Recensioni per
Legami mortali
di Cara93

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/09/19, ore 18:24

Quarta classificata al contest "Darkest fantasy" e vincitrice del premio "Antieroe"

Grammatica e stile: 8/10
( 4 grammatica + 4 stile)

Dal punto di vista grammaticale, ho notato degli errori diffusi nella consecutio temporum, soprattutto nella parte iniziale del testo. Questo purtroppo, oltre a rappresentare un errore di per sé, ha reso anche la lettura difficoltosa e confusa, tanto che ho dovuto rileggere la storia per due volte, per comprendere bene la successione degli eventi narrati. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto in più punti)
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati relativi a quanto detto sopra.

“Gli individui come lui sono rari e la regina sa che, se lo avesse liberato dalle sue spire, l’avrebbe tradita alla prima occasione” ---> La frase dovrebbe essere ”Gli individui come lui sono rari e la regina sa che, se lo liberasse dalle sue spire, la tradirebbe alla prima occasione.”

“l’unica circostanza che permetteva ad Ardala di poter regnare incontrastata era il potere di controllare ed imprigionare la magia; o meglio, coloro che possedevano la magia.” ---> La frase dovrebbe essere ”l’unica circostanza che permette ad Ardala di poter regnare incontrastata è il potere di controllare ed imprigionare la magia; o meglio, coloro che possiedono la magia.”

”Conosceva la regina come nessun’altra creatura al mondo e probabilmente era l’unico di cui avesse imparato a fidarsi, a parte i suoi maledetti corvi senzienti.” ---> La frase dovrebbe essere ”Conosce la regina come nessun’altra creatura al mondo e probabilmente è l’unico di cui abbia imparato a fidarsi, a parte i suoi maledetti corvi senzienti.”

”Tutti credevano che Ardala avesse rafforzato le difese della fortezza attraverso la magia, ma così non era” ---> La frase dovrebbe essere ”Tutti credono che Ardala abbia rafforzato le difese della fortezza attraverso la magia, ma così non è”.

”Gli ha preso la capacità di regionare, lo ha reso incapace di obbedire cosicché quell’adolescente ebbro di ideali, che sognava soltanto un mondo migliore, che desiderava sfamare la sua famiglia, si è rivoltato contro i suoi compagni e con la forza rabbiosa di un pazzo, l’adrenalina alle stelle, li ha affrontati. A suon di forza bruta ed istinto ferino, prima di cadere a terra morto, ne ha infettati altri, che ne hanno infettati altrettanti.” ---> Anche qui la consecutio temporum è errata: il flashback è scritto tutto utilizzando il Trapassato Prossimo, per cui anche in questo passaggio avresti dovuto utilizzare tale tempo verbale, anziché il Passato Prossimo, che indica un tempo più vicino al presente rispetto all’altro. La frase avrebbe dovuto essere ”Gli aveva preso la capacità di ragionare, lo aveva reso incapace di obbedire cosicché quell’adolescente ebbro di ideali, che sognava soltanto un mondo migliore, che desiderava sfamare la sua famiglia, si era rivoltato contro i suoi compagni e con la forza rabbiosa di un pazzo, l’adrenalina alle stelle, li aveva affrontati. A suon di forza bruta ed istinto ferino, prima di cadere a terra morto, ne aveva infettati altri, che ne avevano infettati altrettanti.” Ti segnalo, inoltre, il refuso riguardante la parola ”ragionare”.

”Gli era subito chiaro che non avrebbe potuto nascondersi al potere della Rivale.” ---> La frase avrebbe dovuto essere ”Gli era stato subito chiaro che non avrebbe potuto nascondersi al potere della Rivale.”

Di seguito, invece, riporto gli altri sporadici errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.

