farne a meno e liberarsi da solo; forse perché il rituale era stato sufficiente? O forse lui non era mai davvero stato prigioniero e aveva solo usato il rituale per venire su Midgard e riprendersi la sua sposa? Questo per me rimarrà un interrogativo perché magari lo hai scritto anche fra le righe ma mi è rimasto il dubbio. Di sicuro ho adorato il modo in cui in cento notti lui l'ha intrigata, irretita, sedotta, le ha fatto ricordare cose che già sapeva, le ha fatto rivedere Asgard, e in poche parole si è reso indispensabile per lei. Insomma si può cedere al fascino di Loki oppure desiderare di mantenere una distanza per sfiducia (è pur sempre il Dio degli inganni), ma onestamente come si fa a tornare alla propria vita normale dopo aver udito i racconti di un Dio dalla sua stessa voce? Come si fa a tornare alla banalità di una vita senza Loki? Senza anche banalmente lo stimolo intellettuale che è Loki? Per non parlare di quanto sia affascinante, non solo a livello fisico, ma per la corda che fa vibrare nell'anima, quella corda che è il bisogno umano di sentimenti forti e di un senso nella vita. Lui ammette questo grandissimo difetto che però secondo me è anche un pregio e in definitiva è la sua vera essenza: non si accontenta. E non è forse questo lo spirito stesso dell'essere umano? Non è forse questo che ha spinto Adamo ed Eva a mangiare la mela nella mitologia abramitica, Prometeo a rubare il fuoco nei miti greci, non è forse questo che spinge in avanti il progresso umano? Secondo me Loki è lo spirito del progresso, in senso lato, non dello sterile progresso positivista di fine '800 - inizio '900 (non può esserlo visto che lui è uno spirito e che probabilmente riderebbe di certe idee umane dell'epoca, l'intera idea di relegare i miti a superstizioni probabilmente l'avrebbe fatto ridere). Trovo ironico che lui sia allo stesso tempo uno spirito ancestrale e una creatura che guarda sempre al futuro, e lui stesso incarna questa dualismo perché anche se guarda sempre al futuro non dimentica mai il passato. Questa storia comincia con lui che racconta di tutto quello che ha fatto per Asgard, e questo è molto significativo. È un Dio rancoroso? Diamine, se è vero che gli Aesir non dimenticano è praticamente impossibile non esserlo. Alla fine lui non è stato trattato bene. Ma il fatto che lui non dimentichi il passato significa anche che sia disposta a mettere in piedi questo teatrino dei cento giorni per riavere la SUA Sigyn, rivelando di essere anche una creatura fatta di emozioni profonde e viscerali, una creatura che vuole tutto. Vuole anche riprendersi quello che un tempo ha sacrificato.
Io non so come faccia questa santa donna a voler stare con lui, ma allo stesso tempo sono convinta che chiunque vorrebbe stare con lui.

