E eccomi di nuovo qui,
questo breve racconto è adorabile. Come "Hope", anche questo è intinto di una bellissima magia: quello della brevità che ti trascina in un mondo nuovo, diverso, magico.
A differenza dell'altra, questa storia è più spensierata, sebbene il finale sia quasi dolce/amaro, siccome Alice si dimentica di Kai. Quest'ultimo è adorabile, sembra il tipico ragazzino che ha una cotta per qualcuno e che, per non darlo a vedere, si comporta in modo arrogante e quasi dispettoso, sebbene il gesto della giacca sia di una dolcezza oltremodo disarmante. Ma la cosa più bella è che Kai è il ragazzino che alberga i sogni di Alice e non quelli di una ragazzina innamorata, ma quelli che si fanno di notte quando si dorme. Bellissima questa immagine del ragazzino che si palesa al di fuori della realtà onirica di una fase REM. E che, come se fosse il suo angelo custode, le dedica attenzione nel momento in cui lei ne ha bisogno.
Eppure, come dicevo poco su, il finale resta dolce/amar siccome ci dici, da narratore, che Alice dimenticherà per anni l'episodio, che è racchiuso solo nell'oggetto che le è rimasto: la giacca nera.
Davvero complimenti per l'inventiva,
alla prossima,
Miry |