”La sua enorme conoscienza, tutta la storia e la cultura del mondo, non l’hanno salvato dalla cattura.” ---> ”conoscenza”. Inoltre, tra ”mondo” e ”non” non va la virgola, in quanto i soggetti non devono essere separati dal verbo a loro riferito da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. (-0,3)

“Le persone era pasciute e felici.” ---> ”erano”. Refuso, per cui non sottraggo punti.

”Isibeal non era come si aspettava: dalla pelle candida come la neve, i capelli neri come l’ebano, la
bocca rossa come il sangue era di una bellezza soprannaturale e disarmante, per il Ladro” ---> Manca una virgola tra ”sangue” ed ”era”, in quanto il verbo non è riferito alla bocca rossa come il sangue, ma a Isibeal. (-0,1)

“Come gli uccelli e le catene, quelle pareti erano gli strumenti del potere di Isibel.” ---> ”Isibeal”, refuso.

”Tutta quella consapevolezza, quella superbia, lo irritarono, tanto da tentarlo dal provare di sopprimerla all’istante.” ---> ”a sopprimerla”, refuso.

”Ai suoi piedi, c’era una pozza di liquido giallastro, formata dalla sua saliva, da cui ancora le scendeva un rivolo dalla cavità che, presumibilmente era la bocca” ---> La parola ”presumibilmente” dovrebbe essere racchiusa tra due virgole, essendo un inciso. (-0,1)

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere davvero piacevole, lineare e pulito. Usi dei termini non troppo ricercati, ma non per questo il tuo modo di scrivere risulta povero o sgraziato. La scelta dei termini e i loro accostamenti contribuiscono a creare una narrazione scorrevole e chiara. Il tuo stile è molto funzionale alla narrazione e al tipo di storia che hai deciso di raccontare, a questa fiaba rivisitata in chiave dark: il modo in cui hai descritto si avvicina molto a quello adottato nelle fiabe di Andersen o dei fratelli Grimm e questo me lo ha fatto molto apprezzare. Ottimo anche l’uso della punteggiatura: utilizzi in maniera impeccabile e appropriata i vari segni d’interpunzione, dimostrando di averne padronanza e di conoscere l’utilizzo di ognuno di essi. Ho apprezzato, in particolare, l’uso che hai fatto delle virgole, che hanno contribuito a creare delle pause d’effetto e a sostenere il ritmo della narrazione.
Per quanto riguarda le descrizioni, ho molto apprezzato anche queste. Non le hai mai rese noiose dilungandoti troppo o appesantendole con troppi aggettivi; tuttavia, esse sono risultate chiare, d’impatto ed efficaci. Ti faccio i complimenti per il modo in cui hai dipinto il mondo da te creato e per come tu sia riuscita a creare delle immagini vivide e d’impatto, molto immersive: facilmente ci s’immagina il regno di Ardala, devastato dalla fame, e i suoi macilenti abitanti. Altrettanto facilmente, ci s’immerge nel mondo di Isibeal, totalmente opposto a quello della rivale, con i suoi luoghi ameni e rigogliosi e gli abitanti gentili e felici. Ho adorato il contrasto così netto che sei riuscita a creare tra i due regni, complice appunto il tuo modo di descrivere diretto e ricco di particolari, seppur non esagerato. Hai un modo di tratteggiare luoghi e creature davvero efficace e immediato, volto a creare subito nel lettore un’immagine vivida di ciò che sta leggendo, catapultandolo nella tua storia, a camminare tra i boschi del regno di Isibeal o tra i villaggi in rovina del regno di Ardala. Mi è piaciuta anche molto la descrizione che hai fatto di Wren all’inizio: efficace e d’impatto.

