Recensioni per
Studio del cuore di James Buchanan Barnes
di Fuuma

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/02/21, ore 16:38
Cap. 3:

Ciao cara,
eccomi finalmente al capitolo conclusivo di questa mini-long, anche se il finalmente dovresti prenderlo con le pinze, perché quando finisco una storia sono sempre vittima di quella sensazione dolceamara che accompagna ogni fine.
Mi sono davvero riuscita a immedesimare in Bucky, nel vano tentativo di curarsi da quella che non è affatto una malattia e che lui sperava con tutto se stesso che avrebbe funzionato: abbiamo visto quella facciata costruita ad arte crollare e il ragazzo venire a patti con questi suoi sentimenti. E poi è arrivato Steve, il meraviglioso Steve che si preoccupa del suo migliore amico e gli vuole essere accanto quando sta male – tra l’altro mi è sembrato super canon, ma al tempo stesso ho trovato che si ricollegasse in maniera quasi speculare al momento in Winter Soldier in cui vediamo Bucky essere accanto a Steve nel momento della perdita della madre. ♥
Vederlo crollare di fronte a Steve è stato assolutamente straziante, perché da una parte capisco bene la sua paura, legata al fatto che non fosse sicuro di come l’amico la pensasse, ma dall’atra mi sono messa nei panni di Steve e ho sofferto anche con lui. Il collegamento alla gita scolastica a Welfare Island poi è il simbolo di una ferita ancora aperta nell’America della tua storia, una ferita virulenta che non ha intenzione di chiudersi a breve e che segnerà il destino di tanti, troppi, ragazzi innocenti. Amo il modo in cui inserisci riferimenti veritieri nelle tue storie, avevo letto anche io degli ospedali presenti a Roosevelt Island e sono rimasta abbastanza sconvolta dalla scelta di riunirli tutti lì, a confinare e tenere separati dal resto della popolazione quelli che venivano considerati diversi – non molto meglio che chiudere qualcuno in un campo di concentramento, se ci pensi.
E Steve, oh il nostro Steve, è stato assolutamente perfetto e ha dimostrato il coraggio tipico del suo alter ego Captain America, negando a Buck la possiilità di tornare indietro e di nascondere ciò che era successo e non parlarne più. Forse sarebbe stata la scelta più facile, ma avrebbero continuato a soffrire in silenzio entrambi, perché non possiamo scordarci delle sensazioni provate da Steve quelle volte che hanno dormito con i letti vicini come quando erano piccoli; non possono seppellire queste sensazioni in fondo al cuore e ignorarle – non se lo meritano affatto. Insomma, se già non li amavo abbastanza, dopo la scena in cui Steve raccoglie il plaid e ci avvolge Bucky, beh, li amo ancora di più e desidero solo proteggerli dallo schifo che li circonda e non li accetta.
E la dichiarazione di Steve è un balsamo per le ferite di Bucky, anche se non riesce ad accettarla subito, perché probabilmente gli sembra troppo bella per essere vera, ma Steve glielo conferma con la sua presenza e con la sua dolcezza, oltre che con le parole. Ed è ovvio che lo ama anche così, perché in realtà è da così tanto tempo che lo ama, che non potrebbe essere altrimenti.
La scena in cui lo conduce davanti allo specchio per mostrargli quanto sia bello è stata quella che mi ha emozionato di più; l’ho vista come il modo in cui Steve tenta di mostrare a Bucky come lo vedano i suoi occhi e trovo che questa sia una delle dimostrazioni d’amore migliori che chiunque possa dare. Perché è vero che, quando si ama, si guarda con il cuore e con esso non si lascia spazio per le imperfezioni e per i difetti; agli occhi di Steve Bucky è perfetto, è l’uomo che ama e non c’è nulla di sbagliato in lui.
Sono stata felicissima della tua scelta di mostrarci un finale felice e sereno per loro: l’idea che siano l’uno tra le braccia dell’altro e che siano consapevoli che non sia necessaria alcuna cura, perché non hanno una malattia, è la cosa più importante, ma al tempo stesso quella più dura da far digerire agli altri nel periodo in cui è ambientata la storia. Sono convinta che insieme ce la faranno, facendosi forza a vicenda e guardandosi sempre con gli occhi dell’amore, qualunque incubo arriverà Bucky potrà contare sull’abbraccio di Steve e sui suoi baci che gli faranno scordare ogni bruttura.
Come sempre ho apprezzato tanto lo stile, ma non è una novità e te lo dico ogni volta che ti leggo; stavolta ciò che mi ha più colpita è stato quel per favore che si rimpiccioliva sempre di più, in grado di mostrarci come la voce di Bucky si fosse via via affievolita fino a sparire, con il suo crollo al suolo – mi ha fatta empatizzare in maniera particolare con Bucky. Sei stata bravissima a mostrarci le loro emozioni, come in tutta questa storia, e sono davvero felice di averla finalmente recuperata perché trovo che sia uno dei tuoi pezzi migliori.
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
15/01/21, ore 11:01

