Recensioni per
Il giustiziere dei poveri
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 51 recensioni.
Positive : 51
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/08/21, ore 21:24
Cap. 5:

Ciao Old Fashioned,
così il nostro assistente sociale ha voluto strafare, e dagli incidenti fortuiti o simil-fortuiti è passato agli omicidi conclamati...
Decisamente come omicida è stato goffo: cellulari e telecamere rendono difficilissimo riuscire a cavarsela.
Il colpire sempre gli assistiti dell'ufficio, gente della quale si era parlato nei giorni precedenti, è stato un fattore che avrebbe potuto creare sospetti perfino tra le sue colleghe, anche dato il suo recente cambiamento di comportamento verso di loro.
La pistola poi... un silenziatore o un giornale per coprirla non ci sarebbero stati male. Non so quanto sia facile costruirsi un silenziatore casalingo, ma l'azione si poteva studiare un po' meglio.
Certo, i discorsi finali nella trasmissione televisiva sono veramente fastidiosi, però c'è da dire che questo Gandolfi si è fatto prendere da un delirio di onnipotenza che sembra quasi una ricerca della punizione finale, paragonandosi a un professionista della rivoluzione come Che Guevara, peraltro anche lui finito male.
Ti rinnovo i complimenti per la storia molto stimolante e molto ben scritta.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
03/08/21, ore 14:42
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned,
accidenti che cambiamento! La mattina il nostro Gandolfi aveva paura anche dello squillo del telefono, ma dopo rassicurato sulla chiusura del caso Tudose ha decisamente preso gusto per gli interventi di giustizia sommaria.
Certo che i pistolotti filovittimistici delle colleghe sembrano proprio fatti per spingere la gente sulla strada del fai-da-te.
Così il signor Caputo, desideroso di tanto amore, agguanta la scatoletta di farmaci... e il resto lo sapremo nella prossima puntata, ma si può già fare qualche pronostico.
Come al solito, la scrittura del capitolo è magistrale.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
02/08/21, ore 12:49
Cap. 2:

Ciao Old Fashioned,
eccomi a continuare la storia dell'assistente sociale Gandolfi.
Dopo una nuova collezione di nuovi casi, alcuni dei quali fanno veramente rabbia, lui si reca a visitare il depravato Tudose e, senza volerlo, ne provoca la morte. Certo, visto da fuori l'incidente potrebbe sembrare un omicidio perfetto da parte di uno delle dozzine di condomini che avevano motivi ben migliori per odiarlo. A questo punto, però, deve sperare che le scarpe dei soccorritori cancellino l'impronta che può avere lasciato nella birra. Resterebbe l'impronta digitale sul campanello, e la donna che lo ha visto entrare.
Anche il turbamento del protagonista dopo il fortuito incidente è ben descritto: il bisogno di una scusa qualsiasi per la sua stranezza, la sua inappetenza, i sogni ispirati a The wall.
Ottima fantasia, tenuta assieme da una costruzione razionale e credibile.
Complimenti per l'eccellente capitolo, che mantiene il livello di qualità al quale hai abituato i lettori.
MaxT :)

Recensore Master
27/07/21, ore 16:40
Cap. 1:

Ciao Old Fashioned,
eccomi al primo capitolo della tua ennesima storia non politically correct.
E' una collezione, scritta con sapiente ironia, di casi altamente verosimili di disagio che fa veramente prudere le mani.
Purtroppo ci sono situazioni in cui il non avere niente da perdere -rispettabilità, denaro, fedina penale- costituisce un punto di forza per individui prepotenti.
Nella storia stiamo cominciando a vedere il ripensamento di un uomo già mosso da nobili ideali, ma ora sempre più disilluso dai casi irrisolvibili che si trova davanti ogni giorno.
Sono curioso di vedere gli sviluppi delle sue azioni.
Alla prossima
MaxT :)