Caratterizzazione personaggi: 6,5/10

Nella storia, vengono nominati vari personaggi, anche se il protagonista principale è, senza ombra di dubbio, Wren il Ladro. Di lui, come già detto, offri un’efficace descrizione fisica volta a far comprendere subito al lettore le condizioni di agonia e tormento in cui verte: egli è prigioniero e sofferente, costretto a servire la malvagia regina Ardala. Nel corso della narrazione, scopriamo che Wren non s’interessa delle condizioni del regno in cui vive, e si limita a servire la Regina della Fame perché, egoisticamente, vuole salvarsi la vita, una vita che si prospetta essere eterna. Seppur nella brevità del componimento, sei riuscita a dare un’immagine precisa del personaggio e del suo modo di pensare e di vedere la vita: egli ha accettato quasi di buon grado la sua condizione, poiché questa gli porta dei vantaggi; non gli interessa se il resto del regno verte in condizioni pietose, perché lui è salvo e al sicuro e questo è tutto ciò che conta. Anche quando decide di tradire Ardala, non lo fa per sentirsi una persona migliore, per riscattarsi, ma perché ammaliato da un altro tipo di potere, quello di Isibeal, che gli fa credere che sia giusto essere prigioniero per permetterle di dare vita al suo regno, in un moto d’adorazione che è indotto. Non c’è riscatto in questo personaggio, non c’è pentimento: egli è fosco, egoista, sordo alla sofferenza, non è pietoso e non ha una moralità votata al bene; senza alcun dubbio, hai dato vita a un personaggio tetro e tormentato, che ho molto apprezzato per questo; Wren è malvagio e rimane tale fino alla fine: sembra avere un cambiamento al termine del tuo racconto, una svolta verso il bene dovuta alla meraviglia per ciò che ha visto nel regno di Isibeal, ma in realtà il suo comportamento è solo frutto di un’altra prigionia, una schiavitù forse peggiore della precedente e di cui lui, inizialmente, neppure si rende conto.
Nonostante tu abbia caratterizzato molto bene il personaggio, avresti forse potuto dire qualcosa in più su di lui. Avrei preferito leggere, ad esempio, qualcosa del suo incontro con Isibeal: ci dici che vede la regina e che l’aveva immaginata diversa da come gli appare, e poi ci dici immediatamente che non ricorda se l’ha attaccata o meno, e si trova di nuovo a vagare nel regno di lei, prossimo a scoprire di essere suo prigioniero. Sicuramente è stata una scelta dettata dal non voler rivelare subito al lettore questo particolare, ma il passaggio è risultato piuttosto confuso e privo di spessore, benché avrebbe dovuto essere uno dei momenti più importanti della tua storia. Avresti potuto giocare un po’ di più sull’introspezione di Wren, sulle sue impressioni davanti a Isibeal e alla confusione talmente grande da avergli fatto dimenticare cosa fosse successo. Anche nel momento finale, quando il ladro si strappa le catene e tradisce la Regina della Fame, avresti potuto soffermarti un po’ di più a spiegare meglio il motivo per il quale prova tutta quest’adorazione per Isibeal. Non è mai chiaro, in tutta la storia, per quale motivo abbia deciso di passare dalla parte di Isibeal e morire per lei: è davvero tutto frutto del potere della regina, o c’è anche qualcosa del libero arbitrio, in questa scelta? Allo stesso modo, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa del suo passato, che mi facesse comprendere cosa avesse vissuto e affrontato che l’ha fatto diventare quello che è. Ecco, con un minimo di introspezione in più il personaggio sarebbe stato perfetto.
Wren è anche, purtroppo, l’unico personaggio a essere ben caratterizzato. Arq ci viene presentato come un altro sottoposto della regina che, dopo anni di prigionia, ha deciso di servirla spontaneamente, cedendo persino il suo potere: viene detto che l’ha fatto per riacquistare una parvenza di libertà e che anche lui teme la regina. Le informazioni che ci vengono date sul veggente sono sufficienti a farsene un’idea, ma esso rimane un personaggio piuttosto marginale, utilizzato per giustificare l’immortalità di Ardala e la capacità di Wren di trovare la porta nascosta nell’albero (entrambi espedienti che ho apprezzato molto), ma a parte questo rimane un personaggio molto piatto e poco dinamico, nonostante, ripeto, ce ne fornisci informazioni sufficienti per comprendere chi sia.
Passiamo ad Ardala e Isibeal, le due rivali. Mentre della prima ci viene detto qualcosa in più, della seconda non si sa praticamente nulla. Di Ardala sappiamo che è una tiranna spietata, che assoggetta le creature magiche per accrescere il suo potere, privando così la terra di tutto il suo nutrimento e affamando il suo popolo. Sappiamo anche che si è resa immortale, legandosi ad Arq. Il motivo del suo agito, tuttavia, non viene mai spiegato: anela il potere e il controllo, ma perché? È un essere malvagio a causa di cosa? Purtroppo la descrizione che ce ne viene fornita è abbastanza superficiale: ci vengono ampiamente descritte le sue capacità, ma non la sua personalità. Ardala manca completamente d’introspezione e questo ha contribuito a non renderla un personaggio di spessore. Di Isibeal, invece, a parte la descrizione fisica e quella del suo potere, non sappiamo assolutamente nulla, se non quel poco che si può intuire dalla storia: essa è un personaggio evanescente, privo di una vera e propria definizione caratteriale. Presumibilmente è crudele tanto quanto Ardala, anche se in maniera meno plateale e più nascosta, ma nulla sappiamo dei suoi pensieri e della sua psicologia.
In sintesi, delle regine avrei preferito una maggiore caratterizzazione, dato che la storia si sviluppa dalla loro rivalità, rivalità di cui non si conosce l’origine e la ragione: Ardala forse teme che Isibeal possa prendersi anche il suo regno, ma a cosa sia dovuto questo timore è ignoto, perché i due regni sembrano coesistere ignorandosi. In generale, una maggiore introspezione dei personaggi avrebbe contribuito senza dubbio a renderli più dinamici e d’impatto. Ciò non toglie comunque l’ottimo lavoro fatto con Wren, che ho adorato.

