Ciao, quando ho visto comparire una tua storia, ieri, inutile dire che mi ci sono fiondata e che non vedevo l'ora di leggerla. In un primo momento non sapevo se collocarla nella tua serie di storie Mystrade, perché in effetti non ci sono riferimenti di alcun genere ma al contrario l'ambientazione è completamente a-temporale. Poi le tue note finali hanno chiarito tutto, mettendo in chiaro che era un dubbio che ti eri posta tu stessa. Personalmente mi sarebbe piaciuta anche se parte della raccolta, però comprendo appieno la tua scelta. Specie sapendo come hai concepito quella serie di storie, ovvero nella maniera in cui ogni tassello deve in qualche modo portare avanti la trama generale.
In tutto questo non ho ancora detto che mi è piaciuta davvero tantissimo. Leggere le tue Mystrade è sempre una cosa meravigliosa, il modo in cui riesci a ritrarre Mycroft poi è stupefacente. E anche in situazioni molto leggere come questa. I personaggi, come al solito, ci sono tutti. Da Mycroft sino a Lestrade, che qua troviamo in una veste di osservatore quasi. Di persona che si ritrova obbligata in silenzio ad aspettare che Mycroft finisca la sua telefonata di lavoro, durante la quale sta sicuramente risolvendo una crisi internazionale. E nel frattempo, quindi lo osserva. E ne trae delle buffe conclusioni che portano alla fine a un divertente siparietto. Come dicevo, la cosa che più mi ha impressionata è stata Mycroft. Lui è uno che va moltissimo per sfumature e che calibra tutto, dal peso delle singole parole alle espressioni facciali. E qui Lestrade ci offre una generosa e lunga osservazione della sua persona, dei suoi modi di fare, degli atteggiamenti. Ho trovato estremamente interessante il passaggio riguardo la forza fisica. Un fattore che si tende a ignorare, perché Mycroft a sua detta è una persona molto pigra e sappiamo tutti (perché ce l'hanno fatto vedere), che in passato ha avuto anche problemi importanti di peso. Ma abbiamo anche visto quanto ora tenga alla propria forma. Pigrizia a parte, ritengo plausibile il considerarlo una persona forte. Anche perché, e qui c'entra più dell'altro, Gatiss è un uomo imponente, pur longilineo che sia. Questa caratteristica fisica tu la sfrutti per un divertente passaggio, nel quale Lestrade si ritrova a dover confessare i propri ragionamenti. Che lui ritiene sciocchi e che non pensa minimamente possano condurre a un discorso più intimo. Cosa che poi effettivamente succederà. No, lui sulle prime la trova una sciocchezza e ride. E non gli dà affatto peso. Ho adorato il punto in cui Greg dice a Mycroft che non capirebbe e ho amato ancora di più il fatto che quest'ultimo la prenda come una sfida alla propria intelligenza. Cavolo, questa cosa è così da Holmes... Credo che anche Sherlock farebbe lo stesso. Reagendo in tutt'altro modo, ovviamente, ma si sa quanto possa essere regina del dramma. Mycroft resta posato, com'è nella sua natura. Apparentemente distaccato, in realtà sappiamo che è un uomo che sa come controllarsi e che difficilmente perde il controllo di sé. Salvo poi colpire, simpaticamente, soltanto in un secondo momento e prendere Greg a tradimento. E anche di peso. Si denota dal modo di fare che hanno, quanta intimità c'è tra di loro. Sono una coppia solida, che ha imparato a interagire. Entrambi si sono abituati all'altro e alla vita che fa, e hanno capito come fare per stare insieme pur con le diversità che possiedono. Tutti elementi che non sono di certo scontati, almeno non con loro. Ecco, forse è stato questo aspetto del loro rapporto a farmi pensare sulle prime (ma anche a posteriori) che questa storia non c'entrava con la tua raccolta. E che, se mai, sarebbe dovuta venir inserita molto tempo dopo l'ultima storia che avevi postato lì. Per quanto mi piacerebbe vedere presto un continuo, credo sia stato meglio così.
Affascinante l'ambientazione del Diogenes club. Trovo sempre interessanti le storie in cui Lestrade tenta di interagire con un posto che potrebbe metterlo facilmente anche un po' di soggezione. Lui come chiunque, a parte John. John va a testa bassa e se ne frega, ma è vero che sono situazioni e personaggi molto diversi. Nessuno parla, qui. Si tratta di un luogo estremamente particolare, è un posto in cui chiaramente per esser socio devi avere una barca di soldi e già questo potrebbe mettere in difficoltà un ispettore di Scotland Yard come lui. E infatti nelle Mystrade ambientate al Diogenes club c'è sempre come un senso di estraneità da parte di Greg, che è presente anche qui sebbene in maniera molto sottile. Per la maggior parte è stato già superato, ci si è già trovato a che fare e ora il senso di soggezione è quasi del tutto sparito. E qua si torna alla familiarità di cui parlavo anche prima e che c'entra anche con il posto in questione e non solo con Mycroft.
Insomma è stata una lettura molto interessante, ti faccio i complimenti.
Koa |