Nuovo recensore
11/06/21, ore 13:48
Cap. 5:

Ero in cerca di un po' d'angoscia e questa storia mi ha dato esattamente ciò che volevo. La società in cui viviamo è di un'ipocrisia unica, tutta apparenza e niente sostanza. Io mi definisco una persona di sinistra e sono d'accordo con l'accoglienza, a patto che sia seguita da un'integrazione reale e non di facciata, di modo che gli stranieri non finiscano nelle mani di mafie varie. Però sarebbe ingiusto parlare soltanto di loro, molti italiani autoctoni sono parecchio peggiori, dei veri e propri parassiti che vorresti prendere a schiaffi.

E tuttavia non riesco a giustificare Luca. Ho sempre avuto parecchia diffidenza per i giustizieri: il loro desiderio di aiutare gli altri, per me, nasconde sempre un complesso di megalomania e di follia latente. Per me la cosa più inquietante è proprio questa: l'acqua cheta che rode i ponti, il "Salutava sempre" etc... peraltro, tuttavia, non riesco nemmeno a biasimarlo del tutto, visto che sfido chiunque a non aver pensato "Se lo sono meritato".

Grazie per avermi fatto venire i brividi. La mia anima è horror e si sa, in fondo per un po' di horror basta guardarsi intorno. E poi è scritto davvero bene, sono rimasto molto colpito.

_IlViaggiatore_

Recensore Junior
12/05/20, ore 18:40
Cap. 5:

Adoro le pare giustificate di Luca.
Si chiede costantemente se ci siano significati nascosti, se lo hanno scoperto.
In effetti, come assassina, farei schifo. Sempre in paranoia, peggio di Luca.
L'agente Birra è il mio preferito.
Ma quanto ho urlato invece quando Gandolfi ha preso la pistola del padre, che lo sanno pure i bambini che sono facilmente tacciabili. Che i proiettili sono denunciati. E lo so che è difficile, ma comunque lasci l'opportunità di collegare il crimine a te stesso.
Insomma, follia!
E abbiamo qui il colpo di scena.
Birra lo sa, (forse tutto il dipartimento lo sa?) ma gli da una pacca sulla spalla. "Bravo ma basta".
Che non so nemmeno come commentare perché, appunto, io avrei fatto la stessa cosa.
Sei riuscito a farci tifare per un assassino, e anche per la polizia.
Ma ovviamente, Gandolfi ormai deve portare avanti i suoi piani, deve chiudere il cerchio.
E il cerchio si chiude in maniera magistrale.
Difficilmente una storia riesce a cogliermi di sorpresa, ma questa lo ha fatto. Non mi aspettavo la sua morte, mi aspettavo che la giustizia facesse il suo corso.
Non mi aspettavo la giustizia divina.
Ed è tutto così perfetto nel finale, con i politici, con i radical chic, con gli psicologi, con il pubblico popolare. Non so se c'è una morale nelle parole del poilico, o in quelle della presentatrice, ma so che io Luca non lp'ho percepito come loro.
Non attribuisco le sue azioni alla paura del diverso, al poco dialogo. Ma alla totale mancanza di fiducia nel sistema per cui lavora.
Non lo alziamo a martire, ma non lo lapidiamo nemmeno come sporco assassino.
Insomma, va nei preferiti assoluti. Che te lo dico a fare...

Recensore Junior
12/05/20, ore 18:12
Cap. 4:

Luca decisamente ci ha preso gusto.
E qui vediamo perfettamente il muro di perfezione crollare su se stesso.
Uomo buono, di sinistra, non violento, assassino.
Al terzo cadavere si può considerare serial killer.
Ed è così perfetto che l'assistente sociale non voglia pagare il suo debito con la società che manco te lo dico.
Come lui stesso si sta auto-diagnosticando, sta avendo una metamorfosi.
Da assistente sociale a paladino della giustizia.
E il cambiamento radicale si ha subito dopo, con la signora Fabbri.
Non è più un assistente sociale che serve il sistema.
E' un cittadino che dà consigli ad un altro cittadino.
Ci stai facendo tifare per un assassino.
La donna viene uccisa in maniera diversa.
In maniera "personale"
Le viene riversato addosso tutto il suo odio. Una violenza che non troviamo negli omicidi precedenti.
Una violenza animalesca.
Sta maturando il suo rancore.
E nonostante gli atti atroci, voglio che la faccia franca.