Trama e originalità: 8/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia è ben costruita. Delinei bene il mondo in cui si muovono i personaggi e ne fai comprendere tutte le dinamiche. Ho apprezzato il fatto che ci venga presentato un momento presente, per poi sportare l’attenzione agli eventi che hanno condotto a quel momento, attraverso un flashback, per poi tornare di nuovo al presente. È stato un modo, questo, per stuzzicare la curiosità nel lettore e fargli domandare cosa fosse accaduto in precedenza. Sappiamo da subito che Wren non ha ucciso Isibeal, ma non conosciamo fino alla fine le sue sorti: sarà in grado di liberarsi dalle sue catene oppure no? È un quesito che assilla chi legge fino alla fine, tenendolo con il fiato sospeso e mantenendo accesa la sua curiosità. L’intreccio non è complesso, presenti una trama lineare e semplice, ma non per questo meno godibile. Nella sua semplicità, è ben costruita e strutturata: ogni cosa viene spiegata, dal mondo, al compito e destino di Wren, alla misera fine della regina. Non ho riscontrato incongruenze tra gli eventi: hai saputo gestire tutto alla perfezione, quindi ti faccio i miei complimenti. L’unico appunto che posso fare è che lo stacco tra presente e flashback è molto netto, e forse un passaggio più sfumato e chiaro avrebbe reso la lettura più agevole, ma questo è un gusto puramente personale, che non intacca in alcun modo il mio giudizio positivo sul tuo lavoro.
L’unico momento di confusione si ha, appunto, come detto in precedenza, quando Wren si trova al cospetto di Isibeal e poi, di nuovo, a vagare per il suo regno. Una trattazione più ampia e dettagliata del momento dell’incontro avrebbe reso più chiara la vicenda.
Per quanto riguarda l’originalità, quella che hai presentato è una rilettura in chiave dark della fiaba di Biancaneve. Questo avrebbe potuto penalizzarti, perché sarebbe stato facile ricalcare la fiaba popolandola di elementi cupi e foschi, tuttavia non è questo il caso. Sono rimasta sbalordita e colpita dal modo in cui hai riutilizzato la favola, rendendola perfettamente riconoscibile, ma al contempo facendola tua, reinterpretandola in un modo che non mi sarei mai aspettata. Ho adorato il potere della regina che le consente di soggiogare le creature e piegarle alla sua volontà: sebbene non sia un tema originale, tu hai saputo trattarlo in maniera interessante e accattivante. Un’altra cosa che ho decisamente amato in questa storia, è la trasposizione dei sette nani: all’inizio mi sono domandata dove fossero, perché presa dallo sgomento di Wren e dalla descrizione delle creature nelle celle (che ho a dir poco adorato), mi era completamente sfuggito il collegamento. Poi ho realizzato e di nuovo sono rimasta piacevolmente colpita: nella favola, i sette nani sono servizievoli con Biancaneve e adoranti, e tu hai interpretato tutto questo in maniera magistrale. Inoltre, mi è piaciuto moltissimo il fatto che i sette prigionieri non solo fossero un richiamo ai sette nani, ma rappresentassero anche i sette peccati capitali.
La storia da te presentata è molto classica per il genere, ma tu hai saputo svilupparla in maniera personale, rendendola godibilissima e inserendo elementi e chiavi di lettura che l’hanno resa particolare.
Gli elementi del Dark fantasy sono indubbiamente presenti: il regno di Ardala è macabro e fosco, caratterizzato da disfacimento e dolore. Anche nel bellissimo e fatato mondo di Isibeal c’è qualcosa che stona, che non va, come se fosse tutto troppo perfetto e, infatti, la regina si rivela subdola e crudele tanto quanto la sua rivale, spremendo sette sventurate creature per i suoi scopi. Il protagonista è un antieroe molto ben fatto, che non agisce per onore o bontà, ma per egoismo e sopravvivenza. Hai creato un racconto fosco, dove la malvagità si presenta in varie forme, in un mondo permeato di sofferenza e orrore. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 4,5/5

