Recensioni per
The call
di Fuuma

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/01/21, ore 15:27
Cap. 1:

Allora lo fai apposta, io sono in attesa di un aggiornamento di "You had me at hello!" e tu mi posti un'altra fic con una serie di telefonate tra loro due che mi tormentano, mi fanno annegare nell'angst e questa volta sono a parti invertite, con James che chiama Steve e da il via ai loro appuntamenti telefonici.
Nel mezzo c'è la tortura psicologica dell'Hydra e la condizione spaventosa del Soldato d'Inverno che teme la Sedia e la criogenesi. Viene voglia di abbracciare James (anche se probabilmente finirebbe per uccidermi nel tentativo, abituato com'è a non avere contatti che non siano violenti) e dirgli che verrà salvato e andrà tutto bene. Vero che andrà tutto bene? ç__ç
Leggerti è sempre un colpo al cuore, ma alla fine ho la perversione dell'angst, che vuoi farci?
Un abbraccio grande,
Sev

Recensore Master
22/06/20, ore 12:35
Cap. 1:

Ciao!
Le iniziative del Giardino sono sempre un ottimo sprono per esplorare fandom che frequento poco nonostante li apprezzi, e devo dire che tornare tra le tue pagine è sempre molto bello, anche perché adoro la tua capacità di dare forma e vita a Bucky e Steve, al punto tale da convincere anche me – che tra loro ho sempre visto un'amicizia fortissima e fraterna – che possa in effetti esserci altro nel mare agitato del loro rapporto, in quel cercarsi e riconoscersi che sfida i limiti spazio-temporali e non solo.
Ho letteralmente amato questa storia, mi è rimasta dentro.
E mi ha lasciato una grande amarezza, una grande voglia di vederli insieme, di vederli ritrovarsi, di mandare a quel paese tutto ciò che li ha divisi nel corso delle loro vite complicate e piene zeppe di intoppi.
Non importa neanche a me di stabilire date, non hanno davvero alcuna importanza in questo contesto, e soprattutto sono convinta anche io della plausibilità delle circostanze che hai messo in scena.
Ciò che mi ha fatto più male leggendo le tue parole è capire quanto siano legati, quanto si riconoscano a livello proprio istintivo, viscerale, e quanto la sorte sia stata feroce con loro, mettendoli l'uno contro l'altro: pur sempre soldati – è nel loro destino e nella loro natura, temo –, ma costretti su fronti opposti. Loro, proprio loro, che sono venuti al mondo per camminare l'uno accanto all'altro.
L'atmosfera di attesa e sospensione che si respira lungo l'intera storia, complice anche il ritmo lento su cui hai costruito il testo, trovo sia perfetta per mostrare lo stato d'animo di questo James, che il suo nome lo sussurra una volta e non lo ripete più, che trascorre le giornate vigili aspettando che arrivi il giorno destinato alla missione, già consapevole che a compito eseguito vi è l'oblio ad attenderlo – ancora –, che compone un numero senza conoscerlo e riconosce la Voce senza la consapevolezza di averlo fatto.
Fa così male vedere Bucky anneggare in se stesso, in bilico tra ciò che lo hanno costretto a essere e una parte di sé, inconscia ma forte, che scalcia per riemergere e riprendersi la propria identità. E in questo c'è veramente tanto, tantissimo, canon, perché persino il Soldato d'Inverno deve piegare la testa quando si scontra col Capitano, perché il cuore di Bucky, in un moto che di razionale non ha niente, riesce sempre a riconoscere Steve – contro tutto e tutti, ma soprattutto contro se stesso.
Ho rivisto, nelle tue righe, quella fiducia istintiva e totale che caratterizza il loro rapporto, quel modo tutto loro di esserci comunque vada e qualsiasi cosa accada. I loro momenti, quelle telefonate che non dovrebbero esserci e che letteralmente rubano al tempo, sono meravigliose nel loro essere tanto essenziali: parlano senza dirsi nulla di realmente importante, ma in quel niente ci sono loro, ci sono sorrisi percepiti, il calore di un bene troppo grande per essere dimenticato, dei visi che prendono forma tirando via materiale da ricordi fatti dimenticare a forza.
Steve, neanche a dirlo, è così... Steve. Lo sa, lo sa anche lui chi vi sia dall'altra parte, lo sa anche se gli sembra impossibile, anche se non c'è davvero niente di logico nel credere che lo sconosciuto che ha tanto bisogno di parlare con lui sia proprio Bucky. Con quella conclusione mi hai quasi fatta piangere!
Si sono riconosciuti, sanno di essere loro, ma non è ancora tempo.
Però, però ecco, se lo dicono lo stesso, quel perdono che ha rischiato di distruggere Steve e di schiacciare Bucky.
Te l'ho già detto che ho amato questa storia? ❤
Vorrei riuscire a scriverti una recensione più ordinata, che riesca a commentare punto per punto il tuo racconto, ma mi ha presa troppo sul piano emotivo per riuscire in questa impresa, quindi posso solo sperare che questo mare di parole abbia almeno un barlume di senso!
Ultimo ma non ultimo, ho adorato Padrone di casa (l'ho adorato anche letteralmente, Bucky è riuscito a strapparmi una risata in una storia del genere col suo modo di appellare le persone al di là della cornetta telefonica!), con quella ironia tipicamente Stark che non perde mai l'occasione di mettere in evidenza simpatiche ambiguità. Però, insomma, nonostante faccia di tutto per sembrare cinico, sappiamo che ha un cuore grande quanto il suo conto in banca (!) e infatti sono sicura fosse il primo a gongolare per quelle romantiche telefonate!
Ti saluto prima di dilungarmi ancora di più e rischiare di farti addormentare con le mie chiacchiere! È una storia stupenda, sono felicissima di aver avuto l'occasione di scovarla e leggerla, che mi ha emozionata veramente molto.
Grazie di averla condivisa con noi.
Un abbraccio, alla prossima!

