Recensioni per
Morti che camminano
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 58 recensioni.
Positive : 58
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
31/08/20, ore 14:36
Cap. 37:

Ciao!! Ovviamente non posso sapere com’era quello che è andato perso (hai fatto bene a prenderla con filosofia, sono cose odiose ma capitano), ma questo epilogo mi è piaciuto molto, lascia con una bellissima immagine di una futura collaborazione tra loro e ce li vedo proprio, ho amato le scene in cui erano tutti e quattro insieme, sono una bellissima squadra, e la frase con cui concludi l’ho trovata splendida.
Siamo tutti felici che non sia stato attuato il piano c, rendendo realtà quello che Mycroft temeva più di ogni altra cosa. Per fortuna tutto è andato come era giusto andasse, il nemico è stato sconfitto, John e Sherlock sono di nuovo insieme e più uniti che mai, e Dylan ha scoperto una parte importante del proprio passato, che però resta ancora molto misterioso e penso che lui più di tutti avrà bisogno di tempo per accettare e trovare un senso a tutto quello che è accaduto.
Questa storia mi è piaciuta tantissimo, volevo fare un elenco delle scene preferite, ma rileggendola tutta dall’inizio (oltre ad averla apprezzata ancora di più) mi sono resa conto che sono davvero troppe per dirle tutte.
Spero di leggere presto qualcos’altro di tuo, alla prossima :)

Recensore Master
27/08/20, ore 11:56
Cap. 37:

Così siamo arrivati alla fine. Peccato, come per ogni esperienza che ci abbia fatto una silenziosa, non invadente ma preziosa compagnia.
Penso proprio che, come hai scritto tu nell’introduzione a quest’ultimo capitolo, i due elementi più importanti siano le caratterizzazioni di Sh e di Dylan, vere colonne portanti della narrazione. Ma, aggiungerei, non è da trascurare o sottovalutare la figura di John, sfaccettata e ricca d’umanità che costituisce, a mio avviso, un potente catalizzatore per tutto ciò che succede. Infatti, secondo me, il racconto che tu fai, trova i suoi momenti più significativi nella tua descrizione delle sue condizioni nel reparto della caserma riservato ai contagiati, ormai più morto vivente che persona ancora in vita. A questo aggiungo la febbrile ricerca del vaccino che tiene impegnato Sh, anima e corpo. Tu nomini, giustamente, Dylan. Purtroppo è un personaggio che non conosco fino in fondo perché non ho mai letto qualcosa di lui, ma la tua storia l’ho gustata ugualmente. Come ho scritto più volte in osservazioni varie, io leggo le ff che mi attirano e che ritengo valide, come la tua. Se sono ispirate a romanzi, fumetti od altro, anche se non conosco il materiale in questione, cerco di entrare ugualmente nella storia e di scoprirne le caratteristiche. In parole povere, Dog mi è piaciuto molto, l’hai fatto agire in modo da essere apprezzabile anche agli occhi di chi, come me, non ha “frequentato” le sue avventure sulla carta stampata. Sicuramente me l’hai trasmessa come una figura a tutto tondo, con luci ed ombre ed una forte carica di passione e di umanità. Un tipo, poi, originale e coraggioso, carismatico ed al di fuori della mentalità comune. Queste sue caratteristiche lo fanno somigliare molto, secondo me, a Sh. Ecco, quindi, uno dei motivi per cui questa tua long mi ha interessato davvero: hai fuso due mondi in modo efficace e coinvolgente, catapultando il razionalissimo Holmes in una dimensione a lui estranea, quella della magia e del sovrannaturale. La stessa operazione l’hai compiuta con Dylan, facendolo entrare in contatto con la realtà di una mente come quella di Sh.
Arrivo al capitolo, all’epilogo, in cui chiudi la storia con il POV di Dog. Sono righe bellissime, davvero, che traboccano di umanità, di emozioni, di vita. E, attraverso i pensieri di Dylan, ci riporti una figura di Sh che diventa splendida e gigantesca nell’espressione del suo sentimento per John. Mi ha commosso, sono sincera, quel suo aver pianificato con razionale lucidità, tipico di lui, la fine della sua vita se non fosse riuscito a salvare John. Insieme, a bruciare su una pira, due mostri ormai. Ma insieme. Splendido. Del resto, io sono davvero affascinata dal modo con cui tu raffiguri Sh nelle tue storie: non mediante descrizioni accurate ma mediante dei flash che animano il tuo raccontare e colpiscono me, storica sherlocked, suscitandomi emozioni e restituendomi ciò che il tempo trascorso dall’uscita delle Stagioni dei Mofftiss ha ormai appannato. Uno sguardo, un sorriso sghembo, il “viso impassibile è pallido”...
Quest’ultimo è un capitolo che esprime grandi sentimenti, ed hai assegnato a Dylan il compito di chiudere questa bellissima storia con la struggente ammirazione per l’espressione di un amore unico ed inimitabile. Un amore, quello che prova Sh per John, che va oltre ogni limite.
Brava, come sempre, a rappresentare quello che anima atteggiamenti e gesti umani, scelte, decisioni. Nelle tue storie c’è sempre il raccontare cosa provano, perché pensano in un determinato modo: è come se tu ci facessi affacciare su un mondo bellissimo ed affascinante che è quello dell’animo umano. Ed è un impegno davvero arduo rappresentare con credibilità ciò che sentono i personaggi. Tu ci riesci, sempre.
A presto.