Wren è un ladro, quindi il personaggio del pacchetto è stato utilizzato. Ti faccio i complimenti per l’uso che ne hai fatto, molto originale: ho adorato che Wren non fosse un ladro nel senso classico del termine, ma che rubasse la vita e la sanità mentale dalle persone. Sei stata davvero molto brava. (+1)
L’oggetto da utilizzare erano le catene e, di nuovo, ti faccio i complimenti per l’uso che ne hai fatto: anche qui, non si tratta di catene fisiche, ma immateriali e impalpabili, costituite dal potere di Ardala. È stato un modo molto originale di usare l’oggetto assegnato. (+1)
Il prompt obbedienza è stato utilizzato appieno: Wren, così come tutte le creature che sottostanno ad Ardala, è costretto a una cieca obbedienza verso la Regina della Fame, tanto che quando cerca di opporsi le catene si stringono a lui dolorosamente, riportandolo all’asservimento totale. Anche alla fine, quando Wren si libera delle sue catene, in realtà lo fa perché sta servendo qualcun altro. (+2)
La frase è stata inserita all’interno della storia, tuttavia non ti ho dato punteggio pieno perché non mi ha convinta il passaggio in cui l’hai usata: sarebbe stata perfetta pronunciata da Wren in qualsiasi contesto precedente, dato che serve Ardala per puro spirito di sopravvivenza, ma la scelta di utilizzarla quando si libera dalle catene mi ha lasciata un po’ perplessa. Wren sta tradendo Ardala perché, come viene detto nel testo, vuole che Isibeal si serva di lui per plasmare un mondo senza carestie o malattie. Non lo sta facendo per sopravvivenza, quanto piuttosto per idolatria, e questo è il motivo per cui l’utilizzo della frase non mi ha convinta del tutto. (+0,5)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. È stata una lettura davvero piacevole, di cui ho apprezzato alcune scelte, prima fra tutte il potere che ha Wren, così potente e terribile, di risucchiare vita e ragione dalle persone. Wren stesso è un personaggio che ho trovato molto interessante: mi è davvero piaciuto leggere di lui e mi spiace che non sia stato maggiormente approfondito (la brevità della storia ovviamente ha contribuito a questo), perché l’ho veramente adorato: nonostante sia malvagio e oscuro, soffre per la sua condizione e cerca solo di sopravvivere in un regno fatto di carestie e odio; non ha mai visto nulla di diverso nella sua vita e, quando succede, rimane incantato in un moto quasi puerile. È un personaggio tormentato, che è costretto a vivere sempre in una condizione di asservimento e schiavitù: mi è piaciuto davvero molto come lo hai dipinto.
Torno a farti i complimenti per i sette nani/sette peccati capitali assoggettati a Isibeal: li ho un po’ visti come un’allegoria del nostro mondo, che appare bello e rigoglioso, ma che in realtà è sorretto dal male, in un’illusione di cui tutti sono ignari, ma che preferiscono al vivere sulla propria pelle e direttamente le conseguenze di quella malvagità. Inoltre, ho adorato il concetto di legame che hai sviluppato nella storia, talmente viscerale da unire tutti nell’immortalità così come nella morte.
Una storia davvero profonda e coinvolgente, dal sapore amaro fino alla fine. Complimenti!