Recensore Junior
12/05/20, ore 17:37
Cap. 3:

Mi sono immaginata un ipotetico dialogo tra mio padre e Silvia, dove lei gli urla senza ragioni le sue idee e lui che le urla che è comunista e che con lei non ci vuole parlare. Aggiungendo anche insulti random.
Silvia, che porta avanti le sue giustissime idee basate su dati sbagliati, e mio padre che se non sei verde devi per forza essere rosso, non ci sono altre possibilità.
Silvia è il prototipo di persona che a me, personalmente, sta sulle balle.
Mi sono sempre chiesta per cosa lo si faccia: per essere una beniamina? Per avere applausi scroscianti?
Qual è lo studio psicologico che tu hai distorto per portare avanti idee al pari di un totalitarismo politico?
Luca invece forse ha capito di averla fatta franca.
E mi sono sempre chiesta che cosa si prova realmente a farla franca dopo un omicidio. Non puoi provare solo onnipotenza. Non puoi provare solo paura e rimorso.
Spero che questo dubbio mi rimanga a vita.
Sono completamente a favore del più totale menefreghismo di Luca nei confronti della morte di Tudose. Un taglio netto.
Dove tutto ha fallito è arrivata la natura cosmica a fare il suo dovere.
Siamo tutti d'accordo nel dire che è oggettivamente che una persona debba morire per non essere più un peso per la società, ma alla fine è così.
E parliamo poi del signor Caputo.
Ah quanti ne conosco.
Nel mio vecchio quartiere, (S. Eusebio di Cinisello Balsamo, si si... proprio quello del servizio di Striscia e sì, la Cinisello de "la C con la mano è da dove veniamo") non dico il 90% ma il buon 70% percepisce pensioni per dubbi motivi.
Ma qui è semplicemente il sistema che non funziona, non me la sento di dare la colpa ai parassiti della società per il fatto che gli permettano di fare i parassiti.
Se metti un tossico in una stanza con delle pillole è normale che questo le assumerà, no? Se permetti le scappatoie è normale che c'è chi se ne approfitta.
L'etica è qualcosa di antico.
E quindi... che Luca ci abbia preso gusto?

Recensore Junior
12/05/20, ore 17:12
Cap. 2:

Me lo aspettavo un risvolto del genere.
Citofonato fin da subito.
Fa ridere il fatto che sia stato tutto accidentale e fa ridere quanto C.S.I. abbia aiutato i possibili assassini a cancellare le proprie tracce.
Cioè non ci ho mai provato ovviamente, ma secondo me, con tutte le puntate che ho visto e rivisto fra C.S.I. e Law And Order potrei commettere un omicidio e, nel caso venissi scoperta, potrei pure difendermi da sola.
Questa storia popolare, che racchiude in se le grida disperate di chi è costretto a condividere lo spazio con persone come Tudose (non extracomunitari, ma semplicemente molesti) è scritta così divinamente che è dissacrale.
La perfetta veridicità delle situazioni, il perbenismo assoluto e cieco, il totale menefreghismo, l'ignoranza di alcune argomentazioni. Rivedo lo specchio della società moderna.
Raccontata con una visione che sta a metà tra un giustizie senza macchia e il vicino veneto che non vuole neri nel suo quartiere.
Insomma, tutto è in contrapposizione con tutto e ci sta.
Come quando pensi male di una persona e ti senti in colpa, perché non vuoi essere cattiva, ma alla fine lo sei.
Come quelli che dicono: "Non per offenderti ma..." e poi ti offendo.
Come direbbe Pamela Prati: Bellissimo.