Recensore Veterano
03/06/20, ore 00:38
Cap. 1:

Ciao! Eccomi per lo scambio, dato che le Drabble mi sono piaciute davvero molto. Anche io, come molti altri, mi aspettavo una cosina molto soft, invece il finale mi ha stroncatissima.
Ma procediamo per ordine.
Il risveglio di Bucky mi ha presa per mano e trascinata per bene nel mood della storia. Ho adorato come tu abbia reso il suo modo di pensare un po' in tutta la fic. Non solo c'è lo "sdoppiamento", che è un tema che in generale mi piace sempre molto, ma anche il modo "meccanico" di elaborare i concetti anche da lucido è stato veramente molto coinvolgente e credo sia uno dei punti forti della storia. 
Anche le descrizioni seguono questo stile molto schematico, mi ha permesso di internalizzare molto quello che stava succedendo. Altra cosa che mi è piaciuta da morire sono stati gli inserti in russo: danno realismo (poi io il russo non lo parlo, quindi mi auguro che siano giusti ma non posso decisamente dire nulla a riguardo!) e anche come hai reso l'atmosfera dell'ostello mi ha richiamato molto un misto di Anastasia e Fievel. In generale, hai fatto vibrare la cordicina della mia memoria che dice "Russia vecchia" e se, come immagino, la storia si trova in un periodo che può essere tra gli anni 50 e massimo i 60, credo sia ancora abbastanza applicabile. 
Il continuo stato di confusione in cui mandi con le prime chiamate è frustrante e magnifico: dà proprio l'idea di chiamare e non avere idea di chi sia all'altro capo, non sveli mai mezza parola prima del necessario, ma guidi bene il lettore verso delle ipotesi abbastanza chiare su chi possa essere dall'altro lato. Bellissimi anche i dettagli sul telefono, come la statica, le sensazioni della cornetta, il suono del ricevitore sul legno: ti dirò, mi ha messo una gran nostalgia, erano immagini che non rievocavo da tempo e mi fa molto strano che al mondo potrebbero esserci persone che non hanno idea di cosa parli!
La stessa sensazione te la porti dietro durante tutta la prima telefonata, è come se Bucky si presentasse alla porta di sto povero cristo con un gigantesco nodo da sciogliere. Poi man mano vedi che questo nodo si dipana sempre di più, vuoi tirando da un lato, vuoi tirando dall'altro, finchè non si arriva all'ultima chiamata, che è una pugnalata da prima ancora di comporre il numero. Quando Steve lo chiama "Bucky" ho dovuto trattenere un urlo. E' plausibilissimo, con tutta la tensione che costruisci nel resto della storia è un colpo tremendo e ancora più terribile è l'ultima frase, perchè è chiaro che quella sarà l'ultima cosa che Cap e /quel/ Bucky si diranno e, se dovessero rincontrarsi, il Soldato d'Inverno sarebbe un'altra persona.
Menzione d'onore per Howard, che pare essere la prova vivente che la genetica esiste e riesce ad essere molesto, invadente ed egocentrico come solo il figlio saprebbe fare. Davvero una nota di colore in una fic che mi sfonderà il cuore per un bel pezzo.
Di nuovo complimenti 🧡
 