Punteggio totale: 31/40

Premio “Antieroe”: questo premio ti è stato assegnato per il personaggio di Wren, un antieroe in piena regola. Per definizione, l’antieroe è un personaggio che manca di alcune (o tutte) le caratteristiche tradizionali dell’eroe, come altruismo, idealismo, coraggio, nobiltà e forza d'animo, bontà, oppure dimostra qualità opposte, e Wren ne è esattamente lo specchio. Egli è egoista, approfittatore, accetta l’asservimento perché gli porta vantaggi, perché gli garantisce la sopravvivenza; non s’interessa delle sofferenze del mondo, ma pensa solo ed esclusivamente a se stesso. Non c’è nulla di eroico o positivo in questo personaggio.

Recensore Master
16/09/19, ore 17:07

Ciao^^
Che storia interessante!
Innanzitutto bellissima la descrizione della Regina della Fame. Ci mostri un regno cupo, dove seroeggia il terrore, dove si può morire straziati da corvi orribili anche solo per aver rivolto un'occhiata di troppo alla Regina. Ci mostri un castello fosco e una terra oscura e desolata.
E poi abbiamo Wren, un Ladro, capace di nutrirsi del potere altrui, mandato in missione a uccidere la rivale della Regina.
E qui vediamo il contrasto: un regno che pare quello della Regina Ardala rovesciato: niente fame, niente terrore, pace e armonia ovunque. Una terra ridente, florida, rigogliosa, che nutre e dona bellezza a chiunque.
Ma Wren deve uccidere la bella Regina, Isibeal. Le catene di Ardala lo avvincono crudelmente e gli proibiscono altre cose.
Cerca dunque l'origine della magia di quel regno ed ecco il colpo di scena che mi è piaciuto tantissimo: quel bel regno zuccheroso e pieno di lustrini si regge in reltà sulla "mungitura" di esseri magici prigionieri.
Ma chissà, forse ha un senso che pochi si sacrifichino per il benessere di tanti... alla fine anche Wren si trova in una delle gabbie, perché rubare i poteri di Isibeal, come suo mestiere di Ladro, l'ha portato a perdersi in lei e a diventare suo.
Sai cosa mi ha ricordato? I riti di sepoltura dell'Europa centro-orientale, dove un prescelto veniva murato vivo nelle fondamenta di un edificio per conferirgli la propria forza.
Complimenti, una storia suggestiva e ricca di immagini affascinanti, in bocca al lupo per il contest!