Recensore Junior
29/01/20, ore 08:05
Cap. 1:

Vincitore del premio: Personaggio tipo… non ti riconosco più!

1.Il giustiziere dei poveri – OldFashioned


Stile 10/10:
Così come per gli altri partecipanti, anche tu hai utilizzato la narrazione in terza persona e con la coniugazione dei verbi al tempo passato. Per niente male ma, quello che ti ha fatto sopraelevare agli altri è il fatto che il tuo stile è un mix armonioso fra parte dialogata, parte descrittiva e, ciliegina sulla torta, una punteggiatura inserita ad hoc. Ottimo lavoro!


Caratterizzazione e Introspezione dei personaggi 10/10:
Abbiamo tantissimi personaggi in questa mini-long e sono stati tutti ben caratterizzati e hanno una travolgente introspezione. Ti riporto nel dettaglio soltanto i personaggi principali ma sappi che sono rimasta sconvolta del grande lavoro che hai fatto su tutti loro. I miei complimenti!
Dunque:

Luca Gandolfi.
È un uomo calmo, che mantiene il suo status quo anche quando la situazione diventa estremamente complessa e stressante. Attraverso i suoi pensieri possiamo intuire che le ingiustizie non riesce proprio a tollerarle e dovendo rispettare la legge, si sente ogni volta impotente nei confronti di quelle vittime completamente ignorate e costrette a sopportare quelle prepotenze del tutto immeritate.

Gianfranco.
È divertente e adoro il suo rapporto con Luca. Anche lui, come il suo compagno, non ama particolarmente le ingiustizie ma, a differenza sua, non la prende così tanto sul personale. Certo, si indigna ma non a tal punto da farsi giustizia da solo.

Maura.
Una donna molto dolce, materna e affettuosa. I suoi modi di fare sono tranquilli e trasmettono una certa serenità e calma, anche coi suoi clienti. E questi ultimi, molto spesso sono arroganti e con atteggiamenti pretenziosi, come se quel privilegio fosse a loro dovuto.

Silvia.
Una ragazza giusta, aperta mentalmente e oserei dire anche coraggiosa. Lei mi è piaciuta e, in particolare, le sue considerazioni riguardo le altre culture, infatti, rispecchiano esattamente i miei pensieri. Non dobbiamo avere paura del diverso, anzi, dovremmo imparare da loro. Ecco, mi sono rivista molto in lei.


Evoluzione del personaggio 15/15:
Luca Gandolfi è un uomo che tutti i giorni ha a che fare con situazioni di ogni tipo, anche quelle più disperate, dato il suo lavoro. In poche parole, quello che lui pensa è: la legge non è giustizia. Infatti, solo dopo la morte del signor Tudose inizia a vedere la vita in maniera diversa. Diventa “il giustiziere dei poveri”, un superuomo che è contro l’ingiustizia, contro un sistema corrotto. È una figura che in un certo senso raccoglie la rabbia delle vittime verso una società omertosa, disinteressata al bene collettivo. È un catalizzatore pronto a mettersi nei panni di quei individui sfortunati, andando in prima linea per loro, facendo un tipo di giustizia “homemade”.

L’evoluzione del personaggio è presente, è palpabile fino all’invero simile. Ho assistito ad un vero e proprio stravolgimento del personaggio!


Gradimento personale 10/10:
La narrazione è attiva, avvincente per nulla passiva. È coinvolgente a tal punto da far rimanere incollati allo schermo. Alla fine, mi aspettavo che Luca venisse scoperto ma sono dell’opinione che seppur con mezzi sbagliati, ha portato un po' di serenità a quegli individui vittime di uno stato che non li tutela e li lascia a loro stessi.