Recensore Junior
16/07/20, ore 13:03
Cap. 36:

Ciao! Mi è piaciuto leggere di quello che è successo raccontato da John in prima persona, ed è bello il parallelismo tra John e Dylan nel modo di metabolizzare quanto accaduto mettendolo per iscritto. Leggendo quella parte avevo dato per scontato che il coinquilino di John fosse Sherlock, ma è comprensibile che ancora non se la sentisse di tornare, Greg è fantastico, l’amico che tutti vorrebbero, ha fatto bene ad andare da lui… poi è ovvio che non avrebbe saputo resistere ad un nuovo caso, e nemmeno a Sherlock :)
A presto!

Recensore Master
16/07/20, ore 11:58
Cap. 36:

Un capitolo bello corposo, questo, in cui affronti ciò che è stato il nodo vero in sospeso da anni. Infatti, il vero protagonista qui è l’aspetto forse più caratterizzante della Johnlock che consiste nel superamento di quel pesante silenzio nato da occasioni soffocate da troppi “ non detto” e troppi “ non fatto”.
Bellissima e significativa la scena che coglie contemporaneamente due momenti uguali, anche se diversi nelle persone che li animano. Dylan e John, se non ho inteso male, sono impegnati a lasciare la loro testimonianza su ciò che è successo, Groucho e Sh sono alle loro spalle, intenti a “vegliare” su ciò che potrebbe sconvolgere, soprattutto per quel che riguarda John, chi deve ripescare, nella memoria, ricordi che potrebbe essere doloroso far rivivere. Sì, perché almeno per me, rimane impresso nella memoria quel John nella fase finale della trasformazione completa in “zombi”: un’immagine dolente e che suscitava un misto tra pietà e repulsione. Indimenticabile, davvero, grazie alla tua evidente capacità di farci partecipi di ciò che succede sulla scena.
Passi, quindi, a quando John affida al laptop le sue terribili esperienze , ed operi un passaggio importante dalla narrazione oggettiva a quella in prima persona. Questo espediente è assolutamente efficace perché ci permette di entrare direttamente nel flusso delle sue emozioni e dei suoi pensieri. Ho appena definito “terribile” ciò che John ha vissuto ma, ripensandoci, direi che, nonostante la sua mostruosa definizione, è tutto servito a far emergere nitidamente quale fosse la cosa più importante sia nella sua vita che in quella di Sh. Ed è il riconoscere dell’importanza vitale dell’uno nei confronti dell’altro e che la loro speciale amicizia, sicuramente non è mai stata un legame tra sodali ma un qualcosa di sicuramente diverso. Altra scoperta fondamentale riguarda Mary ed il suo ruolo. Non c’è dubbio che la sua presenza abbia aiutato John a superare la devastazione del lutto vissuto nel post Reichenbach, ma ciò non toglie il fatto che lei sia una persona egoista, opportunista ed assolutamente non adeguata alla situazione. Inoltre, particolare non marginale, è un personaggio che mi ha sempre causato un moto di repulsione. Dunque, grazie per avermela tolta di mezzo. Ovviamente quest’ultima è una battuta ma, sinceramente, la sua presenza l’ ho sempre trovata disturbante nell’ottica della Johnlock, chiaro.
Il racconto di John fluisce in un ottimo stile, quasi epistolare, con lo sguardo sempre fisso a ciò che sarebbe stato un destino terribile. Ma la stessa angoscia è data anche dal ritrovare Mary e dal rendersi conto che il legame con lei è assolutamente inutile e privo di significato.
Mi è piaciuta molto l’analisi che hai fatto, attraverso le parole di John e di Mary, della loro situazione che io ho trovato IC, e bene sviscerata nel suo significato. Si staglia così, la figura di Sh, unico, vero grande amore di Watson.
Ma c’è un altro personaggio che fai agire, in un modo convincente e credibile, cioè Greg. Intensa la scena in cui John si getta tra le sue braccia e lui lo accoglie. Un bel momento, suggestivo e davvero coinvolgente che è perfettamente coerente ed IC con quello che lo yarder puó realmente esprimere grazie alla sua umanità, così solare e positiva.
E così si va verso la conclusione del capitolo, in cui fai parlare il cuore di John, nella progressiva, devastante scoperta di quanto sia grande l’amore di Sh per lui. Un finale, questo di oggi, che mi ha fatto venire i lucciconi gli occhi.
La tua è una meravigliosa descrizione di ciò che è sempre stato tra i due di Baker Street, cioè un grande amore.
Hai ricostruito, attraverso le parole di John, anche chi è davvero Sh e cioè un uomo abituato a far tacere la voce del suo cuore ma capace di dare la vita per un solo sguardo.
Brava, davvero.