Recensore Veterano
25/04/20, ore 13:44

Per una volta, apro la recensione con una diretta citazione tratta dal tuo testo: "No, il suo vizio capitale era racchiuso e definito dall’incapacità di accontentarsi, dalla tensione che lo spingeva a ottenere un risultato e a volerlo superare un momento dopo. Un difetto che gli aveva infettato il cuore, lasciandolo perennemente affamato di gloria e assetato di conoscenza, rendendo la sua esistenza divina simile all’instancabile ricerca dei midgardiani di cui parlava con tono tanto beffardo – di lei. Il destino di Loki era tentare di spegnere un fuoco che avrebbe bruciato per sempre e che, per questo, era ancora più splendido."
Di tutte le meravigliose descrizioni che hai tessuto su Loki, questa è quella che mi ha colpito di più. Hai espresso con un'invidiabile minuzia l'intrinseco essere di Loki, dio degli inganni, condannato a rimanere per sempre insoddisfatto in ogni suo più intimo e ossessivo interesse. Come credo di averti già scritto in altre recensioni, mi viene spontaneo esprimere tutto il mio amore per il tuo stile. A tratti sorprendentemente mellifluo, alternato a momenti di sincera crudeltà che non stonano affatto con la narrazione e la caratterizzazione dei personaggi. In particolare, sto imparando ad apprezzare (e amare) il personaggio di Sigyn, che ad ogni racconto mi ispira sempre un po' di più. L'espediente che hai utilizzato per scrivere questa storia è uno dei più interessanti che io abbia mai letto fino ad ora: Loki, prigioniero di una maledizione, seduce la reincarnazione di Sigyn, tentandola per cento notti (la definirei una variante elegante e rivisitata del pretesto di "Le mille e una notte") per poter ottenere la libertà agognata e, incapace di accontentarsi, la sua vita. Sophie si scopre Sigyn notte dopo notte, tra i racconti dello spirito che la infesta, ed il mare di parole dal quale finisce per lasciarsi cullare. Il modo che Loki ha di sedurla è sorprendentemente sensuale, mai volgare, ma elegante, proprio come lo si potrebbe immaginare (e non diversamente). La narrazione appare una climax che lascia paragrafo dopo paragrafo con il fiato sospeso. Mi sono persa nelle tue parole (persa nel senso di immersa, ndr) senza riuscire a capire fino alla fine dove il dio degli inganni stesse andando a parare. Ho colto il suo astio nei confronti del suo passato, la malinconia nel suo tono, la rabbia velata e la brama inarrestabile di avere di più, sempre di più, su ogni cosa. Ciò che però mi ha lasciata senza parole (e fiato), è la conclusione, in cui Sophie cessa di esistere come midgardiana e ritorna nel regno degli spiriti nei panni della Sigyn - dea della fedeltà - di cui tanto Loki ha tessuto le lodi. Improvvisamente tutto acquista un senso, la pausa che la dea secolare ha avuto incarnandosi in Sophie è finita, e ha ripreso il posto accanto allo spirito di Loki, il quale non ha saputo essere soddisfatto fino alla fine. Alla fine, tutto si svela essere opera di Loki, tra inganni e giochi di parole, e tutto quanto acquista senso, come un cerchio che delicatamente si chiude.
Il tuo modo di descrivere sentimenti e azioni è un incanto, così come lo è l'uso friendly del lessico nordico. Dai l'impressione costante di sapere la loro storia a menadito (cosa di cui non ho più dubbi, ormai).
Sei grandiosa, un vero piacere per cuore e spirito.
A presto,


N.

Recensore Veterano
11/04/20, ore 17:40

Con questa mi hai letteralmente lasciata senza parole. Il Loki che descrivi è quello che abbiamo visto nel canon, certo, eppure l'analisi che fai del personaggio non si sofferma in superficie, ma scava a fondo, andando ad esaminare i suoi desideri più profondi, quell'avidità che non è solo di potere o vendetta ma è un desiderio di avere tutto, ogni cosa voluta o meno, e la fine non fa altro che rafforzare questo concetto, una fine che in realtà non mi aspettavo, ma poi leggendo l'ultimo paragrafo è come se mi dicessi "non ho fatto che avvertirti per tutto il corso della storia" e nonostante questo hai saputo cogliermi di sorpresa, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. Forse perchè quello che inbastisci per tutta la shot è un complicato gioco psicologico con il quale Loki non cattura solo Sygn ma il lettore stesso e non so, alla fine ci credevo anche io che Loki volesse solo la sua libertà e magari sì, continuare ad essere presente nella vita della ragazza, ma non mi aspettavo che in realtà non avesse mai avuto bisogno di lei per liberarsi e tutto quello che ha fatto, il suo passare cento notti a raccontare di sè, non fosse altro che un astuto modo per prendersi anche Sygn, perchè la vuole possedere proprio come tutto il resto. Mi è piaciuta questa concezione meno romantica del loro rapporto, questo legame che è più fisico, mentale, perchè dopotutto è la mente il principale parcogiochi in cui Loki ha sempre amato dilettarsi. E Sygn non ha scampo, perchè anche se all'inizio tenta di resistervi, alla fine cede e anche se in un certo senso viene presa in giro, non ho avvertito rabbia o risentimento da parte sua, perchè è un po' come se quello che è accaduto alla fine lo volesse anche lei, ammaliata da Loki, dalle sue storie, da quel legame eterno che sembra legarli.
La storia, che è scritta anche molto bene, mi è piaciuta molto. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, complimenti! Alla prossima, Baci.