Totale: 45/45

Recensore Veterano
14/11/19, ore 17:23
Cap. 5:

Ciao, Old :) Oggi pomeriggio libero, quindi mi sono ritagliata un po' di tempo per recuperare i tre capitoli restanti. Beh, che dire, una storia che mi ha colpita tantissimo. Innanzitutto, ti faccio i miei complimenti perché hai saputo descrivere in maniera precisa ed impeccabile lo stato d'animo di Luca. Quando, nel terzo capitolo, Luca entra in ufficio dopo il primo incidente, e crede che tutti già sappiano quello che è successo, ho provato io stessa una sorta di angoscia. Da un incidente, però, scaturisce una vera e propria metamorfosi: Luca diventa un omicida. Uccide lucidamente, lo fa intenzionalmente, anche se sa che è una cosa sbagliata. Anche la polizia cerca di avvisarlo: non è per lui, la deve smettere, anche se…
Ormai non può più tornare indietro. L'epilogo mi ha particolarmente colpita. Luca compie il suo ultimo delitto, poi salta sotto un treno. Un finale che lascia l'amaro in bocca perché, nonostante sia un assassino, Luca non può non fare "simpatia". Se solo le cose funzionassero veramente, avremmo veramente bisogno di un"giustiziere dei poveri"?
Grazie, grazie, grazie per questa storia. Non ci hai regalato solo qualche istante di piacevole lettura, ma ci hai dato molto su cui pensare. Aspetto una prossima storia, a presto!
Rosa

Recensore Master
06/11/19, ore 13:13
Cap. 5:

Non so cosa dire, ho appena finito di leggere e dovrei aspettare di mettere a posto le idee. Prima di tutto le curiosità: quell'agente era tatuato? Sapevo che - ma lo so per sentito dire, quindi voci di corridoio che possono essere infondate - gli agenti non devono avere tatuaggi visibili e nemmeno la barba per non essere riconoscibili. Magari le cose sono cambiate, quando tentai il concorso in polizia certe cose non erano segnalate.

Gian... quanto caspita mi dispiace di lui. A parte la vicenda umana di Luca, di quella gente - e la soddisfazione che quella donna e la figlia non verranno mai più picchiate! - quanto mi dispiace del suo ragazzo! Come se non bastasse Luca alla fine si getta sotto a un treno. Sappiamo anche che compiva gli omicidi quando il suo ragazzo era al lavoro (in stazione), e si va ad ammazzare proprio sotto a un treno? Non poteva gettarsi sotto l'auto della polizia o puntargli addosso l'arma per farsi sparare?
In quel momento non ragionava, quando è l'adrenalina a comandare noi come esseri viventi abbiamo la stessa capacità di scelta delle piante che al sole producono clorofilla senza decidere un bel niente. Davanti alla sopravvivenza pura e semplice, non contiamo niente.
Io che oggi sto più razionale del solito, provo ad immaginare la scena dalle conseguenze che avrà, a maggior ragione per il fatto che tu scrivi "saltò" ma non descrivi chiaramente l'incidente ferroviario. E non posso fare altro che pensare al fatto che Gian sarà uno dei primi a scoprire cos'è successo, forse anche uno dei primi a vedere il "corpo". Eppure si amavano l'un l'altro, come farà a vivere con un dolore così grande?

Mi conosci, come quella volta mi ero affezionata più a Franz che a Joop (e bel gli sta, cazzi suoi, ecc. ecc. Sono cattiva, eh? :P), stavolta fin dall'inizio, capitolo per capitolo mi domandavo cosa avrebbe pensato Gian, cosa avrebbe fatto, che ne sarà di lui.
Nella vita reale sarebbero cazzi amari anche per il padre di Luca perché la pistola è intestata a lui e poco conta che il figlio gliel'abbia sottratta, se l'ha fatto vuol dire che il padre non ha preso precauzioni di nessun tipo per impedire a chiunque di entrarne in possesso. Lui che voleva solo fare del bene alla fine ha ammazzato tre persone e ha contemporaneamente rovinato la vita sua, del suo fidanzato, della sua famiglia.