Ciao cara,
rieccomi qui – anche se, ti farò ridere lo so, ero convinta che la storia avesse due capitoli e non tre -, quindi alla fine ti toccherà vedermi riapparire molto presto nelle recensioni, perché ora bramo di scoprire come finirà questa mini-long davvero stupenda.
Mi piace tantissimo come stai sfruttando il punto di vista di Bucky, sei brava a mostrarci le sue emozioni, i suoi crucci e, più in generale, tutto quello che gli passa per la testa ogni qualvolta Steve è al suo fianco, o nelle immediate vicinanze.
Ho amato visceralmente la prima scena e le loro reazioni, quasi identiche, dopo aver trovato quei due ragazzi innamorati nel campo; con la paura che Bucky provava all’idea di scoprire la reazione di Steve, una paura che non aveva affatto ragione di esistere, perché è pur sempre di Steve che stiamo parlando ed era ovvio che non avrebbe potuto avere una reazione diversa da quella avuta. Eppure, sono proprio momenti come questo che mi fanno apprezzare ancor di più il personaggio di Bucky, che nasconde le sue insicurezze dietro quella facciata forte e la risata sempre pronta a piegare le sue labbra. E comunque l’idea di loro due che uniscono i letti per dormire insieme la notte è una meraviglia e mi ricorda così tanto “The winter soldier” e mi sembrava giusto dirtelo…
Sono contenta che tu ti sia soffermata anche sul periodo in cui Bucky è al fronte senza Steve, mettendo in luce come il loro rapporto si modifichi con la distanza, senza davvero cambiare perché comunque dimostrano di esserci sempre l’uno per l’altro – anche se divisi da un oceano e costretti a contrastare un nemico apparentemente invincibile. Una volta arruolato, per Bucky è semplicissimo tornare a vestire i panni del Casanova, proprio come quando era a scuola, e poco importa se farlo significa mentire a se stesso e, soprattutto, tentare di tenere a bada un sentimento che è impossibile da governare e da far rimpicciolire in qualche modo. Sappi che il mio cuore si è un po’ spezzato, vedendo quanto stesse soffrendo in quel negozio di cosmetica, mentre si faceva domande sullo stato del proprio cuore e si colpevolizzava per aver mentito a Steve. Perché io adoro Steve, non ci sono dubbi, ma è chiaro che vedendolo filtrato dallo sguardo di Bucky non capiamo al meglio quali siano i suoi sentimenti – ovviamente altrettanto forti – per l’amico. E tu lo rendi dolorosamente ovvio raccontandoci del sogno che tormenta Bucky ogni notte, che è poi in realtà frutto di un ricordo che gli ha sporcato l’infanzia, e che rende impossibile a Bucky dormire, preda della paura di fare la stessa fine della ragazza del suo incubo – costretto a perdere Steve per sempre. Capisco quanto possa essere difficile per lui ammettere una cosa simile con Steve, purtroppo la paura di perderlo è molto più grande di quella di raccontagli la verità e scoprire quali sentimenti siano nascosti nel cuore di Steve. Se poi si aggiunge l’epoca in cui vivono, è ovvio che Bucky abbia paura di confrontare Steve al riguardo, così come Steve nasconde il proprio dolore quando Bucky gli racconta bugie su bugie e si limita a usarlo come modello, lasciando che siano i disegni a mostrare in modo più efficace delle parole quanto Bucky sia importante per lui.
Trovo che tu ti sia superata nel mostrarci la paura viscerale di Bucky, il suo timore che Steve possa essere come lui e provare i suoi medesimi sentimenti, ché lo ama così tanto che preferirebbe non averlo, piuttosto che essere causa di sofferenze per lui. E tutti, davvero tutti, dovrebbero avere la fortuna di provare un amore così vero e sincero nella loro vita e chissenefrega delle ideologie bigotte che vigevano in quegli anni. Spero che quel disegno possa aiutare Bucky a prendere coraggio e che lo riesca a vedere come ciò che è: il simbolo più tangibile dell’amore che anche Steve prova per lui.
Le tue descrizioni, ma più in generale il tuo stile, sono sempre una meraviglia per gli occhi del lettore; ammetto che poi sono particolarmente sensibile alle storie ambientate in inverno, perché trovo che siano ancora più poetiche, quindi ho amato particolarmente questo capitolo con le sue atmosfere invernali e malinconiche.
Ora sono impaziente di concludere la lettura di questa storia, sperando che ci sia un finale felice per loro – anche se mi rendo conto che il periodo non lo farebbe presagire. Però voglio essere positiva, perché un simile legame secondo me può vincere ogni cosa.
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
12/01/21, ore 16:00
Cap. 1:

Ciao cara, eccomi finalmente qui a recensire il primo capitolo di questa storia che mi aveva molto intrigata dopo la tua presentazione all'interno del gruppo dei Calderotti.
Devo dire che l'ambientazione degli anni quaranta mi piace molto, trovo che sia proprio uno dei periodi che più si addice ai nostri due - sarà perchè è proprio in quel periodo che li abbiamo incontrati. e adorati, per la prima volta, ma io li riesco a vedere davvero chiaramente mentre si muovono in questo contesto.
Ho apprezzato la tua scelta di canon-divergence, con l'assenza dei poteri, che comunque non ha influito in maniera particolare sul rapporto che lega Bucky a Steve che, anzi, credo che possa servire a spostare il focus sulla questione della sessualità in un periodo in cui vigeva l'oppressione come negli anni quaranta.
I tuoi Steve e Bucky sono dannatamente simili a quelli dei film, io non ho letto i fumetti e quindi il mio canon arriva dai film MCU, ma sono anche arricchiti di particolari che li rendono più ricchi di sfaccettature e quindi più vivi.
Ho adorato la finta sbruffonaggine che Bucky mette in mostra con il custode della scuola (che mi ha ricordato un po' il vecchio Gazza di HP), quando in realtà ha un animo molto sensibile e non esita affatto a difendere Steve, rendendosi conto di come sia vittima dei bulli. Ciò che ho amato visceralmente poi, è stato come ti sei focalizzata su quel suo sorriso, che sfrutta per tirarsi fuori dai guai in maniera poco ortodossa, che usa come arma di seduzione con le compagne - anche se in maniera abbastanza casuale - e che gli provoca male fisico nel momento in cui lui e Steve uniscono le forze contro i bulli. Gli stessi bulli che sono i primi a instillare in Bucky il dubbio riguardante la propria sessualità, quel dubbio che lo porta a rendersi conto di come accarezzare il corpo di Steve sia diventato diverso dopo la sua crescita improvvisa, quel dubbio che diventa certezza quando immagina che Steve voglia conoscere le amiche di Brittany Meyers.
Trovo che tu ti sia superata con la scena nel letto, con quelle carezze prima delicate e innocenti, trasformatisi improvvisamente in qualcosa di inaspettato per entrambi, qualcosa che li porterà sicuramente a porsi domande e a riflettere sul loro rapporto.
La fine è dolce esattamente come il dolce che condividono, e come il pensiero che Bucky rivolge alla labbra di Steve.
Spero di proseguire il prima possibile, perchè questa storia mi ha stregata sin da subito.
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
29/12/20, ore 16:07
Cap. 3:

Ciao!
Torno qui, consapevole che questa non sarà la recensione che avrei voluto lasciarti e che quest'ultimo capitolo meriterebbe, ma oggi avevo proprio bisogno di ritrovare qualche certezza (e qualcosa di bello) e dunque eccomi qui.
Io, davvero, mi sento monotona e sciocca, ma non so più come dirti quanto questa storia mi sia piaciuta. E, insomma, sono sempre più convinta che sia valsa la pena di recuperare i film dell'MCU anche solo per poter leggere questa storia, che pure secondo me è molto piu di una fanfiction, perché ha un respiro e una valenza che davvero riescono avere un senso universale, se mai questa frase può avere un senso. Intendo dire che a mio parere hai sì saputo mantenere perfettamente caratterizzati i personaggi, ma al tempo stesso hai saputo andare oltre, scrivendo una storia che è perfettamente capace di reggersi da sola, di avere un suo senso perfettamente compiuto all’interno della propria narrazione e a prescindere dal canone. E questo non solo perché di fatti si tratta di un universo narrativo che lascia un po’ da parte gli eventi canonici, ma proprio perché la storia ha un suo compimento e un suo valore intrinseco. Ecco, e questa è una cosa che mi ha colpita davvero tanto, perché non sempre all’interno delle fanfiction è una cosa così scontata, seppur comprensibilissima.
Hai saputo prendere i personaggi e approfondire la loro caratterizzazione in maniera secondo me meravigliosa, dando spessore e risonanza a delle tematiche mature e complesse, che tu hai saputo trattare in maniera stupenda, con una delicatezza e una sincerità uniche.
Il percorso di Bucky è stupendo, e tu hai davvero saputo affrontare ogni sua nuova presa di coscienza, ogni terrore e ogni passo in avanti con una limpidezza bellissima: è davvero stato stupendo e struggente combattere contro quel desiderio sempre più crescente, quel bisogno di “togliersi il prurito”, come se questo potesse bastare ad aiutarlo a dimenticare tutto, a rinchiudere la sua natura in fondo a un cassetto, assieme al ritratto che Steve ha fatto di lui. Perché per un lettore che vive in un ambiente almeno un poco meno malsano, opprimente e repressivo di Bucky è chiaro che certi istinti, certi modi di esistere sono del tutto naturali, e non possono scomparire senza lasciare traccia, ma lui questo non lo può sapere. E anche se dura solo un istante, la sua felicità nel vedere la propria immagine combaciare con il modo in cui si sente è stata davvero commovente.
Quel che accade dopo mi ha uccisa. Davvero, hai scritto un paragrafo di un’intensità sconvolgente: tutto il suo andare in pezzi, il suo terrore, la sua immagine che si frantuma davanti alla consapevolezza di aver perso tutto emergono con una forza emotiva straordinaria, e ad ogni rilettura non ho potuto fare a meno di commuovermi moltissimo. E la reazione di Steve è così dolce, così giusta, che davvero, non credo avrebbe potuto trovare parole e gesti migliori. E, di nuovo, pur essendo il focus soprattutto su Bucky, è bellissimo quanto si riesca a cogliere anche del percorso che lo stesso Steve ha compiuto, per poi giungere a quella complicità che torna, torna sempre, e niente, questa storia riesce a fare così male e al tempo stesso così bene che io non so più nemmeno di preciso cosa sto cercando di scriverti.

Ho amato alla follia il finale, con quel ritorno quasi ciclico al paragrafo con cui si era aperta la storia: con il ritorno di un Bucky sveglio, bello e affabile: Bucky che può essere malizioso, può scherzare e prendere in giro Steve.
Sono felicissima che loro qui abbiano avuto la loro felicità, il loro angolo di mondo in cui non hanno bisogno di cura per una malattia che, in fondo, una malattia non è.
E, giuro, la frase finale mi ha ridotto in una poltiglia di lacrime, perché vedere che Bucky ha trovato il coraggio e la forza di stringere i denti e di affrontare il suo terrore e confortare la ragazza con la crocchia ramata mi fa pensare che questa storia, la loro storia, sia un po’ la storia di tutti coloro che hanno lottato e continuano a farlo per affermare il proprio diritto di vivere la vita che vogliono. Non lo so, davvero, mi rendo conto che sto un po’ straparlando, ma è un’affermazione che ha in sé tanta forza,e un valore universale che mi è tanto di conforto.
Insomma, scusa se ho straparlato, ma davvero, ci tengo a ringraziarti per avermi permesso di leggere qualcosa di così bello.
Un abbraccio!

Recensore Master
21/12/20, ore 13:34

Ciao!

Torno qui, ovviamente, perché ormai questa storia mi ha conquistata oltre ogni misura: di nuovo, mi sono ritrovata completamente catturata da questo racconto, ed è stato davvero un piacere tornare a leggere (o meglio, a rileggere) queste vicende.

Il tuo stile, proprio come nel primo capitolo, si conferma bellissimo: è coinvolgente, è fluido e attira proprio il lettore all’interno delle vicende, con questo suo procedere così immersivo, attraverso una prosa che è davvero in grado di costruire un mondo vividissimo, che scorre davanti agli occhi del lettore in una ricchezza di dettagli che non è mai fuori luogo, non ostacola mai né disperde l’attenzione. Riesci sempre a concentrarti su quei dettagli che davvero fanno la differenza, che servono a dare concretezza al racconto, a dare una forma plastica alle immagini e alle sensazioni che presenti. E, di nuovo, credo che tu riesca a farlo in maniera molto originale, con una voce che è del tutto tua e assolutamente riconoscibile.

 

Ho apprezzato tantissimo come, pur mantenendo un ritmo molto calmo e costante, tu sia riuscita a dare perfettamente il senso del tempo trascorso in questo capitolo, perché tutto emerge nella maturità e nella consapevolezza dei pensieri dei personaggi.

E, di nuovo, adoro come ogni cosa, ogni dettaglio non sia mai lasciato al caso, perché tutto, anche quello che inizialmente scivola e sembra solo voler arricchire la narrazione, in realtà viene ad assumere un significato preciso, che sembra quasi voler chiudere un cerchio (penso alle cose più ovvie, come naturalmente il ritornare e assumere un significato sempre più vivido e preciso del rossetto, ma anche a dettagli più piccoli, agli sguardi di Steve e Bucky, anche solo il modo in cui si guardano e poi distolgono lo sguardo… stupendo).

Mi piace tanto, poi, come il punto di vista parziale e concentrato solo su Bucky dia al lettore una visione apparentemente limitata della situazione, lasciando comunque spazio agli indizi di un sentimento che probabilmente non è, e non è mai stato, unilaterale. È qualcosa che noi cogliamo tra le righe, e forse lo cogliamo comunque qualche istante prima di Bucky,e questo non perché lui non sappia leggere i gesti di Steve, ma perché la paura è così tanta che anche solo credere che qualcosa possa essere vero annichilisce.

