Ciao!
Sono un po' in ritardo, ma avevo adocchiato questa storia in un momento in cui ero senza la possibilità di leggerla per bene, né di recensirla. Eccomi qui a rimediare perché questo primo capitolo è scritto benissimo e mi ha infuso una grandissima curiosità per il futuro!
Innanzitutto, ho adorato la prima parte con tutto l'excursus sul linguaggio. Mi ha ricordato tanto la lezione dantesca per quanto riguarda la contemplazione di Dio e la comunione delle menti degli angeli, che di fatto si adeguano alla parola e alla dimensione spazio-temporale di Dante solo per facitare il compito a lui e non perché ne abbiano effettivamente bisogno. In più lo trovo assolutamente credibile per giustificare nell'ottica delle Sacre Scritture la capacità di comunicare prima che arrivasse Adamo a dare i nomi alle cose. In particolare ho adorato il modo di intendere la contemporaneità di formulazione ed espressione del pensiero: davvero un'immagine poetica e bellissima che apre il capitolo e getta il lettore in un'atmosfera sospesa, eterea e che lo fa avvicinare piano piano al fulcro della long.
Altro elemento che ho particolarmente apprezzato del primo paragrafo sicuramente è stata la storia del linguaggio umano. Bella, affascinante, dai toni vichiani e anche un po' rousseauiani: mi è piaciuto il modo in cui hai evidenziato che all'evoluzione della lingua si sia prodotto di pari passo il progresso e di conseguenza anche il male. I toni ironici con cui hai sottolineato certi passaggi mi hanno fatto sorridere e mi hanno fatto pensare ai commenti di Dio nella serie, quindi direi ottimo!
Il filo conduttore della storia rimane, però, il pensiero dell'angelo che prima si sofferma sulla lingua, per poi passare ad analizzare Crowley con grande fluidità, senza mai spezzare il discorso bruscamente. Della Caduta si parla spesso, ma speculare in proposito è complesso perché il demone né nel libro né nella serie dà più informazioni di queste fantomatiche domande poste a sproposito. Il modo in cui hai deciso di affrontare l'argomento, però, è davvero molto promettente. Mi è piaciuto tanto vedere quella carrellata di reazioni da parte di Crowley e mi è piaciuto leggerle dal punto di vista di Aziraphale. Credo che i due personaggi siano assolutamente IC: il demone con la sua spavalderia, ma che in realtà soffre e prega (questo dettaglio è bellissimo: nella serie è davvero l'unico personaggio che compie un vero e proprio atto di Fede, che cerca di parlare con Dio senza filtri e supplicandola di non portare l'uomo alla distruzione); l'angelo così votato al Bene, ma anche così unito a Crowley da osservarlo sempre e da notare tutto quello che accade.
L'argomento colpisce Aziraphale per curiosità e perché vorrebbe comprendere il senso di tutto quel dolore con cui il demone ha dovuto fare i conti. L'illuminazione di cercare la risposta nelle Sacre Scritture è completamente da lui, tanto da risultare quasi banale se pensata dal suo punto di vista, ma credo sia geniale da parte tua come autrice: è effettivamente la soluzione più semplice, ma forse proprio per questo nessuno ci pensa.
La relazione che hai descritto tra i due protagonisti è così pura che suscita davvero una grandissima tenerezza, almeno in me. Ho potuto immaginarli in quei gesti così comuni e allo stesso così carichi di significato (come prendersi per mano o osservarsi in silenzio) in una maniera così limpida e dolce che mi davvero ha colpito.
Lo stile di scrittura è vivido, delicato, poetico nei punti giusti e davvero molto piacevole da leggere. Hai introdotto la Caduta con molta serenità, senza eccedere nel dramma e nemmeno nella superficialità. Sono veramente tanto curiosa di saperne di più e di vedere come avrai articolato le scoperte di Aziraphale!
Complimenti vivissimi! Alla prossima!
Menade Danzante |
