Storia breve, ma molto vera e attuale. Quello che mi è piaciuto di questa breve one-shot è il dettaglio, realistico, delle persone intorno al protagonista che hanno tutte le migliori intenzioni del mondo, e che non si rendono conto di mettere addosso al povero ragazzo da sempre considerato "quello studioso" così tanta pressione. È triste da constatare, ma a volte le aspettative enormi di genitori amorevoli ma fin troppo vocali nel loro esprimere l'orgoglio e le speranze per questi figli "così diligenti, così studiosi" pesano tanto quanto le critiche di genitori più severi e arcigni, perennemente insoddisfatti. Forse persino di più, perche deludere le speranze di persone che non hanno fatto altro che darti supporto, tessendo le tue lodi e credendo nel tuo futuro brillante, fa ancora più male. Bisorebbe insegnare a tutti I genitori che, oltre a supportare i figli con belle parole di incoraggiamento, è bene insegnare loro ad accettare il fallimento- a volte basterebbe solo ammettere davanti a un figlio o una figlia che sbagliare, essere imperfetti, non essere sempre i primi della classe è una cosa normale e naturale e anche giusta, perchè è qualcosa che fa crescere. Basterebbe dire "ti voglio bene anche se non ti laurei col massimo, anche se ti laurei in ritardo, anche se non ti laurei proprio. E sarò felice di qualunque cosa tu deciderai di fate nella vita purchè ti renda felice."