Di nuovo, trovo che tu abbia saputo trattare con una delicatezza e una maturità unica una tematica complessa e dolorosa: l’omosessualità, che qui è vissuta come una malattia, come qualcosa di degenere da estirpare ad ogni costo – anche a costo di distruggere l’integrità di una persona, viene a collocarsi in un contesto spaventoso. Perché qui non si tratta “solo” di stigma sociale o non accettazione, ma presenti la situazione in maniera estremamente accurata. Tutti i riferimenti (qui, e poi ancor di più nel prossimo capitolo) alla ragazza dalla crocchia ramata mi hanno lasciata davvero senza fiato: mi hanno lasciata con il cuore a pezzi e piena di rabbia, perché pensare che si tratti di una storia in fondo così comune, pensare che come lei ci siano state tante, troppe persone (e già una sola persona costretta ad andare incontro a un simile destino avrebbe dovuto essere troppo, ma è un dato di fatto che, ahimé, tutto ciò di cui scrivi sia stato – e in una certa misura sia ancora – sin troppo reale). Ed è bellissimo come tutto questo sia sempre presente, e in un certo senso si sia radicato nella mente di Bucky prima ancora che i suoi sentimenti cominciassero ad assumere dei contorni intelligibili e che lui potesse riconoscere.

La scena iniziale mi ha fatto tanta tenerezza – una tenerezza amara, perché nessuno mai dovrebbe piangere di terrore e gratitudine solo perché è sé stesso e ama (o anche solo desidera) qualcuno che la società considera sbagliato. Ed è una scena bellissima, perché serve da leva per mostrare in maniera praticamente inequivocabile i sentimenti di Bucky – e, di riflesso, anche quelli di Steve, perché quell’invito a cena e poi quei letti avvicinati per dormire insieme come quando erano piccoli non può essere un caso.

 

Credo di essermi trasformata in una ciotola di crema pasticcera pensando a Bucky che scrive ogni giorno a Steve dall'esercito – e alle risposte che arrivano puntualissime.

Mi sono trasformata in una ciotola di crema pasticcera, e subito dopo tu hai pensato bene di approfittarne per tirarmi un pugno allo stomaco, perché quella distanza che inesorabilmente viene a crearsi tra di loro mi ha uccisa. Perché, sì, anche quando ci si appartiene, anche quando si è legati da qualcosa di così intenso e profondo da non avere confini, anche quando esiste un legame come il loro ci sono comunque cose che non si possono dire. E pensare di non poter dire certe cose proprio all’unica persona che vorremmo sempre accanto è straziante.

Il modo in cui Bucky cerca di far fronte a queste sensazioni, a quello che lui percepisce come un inesorabile precipitare mi ha davvero stretto il cuore, e quel suo sorriso che si sbriciola davanti alla prima bugia che si sente costretto a dire a Steve mi ha seriamente commossa. Il modo in cui il dolore, e il terrore, e gli incubi se lo divorano pezzo per pezzo, lasciandolo annegare nella solitudine che crede di meritare è straziante, e quella distanza che li separa, che entrambi riconoscono quando Steve cerca di stargli vicino mi ha davvero spezzato il cuore.

Ho adorato che i sentimenti di Steve, che il lettore ha già avuto modo di poter cogliere (e che, in fondo, anche Bucky ha forse intravisto, senza mai osare illudersi e credere che potessero esistere, questi sentimenti) emergano in maniera così inequivocabile attraverso il ritratto, perché, come immaginerai, il concetto della bellezza che appartiene al modo in cui l’uno riesce a vedere l’altro mi sta estremamente a cuore, ed è davvero stupendo.

È stupendo, e fa un male cane, perché il sneso di colpa che arriva dopo, quando Bucky arriva a sperare di essersi sbagliato perché non potrebbe mai accettare il pensiero che anche Steve venga inghiottito e soffocato dalle urla dei suoi incubi è assolutamente straziante.

Insomma, è difficile che una storia sia riuscita a farmi così tanto male e al tempo stesso così tanto bene, ma davvero, io mi sono perdutamente innamorata, sappilo.

E ti ringrazio tanto per aver scritto tutto questo.

A presto!

Recensore Master
14/12/20, ore 17:06
Cap. 1:

Ok, rompo il ghiaccio in maniera brutale: ho cominciato a recuperare i film Marvel praticamente solo per poter leggere con un minimo di senso le fanfiction di alcune autrici, e insomma, tu eri assolutamente fra queste autrici (sì, lo so, è un atteggiamento un po’ inquietante e da stalker, ma giuro che sono una brava persona XD). Ecco, per quanto mi riguarda, ne sarebbe valsa la pena anche solo per poter leggere questa storia.
Proseguo dicendo che, di solito, quando mi trovo davanti storie a capitoli, preferisco procedere un pezzettino alla volta, aspettando di aver recensito prima di proseguire con il capitolo successivo. Per credo la terza volta da che sono su EFP, invece, io ieri ci ho provato a fare la brava e a leggere con calma, ma arrivata in fondo a questo capitolo non sono assolutamente riuscita a fermarmi, e ho dovuto (ho proprio dovuto
Sono approdata qui attirata soprattutto dal titolo, che è originalissimo e spinge proprio a cercare un significato (e quando il significato emerge del tutto, mannaggia, è un colpo al cuore, ma giuro che di quello parlerò quando arriverò a recensire quella parte), e mi sono assolutamente innamorata della storia. Che tu sia una bravissima autrice già lo sapevo, ma qui mi hai del tutto conquistata. Tra l’altro, mi rendo conto che questo sia un commento del tutto soggettivo, ma, a prescindere dalla ship, le vicende che più sto apprezzando dei vari film sono quelle di Cap, proprio perché fondamentalmente di superpoteri, scazzottate e cose che esplodono a me frega pochino, mi interessa molto di più la parte umana, l’introspezione e l’interazione fra i personaggi. E niente, questa storia va ad approfondire esattamente tutto quello che ho amato dei film, ignorando quello di cui mi frega poco, quindi sono proprio qui con gli occhi che brillano, sappilo.