Recensore Master
04/07/20, ore 12:14
Cap. 35:

Continua anche in questo capitolo l’atmosfera colma di misteri e tensione sovrannaturale che tu, qui, condensi in quella voce che avverte tutti di una tragedia imminente e nei lampi di luce che sembrano davvero attirare l’attenzione anche dei più scettici.
Inoltre c’è anche un’altra luce, che si trova idealmente in fondo al tunnel della disperazione, e che è rappresentata da ciò che sta succedendo dopo la somministrazione del vaccino ai soldati infettati.
È ancora presto per dire se, effettivamente, il futuro da zombie sarà risparmiato a quei poveretti ma riesci a trasmettere una netta sensazione di positività. Per esempio, particolare apparentemente insignificante, secondo me è importante il fatto che “ la febbre alta, le secrezioni maleodoranti e i deliri sono scomparsi.”. Sinceramente quei sintomi, da te espressi in modo forte e realistico, mi hanno sempre dato l’esatta percezione della condizione tragica in cui molti ragazzi sarebbero stati prigionieri, in una terribile non-vita. Il fatto di rendere percepibile, in modo efficace e credibile, la presenza di questa orrenda prospettiva, va sempre ascritta alla tua capacità di trasmettere, mediante la tua attenzione ai particolari, il senso della realtà e della verosimiglianza, anche in circostanze anomale come queste. E le apparizioni inquietanti di quella luce, che sembra proprio invitare a mettersi in salvo, è il filo conduttore dell’inizio di questo capitolo. Essa crea un’atmosfera di tensione, di sovrannaturale che rende la lettura avvincente ed anche, sinceramente, un po’ preoccupata, nell’attesa di ciò che sta per accadere.
In un crescendo d’effetti spettacolari, dai spazio ad “una forte esplosione”. Certo, l’effetto scatena ansia e paura ma, a me personalmente, ha trasmesso anche la percezione che, quel qualcosa di terribile che stava per dilagare nella caserma, venga annientato dalla violenza di una forza distruttrice ma positiva e, dunque, risolutrice.
Nella prima parte del capitolo ti occupi di una visione d’insieme, poi focalizzi cos’è successo a Sh ed a John. Davvero, in quell’apocalisse, tra le macerie concrete ed ideali di una situazione sconvolta da qualcosa di troppo grande per essere compreso fino in fondo, lasci che sia il cuore a parlare perché le sovrastrutture razionali, ora, sarebbero quasi d’intralcio a vedere chiaramente qual’è la verità. Quella che, a me johnlocker, interessa, dopo tutta la magnifica struttura narrativa AU che reputo ottimamente riuscita, è se quei due riusciranno a capire che non possono stare lontani l’uno dall’altro.
Accanto a loro, in quei momenti così concitati, fai agire un Mycroft che caratterizzi in una maniera davvero avvincente. Secondo me, è uno dei ritratti di “Mister Inghilterra” più azzeccati tra quelli che ho trovato nel fandom. È affiorata in lui un’impensabile umanità alimentata dal grande affetto per il fratello, e tu rendi più credibile il personaggio in questione perché, comunque, rimane sempre il formidabile “iceman” che tira le fila di questioni governative delicate e decisive per la sorte di tanta gente. A proposito di questo, significativo è quel suo pensiero che il progressivo crollo della caserma intorno a lui gli provoca: spavento, incertezza ma, anche, attivazione di quei processi razionali per cui gli viene in mente la soluzione per giustificare l’incendio che avrebbe organizzato per cremare tutte le vittime del virus maledetto.
E poi si staglia la figura di John che è uscito indenne dal suo inferno ed appare come una salvezza anche per Mycroft stesso “...Mani forti lo rigirano...ed è il volto di John quello che riempie il suo campo visivo, adesso...”. Un John forte e sicuro, dunque, che riprende il suo ruolo di medico e di uomo generoso ed accogliente.
Sh attende chiaramente l’esito di quel “ritorno” alla vita della persona di cui è da sempre innamorato, e tutto il caos emotivo e sentimentale si avvia ad un equilibrio, ad una soluzione positiva. Bellissima quella frase (“..Pensi ci sia ancora posto per me al 221 B di Baker Street?..”) con cui Watson fa parlare il suo cuore. E poi il capitolo si chiude con un’immagine attesa da tanto. Brava, ma non per la svolta di, per ora, quasi sicuro, un “happy ending” che hai dato alla storia ma per il contesto narrativo credibile e ricco di elementi. Un AU veramente ben costruito, di qualità, senza cadute nel melenso o nel troppo “horror”. Una via di mezzo, in cui tutte le parti si collegano fra loro, in uno splendido quadro d’insieme

Recensore Junior
29/06/20, ore 00:58
Cap. 35:

Menomale che sono stati avvertiti telepaticamente, spero siano riusciti tutti a salvarsi, mi dispiacerebbe se fosse successo qualcosa di grave a quei poveracci proprio ora che la questione zombi sembrava sistemata…
Mycroft… a volte vorrei strozzarlo, altre, come ora, vorrei solo abbracciarlo forte…
Che dire di John e Sherlock… bellissimi! E finalmente il bacio… perfetto ❤️

Recensore Master
28/06/20, ore 12:55
Cap. 34:

Scusa il ritardo, ma stavolta la sorte mi ha giocato un tiro mancino...Avevo già predisposto la recensione su un altro spazio del pc, una specie di brutta copia, diciamo, e...ho cancellato inavvertitamente il file. Dopo essermi fatta da sola un applauso di congratulazioni vivissime, ho cercato di recuperare mentalmente quanto disperso nel “non so dove”.
Allora, l’impressione immediata che mi è rimasta dopo una prima, rapida lettura, è che , in questo capitolo hai profuso una quantità di elementi che vi conferiscono una caratteristica di assoluta originalità. E, secondo me, la ragione non è che, qui, tutto ruoti intorno ad un’area narrativa distante dai due di Baker Street: l’attenzione rimane costantemente viva lo stesso perché le immagini e le scene che proponi sono davvero coinvolgenti. E questo è dato, sempre a mio avviso, dal fatto che hai acceso brillantemente un contrasto, insolito ma affascinante, tra l’argomento “dylaniano” e la tua consueta e sorprendente capacità di fondare i fatti su una base credibile di caratterizzazione psicologica. Così, per esempio, la scena in cui Dylan ritrova il padre, non è solo spettacolare e accattivante da un punto di vista del racconto “fantasy”, ma è supportata da uno sguardo intenso ai sentimenti che vengono suscitati in Dylan di fronte ai genitori e travolto dall’energia struggente dei ricordi. Una cosa un po’ inconsueta, ripeto, per le atmosfere sovrannaturali, in cui l’attenzione viene richiamata da altri elementi narrativi, quali la sorpresa, l’inquietudine, la paura...Invece tu, qui, mescoli anche l’umanità del linguaggio del cuore a creature pazzesche come Xabaras e il piccolo, apparentemente, mollusco che, in realtà, diventa quasi il “deus ex machina” dei fatti che animano il capitolo. A proposito del demone, è spettacolare il modo con cui tu l’hai ridotto ad un goffo ed impotente fantoccio che si agita nella rete implacabile dell’esorcismo delle due medium.
Assolutamente, qui, il protagonista è Dylan, e questa “invasione di campo” l’ho trovata, nonostante la mia incrollabile ossessione per la Johnlock, necessaria ai fini di una narrazione più equilibrata e corretta.
Dal punto di vista tecnico la long procede, secondo me, in modo efficace ed avvincente. Tutto è originale e non “sa” di stantio. Rispetto ad altre ff, sia pure di qualità, trovo che “Morti che camminano” abbia un respiro narrativo ampio e convincente, espresso con uno stile sicuro che, ripeto, mi affascina molto durante la lettura.
Nelle Note iniziali scrivi che hai descritto “Un viaggio onirico apparentemente senza senso“. Infatti, ed è proprio quell’ “apparentemente” che è rivelatore di ciò che succede a Dylan. Ritrova se stesso, le due radici più profonde e questo gli permetterà di percorrere la strafa della sua vita con una nuova e liberatoria consapevolezza. Vedi che la tua storia è tutto fuorché banale perché fa convergere tematiche “pesanti” e strettamente intrecciate alla vita dell’uomo. Anzi, ne rappresentano l’essenza più profonda.
Un capitolo, questo, particolare e dalle tinte forti che arricchisce l’AU di risvolti validi perché affondano direttamente le loro radici nel profondo dell’animo umano.
I complimenti lì meriti tutti, davvero. Un lavoro che evoca impegno e serietà di applicazione. Brava.

Recensore Junior
22/06/20, ore 16:26
Cap. 34:

Ciao! Questo capitolo è decisamente particolare, mi è piaciuto, è vero che lascia un po’ con il punto interrogativo e parecchia curiosità.
Conoscevo Dylan Dog solo di nome, ho cercato informazioni in più quando ho iniziato a leggere questa storia, conosco i vari personaggi per come li hai descritti tu e mi piacciono molto, mi hai fatto venire voglia di saperne di più.
Sono preoccupata per quello che sta succedendo alla caserma, per John, Sherlock, Mycroft e tutti gli altri… lo scorso capitolo si concludeva con un’esplosione, qui la caserma sta crollando… speriamo bene… aspetto con ansia il prossimo aggiornamento e mi dispiace che manchino solo due capitoli :)

Recensore Master
18/06/20, ore 09:14
Cap. 33:

Il capitolo inizia in un modo che sembra mille miglia lontano dalla tragedia della caserma in cui impazza una situazione terribile ed assurda. Infatti ci fai entrare in un clima accogliente di scambio emotivo e di profonda vicinanza che vede insieme John e James Sholto. Sviluppi così, in un modo che ho trovato credibile ed efficace, anche ai fini di un approfondimento delle esperienze ante Sh di Watson, un suggerimento, un accenno che io, e penso con molti altri, ho trovato in TSOT, durante il ricevimento per il matrimonio con Mary. I Mofftiss ci hanno presentato la figura dell’ex superiore di John come quella di un uomo affascinante, misterioso e, soprattutto, con una grande presa su John. La stessa Mary sussurra a Sh che, tutto sommato, loro due non erano stati i primi, riguardo a John...Quindi, ripeto, concordo con quanto hai raccontato. La scena è piena di tenerezza, i gesti tra i due esprimono non solo la passione del momento, ma un qualcosa di profondo che, sicuramente, senza i colpi bassi della vita, sarebbe durato.
Quindi il ritratto che fai di John diventa, se così si può dire, tridimensionale perché ci fai dare uno sguardo al suo passato e la figura di James assume quel ruolo significativo nella sua vita che avevamo intuito da ciò che i Mofftiss ci avevano raccontato.
Una frase, in particolare, mi è rimasta impressa perché, secondo me, esprime alla perfezione la peculiarità di Watson: “...ma resti e resterai sempre un combattente...”.
Andando avanti nella lettura, ci rendiamo conto che, questo momento così intenso tra i due, non è altro che un sogno di John, sicuramente “anestetizzato” dalla somministrazione del vaccino e provato dalle sempre più precarie condizioni di salute.
Ce lo fai ritrovare con accanto uno Sh che esprime, nei suoi confronti, dolcezza, attaccamento, protezione. A questo proposito, molto significativa è la scena in cui compare Xabaras e Sh, istintivamente, lo fronteggia balzando in piedi e piantandoli energicamente per terra, in un atteggiamento di difesa nei confronti del suo John. L’intensità delle emozioni e di ciò che scorre tra i due nostri è quasi una meravigliosa continuazione di quella che ha aperto il capitolo, quella tra John e James. Un azzeccato filo conduttore.
Ma, secondo me, il punto di forza di questo capitolo, è la scena in cui il demone guarisce John e cade così nella trappola innescata dalla sua stessa vanità. Davvero un elemento di sorprendente efficacia. La tua descrizione in merito è all’altezza di ciò che succede perché, attraverso di essa, riesci a trasmetterci tutta la tensione e la spettacolarità del momento.
Ci accoglie, poi, la tenerissima immagine di John che tende, affettuoso ed accogliente, le mani verso Sh. Quel sentimento, così forte e profondo, si staglia nello scenario concitato dell’esordio mi a Xabaras, in cui hai saputo esprimere una carica narrativa davvero importante, condita sapientemente da una piacevole ironia, che si esprime soprattutto in Groucho, personaggio che hai “maneggiato” con sicurezza ed ottimo esito.
La scena finale preannuncia altri momenti “forti”. Brava, una lettura davvero avvincente.

P.S. Non sono una lettrice di Dylan Dog, come già sai, ma apprezzo molto la premura di precisare, nell’introduzione, i tuoi presunti “tradimenti” nei confronti del canone fumettistico. Secondo me non stai facendo altro che esprimere la tua libertà di Autore. Penso, ma è un mio modo di vedere opinabilissimo, ovviamente, che, trovandoci nella Sezione di Sh, sia più che giustificato il fatto che l’allontanamento dall’IC non riguardi il mondo del nostro consulting ma elementi narrativi che “arrivano” da altri “Universi”. Sarebbe comunque lecito anche un OOC relativo a Sh ma, su questa posizione, mi troveresti molto mugugnante.

Recensore Junior
18/06/20, ore 03:22
Cap. 33:

Penso che questo al momento sia il capitolo più bello :)
Mentre quello precedente era caratterizzato dal divertimento nel vedere Jordan alle prese con quei due matti di Groucho e Wells, questo è un continuo susseguirsi di emozioni diverse: si va dalla sensazione di dolcezza e malinconia lasciata dal sogno di John con Sholto, che interpreta il ruolo della sua coscienza e gli dà forza, alla speranza di Sherlock che tutto vada come previsto e John ce la faccia (bellissimo il modo in cui gli rimane vicino, lo accarezza e lo stringe a sé), alla tensione e aspettativa all’arrivo di Xabaras e felicità nello scoprire che John sta bene e il piano ha funzionato.
Ho trovato adorabile Mycroft che si imbarazza, Dylan e Groucho sono sempre fantastici xD e Mycroft e Sherlock che ridono insieme sono troppo belli… Purtroppo l’esplosione ha interrotto il quasi bacio…
Inutile dire che non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo :)

Recensore Master
09/06/20, ore 22:46
Cap. 32:

Capitolo molto gustoso e divertente, questo, che ci permette di godere di un po’ di sosta dalla tensione dei fatti tragici che si stanno svolgendo a proposito del virus, dei morti viventi e di un amore disperato.
Ecco il protagonista del pezzo y, Lord H. G. Wells, con le fattezze di David Niven ed una particolarissima personalità. E qui voglio soffermarmi un attimo, per complimentarmi con te per averlo saputo caratterizzare anche dal punto di vista linguistico. Infatti lo fai parlare con un linguaggio ampolloso, d’altri tempi e...d’altre classi sociali. Mi è piaciuto molto come l’hai inserito qui.
Da un punto di vista generale, posso immaginare che, combinare insieme gli elementi, estranei fra loro, di un crossover, non sia affatto semplice, proprio per la peculiarità di ciascun Universo. Tu sei riuscita benissimo ad amalgamare il mondo di Sh e quello di Dylan, aggiungendovi, inoltre, delle “complicazioni” di trama che, addirittura rimandano ad un altro contesto, quello del film “Cargo”. Proprio un lavoro con i fiocchi che ti sei proposta e che stai completando con ottimi risultati.
Divertente la triangolazione tra il Lord, Jordan e l’irresistibile Groucho. Tra i due, personalità molto forti, spicca soprattutto la sorpresa del militare di trovarsi di fronte a personaggi così inconsueti ed il contrasto è veramente piacevole. Il suo progressivo convincimento di trovarsi forse di fronte a due pazzi, uno di sicuro, in una situazione già folle di per sè, è veramente comico.
Come dici tu, nelle Note introduttive, in questo capitolo non compaiono solo personaggi relativi al mondo di Dog; io concordo con te sull’opportunità di uno “stacco” riguardo ai nostri di Baker Street perché, in effetti, la figura di Lord H. G. Wells merita veramente di avere un suo spazio perché ha molte potenzialità narrative e s’inserisce benissimo nel contesto particolarissimo della storia, che ha contatti con il mondo sovrannaturale.
Inoltre penso che, nella stesura di un crossover, siano pienamente leciti degli interventi, da parte tua, di “personalizzare” gli elementi “estranei” nel modo che tu ritieni più utile ai fatti che devi raccontare. Preferisco trovare l’IC in Sh e nei suoi “satelliti”, il resto, secondo me, deve supportare l’idea centrale che, comunque, appartiene alla Sezione in cui si pubblica.
Ripeterò qualcosa che, probabilmente, ti ho già scritto, ma, davvero, noto una tua progressiva maturazione nel modo di raccontare, con lo raggiungimento di una maggior sicurezza nel “maneggiare” le strutture narrative. Lo dico sinceramente e te lo meriti qualche complimento in più. Brava.

Recensore Master
09/06/20, ore 22:44
Cap. 31:

Ci accoglie, all’inizio, una rassicurante immagine di un’alba in una Londra dove tutto sembra tranquillo, lontanissimo dai drammi che si stanno vivendo in Scozia.
Ma l’atmosfera di pace e di sicurezza sembra fermarsi, come bene descrivi tu, fuori da una casa che ti connoti con “tende spesse e scure”. Così inserisci un altro personaggio, inquietante soprattutto per ciò che evoca, cioè quello di Maria Trelkovsky, medium. In questo modo arricchisci i riferimenti che evocano il mondo particolare di Dylan ed, aver fatto agire Sh in un contesto così singolare, sicuramente arricchisce ciò che racconti di spunti molto interessanti. Infatti, efficace è il contrasto tra la sua pura razionalità ed il mondo certamente lontano dal suo modo di pensare che è quello di Dog.

Suggestivo, infatti, l’immaginare il nostro consulting idealmente seduto al tavolo della medium, cosa che nemmeno lontanamente si sarebbe potuta immaginare, a meno che non si trattasse di un comportamento sotto copertura. È entrato anche lui in una sintonia particolarissima. Lui sta dentro da John ma la comunicazione con quel “tavolo” magico non si è mai interrotta. Qui da te, lui davvero ascolta ciò che la donna sta loro comunicando ed è proprio un tocco originale il fatto che tu ci faccia pensarlo aperto a simili influssi irrazionali.

Dalla presenza di altri personaggi, fai emergere magnificamente la figura di Mycroft, molto complessa ma che tu tratti con padronanza e risultati assolutamente credibili.

“Mister Inghilterra”, dalle tue pagine, ne esce con tratti sicuramente IC e con lo sviluppo delle potenzialità espressive insite nella proposta dei Mofftiss. Gli elementi che lo caratterizzano, qui da te, ci sono tutti: la sorprendente intelligenza, superiore a quella del fratello, l’auto controllo ai limiti dell’assenza d’umanità, la capacità di organizzare e gestire situazioni delicate e complesse e, soprattutto, l’amore indiscusso che egli ha per Sh.
 Nella tua storia, addirittura, tiene testa ad un demone come Xabaras, definito dalla stessa medium, che certo non è sprovveduta di fronte a fenomeni del genere, “..potente e (con sulle) spalle l’esperienza di molte migliaia di anni di vita...”. Nonostante questo, Mycroft lo affronta in un “duello” verbale che hai costruito davvero con abilità ed ottimi risultati, brava.
Prima di arrivare a questo punto, però, è da tener presente l’efficacia del percorso narrativo che fai, costruendo, via via, una rete di persone che collaborano insieme per sconfiggere il demone. Tra queste spicca Maria, con la sua esperienza, ed una delle frasi pronunciate da lei, che più mi ha colpito e piaciuto, è stata quella sulla forza dell’amore ed in Mycroft ne hanno individuato, tanto ed eroico, rivolto al fratello.
Come ho già scritto, notevole è la tensione narrativa che hai acceso nell’incontro sorprendente con Xabaras, attorno al quale, evidentemente, si sta tessendo una trappola per neutralizzare il suo piano criminale o, meglio, diabolico.
Mycroft gli tiene testa in modo magnifico ma è, ovviamente, la tua bravura ad aver costruito un dialogo tra i due “esseri potenti” che ha un grande fondamento logico. Nulla è banale di quello che si dicono Holmes e Xabaras.
Veniamo a sapere che sta entrando in campo un altro particolare personaggio (“… Ora, mio caro Lord, tocca a lei!..”) e la sfida si fa più intensa ed emozionante.