Però nonostante la fine tragica, questa storia mi ha dato anche numerosi momenti di "sollievo". Quando fa fuori il tirchio irriconoscente, la putt... stronza e l'ingrato ingestibile che non si disintossicava mai e non smetteva mai col vizio di picchiare la madre... son soddisfazioni! Tanto questa storia, per ciò che riguarda il giustiziere, è narrativa, e posso godermi queste vendette come se mi gustassi il miglior caffè.
E poi gli agenti! L'agente Moretti, che invece di applicare la legge col paraocchi dimostra empatia, non giudica/condanna a priori una persona che sta sbagliando, ma dimostra grande umanità e "correttezza" andando a parlare con lui. Arrestarlo sarebbe servito solo a rovinare la vita di Gandolfi, e non avrebbe risolto niente riguardo a quegli omicidi (anzi, riconosceva che seppur in modo illegale, Luca aveva risolto una volta per tutte problemi ingestibili persino per la polizia!). Sono contenta che sia andato a parlargli francamente e a chiedergli di smetterla.

Sapendo che ti sei ispirato a casi reali, continua a non darmi tregua l'idea che lì fuori ci sia una signora anziana che vive di pane e latte, che ci sia gente costretta a vivere con degli orchi in casa perché non può andare da nessun'altra parte. Penso a quanto mi sono sentita come un animale in gabbia per molto molto meno di così.

Come vorrei che questa storia proseguisse? Con le autorità che si pongono qualche domanda, si fanno quattro conti e trovano il modo opposto di sistemare le cose: invece - e non solo - di togliere a chi non merita (convinzione a cui era arrivato Luca), trovare il modo di dare - e di dare di più - a chi ha più bisogno.
Cavoli, ho studiato prima Scienze dell'Educazione e poi Operatore Sociale (con l'intenzione di occuparmi di pet-therapy e cose del genere), ma non avrei mai considerato il "rischio" della possibilità di farsi carico di situazioni umane così drammatiche. Se avessi anche solo immaginato la possibilità di occuparsi di problemi così gravi, ingiustizie così intollerabili, non avrei buttato anni appresso a quegli studi perché per come sono io non potrei mai e poi mai lavorare con gli assistenti sociali. Col cavolo proprio! C'è davvero il rischio di diventare insofferenti, ma insofferenti verso chi?
C'è la terza opzione infatti! Che Luca non ha considerato, ovvero di giudicare come casi umani non meritevoli praticamente tutti, di pensar male e diventare ostile anche verso quegli innocenti che non facevano niente di sbagliato, quei deboli affatto meschini che andavano tutelati di più, di fissarsi con l'idea che sono tutti profittatori avidi e con secondi fini, e che tutti fingono a cominciare da quella vecchietta buona e quello con l'enfisema che sarebbe felice di andare in un dormitorio.

Per fortuna certe cose le ho pensate io da lettrice in vena di cattiverie e non lui. ^^
PS: voglio sapere tutto ciò che immagini su Gian, su come vive la vicenda una volta scoperta la verità.

Recensore Master
06/11/19, ore 04:39
Cap. 4:

metamorfosi: di solito è positiva, nel suo caso per alcuni aspetti lo è, per altri assolutamente no. Colpisce molto il fatto che di solito la metamorfosi è visibile prima agli altri che a se stessi, qui però nessuno si accorge di niente, se ne accorge solo lui. E dire che Luca non è bravo ad inventare balle, che ha un fidanzato innamorato attento e presente.
Mi ha colpito molto il vuoto che si viene a creare tra i due, dal momento che mentre Gianfranco se ne sta tranquillo al lavoro convinto che il suo uomo stia dormendo, quest'ultimo approfitta dei turni dell'altro per mettere distanza tra sé stesso e i suoi punti di riferimento. Immagino che non ne possa più della società, così come un mio conoscente che prima usciva molto, frequentava un sacco di amici, dopo aver fatto il cassiere per sei mesi non sopporta più la gente, nel tempo libero preferisce stare a casa davanti ai videogiochi piuttosto che vedere gente. Ha la nausea della gente!
***se non lotti per ciò che desideri, non piangere per ciò che perdi.*** chissà se la Wasylyk non era già arrivata a questa conclusione. Lei deve aver passo la vita a lottare per [appropriarsi di] ciò che desiderava.