Recensore Master
11/04/20, ore 17:08

Eccomi qui, in pauroso ritardo, questa settimana, ma ci sono, come sempre! :)
Dunque... ho apprezzato molto il prompt sui vizi capitali (e Loki, come dici giustamente tu alla fine) ne ha tanti, ma hai scelto quello più incalzante!
Loki è sicuramente un dio, eppure è talmente vicino alla natura umana che è impossibile non considerarlo un proprio simile. In lui vi è una fiamma imperitura che non si esaurisce mai, che vuole sempre di più, che pretende sempre oltre, che non è mai soddisfatto, esattamente e amabilmente come la natura umana.
Anche in questa one shot compare ovviamente la nostra Sigyn, che qui a fattezze mortali, prima di tornare ad essere quella che è sempre stata. Le descrizioni, l'attrazione, e il particolare della camicia sbottonata ogni mattina al risveglio, le ho trovate perfettamente calzanti senza sforare, al solito, nelle descrizioni vere e proprie :)
Mi piacciono molto gli elementi sovrannaturali, qui resi benissimo dalla possessione mentale, che hai reso splendidamente.
In qualunque salsa mi metti questi due, sono sempre fantastici, si vede proprio che ci sei particolarmente legata!
Un'altra piacevolissima lettura! :)

Recensore Master
09/04/20, ore 23:34

Ciao!
Questa storia è stata molto intensa, ha una dimensione onirica assolutamente importante che mi ha molto colpito. Mi piace come hai tratteggiato il personaggio di Loki qui; le sue parole nella prima scena risultano affascinanti e ammalianti, è facile rimanerne ammaliati. Lì per lì l'utilizzo del nome Sophie mi aveva un filo confusa, ma si è rivelato una stratagemma narrativo assolutamente interessante. Un altro aspetto che mi ha colpito è l'utilizzo che hai fatto di quello che alla fine - indirettamente o meno - è il tema centrale, ovvero quello dell'accontentarsi per avvicinare i due personaggi: da un lato abbiamo Sophie/Sygin, che non riesce ad accontentarsi di quello che ha e dall'altro Loki, che fino alla fine ribadisce come la soddisfazione non sia qualcosa di proprio della sua natura, come ribadiscono anche i suoi movimenti e le sue scelte. Come sempre, hai dato prova di capacità descrittive ed introspettive strabilianti, chapeau.
Il titolo inoltre mi è sembrato molto coerente con quelle che sono le tematiche trattate: Loki appare davvero come una presenza oscura e vi sono continuamente delle parole suadenti espresse in eleganti sussurri.
Complimenti davvero, una lettura davvero interessante!
Alla prossima,
Desy