Recensore Master
30/03/20, ore 01:25
Cap. 1:

Allora,
io ho aperto questa storia pensando: ehi, dai, deve essere una cosetta leggera. The Call, insomma, un po' sulla linea di You Had Me At Hello! Ceeeeerto, ammazza, proprio così Miry. E invece mi hai preso il cuore, me lo hai strappato via, e lo hai calpestato come al solito avendo anche la premura di rimettermelo al suo posto. Mi mancava leggere di loro; mi mancava farlo dalle tue mani e mi sono scelta la favola della buonanotte che però mi ha stracciato l'anima.
Sai cosa mi è piaciuto? Il ritmo della storia, il modo in cui l'hai scritta. James è una macchina da guerra priva di sentimenti, eccetto per alcuni sfocati e sovrastati da altri, da comandi, ordini, odio, dolore... per questo ci sono azioni macchinose descritte tra trami di sentimenti goffi e impacciati, che li porta addosso come un vestito stretto.
Questa è una storia di telefonate che raccontano però l'occasione mancata di un perdono, che esplode in un finale dove sì, Steve lo riceve finalmente, ma in un'ultima telefonata che, a quanto pare, non ne seguirà altre.
E qui le due storie che parlano del telefono, prendono strade completamente differenti; e questa ferisce. Bucky è aggrappato ad una voce, un ricordo appeso all'anima che non riesce a scollare. L'unico ricordo che si è imposto di lasciarlo bruciare nelle ossa e nei muscoli, con un nome che è lì, nella mente, negli occhi... e non viene cancellato da niente e nessuno. e La Voce è un appiglio di cui James non sembra nemmeno consapevole, ma le sue telefonate le ho viste come una sorta di comportamento dato dal quell'istinto umano, da quel briciolo di calore che gli è rimasto nel petto, dopo tutto il lavaggio del cervello che ha subito. E le telefonato sono artificiose, meccaniche, e per quello ti dicevo che ho amato il ritmo che hai dato a questa storia. E' un martello che batte e racconta azioni, ma a volte è come se il martello mancasse la superficie e dunque ci sono le emozioni che si sovrappongono. Quando Bucky parla con Steve i toni della storia si scaldano; ogni momento morto delle loro conversazioni sono netti sussulti di cuore che li riempiono, quei vuoti. La telefonata con Steve è un'ossessione perché è l'unica cosa che lo fa sentire umano, bisognoso di un conforto che va soddisfatto, come un capriccio, ma disperato. Un velo di necessità che non sa giustificare, James, ma che asseconda. E tutto questo è meravigliosamente narrato con una delicatezza incredibile.