Ho apprezzato tanto la struttura che hai dato alla storia: i paragrafi si aprono quasi tutti con una frase incisiva e lapidaria, che in un certo senso va ad anticipare ciò che sta per accadere, o quale concetto vuoi approfondire, per poi sciogliersi in una narrazione fluidissima e capace di rendere alla perfezione le atmosfere della storia. Mi piace tanto il tuo stile, perché sai sempre giocare in maniera molto interessante con il ritmo, e hai un modo interessantissimo di procedere “per dettagli”. Perché il tuo non è uno stile che si perde in lunghe descrizioni “tradizionali”, ma la scena prosegue passando da un dettaglio all’altro, da un’immagine evocativa all’altra, e sono sempre dettagli e immagini che, invece di “disperdere”, vanno a mettere a fuoco esattamente l’essenza di ciò che stai cercando di trasmettere. Non so se abbia senso quello che sto cercando di dire: nella mia testa un senso c’è, ma probabilmente non sto riuscendo a farlo emergere. Però è davvero una cosa che adoro, e che trovo anche molto personale, ecco: è una narrazione che sento molto tua, e che ti rende una voce facilmente distinguibile. Oltretutto, di solito di tuo mi trovo a leggere soprattutto le cose più brevi: questa credo sia la tua storia più lunga che leggo, e, ecco, il tuo stile resta bellissimo ed estremamente riconoscibile, ma riesce anche a declinarsi perfettamente su una narrazione più ampia, senza mai perdere forza o risultare dispersivo.
La storia, poi, è bellissima: so che Bucky è un personaggio che ami molto, e credo che questo amore si noti tantissimo nella delicatezza che poni nel delineare ogni suo gesto, ogni suo pensiero (cosciente o meno), ogni suo atteggiamento. Il paragrafo iniziale, in cui ci mostri questo ragazzino che “attraversa la vita a passo di danza”, che le ragazze già adorano, che è sfrontato e sfida le minacce del custode con una risata, che sa piacere anche ai genitori dei suoi amici è stupendo, perché dà proprio le misure del personaggio, del suo fascino di cui è consapevole fino ad un certo punto e della leggerezza allegra con cui si muove nel suo mondo.
L’incontro con Steve è quasi casuale, c’è una simpatia istintiva che nasce un po’ per caso, e ho adorato le prime battute che si scambiano: sono vivaci e divertenti, e sembra davvero che i due si stiano prendendo le misure, e mostrano già come i loro caratteri, seppur molto diversi, abbiano così tanti punti in comune e d'incontro. Ma, ancor di più, ho adorato come questa attrazione istintiva presto cresca, si aggrappi a elementi solidi che Bucky nota pian piano, e come si concretizzi in un’amicizia solidissima e cosciente.
Riconoscere Steve attraverso gli occhi di Bucky è bellissimo, perché, al di là del fatto che qui ci troviamo in un universo alternativo dove non esistono supereroi, credo che tu qui abbia sottolineato e saputo trasmettere una delle cose più belle dei film. Steve diventa Captain America perché qualcuno vede in lui tutta la sua luce, il suo coraggio, il suo incrollabile senso della giustizia che lo spinge a raddrizzare sempre le spalle e ad affrontare un altro pugno. E, ecco, Bucky tutto questo lo aveva già visto, e forse è stato il primo a vederlo, e niente, il passaggio in cui si rende conto che Steve probabilmente si ergerà a difendere tutti gli indifesi di Brooklyn, e che quindi lui desidera solo essere presente per difendere Steve mi ha commossa in un modo che nemmeno riesco a dire.
Ho poi amato, assolutamente amato la maturità e la delicatezza con cui hai affrontato la difficile presa di coscienza di Bucky dei propri sentimenti nei confronti di Steve, e in generale il tema dell’omosessualità, vissuta come un peccato e una malattia in una società incapace di accettare ciò che non conosce e non vuole conoscere. Sei stata davvero straordinaria, perché il modo in cui i pensieri di Bucky oscillano fra intuizioni mai del tutto ammesse a sé stesso, a negazioni categoriche, a sussurri insinuanti che cerca di reprimere indossando la maschera del rubacuori che dovrebbe – dovrebbe – andargli così bene, ma che non fa altro che aprire crepe in quella leggerezza che avevi dipinto tanto bene all’inizio, è davvero stupendo.
Ho poi adorato come hai saputo giocare con gli elementi, inserendo già da qui quelli che ora sembrano solo dei dettagli, ma che nei capitoli successivi assumeranno un’importanza cruciale (cioè, le farfalle nello stomaco davanti al rossetto color ciliegia, quel sospiro davanti alla sensazione del rossetto che si spalma sulle sue labbra… niente, è struggente, è bellissimo).
E mi sembra di non aver detto abbastanza, ma la recensione è decisamente diventata troppo lunga, quindi forse è meglio se la chiudo qui.
Arrivo presto a romperti le scatole anche sui prossimi capitoli, però, è una minacc… ehm, una promessa.

Recensore Master
10/07/20, ore 00:33
Cap. 3:

Ciao!
Ti ringrazio di avermi consigliato questa lettura, cercavo una bella storia su Bucky e ne ho letta una che, oltre a essere bella, è di una maturità disarmante.
Mi hanno colpita tanto sia le tematiche trattate che la maniera in cui sono state narrate – ho già avuto modo di apprezzarti come autrice e apprezzare le tue attente introspezioni, ma qui si va oltre il fandom, e non solo per l'AU, e si sfocia in un terreno estremamente delicato e per nulla semplice da trattare. Ecco, trovo che il tuo approccio sia stato non solo maturo, ma anche attento a non banalizzare né enfatizzare i temi affrontati in questa storia.
Ho apprezzato tanto tutti i parallelismi con l'universo canon e la tua bravura nel riprenderne le dinamiche al fine di declinarle in questo universo alternativo, dove Bucky non sarà il Soldato d'Inverno ma deve pur sempre scoprire e conoscere e accettare se stesso – senza vergogna alcuna –, e dove Steve non sarà quel prodigio di Capitan America ma è ugualmente un leader dall'animo nobile e il cuore buono. Insomma, i personaggi sono loro e anche le storie sono le loro, ma è tutto calato in un'atmosfera spoglia di sovrannaturale e sporca (concedimi il termine) di realtà. Una realtà dove un ragazzo che ama il proprio migliore amico e il rossetto vermiglio è sbagliato e viene rincorso da incubi terrificanti, che gli raccontano di una vita reclusa allo scopo di aggiustarlo – ed è fantastico come tra le righe del tuo racconto, e attraverso il punto di vista di Bucky, emerga tutta l'assurdità e l'ingiustizia di questa società che ragiona male e rifiuta tutto ciò che non capisce e che giudica diverso.
In questa cornice dai contorni realistici cali poi una storia d'amore bellissima. Come ho avuto modo di dirti, Bucky e Steve per me sono legati da un'amicizia fortissima, eterna, forse anche più forte dell'amore (per dirti, non capirò mai com'è che Steve abbia lasciato Bucky per tornare da Peggy – amore o amicizia che sia, Bucky è sempre stato la persona più importante della sua vita), eppure raccontati da te mi appaiono veramente come due anime gemelle che non possono fare altro che rincorrersi, scegliersi e amarsi. Motivo per cui ho adorato il finale, e ti ringrazio per aver concesso loro un piccolo epilogo felice.
Il titolo è assolutamente geniale! Soprattutto perché è palese che sia necessario leggere il racconto per capirlo, il che personalmente ha aumentato la curiosità e mi ha convinta a iniziare subito la lettura.
Sono consapevole che vi sarebbe ancora tanto da dire su questo racconto e che questa recensione non sia alla sua altezza, ma spero sia chiaro quanto mi sia piaciuto e quanto, mi ripeto, lo abbia trovato maturo nell'affrontare tematiche che di semplice non hanno nulla.
Complimenti, davvero.
Alla prossima!