Recensore Master
25/03/20, ore 21:34

Ciao!
So di avere ancora "Scintille" in corso, ma questa volta ho scelto per una volta (perdonami!) di ascoltare le tue indicazioni, e per lo scambio sono approdata su una one-shot.
È una cosa che credo di averti già detto, ma che più ti leggo, più ammiro: mi piace moltissimo come tu riesca a giocare sempre con gli stessi personaggi, declinandoli in contesti e universi tanto diversi, rendedoli però sempre fedeli a loro stessi. Ogni tua storia, pur essendo ricamata attorno agli stessi personaggi, non è mai uguale a un'altra, e anzi ritrovare Loki e Sigyn è sempre un'esperienza bellissima, perché ogni volta aggiungi una prospettiva nuova sul loro rapporto, che è sempre complesso e ricchissimo.
Devo dire che in questo caso ho amato moltissimo questo risvolto un po' più oscuro e cinico: innanzitutto, ho proprio adorato il periodo storico in cui hai scelto di ambientare questa storia: il contrasto tra la scienza che lentamente impara a rischiarare il mondo e l'interesse per spirirismo e rituali considerati quasi "epserimenti da salotto" è qualcosa che mi affascina sempre moltissimo, e calare una storia dove il sogno diventa lo spazio narrativo principale nel periodo in cui la psicanalisi freudiana inizia a muovere i suoi passi è davvero geniale.
Ciò che domina tutto il racconto, qui, è Loki: Loki, con la sua voce ammaliante, capace di irretire chiunque e creare inganni e mezze verità, Loki che, prima ancora che con Sigyn, gioca con il lettore, attirandolo nelle trame dei suoi racconti in apertura della storia, catturandolo completamente prima ancora che la narrazione abbia tempo di dispiegarsi appieno.
Mi è piaciuto davvero tanto il ritratto che ne emerge: questa figura ambigua, affamata, incapace di accontentarsi di quel che ha, incapace di essere soddisfatto anche quando sembra aver appena raggiunto il proprio obiettivo. Una figura incapace di essere costretta nei limiti (e per questo paradossalmente prigioniera), una figura incontenibile, una figura che deve sempre andare oltre (per restare in tema di Dantedì, magari sono fuori strada, ma per certi versi mi ha ricordato molto l'Ulisse dantesco, così incurante delle conseguenze nella sua fame di avere sempre di più).
Davvero affascinantissimo.
Mi è anche molto piaciuto vedere il legame di Loki e Sigyn così declinato: il loro è sempre un legame che trascende lo spazio e il tempo, e questa storia lo dimostra pienamente. Ho anche apprezzato che, questa volta, tu abbia scavato un po' di più nelle ombre che restano in un simile legame: nel desiderio, nel torbido, in ciò che resta quando un ammaliatore decide di avere tutto e di farlo costruendo un castello di inganni.
Insomma, anche questa storia mi è piaciuta moltissimo: ho amato la sua costruzione complessa ma sempre coerente, e tutta la struttura di rimandi che la regge e la attraversa.
Complimenti davvero!