Vorrei sapere di chi è la citazione, se lo sai. Vado, mio caro. Non vedo l'ora di leggere anche l'ultimo capitolo.

Recensore Master
05/11/19, ore 23:05
Cap. 3:

^_^ Luca dev'essere davvero un gran bravo ragazzo. Ha pensato a tutto tranne all'ovvio, ovvero che se si sentiva tanto in colpa per la morte di qualcuno senza averla causata, voleva dire a maggior ragione che lui è innocente.
Non si è incattivito o abituato, lui ha solo... come posso dire, hai presente quella patina plastificata sugli elettrodomestici nuovi? Uno li può usare anche con quella come protezione maggiore, per mantenerli più nuovi e puliti, ma quando quella pellicola si stacca da sola o qualcuno la toglie finalmente si vede bene com'è fatto lelettrodomestico e ci si sente liberi di usarlo senza problemi visto che quella plastica appiccicata non c'è più. Lui fino a pochi giorni prima, aveva ancora quella patina da "nuovo di zecca" appiccicata davanti agli occhi e ora che non ce l'ha più davanti finalmente vede le cose come stanno, e questa consapevolezza (assieme alla rabbia per lo "spreco" - umano e non solo - verso degli ingrati) lo porta ad essere realistico, concreto e diretto.
La sua collega Silvia, invece, davvero chissà che si è fumata.

***L’assistente sociale la fissò e disse: “Mi pareva che con le sue patologie non potesse bere, signor Caputo.”
L’altro emise un teatrale sospiro. “Eh, lo so,” rispose con aria contrita, “ma cosa vuole, ogni tanto sento anch’io il bisogno di concedermi qualcosa.”
“E questi piatti?”
Caputo si strinse nelle spalle. “Non posso più cucinare, ormai. La vista è troppo debole, capisce?”***
Cavoli, mi hai fatto venire voglia di qualcosa di buono. A quest'ora! Un amico una volta mi disse "pensa all'indice glicemico, pensa agli addominali." Sentiti in colpa. :P

HAHAH! l'avrei fatto fuori anche solo per l'ultima frase, inoltre è un profittatore e un taccagno, perciò doppiamente colpevole!

Strano: finché era innocente si sentiva morire dentro per il senso di colpa; ora che è andato a casa di un uomo per esasperarlo sperando di provocargli un infarto, inizia a sentirsi un eroe. O forse ancora no? Averla scampata grossa una prima volta fa sentire potenti.
Alla prossima, carissimo!

Recensore Veterano
05/11/19, ore 18:13
Cap. 2:

Ciao, Old! Ogni promessa è debito e, quindi, seppur con il mio solito -imbarazzante - ritardo, proseguo nella lettura della tua storia. Certo che le cose si stanno mettendo veramente male per il nostro Assistente Sociale. Il quadro che descrivi, i personaggi che hai portato sulla "scena" sono così tristemente attuali e vicini a noi, che è impossibile non fermarsi a riflettere sul mondo tremendo in cui viviamo, spesso senza rendercene conto. Sempre bravissimo a suscitare sentimenti nei tuoi lettori: pensa che avrei tanto voluto abbracciare il signor Rocca, tanta la tenerezza che mi ha suscitato. Prometto di tornare presto dalle tue parti, un abbraccio!
Rosa

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