Recensore Veterano
23/05/20, ore 15:41
Cap. 3:

Che dirw, mi sono piaciuti tutti i capitoli, in particolare quando scoprono i due ragazzi che si baciano.. È stato un momento molto intenso, un Silenzio tra di loro che diceva tutto. Riesci davvero a regalarci delle immagini bellissime.

Recensore Veterano
23/05/20, ore 15:18
Cap. 1:

Che meraviglia, mi piace tantissimo che hai raccontato come é nata la loro amicizia, è la prima volta che mi capita in un fic stucky, ne sto leggendo un bel po' devo dire... Sei bravissima a scrivere ma questo si sa, é una certezza, hai anche un Sacco di dee originali e le racconti con un ritmo davvero cinematografico! Ok sei diventata la mia autrice stucky preferita, l'ho detto. Quanto é bello Bucky? Lo riesci a rendere esattamente in tutto il suo splendore. Mi é piaciuto anche che hai usato la parola "carisma" per descrivere Steve, che in effetti é proprio quello che ha! La scena in cui Bucky abbraccia Steve e lo accarezza per poi staccarsi vergognandosi, è stata bellissima e poetica, descrive perfettamente loro due e l'attrazione che è innegabile, tra di loro. Grazie! :)

Recensore Master
19/12/19, ore 17:10
Cap. 3:

Ciao cara, eccomi finalmente ^^
Perdona l’osceno ritardo ma, davvero, in questi giorni non so nemmeno più da che parte sono girata T.T
Ultimamente sento più che mai il bisogno di storie che, dietro al dolore, riescano a far scorgere anche un po’ di luce, per cui ti ringrazio innanzitutto per avermi regalato un finale tanto bello.
Adoro il modo in cui hai gestito – e alternato – i punti di vista dei due personaggi, che nelle tue mani si muovono in una danza armonica e perfetta. Bucky è torturato, roso dal tormento che gli consuma il cuore e farebbe qualsiasi cosa per poter ritrovare un briciolo di pace, di equilibrio. Crede che realizzare concretamente le sue fantasie, anche solo per un istante, serva poi a farle scivolare per sempre via dalla mente. Non sa nemmeno più cosa voglia dire vivere senza paura – paura di non poter essere semplicemente quello che è, paura di essere un errore. Anzi, fino all’ultimo Bucky è convinto di essere sbagliato, di essere uno scherzo della natura, né più né meno di un orribile abominio. Per un momento, però, l’immagine che vede riflessa allo specchio e ciò che sente di essere nel profondo di se stesso combaciano alla perfezione (sento in sottofondo partire “Reflection” di Mulan XD), almeno fino a che la porta della sua stanza non si apre. Ma è qui che avviene il proverbiale miracolo di Natale: più ancora che nello specchio, è Steve a restituirgli un’immagine autentica e vera di sé. Steve che non sopporta di vederlo soffrire, Steve che farebbe – vuole fare – qualsiasi cosa pur di aiutarlo, stargli vicino, amarlo. Amarlo tanto quanto Bucky ama lui. È una consapevolezza che sboccia all’improvviso, racchiusa nel calore dell’abbraccio che i due ragazzi finalmente si scambiano, nella venerazione con cui imparano a conoscere i loro corpi. Forse per la prima volta nella sua vita Bucky è felice, si sente a posto con se stesso, amato da quel giovane straordinario con cui ha condiviso tanto e con il quale è pronto a sfidare il mondo intero, se necessario. Perché insieme, possono tutto.
Mi sono emozionata tantissimo leggendo i paragrafi finali, hai scritto una storia meravigliosa e io non posso far altro che ringraziarti per averci fatto il dono di condividerla con noi.
Grazie davvero, e tanti, tantissimi complimenti mia cara <3
Un bacione condito con ciò che più ti piace di questo periodo!
A presto :*

padme

Recensore Veterano
29/11/19, ore 11:38
Cap. 1:

Ciao! Eccomi qui per lo scambio del giardino con un enorme ritardo! E per questo assolutamente mi scuso!
Allora questa Fic dalle note anni 40 mi ha tenuto incollata al pc per tutto il tempo. Mi è piaciuto tutto, niente era di troppo e non c'è stato nessun troppo poco, niente era fuori posto e tutto è stato, semplicemente, perfetto.
Mi è piaciuto come hai introdotto i personaggi lentamente, lasciando loro spazio e "sprecando" per loro innumerevoli righe che mi hanno permesso di simpatizzare con tutti loro. Quello che mi è piaciuto di più, però, è quell'aura di realtà che spesso quando si tratta della Stucy si perde. Nel tuo scritto ci hai mostrato sopratutto un'amicizia, che è nata per caso perchè Bucky era curioso di quel ragazzo piccolo, ma coraggioso. Amicizia che poi, lentamente e col tempo, si è trasformata in qualcosa d'altro. Mi è piaciuto che non hai corso, che stai dando tempo a questa relazione di formarsi e crescere, che non hai saltato subito alla parte dove loro due mandano a quel paese un'amicizia per rincorrere quello che, forse, è amore. Stai dando tempo a due adolescenti di capire il loro corpo e di quello che provano realmente. Molto forte la scena dove Bucky, forse anche impaurito da questi sentimenti nuovi e mai provati prima, va a baciare una ragazza come per cercare conferma che a lui, Steve, non piaccia. Sinceramente non mi aspettavo una reazione così fredda dell'ex mingherlino, ma l'ho trovata estremamente in linea con il personaggio.
Sono inoltre super contenta di vedere che questa storia consta di più capitoli! Ciò vorrà dire che racconterai altri annedoti e che ti sei presa tempo e calma per sviluppare al meglio questi personaggi ormai, a volte, fin troppo orribilmente inflazionati!
Veramente complimenti, per ora la migliore Stucky che abbia letto **
A presto!
Talia