Recensore Master
01/02/20, ore 11:56

Ciao!
Questa volta ho deciso di sfruttare l'iniziativa del Giardino per curiosare un po' tra le storie che non ho ancora letto. Questa qui mi ha attratta sin dal titolo (e mi chiedo come sia stato possibile che l'abbia letta solo ora!).
Di spettri oscuri e di racconti sussurrati è proprio quel tipo di titolo che evoca un personaggio come Loki, in grado con le sue parole sussurrate di trascinare chiunque in un baratro buio, fatto di verità che potrebbero essere tali e potrebbero essere menzogne. Un'aspettativa, questa, che non è stata affatto tradita dalla storia, anzi!, mi sono ritrovata a empatizzare ancora una volta con Sigyn, succube del fascino ammaliatore e spietato di uno spettro regale come un re e affamato quanto la lupa dantesca.
L'incipit, affidato alle parole di Loki, è fantastico. Immerge immediatamente nell'atmosfera del racconto, rapisce e ammalia. Inoltre, mi è piaciuto questo azzardo di iniziare il racconto con una parte dialogica anziché descrittiva, è un'introduzione in media res riuscitissima, perché appunto dà subito l'idea di quali sfumature affronterà il racconto, di quanto buio siano sporche le righe che seguono.
Ho amato il nome umano di Sigyn, non so se sia stato un caso, ma il fatto che la derivazione greca ci informa che abbia il significato di sapienza, che io associo inevitabilmente alla conoscenza, mi è parso quasi un presagio. Un presagio che dà notizia di una donna destinata a varcare dei confini, a essere in grado di comprendere le trame di uno spettro che in un'altra vita è stato un dio.
Altro dettaglio che mi è piaciuto tantissimo è la circostanza che conduce l'amuleto tra le mani dello zio di Sophie: il fatto che sia stato lo stesso Odino a interpretare il ruolo di "intermediario" mi è parso quasi un modo per concedere a quel figlio sporco di tradimento un'ennesima possibilità. Perché in fondo anche questo è nella sua natura, anche sbagliare, generare caos, pagare dazio, e poi fare ritorno tra gli Asi, lì dove continua a essere il posto che gli spetta per diritto non di nascita, ma filiale sì – nonostante tutto, è figlio di Odino.
Ho amato l'espediente onirico! L'ho utilizzato anche in una mia storia e in generale mi piace sempre molto quando il sogno tramuta in qualche modo in un incubo confuso dove un personaggio entra in contatto con qualcosa che non comprende, che è altro e che lo tenta. L'immagine di Sigyn che incontra Loki ogni notte, per cento notti, pendendo dalle sue labbra, desiderosa di perdersi in lui, bramosa di un suo tocco, dipendente dalle sue parole, è affascinante e terribile allo stesso tempo, perché in questo tuo racconto lei non è che una preda, l'ennesima che Loki reclamerà, perché la soddisfazione non è nella sua natura (collegandomi a questa frase che fa da base all'intero racconto, ammetto che ho rivisto molto del Loki di Solo un accordo in quello di questa storia; quest'ultimo è forse caratterizzato da un cinismo più marcato, da scrupoli che non esistono più – forse già sconfitti nelle precedenti vite vissute –, ma resta il fatto che ho ravvisato tanti punti di contatto, un dettaglio che mi è piaciuto perché dimostra quanto questo personaggio sia tuo, ma che da un altro punto di vista mi ha fatto tremare un po' pensando ai rischi cui è esposta Sigyn nell'altra storia!).
Le cento notti di racconti tremendi e fantastichi che ammaliano Sophie sino a ricordarle di essere lei, di essere stata Sigyn, e le installano il desiderio (o necessità?) di tornare a essere la dea della fedeltà, di abbandonare la vita mortale, hanno regalato alla storia un ritmo lento e fatto di continua tensione, una tensione che non esplode neanche in conclusione, dove tutto resta nel limbo, tutto resta amaro, perché tutto torna come doveva essere e tra le dita del lettore non resta che un inganno riuscito – la vittoria di chi non sa accontentarsi e allora reclama tutto. Inoltre, questa trama così articolata mi ha piacevolmente ricordata Le mille e una notte!, sia pure a ruoli invertiti e con alla base motivazioni diverse – anche se, a pensarci, sono pur sempre vite quelle in gioco, anche se nel tuo caso sono vite al di là dell'umano.
Non voglio ripetermi sullo stile, perché ormai sai cosa penso, ma leggerti è veramente un piacere, le tue parole si articolano l'una dopo l'altra con tanta di quella naturalezza che sembrano essere nate tutte insieme, nello stesso istante, per vivere tra le tue pagine.
Credo sia evidente, questa storia mi è piaciuta tantissimo! E mi è piaciuto anche il risvolto amaro che in queste righe ha il rapporto tra Loki e Sigyn, perché è coerente al Loki ancora più spietato, più insaziabile, protagonista di questo racconto.
Complimenti come sempre!
Un abbraccio e a presto!

Nuovo recensore
22/01/20, ore 16:36

allora, oggi sono in vena di recensire, come avrai notato...Avevo questa storia da un po' nelle ricordate e finalmente mi sono ritagliata un po' di tempo per leggerle. All'inizio non ho potuto fare a meno di notare il riferimento al mito, Loki incatenato nel Sogno (tra l'altro ho da poco finito di leggere il Canto del Ribelle, quindi era inevitabile), che ho apprezzato molto. Quando ho letto "Sophie" è stata una sorpresa perchè da te mi aspetto sempre e solo Sigyn, poi tutto si è fatto più chiaro e misterioso allo stesso tempo. E, ovviamente, intrigante. Mi è piaciuta davvero molto e mi ha molto affascinato, Complimenti Vivissimi!!!
Continua così!
A presto!
Francis Joy
(Recensione modificata il 22/01/2020 - 09:47 pm)