Recensore Master
09/06/20, ore 22:43
Cap. 30:

Ti dico con sincerità che il capitolo precedente, come ho scritto, mi è piaciuto molto, ma aspettavo questo con ansia perché ovviamente l’incontro tra Sh, con il vaccino, e John, ridotto nello stato che sappiamo, è un elemento narrativo troppo succulento per attirare con forza chi legge, almeno secondo me. E l’energia che emana questa situazione è la forza di un amore veramente grande, al di là dei pregiudizi, delle paure, dei malintesi,
E, davvero, ciò che ho letto è scivolato veloce, parola per parola, in un succedersi avvincente di momenti indimenticabili, confermando l’ipotesi che quello che mi stavo apprestando a leggere sarebbe stato un grande capitolo. E ciò si è confermato.
In un contesto terribile, di morte e di presenza demoniaca, hai costruito un pezzo che, molto probabilmente, mi resterà impresso per l’intensità dei sentimenti che esprime e per le emozioni che suscita.
Nella prima parte, ci fai entrare direttamente nella cella in cui John è, ormai, ai confini della vita con il buio di una condizione allucinante. E lui ne è perfettamente consapevole, anche perché sente chiaramente che le forze, quelle “vere”, di uomo vivo, lo stanno lasciando per essere fagocitate dall’espressione terribile di una condizione mostruosa.
E qui inserisci un colpo di scena da brividi. Infatti, a tormentarlo, fai agire uno Xabaras che ha i contorni definiti di un’immagine perfettamente rappresentata, in tutto il suo potere ed essenza malefìci. Con le tue parole lo rendi, purtroppo, quasi palpabile per chi legge e mi è sembrato, mentre andavo avanti nella lettura, di averlo davanti. Di fronte a me, in quella cella dove sul pavimento si sta consumando ciò che resta del nostro amatissimo “conduttore di luce”.
Dal punto di vista puramente visivo, quegli occhi “talmente chiari da sembrare bianchi”, quel “viso e quelle mani pallidissimi”, la sua improvvisa apparizione, nata da un cono d’ombra, ci trasportano immediatamente in un’atmosfera d’incubo.
Davanti a lui, disfatto e morente sta John e, per un attimo, temiamo che non abbia certo la forza per opporsi alle due proposte demoniache che, oltretutto, fanno vigliaccamente leva su ciò che prova per Sh.
Ma ecco che, con un cambio narrativo veramente coinvolgente, gli ridoni una sferzata di vita, un impeto di coraggio, cose che noi sappiamo essere caratteristiche di lui, e che gli fanno meravigliosamente tener testa al demone. Sembra sul punto di vedere ma la sua mente ed il suo cuore vengono inondati dai ricordi e dalle emozioni della loro vita vera, quella che ruotava intorno al 221b ed alle strade di Londra. E qui hai acceso uno splendido contrasto tra la drammaticità della scena, la condizione ripugnante di Watson e ciò che il suo cuore gli riporta con travolgente intensità. Un momento narrativo, questo, che mi ha restituito delle immagini e delle situazioni di un’epoca ormai mitica, a me tanto cara, quella del meraviglioso caos di Baker Street, in cui tutto ed il contrario di tutto erano possibili.
Ma un durissimo colpo gli viene inferto da Xabaras che gli rivela il patto che Sh ha stretto con lui per salvarlo.
La parte del capitolo in cui i nostri due s’incontrano è davvero scritta con il cuore, sei stata in gamba, infatti, a raccontare con lucidità tutte le emozioni, i pensieri, i sentimenti che scorrono, come un fiume in piena, tra Sh e John che si ritrovano in quel contesto così estremo e drammatico. E, chiamiamolo con il suo nome, il loro amore si staglia chiaro e unico in quello sfondo così violento. Ad un certo punto li isoli nel loro essere “noi due contro il resto del mondo”, al di sopra ed al di fuori persino di ciò che sta distruggendo la vita di John.
All’efficacia di ciò che racconti aggiungi anche il dubbio che davvero Sh debba, poi, consegnarsi a Xabaras (“...Credi ancora in me, John?..”). Questo ci fa ben sperare in una soluzione positiva per loro ( e per noi), nel senso di un ritrovarsi senza più ostacoli ed impedimenti.
Molto suggestiva la frase con cui chiudi il capitolo che ci porta lontano da quel posto orribile e ci fa ritornare al 221b, con le loro indimenticabili poltrone, il loro magnifico caos materiale e sentimentale, con il loro essere due ma chiusi in un’unica , meravigliosa entità. Brava.