Recensore Master
18/11/19, ore 12:09

Ciao mia cara <3
Torno da te più che volentieri, perché in realtà questa splendida storia l’ho già letta tutta e mi mancava giusto l’occasione per lasciarti un commentino (si spera almeno decente).
Di solito, quando nell’introduzione compare la nota “tematiche delicate”, mi si inarca automaticamente il sopracciglio, stile Sig.na Rottermaier, perché raramente l’indicazione si accompagna ad una reale capacità di saper gestire e trattare davvero certe tematiche. Non è il tuo caso, ovviamente – non che abbia mai avuto dei dubbi a riguardo, so cosa scrivi e come lo scrivi, ero certa che avresti messo tutta la cura e l’attenzione necessarie nel descrivere la psicologia di un giovane uomo che si ritrova in una situazione tanto complessa, oltretutto nella New York degli anni ’40.
Bucky sente crescere dentro di sé il sentimento per Steve, qualcosa che trascende la semplice amicizia, ma allo stesso tempo ne è terrorizzato, perché ciò che prova è sbagliato, è qualcosa che la società in cui vive non riesce nemmeno a concepire, figuriamoci a tollerare, un abominio che deve essere corretto a qualsiasi costo, con brutalità e spietatezza. Sei stata molto analitica su questo punto, e la tua prosa coinvolgente ha fatto il resto, rendendo impossibile non empatizzare con Bucky e con il suo tormento. La parte sul sogno è veramente straziante ma realistica, obbiettivamente Bucky non può non pensare che sia esattamente quello (il manicomio), il posto che spetta ai soggetti come lui. Le ragazze non sono nemmeno un tentativo di fuga, o un alibi da usare come paravento di fronte al mondo: Bucky vorrebbe quasi fondersi con loro, essere come loro.
Steve gli è sempre accanto, ma Barnes non riesce nemmeno a concepire l’idea che dietro alle sue premure ci possa essere dell’altro, che anche Steve possa essere animato dallo stesso sentimento: per la prima volta da quando si conoscono Bucky si chiude di fronte all’amico, non sapendo di infliggergli un dolore terribile. Eppure, basta poco – un piccolo ritratto tracciato però con tutto l’amore del mondo, un amore tanto intenso da saltare fuori dalla carta – per insinuare in Bucky il dubbio, che forse, forse, anche Steve…
Ma è ancora tutto troppo complicato, troppo pericoloso per dar realmente seguito a questo pensiero.
Ti faccio come al solito i miei più sinceri complimenti, leggerti è veramente una garanzia di qualità – sia per gli argomenti trattati, sia per lo stile, raffinato ed evocativo ma anche preciso, minuzioso, perfettamente adatto al contesto.
A presto allora, passerò di sicuro anche dall’ultimo capitolo!
Un bacione :*

padme

Recensore Master
13/11/19, ore 22:58
Cap. 1:

Ciao donzella eccomi qui a recensire questa storia che, sarò sincera, mi ero persa per strada!
Partiamo dal fatto che le tue Stucky sono sempre un'assicurazione <3 
La prima parte dedicata all'inseguimento e alla "punizione" di Bucky è bellissimo,così Hurt/Comfort da farmi diventare gli ochi a forma di cuoricino perché davvero la trovata di incastrare il tutto con il fattore imbarazzo di Steve è fenomenale! Sei riuscita anche a tenerlo comunque nel personaggio perché l'hai fatto rispondere a tono, combattivo e per nulla spaventato.
Oddio Bucky che si erge a protettore di Steve che a sua volta è un protettore di indifesi è un'immagine che mi ha lasciato colpita piacevolmente, sei riuscita con poche parole a descrivere e a farmi immaginare la scena nella sua sempicità più assurda sei stata bravissima!
La scena della lite è bella, i  bulli le prendono ma anche i nsotri eroi, li offendono e li insultano dando titoli che colpiscono nella psiche dei due giovani, parole che fanno più male dei pugni e delle lesioni che hanno addosso ed è così anni '40 che sei riuscita ad azzeccare il pormpt in maniera magistrale, compimenti donna <3 
I due aprgoli crescono e Steve si sviluppa più del dovuto diventando più grande ma si sà, le ossa fanno male quando crescono troppo e così in fretta ma Bucky c'è come sempre eppure tra loro gli ormoni iniziano a farsi lentamente sentire e.... è perfetto tutto ciò che sto leggendo, davvero complimenti donna <3
Barnes e il marpione sciupa femmine che c'è in lui è bellissimo, hai reso un ragazzo in piena scoperta dellasfera sessuale, qualcosa che inizia con un bacio, un innocente bacio con la lingua dal colore delle ciliegie fino alla voglia di baciare colui che altro non è che Steve!
Che dire, questo capitolo è bellissimo, hai ricreato l'atmosfera e hai mantenuto molti dei canoni e solo per questo meriti i famigerati novanta minuti di applausi, sappilo!
Comunque è scorrevole e piacevole, amo già il primo capitolo e non vedo l'ora di trovare il tempo per leggere il secondo e i terzo, insomma voglio vedere come va a finire perché si sà che non era facile avere a che fare con l'omosessualità una volta quindi ci si legge al prossimo capitolo <3 
ciao ciao :3 

Recensore Master
31/10/19, ore 13:06
Cap. 3:

Carissima Fuuma,
dopo una lunga, lunghissima settimana di lavoro, dove il mio unico tempo libero era dedicato a ore di sonno, finalmente son qui da te! Finalmente, ribadisco, perché ne avevo bisogno. Avevo bisogno di concludere questa breve ma intensissima storia e di immergermi ancora una volta nei tuoi loro. Non ne avrò mai abbastanza ♥

Ho letteralmente adorato questo capitolo, per una serie di motivazioni che ora andrò ad elencarti ma, prima fra tutti, è l'introspezione dei personaggi e di come tu, come sempre, riesca a cogliere lati e pensieri così umani da farmi tremare le dita. Questa è una recensione a super-caldo, e tu immagina una Miryel a bocca mezza spalancata che pigia tasti per dirti cosa pensa (e non sono un bel vedere,quando sono in soft-mode XD). L'animo di Buck è diviso tra paura e accettazione per ciò che è, per i suoi desideri, per il suo vero io che può emergere solo in segreto, quando non c'è nessuno in casa, quando può ammirarsi e accettarsi, ricaricare la propria persona di consapevolezza, per poi gettarsela di nuovo alle spalle e fingere che in lui non ci sia una piccola lei. Si concede piccoli attimi dove cerca di conoscersi, di vedersi come realmente si sente, ed è bellissimo che ci riesca ma dannatamente frustrante immaginare la vita al di fuori della solitudine, dove non può in alcun modo rivelare quel fatto (è già difficile di questi tempi, considerati moderni per alcuni aspetti, figurati in un momento storico del genere...).