E la cosa che più fa male è che ad ogni telefonata sembra che Steve si senta più a suo agio e che il suo non sembri solo l'assecondare qualcuno che gli ha chiesto aiuto, ma farsi aiutare per qualcosa che lo attanaglia. E lo attanaglia il bisogno del perdono, per un peccato che non ha commesso... E, in qualche modo, Bucky sa e non sa. Per lui La Voce è un sogno, ma di cui è succube, di cui ha dannatamente bisogno. Anche se lui pensa crudelmente di non meritare nulla. Ma quel perdono, a Steve, lo dà e io mi sono sentita morire, perché la colpa è di come ci sei arrivata, lì. Un imbuto che si stringe e arriva a quella sola, unica frase, che risolve entrambi, in qualche modo, ignari di quanto quel perdono valga, di quanto importante sia.
L'ho amata, li amo... li rendi incantevoli, sono così canonici e decadenti che esplodono dalle lettere e dal foglio. Solo tu ci riesci, dunque per favor non smettere ♥
Famme' 'sto regalo de' pasqua essù (ma secondo te la pasqua in quarantena è da considerarsi tale? E, sempre secondo te, a Pasquetta pioverà dato che non usciremo? Secondo me ci sarà il sole – la smetto di dir stronzate giuro **)
A presto, prestissimo, che a giorni recupero Operazione U.N.C.L.E. e so già dove andrò a rifugiarmi ♥
A presto, cherry!
Miry

Recensore Master
22/02/20, ore 20:34
Cap. 1:

Cara fuuma,
Ma te possino. Io pensavo di cavarmela con una recensione breve e invece tu metti questa shot che è un colpo al cuore ed è una di quelle storie che avrei voluto leggere su di loro, maledizione. E quindi ora che l’ho letta soffro perché ci sono delle cose che mi piacciono moltissimo, prima tra tutte l’amore mancato. Qui è una pre-slash, ma quel loro cercarsi al telefono, quello Steve distrutto che si illude che il soldato che chiama da chissà dove possa essere il suo perduto amore, quel momento in cui, effettivamente, lo chiama Bucky… beh, mi spezzano e mi coinvolgono più di un bacio (ma mi piace molto anche quando li fai baciare, coff). Howard ha un pizzico dell’ironia di Tony, ma in una versione più anticata ed elegante che mi ha conquistata.

Jarvis mi ha fatta sorridere e poi c’è il tema del telefono. Sto seguendo l’altra tua storia di tutt’altro tono su Bucky operatore di call center che tutti vorremmo avere in rubrica: qui il tema della comunicazione telefonica ritorna ma in un contesto totalmente differente e angst: ciò vuol dire che sei un’autrice matura, capace di accogliere un leitmotiv e sviscerarlo a seconda delle situazioni (in altre storie la comunicazione avveniva faticosamente per via epistolare, anche lì con presupposti sempre diversi e originali che fanno individuare la cifra stilistica dell’Autore, ma senza trovare un già detto: un po’ come quando leggi Dostoevskij, per rimanere in Russia: sai che leggerai storie di povera gente, ma sono sempre persone diverse). La comunicazione qui è il legame con una memoria di cui resta forse solamente un’ombra dolorosissima. I pensieri di James sono ferocemente mangiati dall’Hydra: sente il bisogno di chiamare Steve, sa che vuole parlare con lui, ma il lavaggio del cervello agisce troppo in profondità generando pensieri che si accavallano gli uni sugli altri (come quando si ripete che l’Hydra è il suo dio).

A salvarlo è l’automatismo di certi gesti, come quando smonta un fucile americano e capisce di saperlo fare, sente di averlo fatto. Una narrazione meno matura e più banale farebbe di questo momento il grande risveglio di Bucky, e invece no. Non è il momento. Questo è uno sprazzo tra una missione – una tortura – e l’altra. Straziante e terribile il pezzo in cui Steve, umano e sempre reso in un misto di coraggio, generosità, umanità e ingenuità, rimpiange il compagno perduto che era più di un fratello, un amico o un amante. Amo come scrivi di questi personaggi e spero di poter leggere ancora tante, tante altre storie su di loro, perché trovo che tu li renda canonici, innamorati ma soldati, dosando dolcezza e forza in un connubio raro da trovare. Perdonami per l’infinito ritardo, ma quando recensisco te porca paletta creo delle shot, quindi… mi serviva tempo!
Avrei ancora tante cose da dire, ma mi fermo, sennò chiami la postale! ^^'
Un caro saluto, tantissimi complimenti di cuore e a presto :)
Shilyss

Recensore Veterano
14/02/20, ore 14:50
Cap. 1:

Ammetto che ero indecisa se leggere o meno questa one-shot, ma poi ho letto i disclaimers e, soprattutto, ho visto la fanart che l'ha ispirata, e mi sono detta che non potevo evitare di darci almeno un'occhiata.
E' finita che ci ho dato ben più che un'occhiata.
Per prima cosa, lascia che ti dica che scrivi benissimo. Sin dalla primissima parte ho amato il modo in cui venivano descritte le sensazioni di Bucky, fisiche e non, rese così bene da risultare reali e quasi tangibili. 
Ho trovato adorabili e struggenti le loro telefonate, al punto che ho cominciato a tifare per questa coppia che prima d'ora non mi aveva mai attirata. Mi è piaciuto molto anche come il personaggio identifichi Steve come La Voce, quasi fosse un'entità o un sogno, un'idea più che una persona.
E' una storia breve ma mi ha tenuta incollata fino alla fine, fino a quel terribile scatto della cornetta che viene appoggiata e conclude la chiamata.
Davvero una bellissima one-shot, non posso che farti i miei complimenti.
A presto!
Afep

Recensore Master
08/12/19, ore 14:58
Cap. 1:

Buongiorno cara, eccomi qui per poter recensire qualcosa sull’universo Stucky che tanto mi affascina. L’accuratezza nello specchietto antecedente alla narrazione mi piace, da senso di ordine e chiarezza. Se volevi cominciare facendomi salire il magone accompagnato all’ansia, ci sei riuscita: hai coinvolto i sensi nelle descrizioni, facendo in modo che potessi comprendere a tutto tondo ciò che invece per il protagonista era semplice insieme di stimoli e sintomi che non riusciva a comprendere e spiegare. Tutto accade così in fretta e in modo totalizzante da spiazzarmi nel momento stesso in cui cade: riesci a farmi immaginare chiaramente la scena e pure le sue reazioni, il suo stupore, il terrore e il disagio che lasciano spazio ad una freddezza disarmante. Freddezza che ho notato si scalda e perde corpo nel momento in cui torna a sentire quella voce, la sua voce: una cosa che è capace di risvegliare la parte umana ed emotiva che contraddistingue il suo strascico passato. Insomma, sembra di avere a che fare quasi con due personalità opposte incastrate in un unico corpo in parte macchina.
Quando conversano e Steve ha la certezza di aver riconosciuto nell’uomo le parole “aiutami” confessando l’accaduto a James, mamma mia… mi sono sentita arrossire pure io credimi! E se volevi spezzarmi il cuore, al momento in cui Steve lo chiama Bucky piangendo, ci sei riuscita e pure molto molto bene. Per poi arrivare al finale che mi ha letteralmente distrutta, mi hai coinvolta tantissimo con questa storia e ti ringrazio.
Oltre al lavoro di caratterizzazione preciso e realistico, di introspezione sul protagonista che mi ha stregata, hai un’attenzione per i particolari che denota partecipazione e ricerca: un riferimento ad esempio all’arma che James compra, riesci a descriverla tanto da permettermi di immaginarla, oppure all’utilizzo delle lingue straniere nei dialoghi e negli oggetti. Queste cose a mio parere, unite all’immersione totale nella testa del personaggio e a come permetti di avere uno scorcio in lui, rendono la tua storia godibile da tutti i punti di vista. Lettura che scorre soffermandosi su dialoghi ben gestiti e sulla forma che non presenta errori di alcun genere, mi hai affascinata. Alla prossima cara, buon lavoro e buona domenica! :3

Recensore Master
01/12/19, ore 21:29
Cap. 1:

È una storia magnifica! Mi piace tanto la ship di Bucky con Steve, anche se finora ho letto pochissimo di loro. Ma ogni volta vederli nei film mi faceva davvero impazzire e in questa storia li ho trovati così perfettamente IC. La storia è di un angst pazzesco che, boh, sono qui a scriverti a caldo la recensione e sto seriamente sclerando. Come si può? La tua idea è geniale e io la trovo molto originale, il What If e tutti i dettagli tecnici passano subito in secondo piano dinanzi a tanta bravura. Sei riuscita a mantenere la tensione emotiva durante tutta la storia, dal primo paragrafo fino all'ultimo. Steve e Bucky che si sentono solo tramite telefono, le paure così profondamente radicate di Bucky, i ricordi delle torture, il lavaggio del cervello. Hai fatto uno studio psicologico pazzesco e ti dico che ha veramente dato i suoi frutti. Ci sono tanti dettagli che toccano il cuore e la conversazione finale tra i due mi ha spezzato il cuoricino. Steve è disperato e il suo pianto è descritto con un tale sentimento che mi ha coinvolto. La parola finale di Bucky poi. Ti giuro, è tutto talmente IC e io direi anche CANON. Loro due sono proprio così. Poi Howard! Poche battute, ma completamente sue. Davvero complimenti, sono tanto colpita e felice di averti letto :)
A presto! 

Recensore Master
18/11/19, ore 17:48
Cap. 1:

Io vivo per fanfic come questa. Per fanfic così angst, così struggenti. Ok, hai aggiunto qualche what if, ma tutto il resto è di un canon spaventoso. Howard: perfetto, le sue battutine poi, puoi candidarti come sceneggiatrice per questo personaggio. Perfino Jarvis con il suo accento inglese è perfetto. Quanto ci hai messo per questi dialoghi? Soprattutto per la parte in cui Bucky chiede a Steve cosa direbbe alla persona che ha perso e Steve che risponde: perdonami. Cavoli, sì, è ic, realistico, coerente e tutto, ma è una tale mazzata al petto. E' una scena di una potenza mostruosa. La risposta di Bucky è un colpo di grazia: l'unica consolazione concessa in questo finale aperto (aperto per me, perché io lo so che ad una certa in qualche momento imprecisato steve e bucky incroceranno le loro strade, la maschera verrà giù e via di happy ending).
Ci avrai messo quattro mesi a sistemarla, ma ne è valsa la pena, perché rileggendola non ho potuto fare a meno di notare quanto ogni paragrafo fosse pulito, perfetto, scorrevolissimo, nessuna frase fuori posto, nessun momento inutile o affrettato. No, una limpidezza, una fluidità incredibili. Non cambierei una virgola, davvero, lo trovo perfetto. Ci ho messo un po' di giorni per trovare il coraggio di aprire questa fanfic perché sapevo il dolore che avrei trovato qui e nonostante io sapessi già come finiva, nonostante io approvi questo finale perché qualsiasi altro non sarebbe stato coerente quanto questo, arrivata alla fine il mio stomaco è diventato un cartoccio di dolore per bucky. Questa fanfic è una marea travolgente di emozioni, sin dalle prime righe, da quel riferimento a bucky che riesce a fare qualcosa di sua volontà, dalla siringa per farlo dormire, da come dentro la sua testa parla della voce di Steve: La Voce. Bellissimo. Una maiuscola e sei riuscita a caricare quella parole di tutto il possibile significato che aveva per Bucky, o ancora il riferimento a come quella Voce sia il sole... e tutta la stucky condensata lì dentro quel riferimento. O ancora tutti i momenti in cui Bucky cerca di convincersi a non cedere perché verrà punito con la sedia o le sue frasi cariche di una tristezza infinita (io non sono nessuno di importante). Tutti momenti bellissimi, emozionanti che hai reso magistralmente con le tue parole.
Mi sembra che sto sproloquiando a caso, senza dire nulla e ne sta venendo fuori una recensione senza capo ne coda. Quindi, ti dirò che lo stile era bellissimo, descrittivo, ricco di metafore/similitudini che ho adorato, come anche solo la saliva che è come la bava della lumaca, mi hai trasmesso la sensazione precisa e perfetta grazie a quest'immagine. O ancora l'impaginazione, l'uso del corsivo, tutto molto bello. Ora però credo mi sento come si sia sentito Steve, dall'altra parte di quella cornetta muta, senza più poter sentire Bucky, senza quell'appiglio minuscolo con cui comunicare con lui. E' tutto così struggente, doloroso, perfetto, commovente. Commovente anche che Bucky in un momento di incoscienza abbia cercato di raggiungere Steve, di chiedergli aiuto e che abbia considerato quella voce il suo tutto per un momento. Quanto mi ha fatto soffrire Bucky che pensa di aver già avuto troppo. Bellissimo anche Bucky che pensa a se stesso come qualcosa 'da programmare'. Vado ancora un poco a soffrire in silenzio cercando di riprendermi, nel frattempo complimenti per questa fanfic, che io ho trovato perfetta in tutta la sua interezza.
Ps: ah complimenti anche per la fantasia, come ti vengono certe idee?