Recensore Master
16/12/19, ore 13:59

Ciao, carissima!
Eccomi qui per festeggiarti e ti chiedo scusa per il ritardo. Ho letto la storia venerdì, ma ho trovato tempo di passare solo oggi, perché sono stati giorni infernali.
Passando alla storia: è stata davvero una shot intensa, che ho amato dalla prima all'ultima riga. La cosa che ho senz'altro apprezzato più di tutte è stata senz'ombra di tutto il tono del racconto, e la sua atmosfera quasi ultraterrena, quel senso di etereo e d'impalpabile che permea le righe della tua storia. Ho adorato il fatto che non vi fosse azione vera e propria, ma dialoghi e ragionamenti, voci sussurrate e riflessioni; come sai, adoro i racconti introspettivi e questo lo è senz'altro: attraverso i racconti di Loki, Sigyn - che all'inizio non è Sigyn - ha modo di scandagliare la propria mente, la propria anima e di scoprirsi e riscoprirsi; ha modo di dubitare di se stessa, di ciò che è e di ciò che crede e, infine, si trova a conoscere la verità sulla sua natura, ad accettarla. È un viaggio nella mente di Sigyn, che Loki le fa intraprendere quasi forzatamente e che la induce a porsi faccia a faccia con una realtà che altrimenti le sarebbe passata inosservata.
E Loki, quanto ho amato il Loki che hai dipinto in questa storia: uno spettro che sussurra. un'entità sospesa tra l'una e l'altra realtà, qualcosa d'inafferrabile che, però, si può anche toccare. la sua scaltrezza, la sua parlantina e la sua oratoria sono ben visibili nel corso della storia, nei cento giorni che lui impiega per irretire Sophie/Sigyn, per portarla dalla sua parte, per farla sua (di nuovo). I suoi discorsi sono ammalianti, il suo modo di porsi con la ragazza anche, e delineano perfettamente la personalità del dio, nonché la sua fierezza e il suo orgoglio, il suo rimanere composto e non piegarsi nonostante tutto, nonostante per Asgard abbia dato ogni cosa e sia stato ripagato solo con delusione e amarezza. La soddisfazione non è nella sua natura e tu qui hai fatto passare davvero con forza questo concetto, il modo in cui Loki ammette quasi serenamente e orgogliosamente di non riuscire ad accontentarsi mai e di volere sempre tutto, sempre di più. Per lui, la sua sete inestinguibile non è un difetto, non è qualcosa da detestare come fanno gli altri, ma è un fuoco da alimentare e nutrire, una maledizione che però maledizione non è.
E Sigyn, che all'inizio lo rifugge ma non lo teme, si trova man a mano invischiata nella tela di Loki, si trova intrappolata nelle sue trame e non può far altro che cedergli, perché ciò che sono stati riaffiora, seppur inconsciamente, e il loro amore è l'ultimo tassello per farla cedere, per farle dire di volere Loki libero, di voler dare la vita per lui. Un amore che, qui, è di sfondo rispetto al resto, ma che comunque ha il suo ruolo di estrema importanza e senza il quale, forse, le cose sarebbero andate un po' diversamente.
E il finale, bellissimo, che ho adorato e che è perfettamente in linea con ciò che Loki rappresenta: lui non aveva davvero bisogno di essere liberato da Sigyn, non necessitava che lei lo volesse; ha architettato tutto perché la soddisfazione non è nella sua natura e lui la voleva di nuovo con sé, non voleva lasciarla indietro, in un mondo che non le apparteneva davvero. Come sempre, lui voleva tutto e tutto ha ottenuto grazie alle sue trame che ne fanno il dio dell'inganno. Sigyn si è potuta felicemente ricongiungere con lui, dando tutto, ogni cosa, proprio come Loki ha fatto per Asgard.
Una storia davvero meravigliosa e intensa, che ho apprezzato tantissimo e che sono stata ben felice di poter leggere. Immergermi nelle tue perle è sempre un piacere.
A presto <3<3<3

Recensore Veterano
12/12/19, ore 22:49

Ciao cara, eccomi qui per festeggiarti!
E che dire? Come al solito hai 'festeggiato' tu me! Anche se non c'è proprio una storia d'amore (come hai fatto notare) c'è stata, in questa storia, un legame così profondo che non è per niente inferiore.
Anche se dovrei sgridarti perché ultimamente leggo storie in cui Sygin perde il lume della ragione o crede di perderlo! ah ah ah.
No, scherzi a parte, non mi hai deluso neanche stavolta, con questa os così magica e velata, quasi impalpabile, vedo benissimo il fruscio di luce argentea che svolazza nell'aria come un lenzuolo steso. Mi è piaciuta particolarmente.
Loki è, veramente, il dio degli inganni qui! Ce lo vedo benissimo (beh, come me lo sono immaginato dalle tue storie) in tutte le situazioni che descrivi.
Brava brava brava, leggerti è un piacere immenso che mi porta in posti sconosciuti e bellissimi.
Grazie ancora!!