Recensore Master
09/06/20, ore 22:41
Cap. 29:

Sicuramente trovo affascinante l’evocare Dante per esprimere più compiutamente l’atmosfera di sofferenza e dolore che caratterizza quel reparto dell’infermeria in cui si trovano i soldati infetti. Un luogo di dolore e disperazione, un girone infernale senza speranza, questo é ciò che appare a chi ne prende visione.
L’ingresso nel capitolo lo affidi allo sguardo del maggiore Islington, un POV privo di sentimentalismi, lui é comunque un militare, e reso più “lontano” dalla rassegnazione che la sua sarà una sorte terribile.
Molto interessante il modo con cui gli appaiono i due fratelli Holmes, Mycroft si è decisamente umanizzato, infatti non aveva più “la sua aria di superiorità” e l’altro particolare decisamente comico. Dal canto suo, Sh mostra chiaramente il volto della sofferenza e dell’angosciante attesa della soluzione che dipende solo dalle sue forze. Infatti significativi sono il pallore del viso, le occhiaie, gli occhi arrossati e l’aria di chi non dorme da giorni. L’uomo che ama. Noi lo sappiamo benissimo “cosa” e, soprattutto, “chi” lo tiene sveglio e lo impegna in una lotta terribile contro il tempo.
Il vederlo attraverso uno sguardo estraneo ne mette in risalto ancor di più la tensione e la sofferenza di ciò che sta passando.
Mi è piaciuto molto il ritratto che fai del capitano Islington, ed è, appunto, attraverso i suoi occhi, che noi captiamo la drammaticità del momento. Nella concitazione e nell’angoscia che preludono all’ingresso all’ala ovest, all’“inferno”, appunto, spicca, quasi statuaria, la presenza autorevole di Mycroft che riporta l’ordine in una situazione a rischio, visto che il capitano stesso, cui è stato affidato il compito di vaccinare i soldati infetti, è stato morso a sua volta.
Intensa, davvero, la figura del capitano che, pur sospettando di essere oggetto di una sperimentazione, accetta comunque il suo destino. Mi è piaciuto molto quel suo sentimento di protezione riguardo ai suoi uomini che lo fa davvero distinguere in quel posto così carico di sofferenza che tu descrivi con partecipazione.
Andando avanti con la lettura, si passa ad una parte del capitolo che avvince in modo quasi angosciante perché ricompare l’inquietante, demoniaca figura di Xabaras. La inserisci a sorpresa, caricando così ulteriormente di tensione un contesto che già ne era abbondantemente caratterizzato. Mi piace pensare ad un contrasto, appunto, tra lui ed Islington, due personaggi dalla caratura opposta ma ugualmente importanti. Nell’occuparti della comparsa improvvisa del demone, usi efficacemente il fattore sorpresa e ne metti in risalto ancora di più la sinistra pericolosità proprio accostandolo a Mycroft, figura che in quel contesto drammatico, se non altro, ha potere e può davvero fare la differenza. Quindi anche chi legge, non solo Dylan, è colpito da un senso di agghiacciante sorpresa nel vedere l’infernale figura prima alle spalle di Mycrot, poi, quasi a sottolinearne il “terreno di caccia”, al suo fianco. E sarebbe un dominio assolutamente terribile se il suo influsso malefico si servisse dell’enorme potere di Holmes. Con la sua entrata teatrale, emergendo dalle ombre del corridoio, quindi, prende decisamente possesso della scena, in una maniera che gli si addice, sinistra ed esibita. Tutta la carica emotiva che scorre nella scena la condensi efficacemente in quel povero topolino che Xabaras esibisce come triste trofeo e che assume un significato chiaramente catastrofico riguardo all’esito della somministrazione del vaccino.
Ma la parte più densa di significati e di echi, che arrivano direttamente al cuore, è quella precedente a quest’ultima e cioè la scena che vede uno Sh stremato e sofferente entrare nella sezione dell’infermeria dov’è John. L’hai ritratto in un modo che suscita compassione perché è estremamente significativo quello sguardo “perso davanti a sè “ che racchiude tutto il dramma in cui si trova coinvolto: la difficoltà estrema di sintetizzare un vaccino in un tempo decisamente troppo breve, la mostruosità della situazione ma, soprattutto, il fatto che ci sia John travolto direttamente in quella che è una terribile tragedia.
Nella tensione di quei momenti poni accanto a lui uno splendido Dylan: si vede che è un personaggio che domini con sicurezza e da cui sai trarre elementi narrativi veramente coinvolgenti, come, ad esempio Lillie e la sua morte. Efficace, infatti, l’inserimento che hai pensato dei ricordi che tormentavano la mente ed il cuore di Dog relativi al grave lutto che ha dovuto subire. Suggestivo quel suo senso di liberazione e di pace di fronte a quell’uomo, Sh, così tenace ed eroico nel tentativo di salvare l’uomo che ama. In quel contesto davvero drammatico e scuro, così, accendi una luce di speranza, di completezza che solo un grande sentimento può dare. Certo, Dylan non riavrà indietro la sua Lillie, ma il suo ricordo non lo tormenterà più facendolo sentire impotente di fronte a ciò che è successo perché l’intensità dell’amore, che ha provato per lei e che lo lega tuttora, ha trovato una sua collocazione, un suo modo di essere, supportato dall’esperienza che sta vivendo.
Un bel capitolo, veramente ricco di spunti e scritto con cura ed attenzione.

Recensore Junior
02/06/20, ore 02:29
Cap. 31:

Ciao :) Questi nuovi personaggi mi incuriosiscono molto e mi piace davvero tantissimo come si stanno mettendo le cose! Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo!!

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