Recensore Veterano
16/11/19, ore 14:04
Cap. 1:

Ciao! Eccomi qui per lo scambio del Giardino **
Devo dire che questa One Shot mi ha messo i brividi, sopratutto alla fine. Mi è piaciuta questa connessione telefonica avvenuta, forse, per sbaglio o forse grazie al subconscio dove James e Steve finalmente si ritrovano. Steve sembra aver capito chi è al di là del telefono e Bucky ne è attratto come un'ape sul miele, forse memore di una vecchia connessione per tanto tempo dimenticata.
Mi è piaciuto che tutto fosse semplicemente affibiato ad una voce. è la voce che li riporta insieme, è la voce che fa capire a Steve che quello al di là della cornetta potrebbe essere il suo amico perso in missione e che potrebbe essere in pericolo.
L'intreccio diventa più complicato perchè Bucky ha una missione a cui non può disobbedire. E sembra quasi che abbia paura, sopratutto di questa fantomatica sedia.
Mi è piaciuta l'emozione che tutta questa one ha espresso; mi è piaciuta la tensione di Bucky, la sua paura di essere scoperto. Mi è piaciuto Steve, che torna sempre attratto da quella voce. Mi è piaciuto Stark, indispettito inizialmente e poi preoccupato perchè quella relazione aveva reso triste Steve.
Un sacco di emozioni dietro a degli avvenimenti incredibilmente semplici. Veramente bravissima, mi è piaciuta un sacco! Spero di leggerti nuovamente, sopratutto su questo argomento **
Spero a presto,
Talia

Recensore Master
07/11/19, ore 21:38
Cap. 1:

Sto ancora annegando nella valle di lacrime di questa storia bellissima e crudele.
Crudele perché Bucky non si ricorda Steve e sa che dimenticherà anche quella voce, che la sua vita non gli appartiene più e non sa nemmeno chi è veramente, ma anche perché non si domanda nemmeno come ci è finito in quella situazione. È completamente piegato, plagiato, terrorizzato dalla "sedia", eppure il richiamo di Steve è troppo forte.
Non è più nessuno, non merita nulla (tanto meno di essere salvato), ma Steve è la sua stella polare anche se lui è precipitato in una notte senza stelle.
E dall'altra parte c'è Steve, che associa questo sconosciuto al suo Bucky e non sa che si tratta proprio di lui, che vorrebbe salvarlo, ma di nuovo non può farlo.
A sottolineare il dramma ci sono le battute di Howard, a sottolineare come Steve soffra come un innamorato. La sua ironia rende la tragedia ancora più grande perché il dramma che entrambi stanno vivendo è isolato dal contesto, e come se non bastasse, loro sono convinti che sia il loro dramma personale, ignorando di essere i protagonisti della stessa tragedia, dello stesso rimpianto, di essersi ritrovati. Ma non possono vedersi, la linea disturbata impedisce loro anche di riconoscersi (anche se basterebbe il telefono probabilmente).
E poi, il non poter (o voler) provare emozioni di Bucky, la sua apparente apatia è come uno strato di polvere sopra il suo cuore, sopra la mente. Il dolore c'è, è così profondo da non poter raggiungere la superficie, e sembra che nemmeno se ne accorga, riflettendosi sul lettore, chiamato a empatizzare con lui più di quanto lui stesso riesca a fare. ç_____ç
La fine è un colpo da maestro. Quel "ti perdono" è la mazzata finale.
E tu, crudelissima donna, sei stata fantastica nel raccontare questa storia.
Pubblica presto le altre che hai in cantiere, altrimenti andrò in astinenza! >.<
(E sì, da quanto detto da Natasha sul Soldati d'Inverno, si può ipotizzare che Bucky sia diventato operativo negli anni '60).
Alla prossima. ç____ç