Mo

ps. Sophie è il nome di mia figlia!!! <3

Recensore Master
09/12/19, ore 02:05

"Cos’ho fatto per Asgard? Tutto."
Questa la glaciale domanda con cui si aprono i pensieri del nostro Loki Laufeyson, e più che mai si nota la sua doppia natura e la sua mancanza di spazio in nessuno dei due mondi in cui vive. Né quello dei Jotunn, da cui proviene e da cui è stato strappato, né quello dorato e bellissimo degli Aesir di cui non si è mai davvero sentito parte.
Eppure Loki è orgoglioso, consapevole di chi è, e affronta faccia a faccia tanto gli interlocutori quanto il lettore senza fare una piega, e certamente con i capelli fuori posto. 
La sua interlocutrice, almeno sulle prime, non è Sigyn, ma Sophie, un personaggio che non mi aspettavo ma che immediatamente suscita la mia simpatia. È curiosa, attiva in un contesto molto più grande di lei, capace di fronteggiare persino Loki senza lasciarsene consumare. C'è un effetto su di lei, certo, ma non lo teme e se ne lascia sedurre con consapevolezza. L'ambientazione che la circonda è una bellissima boccata d'aria fresca, diversa sia da Asgard che dalla Midgard che compare nei cinecomic e nei fumetti, e c'è una bellissima atmosfera gotica che non si può non apprezzare. 

Poi arriva la botta: Sophie = Sigyn. 
Un encomio in particolare per la descrizione di Loki, quella fisica mentre emerge e si mette alla luce della lampada. Il confronto con Sophie prosegue quell'atmosfera gotica stabilita in precedenza. Sophie non è dolce come Sigyn, ma lui se la gestisce altrettanto bene. Lei non si fa intimidire, nonostante Loki sia ben più forte di lei, e questo lo rispetto. As it's known. 
Adoro come più avanti parli di lei come "Sophie o Sigyn", come se in lei si stesse verificando una metamorfosi che fa riemergere la Dea della Fedeltà sopita in lei e riportassero il suo corpo sui binari originari. 
E similmente si dipana il suo rapporto con Loki, che prosegue attraverso i suoi racconti, e pare quasi di sentirlo, Tom Hiddlestone con la sua voce sottile e l'accento british, che parla a una bionda Sophie o Sigyn in vestaglia e la ammalia, la seduce, e addirittura le da un bel bacino~

Si intuisce lo scorrere del tempo, il solidificarsi del rapporto tra Sophie o Sigyn e Loki, il panico e l'ignoto che si mischiano alla consapevolezza e al fascino – anche estetico – del Dio dell'Inganno. Un fascino che cresce al punto da cancellare tutto il resto, inclusa la realtà terrena e tangibile. Si percepisce quasi un malato contagio, nella fascinazione crescente e nella brama caratteristica di Loki che Sophie o Sigyn fa sua. E alla fine, alla proverbiale centesima notte, Sophie o Signyn decide di tornare ad essere una delle due. E ovviamente sceglie Sigyn, perché le vogliamo bene. Anche se quasi odiamo Loki per quello che accade dopo. Si percepisce cosa sarà, ti devasta... ed eccola qui, la povera Sophie non Sigyn che è morta. Anche dalla distanza caratterisrica degli Dei, da cui Loki e Sigyn osservano ciò che ha avuto luogo, si percepisce l'orrore della giovane morte e del lutto di famiglia. Questa è sicuramente la parte che ho amato di più. Così fredda, così agghiacciante, eppure con una certa macabra bellezza. Grazzzzie, Loki. E vaffa.

Ma niente vaffa per te, che sei bravissima e ancora una volta hai veramente dimostrato di saperci fare.
Una trama molto particolare, con un'ambientazione speciale e una "nuova" protagonista che brilla come si deve assieme al meraviglioso (vaffa) Loki.
Alla prossima.
Lady R

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