L'entrata in scena di Steve mi ha lacerata. Non tanto perché avessi paura che Steve potesse non accettare la vera natura di Bucky, ma proprio per la reazione e il senso di vergogna di quest'ultimo. Se fossero stati i suoi genitori, i suoi fratelli, sarebbe stato comunque vergognoso, ma penso che di fronte a Steve Buck si sia sentito anche peggio... come sempre Steve comprende, capisce, cerca di allontanare la possibilità che quel fatto possa dividerli e, anzi, a quanto pare diventa motivo per unirli, per ammettere a loro stessi e all'altro, ciò che è sempre stato tra di loro ma che mai e poi mai hanno deciso di confessarsi.

[...] Già lo amo. Già ti amo.»

Sai cosa mi piace di loro come li rappresenti? Che ogni difetto, ogni sbaglio, ogni cazzata non diventano motivo di allontanamento, ma anzi creano una barriera più forte intorno a loro. Il loro è un rapporto complesso, difficile da rappresentare in maniera tanto umana, come invece fai tu, e dimostri questa capacità soprattutto sul finale, quando la vergogna, la paura e tutti quei sentimenti neri e oscuri, vengono sostituiti da altro: da confidenza, da accettazione da parte di entrambi, che Bucky è sempre Bucky e Steve lo amerà in ogni caso, qualunque cosa egli sia. E quindi l'ultimo dialogo mi ha riempito il cuore di cose – tante cose, tra cui sollievo e dolcezza. Ci scherzano sopra, si prendono in giro, e ancora una volta dimostrano che niente, ma proprio niente, può scalfire quello che c'è tra di loro.
Una storia bellissima, un capitolo che ha fatto male e bene allo stesso tempo. Non mi sarebbe dispiaciuto leggere altri capitoli e un approfondimento sul loro rapporto, dopo questo fatto, ma questo è solo un mio capriccio quindi nulla toglie il fatto che, pur breve, l'ho amata.
A prestissimo, che ho ancora bisogno dei tuoi loro.
Miry

Recensore Master
24/10/19, ore 20:17
Cap. 3:

Cara Fuuma!
Questa sarà una recensione un po’ delirante, eh.
Premesso questo, io vorrei spezzare una lancia a favore di Steve Rogers. Mettere il rossetto non è un gioco da ragazze; ha poco da ironizzare Buck. Serve la matita color carne per far esaltare l’arco di cupido ed evitare che il rossetto sbavi, la matita dell’identico colore del rossetto, un pennello piccino picciò per i bordi e il rossetto che si intona bene con i denti. Se sei Bucky Barnes, il Winter Soldier, cosa ci sarebbe di meglio di un Russian Red (NdR: nome di un famoso rossetto matte rosso)? I nostri baldi giovani però non vivono al tempo di Mac Cosmetics, brand che comunque approverebbe questa tua bellissima storia ♥.

Vivono in un clima parecchio bigotto e oscuro, che tu hai ricreato negli scorsi capitoli e che sa di maccartismo, di pregiudizi e di quella cosa odiosa che è il vivere vite nascoste per mantenere le apparenze all’insegna dell’ipocrisia, per cercare di celare qualcosa che c’è e basta. E che in questa storia alla fine emerge ♥ ^^. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da quello che già nello scorso capitolo spicca chiaramente e cioè il desiderio di Bucky di appropriarsi di una serie di indumenti e di accessori tipicamente femminili come il rossetto rosso e l’intimo in pizzo per indossarli e farli propri. Steve, che pure ha dipinto mille volte Bucky, lo vede finalmente come se fosse la prima (e gli si dichiara) nel momento in cui vede l’amico di sempre sfoggiare le labbra rosse. Quello è il vero Bucky, quello che si è scelto la sfumatura di rossetto perfettamente rossa. Il rossetto non è un accessorio da sottovalutare per mille ragioni (migliora persino l’umore), ma assieme ai tacchi è rappresentativo di un genere che Bucky tuttavia tratta con punta non velata di fastidio, come quando ripensa ai miagolii della (povera) fidanzata di turno che credeva d’essersi accasata o si sconvolge (ma quella è la mentalità dell’epoca e altrimenti sarebbe sembrato anacronistico) di fronte al fatto che sì, pure le femmine hanno pulsioni e ormoni. Eppure, con quanta cura Bucky si crea l’occasione per regalarsi un momento col vero se stesso allo specchio, con quanta dedizione sceglie il pizzo rosso, trova la camicia da notte, si prepara a una vera e propria vestizione che doveva essere solitaria e invece è tragicamente condivisa?

All’inizio pensavo che non si trattasse di Steve e che il bellissimo titolo si riferisse a un finale oscuro, in cui Bucky è costretto in un ospedale psichiatrico. Non avevo pensato che Steve potesse avere le chiavi, in qualche modo, quindi puoi immaginarti il sollievo nel vedere che no, non era così. La reazione di Steve è stata perfetta: non uno slancio improvviso e poco verosimile, non un ripudio contrario alla natura di Rogers e a quel momento adolescenziale raccontato nel capitolo 1 e 2, ma un’accettazione, una consolazione venata di uno squisito hurt/comfort. In mano tua questi personaggi BRILLANO e la complessa delicatezza di una storia come questa rende la loro storia d’amore ancora più bella e struggente, ma non melensa, mai troppo sdolcinata, mai fuori dal carattere. Sono due soldati di fronte a una verità incontrovertibile, di fronte a una realtà che hanno sempre saputo e non riescono – possono, vogliono – più tacere.

Ecco perché l’ho amata dall’inizio alla fine. È stato un lavoro eccellente e mirabile e forse ho straparlato (all’inizio ho spezzato un po’ la tensione con Steve makeup artist <3) ma veramente, mi è piaciuta da matti, per rimanere in tema di devianze o presunte tali. Prima che rinchiudano me e continuando a pensare che sia Nat la ragazza dai capelli ramati dal destino infelice che Bucky sognava, in un doloroso parallelismo alla Sucker Punch tra l’Hydra e gli istituti psichiatrici, ti mando un carissimo saluto, ti faccio i miei complimenti e, qualora non si fosse capito o non abbastanza chiaro, ‘sta storia è proprio bella ♥♥. E diversa anche da quello che si trova in giro.
Brava!

Shilyss- che-anziché-una-recensione-t’ha-scritto-praticamente-una-shot.
(Recensione modificata il 24/10/2019 - 08:18 pm)

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